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Punti di vista. Identità Conflitti Mutamenti
Il progetto Punti di Vista si pone il compito di mettere a confronto nelle sale di
palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale di Cosenza, i grandi maestri del
passato con le opere di tredici artisti italiani delle ultime generazioni, attraverso
una trama di dialoghi e corrispondenze di carattere simbolico che lega la pittura
dal Rinascimento al Novecento con altri linguaggi espressivi come la scultura,
l’installazione , la fotografia o il video, più consoni ad esprimere le esperienze
complesse della contemporaneità.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il progetto Punti di Vista si pone il compito di mettere a confronto nelle sale di
palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale di Cosenza, i grandi maestri del
passato con le opere di tredici artisti italiani delle ultime generazioni, attraverso
una trama di dialoghi e corrispondenze di carattere simbolico che lega la pittura
dal Rinascimento al Novecento con altri linguaggi espressivi come la scultura,
l’installazione , la fotografia o il video, più consoni ad esprimere le esperienze
complesse della contemporaneità.
La motivazione della mostra risiede in una riflessione sull’evoluzione dei linguaggi
dell’arte, attraverso uno stimolante corto circuito tra antico e contemporaneo, per
attivare modalità interpretative che creano rapporti e relazioni tra soggetti, tematiche
e griglie semantiche originali e stimolanti per le giovani generazioni,
Un dialogo che contribuisce ad evidenziare nuovi punti di vista sulla storia dell’arte
del passato, attraverso itinerari simbolici e slittamenti di senso che propongono
possibili approfondimenti sul rapporto tra tradizione e modernità, tecnica e pensiero,
all’interno di una cornice solenne come palazzo Arnone, che grazie alla sua recente
ristrutturazione si pone come ideale luogo di incontro tra le arti di ieri e di oggi.
La mostra sarà documentata con un catalogo pubblicato per l’occasione , che verrà
presentato in occasione di una giornata di studio sul rapporto tra identità , memoria e
politica nell’arte italiana delle ultime generazioni.
L’itinerario espositivo
All’interno del percorso espositivo di palazzo Arnone sono stati individuati dodici
momenti per avviare il dialogo tra dipinti ed opere, innervato volta per volta su
assonanze tematiche, simboliche o concettuali, e mai semplicemente formali.
L’itinerario prende avvio dall’ala che riunisce le opere della collezione Carime, ed in
particolare dalla sala d’ingresso, dove si assiste al dialogo tra il Trionfo dell’Amore
di Mattia Preti e il video di Vanessa Beecroft VB 52, una cena con modelle vestite
da Alberta Ferretti che si svolge nel 2003 all’interno del Castello di Rivoli, Una
riflessione sul rapporto tra il corpo, il cibo e l’erotismo inteso in una dimensione
aulica e rituale.
Nella sala d’ingresso il dialogo si instaura sul tema del dolore, inteso sia in senso
fisico che emotivo e mistico, attraverso la giustapposizione tra il piccolo dipinto con
la Salita al Calvario di Gentile Bellini e l’opera Rugiada di Massimo Bartolini,
un’icona contemporanea rigata da gocce d’acqua che rimandano simbolicamente ad
una vetrata rigata di lacrime umane.
All’ingresso della prima sala avviene l’incontro tra la Sacra Famiglia di Battistello
Caracciolo e la scultura Il nuovo maelstrom, di Francesco Carone, dove gli oggetti
poggiati a terra e il piccolo disegno sulla parete creano un’atmosfera intima e
misteriosa, intrisa di muti dialoghi tra le immagini ed i sentimenti.
Una riflessione sulla vanità dell’artista nel confronto con la società del suo tempo si
instaura sul pannello dove si giustappongono l’anonimo Ritratto di Gian Lorenzo
Bernini e il ritratto ricamato Female Monster Homage to Francesco Scavullo’s
Woman, di Francesco Vezzoli, in un confronto legato al mito dell’artista come genio
creativo.
