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Quel che resta
Una passione alimentata dall’iscrizione all’Associazione culturale “I Luoghi dell’Abbandono”. Fabbriche, ospedali, ville, chiese, seminari, monasteri…. luoghi: spazi in cui l’uomo ha vissuto, studiato, lavorato, dove ha cercato conforto, si è curato. Costruzioni che hanno rivelato un’anima
Comunicato stampa
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La mostra dal titolo “Quel che resta”
4 amici 4 amanti della fotografia 4 modi di vedere e documentare Una comune passione scoperta grazie a una pagina Facebook e alimentata dall’iscrizione all’Associazione culturale che da quella pagina ha preso vita: “I Luoghi dell’Abbandono”. Fabbriche, ospedali, ville, chiese, seminari, monasteri….questi e tanti altri sono i luoghi che abbiamo conosciuto: spazi in cui l’uomo ha vissuto, studiato, lavorato, dove ha cercato conforto, si è curato. Costruzioni che, abbandonate all’inevitabile incedere del tempo, lasciate al degrado e all’incuria, hanno rivelato un’anima. Abbandonati ma non per questo morti: conservano e nascondono ricordi e tracce del passaggio dell’uomo. Luoghi dotati di fascino particolare che possono essere visti e osservati con rispetto in modi completamente diversi: -possono raccontare una storia che solo i più attenti sanno narrare -possono comporre una poesia che solo i più sensibili possono cogliere -possono rivelare trame e colori come solo i pittori più bravi sanno dipingere -possono illuminarsi all’improvviso rivelando un mondo di fantasia Ora proviamo a raccontare questi luoghi con i nostri scatti: per trasmettere l'emozione e il mistero che abbiamo vissuto, curiosando ed esplorando con rispetto, passo dopo passo..
I 4 fotografi:
Ilaria Cominato
Piove di Sacco, 1974 Non ricordo quando ho iniziato a fotografare, so solo che la macchina fotografica ha sempre fatto parte della mia vita pur non avendone mai posseduta una... Dopo un lungo periodo di oblio, nel 2012 ho ripreso in mano la fotocamera e mi sono avvicinata ad un fotoclub che mi ha dato l’opportunità di esplorare e documentare il territorio della Saccisica producendo una mostra collettiva. Successivamente ho continuato la mia ricerca approdando all’associazione “I luoghi dell’abbandono” di Devis Vezzaro con cui è stata allestita la mostra “Stabilimenti Lanerossi” (Marano Vicentino, 2016) Adesso, silenziosamente, ricerco la magia dei luoghi che per molti hanno smesso di essere, trovando in essi sentimenti di solitudine e desolazione che resistono al tempo; cerco storie e trovo la mia..
Paola Franchi
Bologna, 1953 Bolognese di nascita, padovana d’adozione, ai tempi in cui esistevano solo le pellicole, inizio a scattare utilizzando una Voigtländer di famiglia a cui fa seguito, a distanza di tempo, l’uso del mio primo acquisto: una Nikon FE2. La passione c’è, ma rimane a lungo latente e sopita fino al momento in cui, una Lumix compatta, dono dei miei figli, mi fa rivivere passate emozioni. Sono ripartita documentando viaggi, ambienti, natura, paesaggi in un crescendo continuo d’interessi grazie anche all’acquisto di una Nikon d90, fino ad approdare, coinvolta da alcuni amici, alla scoperta della seduzione dei luoghi abbandonati. In questi ambienti, osservando con curiosità quanto mi circonda, ho ricercato ciò che, congelato in uno scatto, poteva ricreare le emozioni e i ricordi di tutti coloro che hanno attraversato questi luoghi. Attiva per alcuni anni in TeamPhotoTravel con cui partecipo al Concorso fotografico “Girofile 2013 – Il lavoro nel Veneto” della FIAF Veneto dove è stata selezionata una mia foto. Nel 2014 espongo alla mostra “Arte postale” organizzata del Prof. Roberto Pittarello tenutasi prima a Vicenza e poi a Padova presso la Galleria Samonà, in cui si univa la creatività della fotografia all’arte d’ideazione di cartoline postali. Nel dicembre 2015 presso la “Corte dei leoni” a Padova espongo nella mostra collettiva dei soci di TeamPhotoTravel “Mare d’inverno” in cui ogni partecipante presenta la propria visione del mare veneto al di fuori dei clamori della stagione estiva. Nel 2015 mi iscrivo all’associazione “I luoghi dell’abbandono” con cui partecipo alla mostra collettiva “Stabilimenti Lanerossi” (Marano Vicentino, 2016) con scatti attinenti gli insediamenti produttivi di uno dei maggiori lanifici italiani.
