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Punto, a capo…
collettiva
Comunicato stampa
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Solitamente è un’espressione intesa nel senso di dare un taglio definitivo con un’esperienza, di qualsiasi genere essa sia stata, che si ritenga comunque ormai conclusa. Ma se al termine “Punto” facciamo seguire paradossalmente la virgola ecco che il suo significato di irremovibile conclusione viene depotenziato. E se l’”a capo” non va a capo ma è seguito dai canonici tre puntini che suggeriscono una continuità lineare-temporale sospesa, si capisce che il vero significato del titolo sta nel suo contrario. Questo per dire che anche nell’arte, tutte le volte che si è proceduto per fratture, per quanto esse siano potute sembrare profonde e radicali, non si è mai ripartiti veramente da capo. L’artista non può che guardare e confrontarsi con l’arte, sia essa del presente che del passato, e con quegli artisti o correnti artistiche con cui sente di condividere una particolare idealità estetica, per il cui raggiungimento, però, egli non potrà mai esimersi dall’utilizzare mezzi e forme espressive nuove, attuali, che denotino in ogni caso una spiccata personalità e un forte senso di appartenenza alla contemporaneità. Alla luce di questa breve premessa possiamo senz’altro affermare che i sei giovani artisti che si esibiscono negli stupendi ambienti ottocenteschi di Villa Salvati confermano quanto detto sopra. Delle opere di Daniele Cardinali sono stati ben individuati i nuclei generatori: il dadaismo di Schwitters, il conseguente Noveau Realisme, la Pop Art. Ma nuovi sono i materiali “attinti pienamente dal contesto fenomenico attuale: il metallo materia prima nella costruzione dei materiali industriali, la resina sostanza chimica, i collage realizzati attraverso ritagli di riviste elaborati al computer e per finire il rifiuto” (Simona Cardinali). In una personale forma di aggregazione che nell’effetto di trasparenza evoca il processo di cristallizzazione della materia; processo che, in definitiva, tende a preservare l’oggetto da qualsiasi contaminazione esterna.
La predilezione per il secolo dei Lumi, porta Carlo Ceresani a rivivere in tono favolistico, ma con chiarezza compositiva e minuzia calligrafica, gli orientamenti di un’epoca che ha esaltato il ruolo della ragione come organo primo di controllo su ogni nostro operato. Funzionando da deterrente ad ogni tentativo di sopravvento degli istinti. Ma forme e figure oscure ed enigmatiche, all’interno delle raffigurazioni paesaggistiche che costituiscono il ciclo delle sue “Visioni di un viaggiatore” , continuano incessantemente a far valere la loro oscura presenza.
La persona o la cosa su cui cade l’attenzione di Luciano Lucci genera in lui un sentimento di muto affetto e viva partecipazione emotiva, motivi che costituiscono lo scopo principale della sua ricerca. Ad un disegno preparatorio preciso e dettagliato, solitamente di piccole dimensioni, segue la trasposizione in pittura che poco o nulla ricorda del dato formale di partenza, al punto di divenire irrispettosa di ogni regola estetica. Ma in questa situazione di ritrovato primitivismo, ingenuo e suggestivo, su tutto aleggia un’atmosfera d’incanto.
Antonietta Mingo rivive materialmente il mito delle Amazzoni mediante la realizzazione plastica di torsi e frammenti di corpi nudi femminili di cui non sono rimasti che i gusci vuoti ed inquietanti. Accanto ad essi campeggiano, sul fondo ruvido della juta, gli attributi del loro spirito bellicoso ed indomito: le frecce e le corde che dovevano fungere da briglie. Ad accentuare il dramma per la tragica fine di queste valorose e irriducibili creature concorrono i sapienti contrasti cromatici e luminosi che si vengono a creare fra le candide e sensuali superfici dei corpi e l’oscurità profonda delle zone vuote.
L’occhio perspicace di Debora Palazzo indaga con tatto e discrezione le contraddizioni di una realtà urbana a lei familiare. Le sue foto veriste, rigorosamente in biaco e nero, ci danno un’immagine inconsueta della Torino preolimpica. Della città e dei suoi monumenti percepiamo le sagome impenetrabili sullo sfondo; è in primo piano e nella moltitudine dei rifiuti dalle mille forme indistinte che riviviamo il trambusto palpitante della vera vita. Che di riflesso, però, percepiamo realmente nei mercatini rionali, etnici, dove ciascuno, venditore e cliente, trascina con sé un’esistenza attiva e dignitosa, in una cornice metropolitana che a volte non dà scampo.