Nella seconda sala, dominata dalla drammatica Flagellazione di Luca Giordano,
la scultura Occhio destro Occhio sinistro di Francesco Arena costituisce un
elemento dissacrante ed ironico, necessario per stemperare la temperatura opprimente
dell’ambiente.
Tra i ritratti posizionati nella sala del Novecento, in dialogo ideale con il dipinto di
Umberto Boccioni il visitatore può ammirare due ritratti di Francesco Barocco,
presenze inquietanti e disturbanti.
Il percorso prosegue con le stesse modalità installative ma su snodi tematici
diversi nelle sale della pinacoteca di palazzo Arnone, con un primo confronto sulla
trasparenza attraverso un light box luminoso di Elisa Sighicelli e il velo del bambino
retto dalla Madonna nella pala posizionata accanto alla finestra.
Al cento della sala di Mattia Preti, dominata da tenebrose immagini sacre è
posizionato un mobile in legno scuro di Flavio Favelli, che nella sua struttura
ambigua suggerisce una possibile relazione tra un inginocchiatoio ed una macchina di
tortura.
La griglia arrotondata nella sala successiva custodisce una sorta di immagine
dolorosa, quasi una Veronica contemporanea, realizzata a matita da Sergio
Breviario, come un’icona vicina ma intangibile, che dialoga con la Madonna di
Carlo Maratta alla sinistra della griglia stessa.
Nel salone grande la sottile morbosità della grande tela con Jezabel divorata dai cani
viene sdrammatizzata dalla Risata di Lara Favaretto, un’opera sonora che consente
una duplice lettura, tra comico e demoniaco, e con un piccolo ma intenso dipinto
della giovane artista Marta Mancini, dalle cromie oscure e allucinate.
L’ultima tappa è legata alla tradizione meridionale che vede nella donna l’angelo
del focolare, in un confronto sussurrato e poetico tra la prova del vestito da sposa di
Covelli ed un’installazione di Chiara Camoni, densa di riferimenti simbolici alla
dimensione segregata del mondo femminile.
palazzo Arnone, sede della Galleria Nazionale di Cosenza, i grandi maestri del
passato con le opere di tredici artisti italiani delle ultime generazioni, attraverso
una trama di dialoghi e corrispondenze di carattere simbolico che lega la pittura
dal Rinascimento al Novecento con altri linguaggi espressivi come la scultura,
l’installazione , la fotografia o il video, più consoni ad esprimere le esperienze
complesse della contemporaneità.
La motivazione della mostra risiede in una riflessione sull’evoluzione dei linguaggi
dell’arte, attraverso uno stimolante corto circuito tra antico e contemporaneo, per
attivare modalità interpretative che creano rapporti e relazioni tra soggetti, tematiche
e griglie semantiche originali e stimolanti per le giovani generazioni,
Un dialogo che contribuisce ad evidenziare nuovi punti di vista sulla storia dell’arte
del passato, attraverso itinerari simbolici e slittamenti di senso che propongono
possibili approfondimenti sul rapporto tra tradizione e modernità, tecnica e pensiero,
all’interno di una cornice solenne come palazzo Arnone, che grazie alla sua recente
ristrutturazione si pone come ideale luogo di incontro tra le arti di ieri e di oggi.
La mostra sarà documentata con un catalogo pubblicato per l’occasione , che verrà
presentato in occasione di una giornata di studio sul rapporto tra identità , memoria e
politica nell’arte italiana delle ultime generazioni.
L’itinerario espositivo
All’interno del percorso espositivo di palazzo Arnone sono stati individuati dodici
momenti per avviare il dialogo tra dipinti ed opere, innervato volta per volta su
assonanze tematiche, simboliche o concettuali, e mai semplicemente formali.
L’itinerario prende avvio dall’ala che riunisce le opere della collezione Carime, ed in
particolare dalla sala d’ingresso, dove si assiste al dialogo tra il Trionfo dell’Amore
di Mattia Preti e il video di Vanessa Beecroft VB 52, una cena con modelle vestite
da Alberta Ferretti che si svolge nel 2003 all’interno del Castello di Rivoli, Una
riflessione sul rapporto tra il corpo, il cibo e l’erotismo inteso in una dimensione
aulica e rituale.
