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Prospettive post-moderne
Attraverso opere che recuperano la difficile eredità del ‘900, contaminando stili, tecniche ed approcci teorici, i giovani artisti in permanenza della galleria Zamenhof ci presentano la loro interpretazione, consapevole e programmatica, dell’ineludibile deriva post-moderna dell’arte contemporanea.
Comunicato stampa
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A cavallo delle feste natalizie, negli ampi e suggestivi spazi della galleria Zamenhof, sarà dedicato ampio spazio al primo nucleo di artisti trattati in permanenza a partire dal settembre 2008: si tratta di giovani emergenti, per lo più trentenni, presenti con istallazioni ed opere di grande formato, tra cui segnaliamo: Valentina Carrera (Milano, 1975), Simone Boscolo (Milano, 1977), Davide Corsetti (Milano, 1976), Giacobino (Napoli, 1971) ed inoltre, per l’occasione saranno anche presenti opere di Luigi Profeta, di Fabio Cuman, di Emanuele Racca e del gruppo "Polo Positivo" (Simona Corbetta, Paolo Negretti, Elena Redaelli). Tutti autori che, pur nelle diversità di stili e poetiche hanno in comune un analogo atteggiamento nei confronti della storia dell'Arte del '900, atteggiamento teorizzato dal critico-artista Virgilio Patarini (Breno, Brescia, 1967): non più di rifiuto del retaggio delle generazioni precedenti, ma al contrario di sapiente recupero dell’esperienza delle grandi Avanguardie, specie quelle della seconda meta’ del ‘900, specie nella loro declinazione italiana (Fontana, Burri, Vedova, Afro, Rotella, l’Arte Povera, la TransAvanguardia), a cui costoro attingono a piene mani citando, rielaborando, contaminando stili, tecniche, approcci teorici, con perizia tecnica e raffinatezza intellettuale.
Tra i numi tutelari più gettonati Alberto Burri vince su tutti: al Burri dei sacchi si ispira la Carrera; gestualità alla Vedova e materia alla Fautrier compaiono in Corsetti. Santomaso ispira esplicitamente Giacobino, Patarini si rifà a Uncini, Manzoni e Isgrò in un colpo solo. Il recupero della figurazione attuato da Boscolo, non solo riecheggia le poetiche di "Novecento" e di Ritorno all'Ordine degli anni Trenta, ma è anche decisamente immerso in atmosfere da Day-After.
Tutti costoro insomma si esibiscono in una peculiare interpretazione, spesso consapevole e programmatica, dell’ineludibile deriva post-moderna dell’arte contemporanea. Con umiltà e rigore. Senza nessuna concessione a facili sensazionalismi o inutili, vacue provocazioni. Senza nessuna volontà di stupire o di fare qualcosa di nuovo. Magari, piuttosto, qualcosa di bello. Perché la bellezza esiste ancora. Solo ha cambiato abito (e forse anche habitat).
Giovanni Drogo
Tra i numi tutelari più gettonati Alberto Burri vince su tutti: al Burri dei sacchi si ispira la Carrera; gestualità alla Vedova e materia alla Fautrier compaiono in Corsetti. Santomaso ispira esplicitamente Giacobino, Patarini si rifà a Uncini, Manzoni e Isgrò in un colpo solo. Il recupero della figurazione attuato da Boscolo, non solo riecheggia le poetiche di "Novecento" e di Ritorno all'Ordine degli anni Trenta, ma è anche decisamente immerso in atmosfere da Day-After.
Tutti costoro insomma si esibiscono in una peculiare interpretazione, spesso consapevole e programmatica, dell’ineludibile deriva post-moderna dell’arte contemporanea. Con umiltà e rigore. Senza nessuna concessione a facili sensazionalismi o inutili, vacue provocazioni. Senza nessuna volontà di stupire o di fare qualcosa di nuovo. Magari, piuttosto, qualcosa di bello. Perché la bellezza esiste ancora. Solo ha cambiato abito (e forse anche habitat).
Giovanni Drogo
16
dicembre 2008
Prospettive post-moderne
Dal 16 dicembre 2008 all'undici gennaio 2009
arte contemporanea
Location
ZAMENHOF
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Milano, Via Ludovico Lazzaro Zamenhof, 11, (Milano)
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 15-19
Vernissage
16 Dicembre 2008, ore 18.30
Autore
Curatore