Ilaria Sebastianelli affida ad una messa in scena di chiaro stampo situazionista la sua denuncia dei nuovi idoli massmediatici, la cui sempre più pressante interferenza relega l’individuo in uno stato di assuefazione. Nelle sue performance, che coinvolgono “attori” e pubblico, l’artista non fa uso né di mezzi sofisticati né di particolari effetti…Basta un ambiente familiare e piccoli accorgimenti scenici; “il tutto condito con un fiume appiccicoso di Cellofan che si attacca come un virus e che distorce la realtà del diverso rendendo tutto un grosso “uguale”.
Attilio Coltorti
La predilezione per il secolo dei Lumi, porta Carlo Ceresani a rivivere in tono favolistico, ma con chiarezza compositiva e minuzia calligrafica, gli orientamenti di un’epoca che ha esaltato il ruolo della ragione come organo primo di controllo su ogni nostro operato. Funzionando da deterrente ad ogni tentativo di sopravvento degli istinti. Ma forme e figure oscure ed enigmatiche, all’interno delle raffigurazioni paesaggistiche che costituiscono il ciclo delle sue “Visioni di un viaggiatore” , continuano incessantemente a far valere la loro oscura presenza.
La persona o la cosa su cui cade l’attenzione di Luciano Lucci genera in lui un sentimento di muto affetto e viva partecipazione emotiva, motivi che costituiscono lo scopo principale della sua ricerca. Ad un disegno preparatorio preciso e dettagliato, solitamente di piccole dimensioni, segue la trasposizione in pittura che poco o nulla ricorda del dato formale di partenza, al punto di divenire irrispettosa di ogni regola estetica. Ma in questa situazione di ritrovato primitivismo, ingenuo e suggestivo, su tutto aleggia un’atmosfera d’incanto.
Antonietta Mingo rivive materialmente il mito delle Amazzoni mediante la realizzazione plastica di torsi e frammenti di corpi nudi femminili di cui non sono rimasti che i gusci vuoti ed inquietanti. Accanto ad essi campeggiano, sul fondo ruvido della juta, gli attributi del loro spirito bellicoso ed indomito: le frecce e le corde che dovevano fungere da briglie. Ad accentuare il dramma per la tragica fine di queste valorose e irriducibili creature concorrono i sapienti contrasti cromatici e luminosi che si vengono a creare fra le candide e sensuali superfici dei corpi e l’oscurità profonda delle zone vuote.
L’occhio perspicace di Debora Palazzo indaga con tatto e discrezione le contraddizioni di una realtà urbana a lei familiare. Le sue foto veriste, rigorosamente in biaco e nero, ci danno un’immagine inconsueta della Torino preolimpica. Della città e dei suoi monumenti percepiamo le sagome impenetrabili sullo sfondo; è in primo piano e nella moltitudine dei rifiuti dalle mille forme indistinte che riviviamo il trambusto palpitante della vera vita. Che di riflesso, però, percepiamo realmente nei mercatini rionali, etnici, dove ciascuno, venditore e cliente, trascina con sé un’esistenza attiva e dignitosa, in una cornice metropolitana che a volte non dà scampo.
Ilaria Sebastianelli affida ad una messa in scena di chiaro stampo situazionista la sua denuncia dei nuovi idoli massmediatici, la cui sempre più pressante interferenza relega l’individuo in uno stato di assuefazione. Nelle sue performance, che coinvolgono “attori” e pubblico, l’artista non fa uso né di mezzi sofisticati né di particolari effetti…Basta un ambiente familiare e piccoli accorgimenti scenici; “il tutto condito con un fiume appiccicoso di Cellofan che si attacca come un virus e che distorce la realtà del diverso rendendo tutto un grosso “uguale”.
Attilio Coltorti
30
aprile 2006
Punto, a capo…
Dal 30 aprile al 21 maggio 2006
arte contemporanea
Location
VILLA SALVATI
Monte Roberto, loc. Pianello Vallesina, (Ancona)
Monte Roberto, loc. Pianello Vallesina, (Ancona)
Orario di apertura
tutti i giorni ore 17,30-19,30
Il mattino su appuntamento
Autore
Curatore