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Provocazioni fra le nuvole. Arte e fumetto: nuovi dialoghi italiani
La mostra cerca di dare conto in estrema sintesi attraverso una sezione introduttiva che prepara il visitatore e lo conduce ad incontrare alcuni nuovi dialoghi che l’arte contemporanea italiana sta attuando con il fumetto, in questo primo decennio del nuovo secolo
Comunicato stampa
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Si inaugura sabato 6 settembre 2008, alle ore 16.30, a Ponte Ronca di Zola Predosa presso il Modern Art Museum di Ca’la Ghironda, Sala contemporanea, la mostra Provocazioni fra le nuvole. Arte e fumetto: nuovi dialoghi italiani.
La mostra
Alle origini del dialogo contaminante che l’ arte contemporanea ha instaurato con l’universo linguistico dei fumetti viene spontaneo collocare la Pop-Art (con Warhol, Lichtenstein, Ramos), magari dimenticando il contributo, forse meno appariscente ma altrimenti fondamentale, recato dal milieu francese di ascendenza surrealista nel secondo dopoguerra e, in Italia, dalla poesia visiva (Lamberto Pignotti, Michele Perfetti, ecc.).
In Italia emerge ancora alla fine degli anni 50 del Novecento il nome pionieristico del Dino Buzzati pittore, e poi a seguire alcuni travasi mediatici di Guido Crepax che negli anni 60 rivoluzionò il fumetto con occhio ben attento alla dimensione artistica. E ancora c’è Lanfranco che in assonanza con il movimento internazionale del Realismo fantastico sostenuto dai cenacoli della rivista “Planète” (dove sogno, scienza, fantascienza, pittura e fumetto si fondevano) percorreva strade estetiche popolate da esseri biomeccanoidi non dissimili da quelli coevi di H.R.Giger e Philippe Druillet. A partire dagli anni ‘70, si fanno strada le intuizioni surreali e teriomorfe di Max Hamlet Sauvage, per incontrare progressivamente, camminando dagli anni ‘80 ai primi 2000, le provocazione di Bruno Vidoni e di Paolo Denaro, le irridenti pitture degli Ultra Pop, i popismi di Mark Kostabi, americano di nascita ma italiano d’adozione che, per questo, si ritrova in parete all’interno di una mostra che osserva la sola situazione italiana. Con le hand altered polaroid di Debora Pelatti e Lucio Valerio Pini entriamo definitivamente negli anni 2000, quando pure Marco Rostagno incontrastato protagonista (insieme a Crepax) dell’illustrazione yé-yé di quarant’anni prima, inizierà una sperimentazione per portare i suoi vecchi fumetti ad una dimensione pittorica. Tale sperimentazione si è purtroppo interrotta per la prematura scomparsa dell’autore.
Di tutto ciò la mostra Provocazioni fra le nuvole cerca di dare conto in estrema sintesi attraverso una sezione introduttiva che prepara il visitatore e lo conduce ad incontrare alcuni nuovi dialoghi che l’arte contemporanea italiana sta attuando con il fumetto, in questo primo decennio del nuovo secolo.
Dopo la carrellata introduttiva la mostra nei musei di Ca’ la Ghironda si focalizza, sull’opera di sei artisti italiani di differente formazione ed età anagrafica, ma tutti accomunati dalla volontà di irridere, di giocare con l’arte, di divertire, di sorprendere, di provocare. Sei autori “politicamente scorretti” come si conviene al miglior fumetto e all’arte più capace.
Piersandro Coelli prende foto, parole, fumetti, pezzi di suoi disegni e “sbatacchia” tutto insieme: l’esito è esilarante, pur anche stravagante e deflagrante: dietro una casualità solo apparente, che qualche critico vorrebbe ricondurre concettualmente al dada o alla poesia futurista, ma che in realtà appare non lontana da una certa poesia visiva, domina il sogno dei favolosi anni cinquanta e sessanta. Qui nelle opere di Coelli sembrano rinascere i grafismi che Endelmann immaginò per il film Yellow Submarine dei Beatles. Anche le lezioni di Benito Jacovitti e Dino Buzzati, seppur digerite, sono ben lontane dall’essere state dimenticate.
