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Pseudo 1
La prima mostra di CORE espone opere visive con oggetti estranei alle fine art: una vignetta di Zerocalcare (candidato al Premio Strega) e il romanzo del cartone animato Candy Candy. Alligna in tutti una cessione – a volte consapevole – della propria identità mediale allo stereotipo massificato.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
CORE è un nuovo spazio espositivo polifunzionale di 140 metri quadri sito in via dei
Fienaroli 31 a Roma.
Ospiterà le attività di operatori culturali attivi nel settore delle arti visive e
dell’editoria, lo Studio Soligo e la casa editrice Lantana Editore, che avrà qui la sua
nuova sede, proponendo presentazioni di libri e mostre d’arte contemporanea.
La programmazione espositiva sarà incentrata sulle espressioni artistiche contemporanee
legate all’estetica del Cute e al Neo-Pop, principalmente di ambito italiano
e europeo, ponendosi in continuità con le mostre e le pubblicazioni prodotte negli
ultimi sette anni, in Italia e all’estero, da Giancarlo Carpi – co-fondatore con
Alessandra Gambetti e Fabrizio Ruggirello di Lantana Editore – e Raffaele Soligo,
in stretta collaborazione con alcuni artisti visuali tra i quali Gabriels (Paolo
Gabrielli) e Elio Varuna.
Sul tema della Cuteness, categoria estetica diffusa in tutto il mondo nelle arti visive,
nella letteratura, nel design, nel merchandising e nella pubblicità, l’attività dello
spazio espositivo e della casa editrice ambisce a una innovativa dimensione critica e
produttiva. L’obiettivo è superare le troppo semplicistiche categorie (pop surrealismo,
street art, ad esempio) utilizzate perlopiù acriticamente, specie in Italia, per
circoscrivere questa estetica.
Secondo la sua natura ibrida (rivolta alle arti visive e all’editoria) l’attività e la
produzione stessa di CORE intendono mettere in mostra ed esaltare gli
sconfinamenti anche conflittuali di un linguaggio nell’altro, intrecciando il tema del
superamento dei confini mediali e quello della relazione conflittuale tra arti basse e
arti alte.
La prima mostra di CORE espone opere edite e inedite degli artisti visivi
Gabriels, Elio Varuna, Esteban Villalta Marzi, Yo Akao e Cristiano Petrucci
insieme a oggetti estranei alle fine art: una vignetta dell’autore di graphic novel
Zerocalcare e il romanzo tratto dal celebre cartone animato e fumetto
giapponese Candy Candy, tradotto in italiano nel 2014; (Keiko Nagita, Candy
Candy, Kappalab 2014). Lo sconfinamento di prodotti che appartengono alle
commercial arts nel linguaggio verbale, il fumetto Candy Candy e la graphic
novel Dimentica il mio nome (Bao Publishing 2014;), quest’ultimo legittimato
dalla candidatura al premio Strega 2015, viene fatto corrispondere con la
consapevole riduzione della propria opera a una merce da parte degli artisti
visivi, e alla loro consapevole identificazione con essa attraverso uno stereotipo
formale: il Kindchenschema (la morfologia infantile). Nel regno delle arti
visive come in quello della letteratura la popolarità o la potenzialità
commerciale del soggetto o dello schema stereotipico (nel caso degli artisti)
sono più importanti per gli autori del prestigio tradizionale dei linguaggi alti:
la pittura e la scrittura. Proprio mentre – il caso eclatante della candidatura di
una graphic novel al premio Strega – l’idea che il valore di un’opera creativa
dipenda dal linguaggio in cui è espressa è messa in crisi o indebolita. In questo
desiderio di un’arte post-mediale alligna una sottomissione – a volte
consapevole – della creatività personale e della propria identità allo stereotipo massificato, alla sua riconoscibilità che sembra essere diventata più potente
e spendibile della riconoscibilità e del prestigio dei singoli linguaggi.
