Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
QUEL CHE RESTA DEL TEMPO
Un’esposizione dell’artista Stefano Casati, lui parte dal restauro e arriva alla libertà dell’arte astratta, tele astratte cariche di emotività, del qui e ora.
Ci si deve soffermare e godere del tempo che ci resta tra il caos della vita quotidiana, fermaci e assaporare quel tempo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Quel che resta del tempo
Stefano Casati arriva a noi dal mondo del restauro in cui precisione, conoscenza della tecnica e l’obbligo di seguire lo stile di qualcun altro sono alla base del lavoro, un rigore che non permette di mostrasi per ciò che si è, un mestiere che cela l’emotività e l’esperienza di chi lo sta compiendo, con il vincolo costante di restare dentro a dei binari ben delineati.
Dal restauro all’arte astratta, informale, per necessità, un bisogno, un’esigenza di libertà assoluta, che libera prima la mente e poi la mano, il gesto che si permette di esistere, di essere.
Nei quadri di Stefano Casati si legge perfettamente questa libertà, libertà tradotta nella totale sensibilità di chi li ha prodotti.
Nulla è lasciato al caso: è un caos moderato, ogni gesto, anche il più piccolo, viene immaginato e provato diverse volte nella mente per poi passare alla tela. Nessun lavoro nasce da un’idea di partenza precisa ma prende forma tratto dopo tratto, segno dopo segno.
Stefano porta avanti la propria ricerca dalla gestualità, ai materiali che utilizza, i colori, le basi, tutto viene studiato, provato e ricalcolato in base alle esigenze.
In tutte le opere di questa esposizione la base di partenza è sempre la stessa: la tela grezza, un cotone molto spesso che non viene trattato, ma utilizzato “nudo”; è un supporto che l’artista ha ricercato a lungo, testandone diversi, per poi trovare quello che fosse perfettamente funzionale al suo lavoro.
Questo tipo di tela non permette il minimo errore, il cotone assorbe all’istante ogni minimo gesto, ma è estremamente affascinate osservare come lo fa, come ingloba nella sua trama quello che è Stefano, quello che l’artista decide di essere in quel momento.
Questa serie di opere: “ quel che resta del tempo” è una delle poche ad avere un titolo, un’identità, un’intenzione specifica, cioè quella di godere del tempo che è rimasto, quello spiraglio, quell’attimo in cui ti fermi e vivi quello cheta succedendo; così come l’artista lo vive e lo gode, così voi, che osservate, lo potete assaporare e leggere nei colori, nei segni, nel ritmo, in ogni piccolo dettaglio il suo essere, il suo tempo.
Fermatevi, prendetevi un attimo, respirate a pieni polmoni, fate vostro quel flusso di emozioni, gustatevi quello che è rimasto del vostro tempo, quell’avanzo che vi permette di essere qui e vivere questa esperienza.
Stefano Casati arriva a noi dal mondo del restauro in cui precisione, conoscenza della tecnica e l’obbligo di seguire lo stile di qualcun altro sono alla base del lavoro, un rigore che non permette di mostrasi per ciò che si è, un mestiere che cela l’emotività e l’esperienza di chi lo sta compiendo, con il vincolo costante di restare dentro a dei binari ben delineati.
Dal restauro all’arte astratta, informale, per necessità, un bisogno, un’esigenza di libertà assoluta, che libera prima la mente e poi la mano, il gesto che si permette di esistere, di essere.
Nei quadri di Stefano Casati si legge perfettamente questa libertà, libertà tradotta nella totale sensibilità di chi li ha prodotti.
Nulla è lasciato al caso: è un caos moderato, ogni gesto, anche il più piccolo, viene immaginato e provato diverse volte nella mente per poi passare alla tela. Nessun lavoro nasce da un’idea di partenza precisa ma prende forma tratto dopo tratto, segno dopo segno.
Stefano porta avanti la propria ricerca dalla gestualità, ai materiali che utilizza, i colori, le basi, tutto viene studiato, provato e ricalcolato in base alle esigenze.
In tutte le opere di questa esposizione la base di partenza è sempre la stessa: la tela grezza, un cotone molto spesso che non viene trattato, ma utilizzato “nudo”; è un supporto che l’artista ha ricercato a lungo, testandone diversi, per poi trovare quello che fosse perfettamente funzionale al suo lavoro.
Questo tipo di tela non permette il minimo errore, il cotone assorbe all’istante ogni minimo gesto, ma è estremamente affascinate osservare come lo fa, come ingloba nella sua trama quello che è Stefano, quello che l’artista decide di essere in quel momento.
Questa serie di opere: “ quel che resta del tempo” è una delle poche ad avere un titolo, un’identità, un’intenzione specifica, cioè quella di godere del tempo che è rimasto, quello spiraglio, quell’attimo in cui ti fermi e vivi quello cheta succedendo; così come l’artista lo vive e lo gode, così voi, che osservate, lo potete assaporare e leggere nei colori, nei segni, nel ritmo, in ogni piccolo dettaglio il suo essere, il suo tempo.
Fermatevi, prendetevi un attimo, respirate a pieni polmoni, fate vostro quel flusso di emozioni, gustatevi quello che è rimasto del vostro tempo, quell’avanzo che vi permette di essere qui e vivere questa esperienza.
05
maggio 2023
QUEL CHE RESTA DEL TEMPO
Dal 05 al 28 maggio 2023
arte contemporanea
Location
Laboratorio 31 Art Gallery
Bergamo, Via Broseta, 19, (BG)
Bergamo, Via Broseta, 19, (BG)
Orario di apertura
da mercoledì al sabato dalle 10-13 e 15-19
la domenica 10-13
Vernissage
5 Maggio 2023, dalle 18.00 alle 22.00
Autore
Curatore