Al pari di Coelli, Corrado Bonomi è un trickster inguaribile nel quale i geni del sessantotto, non quello della violenza politica ma quello artisticamente esaltante che sosteneva la rivoluzione sessuale e chiamava l’immaginazione al potere, non si sono mai assopiti.
Bonomi recupera una serie di manifesti e locandine di film a luci rosse degli anni settanta-ottanta (che farebbero la gioia di molti collezionisti) e le fa attraversare da straniati quanto noti animali umanizzati dei fumetti, dipinti direttamente sulle foto.
Si creano così situazioni ambiguamente esilaranti in cui foto e disegni interagiscono innestando imprevedibili quanto surreali doppi sensi
Con Patrizia Nuvolari il gioco di commistione linguistica fra pittura e fumetto si arricchisce della rivisitazione di generi quali l’horror e il grand guignol, ma conditi di una preziosità (e di una ironia ) tutta femminile. C’è nel sottofondo dei dipinti di Patrizia le lezioni del fumetto underground, del gruppo Valvoline e di David B., le animazioni cinematografiche macabre eppur poetiche di Tim Burton, ma alla fine il risultato è comunque qualcosa di nuovo e intrigante, in cui la creatività artistica non disdegna la feroce festosità macabra di Halloween.
Elisabetta Farina trasforma in un fumetto il mondo gelido e rarefatto della moda femminile. Bellezze algide, che rifanno il verso ai fumetti inglesi degli anni 60, indossano le griffe e i complementi più aggiornati: sandali con tacchi a stiletto, borse, gioielli di tendenza. Gli ori, le decorazioni metalliche, gli strass vengono sostituiti da texture di led luminosi e colorati. Attente solo al proprio apparire e orgogliose della propria congelata e congelante bellezza, le eroine dei dipinti elettrificati di Elisabetta Farina sono creature liminali, il cui più evidente desiderio pare essere quella di potersi trasformare in una mai oscurabile insegna pubblicitaria. I sing the body electric, sembrano voler fumettare le mannequin di Elisabetta, volutamente e felicemente incuranti di quanti prima di loro hanno voluto inneggiare al corpo elettrico, da Walt Whitman, a Ray Bradbury ai Weather Report.
Massimo Festi Per questo giovane artista il fumetto rappresenta un patrimonio genetico latente che deflagra e poi si quieta salvo rivelarsi nuovamente e inaspettatamente in una ricerca complessa che dominata dal tema della maschera si sviluppa all’interno di una più vasta sperimentazione tecnica ascrivibile al concetto di pittura mediale. I suoi Batman e Robin, omosessuali seppur con allusiva discrezione finiscono per essere alla fine assai più provocatori di quelli espliciti di Terry Richardson. La sua Cat Woman, che annuncia la fine della festa e la genia di uomini e donne mascherate da Topolini sono davvero degni di nota: affascinanti quanto indecifrabili sembrano capaci di proiettarci in uno spazio tempo indefinito e indefinibile.
La mostra si chiude con alcune opere di Laurina Paperina (al secolo Laura Scottini) artista trentina che in questi anni recenti ha saputo meritatamente imporsi all’attenzione internazionale. La produzione di questa artista ci appare come una performance costante e totalizzante dominata dal linguaggio dei fumetti e dei cartoon.
Irridente, sagace, il suo sguardo appare concentrato sulla multimedialità quale specchio virtuale di una società “schizzata”. L’apparente frivolezza dei comic e dei cartoon viene usata da Laurina Paperina per affermare considerazioni irriverenti, eppur mai banali.
