Sono gli scarafaggi, di cui da anni orna i muri di Milano, i soggetti prediletti di questo artista che, per un suo personale rispetto nei confronti dell’architettura urbana non usa bombolette, ma sagome di carta che attacca alla stregua di manifesti. Già questa tecnica, che comporta la realizzazione dei lavori in studio e prescinde quindi dal contesto e dal paesaggio, fa di lui uno street artist diverso, le cui opere – come accadeva per la stessa ragione a quelle di Keith Haring – si trovano perfettamente a loro agio nella galleria d’arte come in strada, e non perdono nulla, pure al chiuso, della bellezza e del mordente che mostrano sulle facciate dei palazzi. Pittore sensibilissimo dotato di segno eccellente, Pus è capace di conferire alle sue bestiole un’autentica, brulicante organizzazione entomologica che fa quasi senso, presentandocele però al tempo stesso come personaggi dotati di atteggiamenti ed emozioni che finiscono per farcele sorprendentemente assomigliare, attraverso un sottile gioco proiettivo di inatteso effetto surreale. Nella rassegna, le opere del repertorio più classico, di impatto diretto e impaginazione talora quasi fumettistica, si alternano a quelle più recenti, forse frutto della prima collaborazione con una galleria d’arte in vista di una mostra personale, in cui l’artista palesa un senso del colore, un’ impostazione e una composizione da pittore completo e maturo.