Michele Gelmo
Padova, 1972 a 13 anni "Babbo Natale" nelle vesti di mio padre mi regala una reflex a pellicola con un 50 mm e mi dice "racconta il tuo mondo come lo vedi"... tra alti e bassi e con il successivo approdo al mondo digitale passando per una scuola grafica eccomi ancora qui a raccontare "il mio mondo" tra un matrimonio e un battesimo tra un paesaggio e un concerto e scoprendo anni fa l'esplorazione urbana senza poterla approfondire per le difficoltà che ne comporta. La frequentazione, in periodi diversi, di due fotoclub mi ha dato la possibilità di crescere e di partecipare ad una mostra collettiva dedicata al territorio (2013) e ad un’esposizione itinerante dedicata all’arte postale organizzata dal prof. Roberto Pittarello. L’anno scorso grazie all amico "fotografo" Simone approdo all’associazione ”I luoghi dell'abbandono” fondata dal "maestro" e fotografo Devis Vezzaro Grazie a questa associazione ed alle uscite periodiche organizzate in vari siti abbandonati ho avuto quindi la possibilità di dedicarmi all'archeologia urbana Da questa esperienza è nata la partecipazione alla mostra collettiva “Stabilimenti Lanerossi” (Marano Vicentino, 2016) dedicata alla famosa industria
Simone Marcato
Milano, 1974 Mi avvicino al mondo della fotografia in maniera assolutamente casuale ma con molta passione grazie all’associazione fotografica TeamPhotoTravel che mi ha accompagnato nei primi passi di questa nuova esperienza Da sempre attratto dalla società e dalle sue sfumature fin da subito mi oriento verso un particolare genere fotografico, quello noto come “Street”: immortalare e documentare la gente e la vita di tutti i giorni è per lungo tempo il motivo principale per cui impugno la mia reflex ed è quindi quasi naturale conseguenza la decisione di partecipare a 3 maratone fotografiche organizzare a Padova dall’associazione Frequenze Visive (2013-2014 e 2015): un modo divertente ma impegnativo di mettermi in gioco Paradossalmente le soddisfazioni più grandi arrivano però da qualche piccola escursione in altri generi: Nel 2014 vinco il concorso Artisti di Paesaggio (organizzato da Lega Ambiente Veneto) e nel 2015 partecipo alla mia prima mostra: una collettiva organizzata da TeamPhotoTravel dal titolo “Mare d’inverno” e dedicata al racconto dei lidi veneti nella stagione in cui sono meno frequentati Un anno fa arriva “la svolta”: esplode l’amore per l’archeologia urbana. Prima di conoscere “I luoghi dell’abbandono” mi ero cimentato una sola volta nell’esplorazione fotografica di un sito abbandonato: esperienza fantastica ma per lungo tempo mai ripetuta. Ora invece, pur mantenendo vivo l’interesse per la foto di strada, visito e mi dedico con passione a luoghi in cui la vita non c’è quasi più, in cui la frenesia dell’uomo è solo un ricordo, in cui il silenzio e la solitudine sono padroni assoluti
4 amici 4 amanti della fotografia 4 modi di vedere e documentare Una comune passione scoperta grazie a una pagina Facebook e alimentata dall’iscrizione all’Associazione culturale che da quella pagina ha preso vita: “I Luoghi dell’Abbandono”. Fabbriche, ospedali, ville, chiese, seminari, monasteri….questi e tanti altri sono i luoghi che abbiamo conosciuto: spazi in cui l’uomo ha vissuto, studiato, lavorato, dove ha cercato conforto, si è curato. Costruzioni che, abbandonate all’inevitabile incedere del tempo, lasciate al degrado e all’incuria, hanno rivelato un’anima. Abbandonati ma non per questo morti: conservano e nascondono ricordi e tracce del passaggio dell’uomo. Luoghi dotati di fascino particolare che possono essere visti e osservati con rispetto in modi completamente diversi: -possono raccontare una storia che solo i più attenti sanno narrare -possono comporre una poesia che solo i più sensibili possono cogliere -possono rivelare trame e colori come solo i pittori più bravi sanno dipingere -possono illuminarsi all’improvviso rivelando un mondo di fantasia Ora proviamo a raccontare questi luoghi con i nostri scatti: per trasmettere l'emozione e il mistero che abbiamo vissuto, curiosando ed esplorando con rispetto, passo dopo passo..
I 4 fotografi:
Ilaria Cominato
Piove di Sacco, 1974 Non ricordo quando ho iniziato a fotografare, so solo che la macchina fotografica ha sempre fatto parte della mia vita pur non avendone mai posseduta una... Dopo un lungo periodo di oblio, nel 2012 ho ripreso in mano la fotocamera e mi sono avvicinata ad un fotoclub che mi ha dato l’opportunità di esplorare e documentare il territorio della Saccisica producendo una mostra collettiva. Successivamente ho continuato la mia ricerca approdando all’associazione “I luoghi dell’abbandono” di Devis Vezzaro con cui è stata allestita la mostra “Stabilimenti Lanerossi” (Marano Vicentino, 2016) Adesso, silenziosamente, ricerco la magia dei luoghi che per molti hanno smesso di essere, trovando in essi sentimenti di solitudine e desolazione che resistono al tempo; cerco storie e trovo la mia..