Si ringraziano per la collaborazione:
Galleria Bonelli Arte contemporanea, Mantova; Galleria L’Ariete Arte contemporanea, Bologna; Galleria Magda Danysz, Parigi; Galleria Palestro, Ferrara; Galleria Perugi Arte contemporanea, Padova; Galleria Schubert, Milano; Galleria Vediarte, Ferrara
La mostra
Alle origini del dialogo contaminante che l’ arte contemporanea ha instaurato con l’universo linguistico dei fumetti viene spontaneo collocare la Pop-Art (con Warhol, Lichtenstein, Ramos), magari dimenticando il contributo, forse meno appariscente ma altrimenti fondamentale, recato dal milieu francese di ascendenza surrealista nel secondo dopoguerra e, in Italia, dalla poesia visiva (Lamberto Pignotti, Michele Perfetti, ecc.).
In Italia emerge ancora alla fine degli anni 50 del Novecento il nome pionieristico del Dino Buzzati pittore, e poi a seguire alcuni travasi mediatici di Guido Crepax che negli anni 60 rivoluzionò il fumetto con occhio ben attento alla dimensione artistica. E ancora c’è Lanfranco che in assonanza con il movimento internazionale del Realismo fantastico sostenuto dai cenacoli della rivista “Planète” (dove sogno, scienza, fantascienza, pittura e fumetto si fondevano) percorreva strade estetiche popolate da esseri biomeccanoidi non dissimili da quelli coevi di H.R.Giger e Philippe Druillet. A partire dagli anni ‘70, si fanno strada le intuizioni surreali e teriomorfe di Max Hamlet Sauvage, per incontrare progressivamente, camminando dagli anni ‘80 ai primi 2000, le provocazione di Bruno Vidoni e di Paolo Denaro, le irridenti pitture degli Ultra Pop, i popismi di Mark Kostabi, americano di nascita ma italiano d’adozione che, per questo, si ritrova in parete all’interno di una mostra che osserva la sola situazione italiana. Con le hand altered polaroid di Debora Pelatti e Lucio Valerio Pini entriamo definitivamente negli anni 2000, quando pure Marco Rostagno incontrastato protagonista (insieme a Crepax) dell’illustrazione yé-yé di quarant’anni prima, inizierà una sperimentazione per portare i suoi vecchi fumetti ad una dimensione pittorica. Tale sperimentazione si è purtroppo interrotta per la prematura scomparsa dell’autore.
Di tutto ciò la mostra Provocazioni fra le nuvole cerca di dare conto in estrema sintesi attraverso una sezione introduttiva che prepara il visitatore e lo conduce ad incontrare alcuni nuovi dialoghi che l’arte contemporanea italiana sta attuando con il fumetto, in questo primo decennio del nuovo secolo.
Dopo la carrellata introduttiva la mostra nei musei di Ca’ la Ghironda si focalizza, sull’opera di sei artisti italiani di differente formazione ed età anagrafica, ma tutti accomunati dalla volontà di irridere, di giocare con l’arte, di divertire, di sorprendere, di provocare. Sei autori “politicamente scorretti” come si conviene al miglior fumetto e all’arte più capace.
Piersandro Coelli prende foto, parole, fumetti, pezzi di suoi disegni e “sbatacchia” tutto insieme: l’esito è esilarante, pur anche stravagante e deflagrante: dietro una casualità solo apparente, che qualche critico vorrebbe ricondurre concettualmente al dada o alla poesia futurista, ma che in realtà appare non lontana da una certa poesia visiva, domina il sogno dei favolosi anni cinquanta e sessanta. Qui nelle opere di Coelli sembrano rinascere i grafismi che Endelmann immaginò per il film Yellow Submarine dei Beatles. Anche le lezioni di Benito Jacovitti e Dino Buzzati, seppur digerite, sono ben lontane dall’essere state dimenticate.
Al pari di Coelli, Corrado Bonomi è un trickster inguaribile nel quale i geni del sessantotto, non quello della violenza politica ma quello artisticamente esaltante che sosteneva la rivoluzione sessuale e chiamava l’immaginazione al potere, non si sono mai assopiti.
Bonomi recupera una serie di manifesti e locandine di film a luci rosse degli anni settanta-ottanta (che farebbero la gioia di molti collezionisti) e le fa attraversare da straniati quanto noti animali umanizzati dei fumetti, dipinti direttamente sulle foto.