Fienaroli 31 a Roma.
Ospiterà le attività di operatori culturali attivi nel settore delle arti visive e
dell’editoria, lo Studio Soligo e la casa editrice Lantana Editore, che avrà qui la sua
nuova sede, proponendo presentazioni di libri e mostre d’arte contemporanea.
La programmazione espositiva sarà incentrata sulle espressioni artistiche contemporanee
legate all’estetica del Cute e al Neo-Pop, principalmente di ambito italiano
e europeo, ponendosi in continuità con le mostre e le pubblicazioni prodotte negli
ultimi sette anni, in Italia e all’estero, da Giancarlo Carpi – co-fondatore con
Alessandra Gambetti e Fabrizio Ruggirello di Lantana Editore – e Raffaele Soligo,
in stretta collaborazione con alcuni artisti visuali tra i quali Gabriels (Paolo
Gabrielli) e Elio Varuna.
Sul tema della Cuteness, categoria estetica diffusa in tutto il mondo nelle arti visive,
nella letteratura, nel design, nel merchandising e nella pubblicità, l’attività dello
spazio espositivo e della casa editrice ambisce a una innovativa dimensione critica e
produttiva. L’obiettivo è superare le troppo semplicistiche categorie (pop surrealismo,
street art, ad esempio) utilizzate perlopiù acriticamente, specie in Italia, per
circoscrivere questa estetica.
Secondo la sua natura ibrida (rivolta alle arti visive e all’editoria) l’attività e la
produzione stessa di CORE intendono mettere in mostra ed esaltare gli
sconfinamenti anche conflittuali di un linguaggio nell’altro, intrecciando il tema del
superamento dei confini mediali e quello della relazione conflittuale tra arti basse e
arti alte.
La prima mostra di CORE espone opere edite e inedite degli artisti visivi
Gabriels, Elio Varuna, Esteban Villalta Marzi, Yo Akao e Cristiano Petrucci
insieme a oggetti estranei alle fine art: una vignetta dell’autore di graphic novel
Zerocalcare e il romanzo tratto dal celebre cartone animato e fumetto
giapponese Candy Candy, tradotto in italiano nel 2014; (Keiko Nagita, Candy
Candy, Kappalab 2014). Lo sconfinamento di prodotti che appartengono alle
commercial arts nel linguaggio verbale, il fumetto Candy Candy e la graphic
novel Dimentica il mio nome (Bao Publishing 2014;), quest’ultimo legittimato
dalla candidatura al premio Strega 2015, viene fatto corrispondere con la
consapevole riduzione della propria opera a una merce da parte degli artisti
visivi, e alla loro consapevole identificazione con essa attraverso uno stereotipo
formale: il Kindchenschema (la morfologia infantile). Nel regno delle arti
visive come in quello della letteratura la popolarità o la potenzialità
commerciale del soggetto o dello schema stereotipico (nel caso degli artisti)
sono più importanti per gli autori del prestigio tradizionale dei linguaggi alti:
la pittura e la scrittura. Proprio mentre – il caso eclatante della candidatura di
una graphic novel al premio Strega – l’idea che il valore di un’opera creativa
dipenda dal linguaggio in cui è espressa è messa in crisi o indebolita. In questo
desiderio di un’arte post-mediale alligna una sottomissione – a volte
consapevole – della creatività personale e della propria identità allo stereotipo massificato, alla sua riconoscibilità che sembra essere diventata più potente
e spendibile della riconoscibilità e del prestigio dei singoli linguaggi.
25
settembre 2015
Pseudo 1
Dal 25 settembre al 10 novembre 2015
arte contemporanea
Location
SPAZIO CORE
Roma, Via Dei Fienaroli, 31a, (Roma)
Roma, Via Dei Fienaroli, 31a, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 11 - 18
Vernissage
25 Settembre 2015, ore 19.00
Autore
Curatore