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Quali corpi quale carne
La mostra sceglie di abitare lo spazio che si apre tra due precisi riferimenti concettuali: il corpo inteso come prodotto della norma e spazio abitato dal soggetto tradizionale del moderno e la carne intesa come dimensione non rigidamente normativa, ma pulsante, ibrida, postmoderna, irriducibile a definizioni e classificazioni
Comunicato stampa
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Dare ospitalità a flussi di desideri, reti di relazioni e moti identitari delle soggettività contemporanee: è questo l’obiettivo della mostra collettiva quali corpi quale carne, che inaugura a Roma il 29 maggio alle ore 19.00 presso il centro culturale Rialtosantambrogio (Complesso Monumentale di S. Ambrogio alla Massima, via S. Ambrogio 4), organizzata dal Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma e curata da Francesco Paolo Del Re e Antonio David Fiore, nell’ambito delle iniziative del Roma Pride 2008. Evento inaugurale della lunga settimana del Pride, che culmina con la manifestazione di piazza del 7 giugno, la mostra raccoglie opere degli artisti Azt, Matteo Basilé, Zaelia Bishop, Alessio Bogani, Stuart Sandford, Fernanda Veron, Paola Zampa e sarà visitabile fino al 15 giugno.
quali corpi quale carne intende promuovere una riflessione sulle forme di rappresentazione del corpo, con particolare attenzione alle soggettività gay, lesbiche, transgender e queer.
La mostra sceglie di abitare lo spazio che si apre tra due precisi riferimenti concettuali: il corpo inteso come prodotto della norma e spazio abitato dal soggetto tradizionale del moderno e la carne intesa come dimensione non rigidamente normativa, ma pulsante, ibrida, postmoderna, irriducibile a definizioni e classificazioni. L’asse semantico corpo-carne è la linea di sviluppo lungo la quale situare una serie di rappresentazioni e di esperienze artistiche.
Il punto di partenza ideale è una riflessione sul retaggio della body art: Matteo Basilè omaggia Franko B con uno struggente ritratto, che rilegge in chiave gay il modello cristiano della Pietà. Peculiari gli autoritratti di Paola Zampa, che parte da radiografie del proprio corpo per giungere a un confronto con i modelli della bellezza codificati dalla storia dell’arte e ripercorsi attraverso il ricamo, simbolo di un sapere e un sentire intimamente femminile. Alessio Bogani fa un discorso sulla natura stereotipata delle narrazioni del corpo e del desiderio e sui rapporti tra potere e orientamenti sessuali e identità di genere, attraverso un’installazione che rilegge la devozione popolare dell’ex-voto in chiave transessuale e una serie di lavori pittorici ispirati alla pornografia vintage e al film “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini. Azt presenta una serie fotografica che attinge all’immaginario dell’erotismo bondage per delineare un ritratto di grande forza iconica, in una dimensione pittorica sospesa tra tortura e piacere. Stuart Sandford porta avanti un lavoro fotografico di taglio documentaristico sull’eros gay, soffermandosi sulla mimica del volto che caratterizza il momento dell’orgasmo. Il progetto comune, infine, di Zaelia Bishop e Fernanda Veron crea un cortocircuito tra sapere testuale e codifica dei corpi, lavorando su un paradosso metalinguistico di gusto surreale, giocato sull’ambivalenza della carne in quanto elemento d’arte e pietanza da cucinare e da mangiare.
La mostra prosegue idealmente il progetto Galleria Mieli, che ha trasformato l’associazione in spazio espositivo. Nell’ottica di apertura alla città propria del Pride, il Circolo Mario Mieli vuole portare questa esperienza al di fuori della sua sede, collaborando con Rialtosantambrogio. È un modo concreto per esprimere solidarietà alla struttura, sulla quale incombe un ordine di cessazione delle attività emesso dalla questura il 14 febbraio scorso
quali corpi quale carne intende promuovere una riflessione sulle forme di rappresentazione del corpo, con particolare attenzione alle soggettività gay, lesbiche, transgender e queer.
La mostra sceglie di abitare lo spazio che si apre tra due precisi riferimenti concettuali: il corpo inteso come prodotto della norma e spazio abitato dal soggetto tradizionale del moderno e la carne intesa come dimensione non rigidamente normativa, ma pulsante, ibrida, postmoderna, irriducibile a definizioni e classificazioni. L’asse semantico corpo-carne è la linea di sviluppo lungo la quale situare una serie di rappresentazioni e di esperienze artistiche.
Il punto di partenza ideale è una riflessione sul retaggio della body art: Matteo Basilè omaggia Franko B con uno struggente ritratto, che rilegge in chiave gay il modello cristiano della Pietà. Peculiari gli autoritratti di Paola Zampa, che parte da radiografie del proprio corpo per giungere a un confronto con i modelli della bellezza codificati dalla storia dell’arte e ripercorsi attraverso il ricamo, simbolo di un sapere e un sentire intimamente femminile. Alessio Bogani fa un discorso sulla natura stereotipata delle narrazioni del corpo e del desiderio e sui rapporti tra potere e orientamenti sessuali e identità di genere, attraverso un’installazione che rilegge la devozione popolare dell’ex-voto in chiave transessuale e una serie di lavori pittorici ispirati alla pornografia vintage e al film “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini. Azt presenta una serie fotografica che attinge all’immaginario dell’erotismo bondage per delineare un ritratto di grande forza iconica, in una dimensione pittorica sospesa tra tortura e piacere. Stuart Sandford porta avanti un lavoro fotografico di taglio documentaristico sull’eros gay, soffermandosi sulla mimica del volto che caratterizza il momento dell’orgasmo. Il progetto comune, infine, di Zaelia Bishop e Fernanda Veron crea un cortocircuito tra sapere testuale e codifica dei corpi, lavorando su un paradosso metalinguistico di gusto surreale, giocato sull’ambivalenza della carne in quanto elemento d’arte e pietanza da cucinare e da mangiare.
La mostra prosegue idealmente il progetto Galleria Mieli, che ha trasformato l’associazione in spazio espositivo. Nell’ottica di apertura alla città propria del Pride, il Circolo Mario Mieli vuole portare questa esperienza al di fuori della sua sede, collaborando con Rialtosantambrogio. È un modo concreto per esprimere solidarietà alla struttura, sulla quale incombe un ordine di cessazione delle attività emesso dalla questura il 14 febbraio scorso
29
maggio 2008
Quali corpi quale carne
Dal 29 maggio al 15 giugno 2008
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
RIALTOSANTAMBROGIO
Roma, Via Di Sant'ambrogio, 4, (Roma)
Roma, Via Di Sant'ambrogio, 4, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20, venerdì 30 maggio dalle 21 alle 24
Vernissage
29 Maggio 2008, ore 19
Sito web
www.romapride.it
Autore
Curatore