Paola Franchi
Bologna, 1953 Bolognese di nascita, padovana d’adozione, ai tempi in cui esistevano solo le pellicole, inizio a scattare utilizzando una Voigtländer di famiglia a cui fa seguito, a distanza di tempo, l’uso del mio primo acquisto: una Nikon FE2. La passione c’è, ma rimane a lungo latente e sopita fino al momento in cui, una Lumix compatta, dono dei miei figli, mi fa rivivere passate emozioni. Sono ripartita documentando viaggi, ambienti, natura, paesaggi in un crescendo continuo d’interessi grazie anche all’acquisto di una Nikon d90, fino ad approdare, coinvolta da alcuni amici, alla scoperta della seduzione dei luoghi abbandonati. In questi ambienti, osservando con curiosità quanto mi circonda, ho ricercato ciò che, congelato in uno scatto, poteva ricreare le emozioni e i ricordi di tutti coloro che hanno attraversato questi luoghi. Attiva per alcuni anni in TeamPhotoTravel con cui partecipo al Concorso fotografico “Girofile 2013 – Il lavoro nel Veneto” della FIAF Veneto dove è stata selezionata una mia foto. Nel 2014 espongo alla mostra “Arte postale” organizzata del Prof. Roberto Pittarello tenutasi prima a Vicenza e poi a Padova presso la Galleria Samonà, in cui si univa la creatività della fotografia all’arte d’ideazione di cartoline postali. Nel dicembre 2015 presso la “Corte dei leoni” a Padova espongo nella mostra collettiva dei soci di TeamPhotoTravel “Mare d’inverno” in cui ogni partecipante presenta la propria visione del mare veneto al di fuori dei clamori della stagione estiva. Nel 2015 mi iscrivo all’associazione “I luoghi dell’abbandono” con cui partecipo alla mostra collettiva “Stabilimenti Lanerossi” (Marano Vicentino, 2016) con scatti attinenti gli insediamenti produttivi di uno dei maggiori lanifici italiani.
Michele Gelmo
Padova, 1972 a 13 anni "Babbo Natale" nelle vesti di mio padre mi regala una reflex a pellicola con un 50 mm e mi dice "racconta il tuo mondo come lo vedi"... tra alti e bassi e con il successivo approdo al mondo digitale passando per una scuola grafica eccomi ancora qui a raccontare "il mio mondo" tra un matrimonio e un battesimo tra un paesaggio e un concerto e scoprendo anni fa l'esplorazione urbana senza poterla approfondire per le difficoltà che ne comporta. La frequentazione, in periodi diversi, di due fotoclub mi ha dato la possibilità di crescere e di partecipare ad una mostra collettiva dedicata al territorio (2013) e ad un’esposizione itinerante dedicata all’arte postale organizzata dal prof. Roberto Pittarello. L’anno scorso grazie all amico "fotografo" Simone approdo all’associazione ”I luoghi dell'abbandono” fondata dal "maestro" e fotografo Devis Vezzaro Grazie a questa associazione ed alle uscite periodiche organizzate in vari siti abbandonati ho avuto quindi la possibilità di dedicarmi all'archeologia urbana Da questa esperienza è nata la partecipazione alla mostra collettiva “Stabilimenti Lanerossi” (Marano Vicentino, 2016) dedicata alla famosa industria
Simone Marcato
Milano, 1974 Mi avvicino al mondo della fotografia in maniera assolutamente casuale ma con molta passione grazie all’associazione fotografica TeamPhotoTravel che mi ha accompagnato nei primi passi di questa nuova esperienza Da sempre attratto dalla società e dalle sue sfumature fin da subito mi oriento verso un particolare genere fotografico, quello noto come “Street”: immortalare e documentare la gente e la vita di tutti i giorni è per lungo tempo il motivo principale per cui impugno la mia reflex ed è quindi quasi naturale conseguenza la decisione di partecipare a 3 maratone fotografiche organizzare a Padova dall’associazione Frequenze Visive (2013-2014 e 2015): un modo divertente ma impegnativo di mettermi in gioco Paradossalmente le soddisfazioni più grandi arrivano però da qualche piccola escursione in altri generi: Nel 2014 vinco il concorso Artisti di Paesaggio (organizzato da Lega Ambiente Veneto) e nel 2015 partecipo alla mia prima mostra: una collettiva organizzata da TeamPhotoTravel dal titolo “Mare d’inverno” e dedicata al racconto dei lidi veneti nella stagione in cui sono meno frequentati Un anno fa arriva “la svolta”: esplode l’amore per l’archeologia urbana. Prima di conoscere “I luoghi dell’abbandono” mi ero cimentato una sola volta nell’esplorazione fotografica di un sito abbandonato: esperienza fantastica ma per lungo tempo mai ripetuta. Ora invece, pur mantenendo vivo l’interesse per la foto di strada, visito e mi dedico con passione a luoghi in cui la vita non c’è quasi più, in cui la frenesia dell’uomo è solo un ricordo, in cui il silenzio e la solitudine sono padroni assoluti
26
novembre 2016
Quel che resta
Dal 26 novembre al 26 dicembre 2016
fotografia
Location
LA YOUNG PHOTO GALLERY
Padova, Riviera Tito Livio, 35, (Padova)
Padova, Riviera Tito Livio, 35, (Padova)
Orario di apertura
da lunedì a sabato 8-12 e 15-24
Vernissage
26 Novembre 2016, ore 18.30
Autore
Curatore