Nella sala d’ingresso il dialogo si instaura sul tema del dolore, inteso sia in senso
fisico che emotivo e mistico, attraverso la giustapposizione tra il piccolo dipinto con
la Salita al Calvario di Gentile Bellini e l’opera Rugiada di Massimo Bartolini,
un’icona contemporanea rigata da gocce d’acqua che rimandano simbolicamente ad
una vetrata rigata di lacrime umane.
All’ingresso della prima sala avviene l’incontro tra la Sacra Famiglia di Battistello
Caracciolo e la scultura Il nuovo maelstrom, di Francesco Carone, dove gli oggetti
poggiati a terra e il piccolo disegno sulla parete creano un’atmosfera intima e
misteriosa, intrisa di muti dialoghi tra le immagini ed i sentimenti.
Una riflessione sulla vanità dell’artista nel confronto con la società del suo tempo si
instaura sul pannello dove si giustappongono l’anonimo Ritratto di Gian Lorenzo
Bernini e il ritratto ricamato Female Monster Homage to Francesco Scavullo’s
Woman, di Francesco Vezzoli, in un confronto legato al mito dell’artista come genio
creativo.
Nella seconda sala, dominata dalla drammatica Flagellazione di Luca Giordano,
la scultura Occhio destro Occhio sinistro di Francesco Arena costituisce un
elemento dissacrante ed ironico, necessario per stemperare la temperatura opprimente
dell’ambiente.
Tra i ritratti posizionati nella sala del Novecento, in dialogo ideale con il dipinto di
Umberto Boccioni il visitatore può ammirare due ritratti di Francesco Barocco,
presenze inquietanti e disturbanti.
Il percorso prosegue con le stesse modalità installative ma su snodi tematici
diversi nelle sale della pinacoteca di palazzo Arnone, con un primo confronto sulla
trasparenza attraverso un light box luminoso di Elisa Sighicelli e il velo del bambino
retto dalla Madonna nella pala posizionata accanto alla finestra.
Al cento della sala di Mattia Preti, dominata da tenebrose immagini sacre è
posizionato un mobile in legno scuro di Flavio Favelli, che nella sua struttura
ambigua suggerisce una possibile relazione tra un inginocchiatoio ed una macchina di
tortura.
La griglia arrotondata nella sala successiva custodisce una sorta di immagine
dolorosa, quasi una Veronica contemporanea, realizzata a matita da Sergio
Breviario, come un’icona vicina ma intangibile, che dialoga con la Madonna di
Carlo Maratta alla sinistra della griglia stessa.
Nel salone grande la sottile morbosità della grande tela con Jezabel divorata dai cani
viene sdrammatizzata dalla Risata di Lara Favaretto, un’opera sonora che consente
una duplice lettura, tra comico e demoniaco, e con un piccolo ma intenso dipinto
della giovane artista Marta Mancini, dalle cromie oscure e allucinate.
L’ultima tappa è legata alla tradizione meridionale che vede nella donna l’angelo
del focolare, in un confronto sussurrato e poetico tra la prova del vestito da sposa di
Covelli ed un’installazione di Chiara Camoni, densa di riferimenti simbolici alla
dimensione segregata del mondo femminile.
14
dicembre 2012
Punti di vista. Identità Conflitti Mutamenti
Dal 14 dicembre 2012 al 14 febbraio 2013
arte contemporanea
Location
GALLERIA NAZIONALE – PALAZZO ARNONE
Cosenza, Via Gian Vincenzo Gravina, (Cosenza)
Cosenza, Via Gian Vincenzo Gravina, (Cosenza)
Orario di apertura
9-12.30 / 15.30-18.30 chiuso lunedì
Vernissage
14 Dicembre 2012, h 17.30
Autore
Curatore