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Psichedelia. Viaggio nella cultura visiva degli anni Sessanta
Si tratta di una mostra sulla cultura visuale relativa alle controculture degli anni Sessanta che ruotavano attorno alla Psichedelia, dagli hippies, alla musica pop dei Beatles, in quanto ha rappresentato un fenomeno di elaborazione di un nuovo stile che è emerso spontaneamente dal basso.
Comunicato stampa
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A Perugia i musei comunali sono stati dati in concessione alla cooperativa Le Macchine Celibi che già gestisce il CAOS di Terni. Questo permetterà alla Cooperativa di creare una sinergia tra le due province umbre, portando anche a Perugia un taglio più aperto alle culture giovanili e ai numerosi aspetti creativi della pop culture, in modo che i musei tornino a popolarsi di presenze giovanili e tornino a vivere, con iniziative anche di carattere collaterale riguardanti ad esempio la musica.
Questo non significa abbandonare la “storia dell’arte” ma proporla in una chiave innovativa andando a cercare punti di vista inusitati o poco frequentati in cui troviamo anche connubi tra le varie forme di creatività relative alle altre arti. Una particolare attenzione sarà rivolta al contemporaneo e a fenomeni di portata internazionale. Questo non solo per opporsi al provincialismo di tanta offerta culturale italiana, ma anche in considerazione del fatto che Perugia, pur non essendo una metropoli, è una città caratterizzata da una forte vocazione internazionale, a partire dalla presenza dell’Università per stranieri che richiama ogni anno sempre nuove presenze da ogni parte del mondo. Inoltre, manifestazioni come Umbria Jazz hanno portato in Italia affermati musicisti da tutto il mondo.
Questo progetto a Perugia si aprirà significativamente con una mostra dedicata alla psichedelia, quasi a voler dialogare con quanto appena detto. La psichedelia è stata un fenomeno estetico che ha caratterizzato i movimenti giovanili della contestazione, ma anche della musica pop durante gli anni ’60 e ’70, coinvolgendo anche i gruppi musicali più noti di quel periodo, come ad esempio i Beatles. Una canzone come Yellow Submarine è già dal titolo legata a questo tipo di immaginario. Tale legame era ribadito sia dalla grafica del disco, sia dal cartone animato che venne prodotto come “video” (diremmo oggi) della canzone.
La psichedelia ha avuto un enorme impatto su tutti gli aspetti della grafica, dal lettering ai motivi decorativi di riempimento, con un carattere così vasto da poter essere paragonato a ciò che in Italia chiamiamo Liberty, a cui è in qualche modo legato. Ma la psichedelia ha avuto rapporti anche con la ricerca artistica colta, come nel caso dell’arte ottica, e delle varie tendenze del formalismo, o alcune dell’informale.
Nella mostra si potranno seguire, attraverso un percorso ragionato, tutta la formazione di questa tendenza, tutti i suoi intrecci e i suoi sviluppi nelle più varie direzioni fino al cyberpunk e alla musica trance.
Ma soprattutto questa mostra intende offrire a chi non ha conosciuto per motivi generazionali questa tendenza uno spaccato di questa cultura in cui potersi per un attimo immergere.
La mostra si apre con le suggestioni derivanti dal Liberty (o Art Nouveau o Jugendstil) per muovere verso le elaborazioni sempre più immaginifiche che si distaccano dal retroterra Liberty e si dirigono verso l’incontro con la musica, e le altre arti. Per quanto riguarda i rapporti con la musica si pensi, oltre ai già citati Beatles, ai Rolling Stones, a Janis Joplin, a Jimi Hendrix, a Frank Zappa, ai Pink Floyd, a David Bowie, per non citare che i più noti. Per quanto riguarda le altre arti si pensi all’ambito teatrale con un musical celebre come Jesus Christ Superstar, da cui è stato tratto anche un film. Riguardo al cinema i casi più emblematici sono Easy Rider (1969), alcune scene di 2001: Odissea nello spazio (1968) di Kubrick, il film un po’ sperimentale Performance (1970) che vede Mick Jagger nel ruolo di co-protagonista, infine poi troviamo degli influssi psichedelici perfino in Fellini, il quale si spinse a sperimentare sotto controllo medico degli allucinogeni. Si parla poi del rapporto con la fotografia, con l’introduzione di colori sgargianti in bicromia, o con la riscoperta del nudo in connessione con l’esaltazione della spontaneità e del ritorno alla natura. Si parla poi del fumetto, per andare a scoprire autori cult come, ad esempio, il fumettista francese Philippe Druillet. Si parlerà anche di esotismo, in riferimento al mito dell’India, intriso di misticismo teosofico, o alla scoperta occidentale dello Zen (grazie ad Allan Watts). Infine, si considera anche il rapporto con la tecnologia prima di tutto nella musica con le chitarre elettriche, ma soprattutto la scoperta delle possibilità offerte da sintetizzatori come il Moog (usato ad esempio dai Tangerine Dream) e che è proseguito verso l’interesse per il digitale, soprattutto considerato che uno dei personaggi più tipici della cultura psichedelica, Timothy Leary, ha creato i presupposti teorici per la comparsa degli apparecchi di realtà virtuale poi creati da Myron Kruger e da Jaron Lanier.
La mostra si terrà a Perugia a Palazzo della Penna dal 1 giugno al 15 settembre 2024, a cura di Carlo Terrosi, con la supervisione scientifica di Carlo Branzaglia.