Si creano così situazioni ambiguamente esilaranti in cui foto e disegni interagiscono innestando imprevedibili quanto surreali doppi sensi
Con Patrizia Nuvolari il gioco di commistione linguistica fra pittura e fumetto si arricchisce della rivisitazione di generi quali l’horror e il grand guignol, ma conditi di una preziosità (e di una ironia ) tutta femminile. C’è nel sottofondo dei dipinti di Patrizia le lezioni del fumetto underground, del gruppo Valvoline e di David B., le animazioni cinematografiche macabre eppur poetiche di Tim Burton, ma alla fine il risultato è comunque qualcosa di nuovo e intrigante, in cui la creatività artistica non disdegna la feroce festosità macabra di Halloween.
Elisabetta Farina trasforma in un fumetto il mondo gelido e rarefatto della moda femminile. Bellezze algide, che rifanno il verso ai fumetti inglesi degli anni 60, indossano le griffe e i complementi più aggiornati: sandali con tacchi a stiletto, borse, gioielli di tendenza. Gli ori, le decorazioni metalliche, gli strass vengono sostituiti da texture di led luminosi e colorati. Attente solo al proprio apparire e orgogliose della propria congelata e congelante bellezza, le eroine dei dipinti elettrificati di Elisabetta Farina sono creature liminali, il cui più evidente desiderio pare essere quella di potersi trasformare in una mai oscurabile insegna pubblicitaria. I sing the body electric, sembrano voler fumettare le mannequin di Elisabetta, volutamente e felicemente incuranti di quanti prima di loro hanno voluto inneggiare al corpo elettrico, da Walt Whitman, a Ray Bradbury ai Weather Report.
Massimo Festi Per questo giovane artista il fumetto rappresenta un patrimonio genetico latente che deflagra e poi si quieta salvo rivelarsi nuovamente e inaspettatamente in una ricerca complessa che dominata dal tema della maschera si sviluppa all’interno di una più vasta sperimentazione tecnica ascrivibile al concetto di pittura mediale. I suoi Batman e Robin, omosessuali seppur con allusiva discrezione finiscono per essere alla fine assai più provocatori di quelli espliciti di Terry Richardson. La sua Cat Woman, che annuncia la fine della festa e la genia di uomini e donne mascherate da Topolini sono davvero degni di nota: affascinanti quanto indecifrabili sembrano capaci di proiettarci in uno spazio tempo indefinito e indefinibile.
La mostra si chiude con alcune opere di Laurina Paperina (al secolo Laura Scottini) artista trentina che in questi anni recenti ha saputo meritatamente imporsi all’attenzione internazionale. La produzione di questa artista ci appare come una performance costante e totalizzante dominata dal linguaggio dei fumetti e dei cartoon.
Irridente, sagace, il suo sguardo appare concentrato sulla multimedialità quale specchio virtuale di una società “schizzata”. L’apparente frivolezza dei comic e dei cartoon viene usata da Laurina Paperina per affermare considerazioni irriverenti, eppur mai banali.
Si ringraziano per la collaborazione:
Galleria Bonelli Arte contemporanea, Mantova; Galleria L’Ariete Arte contemporanea, Bologna; Galleria Magda Danysz, Parigi; Galleria Palestro, Ferrara; Galleria Perugi Arte contemporanea, Padova; Galleria Schubert, Milano; Galleria Vediarte, Ferrara
06
settembre 2008
Provocazioni fra le nuvole. Arte e fumetto: nuovi dialoghi italiani
Dal 06 al 21 settembre 2008
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE DI CA’ LA GHIRONDA – MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA
Zola Predosa, Via Leonardo Da Vinci, 19, (Bologna)
Zola Predosa, Via Leonardo Da Vinci, 19, (Bologna)
Orario di apertura
sabato-domenica 10.00-12.00 / 15.00-18.00 gli altri giorni, previo appuntamento (lunedì chiuso)
Vernissage
6 Settembre 2008, ore 16.30
Autore
Curatore