Roberto Terrosi
Questo non significa abbandonare la “storia dell’arte” ma proporla in una chiave innovativa andando a cercare punti di vista inusitati o poco frequentati in cui troviamo anche connubi tra le varie forme di creatività relative alle altre arti. Una particolare attenzione sarà rivolta al contemporaneo e a fenomeni di portata internazionale. Questo non solo per opporsi al provincialismo di tanta offerta culturale italiana, ma anche in considerazione del fatto che Perugia, pur non essendo una metropoli, è una città caratterizzata da una forte vocazione internazionale, a partire dalla presenza dell’Università per stranieri che richiama ogni anno sempre nuove presenze da ogni parte del mondo. Inoltre, manifestazioni come Umbria Jazz hanno portato in Italia affermati musicisti da tutto il mondo.
Questo progetto a Perugia si aprirà significativamente con una mostra dedicata alla psichedelia, quasi a voler dialogare con quanto appena detto. La psichedelia è stata un fenomeno estetico che ha caratterizzato i movimenti giovanili della contestazione, ma anche della musica pop durante gli anni ’60 e ’70, coinvolgendo anche i gruppi musicali più noti di quel periodo, come ad esempio i Beatles. Una canzone come Yellow Submarine è già dal titolo legata a questo tipo di immaginario. Tale legame era ribadito sia dalla grafica del disco, sia dal cartone animato che venne prodotto come “video” (diremmo oggi) della canzone.
La psichedelia ha avuto un enorme impatto su tutti gli aspetti della grafica, dal lettering ai motivi decorativi di riempimento, con un carattere così vasto da poter essere paragonato a ciò che in Italia chiamiamo Liberty, a cui è in qualche modo legato. Ma la psichedelia ha avuto rapporti anche con la ricerca artistica colta, come nel caso dell’arte ottica, e delle varie tendenze del formalismo, o alcune dell’informale.
Nella mostra si potranno seguire, attraverso un percorso ragionato, tutta la formazione di questa tendenza, tutti i suoi intrecci e i suoi sviluppi nelle più varie direzioni fino al cyberpunk e alla musica trance.
Ma soprattutto questa mostra intende offrire a chi non ha conosciuto per motivi generazionali questa tendenza uno spaccato di questa cultura in cui potersi per un attimo immergere.
La mostra si apre con le suggestioni derivanti dal Liberty (o Art Nouveau o Jugendstil) per muovere verso le elaborazioni sempre più immaginifiche che si distaccano dal retroterra Liberty e si dirigono verso l’incontro con la musica, e le altre arti. Per quanto riguarda i rapporti con la musica si pensi, oltre ai già citati Beatles, ai Rolling Stones, a Janis Joplin, a Jimi Hendrix, a Frank Zappa, ai Pink Floyd, a David Bowie, per non citare che i più noti. Per quanto riguarda le altre arti si pensi all’ambito teatrale con un musical celebre come Jesus Christ Superstar, da cui è stato tratto anche un film. Riguardo al cinema i casi più emblematici sono Easy Rider (1969), alcune scene di 2001: Odissea nello spazio (1968) di Kubrick, il film un po’ sperimentale Performance (1970) che vede Mick Jagger nel ruolo di co-protagonista, infine poi troviamo degli influssi psichedelici perfino in Fellini, il quale si spinse a sperimentare sotto controllo medico degli allucinogeni. Si parla poi del rapporto con la fotografia, con l’introduzione di colori sgargianti in bicromia, o con la riscoperta del nudo in connessione con l’esaltazione della spontaneità e del ritorno alla natura. Si parla poi del fumetto, per andare a scoprire autori cult come, ad esempio, il fumettista francese Philippe Druillet. Si parlerà anche di esotismo, in riferimento al mito dell’India, intriso di misticismo teosofico, o alla scoperta occidentale dello Zen (grazie ad Allan Watts). Infine, si considera anche il rapporto con la tecnologia prima di tutto nella musica con le chitarre elettriche, ma soprattutto la scoperta delle possibilità offerte da sintetizzatori come il Moog (usato ad esempio dai Tangerine Dream) e che è proseguito verso l’interesse per il digitale, soprattutto considerato che uno dei personaggi più tipici della cultura psichedelica, Timothy Leary, ha creato i presupposti teorici per la comparsa degli apparecchi di realtà virtuale poi creati da Myron Kruger e da Jaron Lanier.
La mostra si terrà a Perugia a Palazzo della Penna dal 1 giugno al 15 settembre 2024, a cura di Carlo Terrosi, con la supervisione scientifica di Carlo Branzaglia.
Roberto Terrosi
01
giugno 2024
Psichedelia. Viaggio nella cultura visiva degli anni Sessanta
Dal primo giugno al 15 settembre 2024
arte contemporanea
design
altro
design
altro
Location
MUSEO DELLA CITTA’ – PALAZZO DELLA PENNA
Perugia, Via Podiani, 11, (Perugia)
Perugia, Via Podiani, 11, (Perugia)
Biglietti
Biglietto intero € 10
Ridotto A (studenti accademia, università ecc.) € 5
Ridotto B (studenti fino a 17 anni, ecc.) € 4
Gratuito (fino a 6 anni, disabili, ecc.)
Orario di apertura
Gennaio, febbraio, marzo, novembre e dicembre: 10.00/18.00 - Lunedì chiuso
Maggio, giugno, luglio, settembre e ottobre: 10.00/19.00 - Lunedì chiuso
Aprile e agosto: 10.00/19.00
Vernissage
1 Giugno 2024, Inaugurazione ore 16.00 con, compresa nel prezzo del biglietto, la visita guidata con il curatore della mostra
Sito web
Editore
Le Macchine Celibi
Ufficio stampa
Le Macchine Celibi
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento
Progetto grafico
Media partner
Produzione organizzazione
Trasporti
Patrocini