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Qui c’è un mondo fantastico
Un percorso di esplorazione e reinterpretazione delle raccolte fotografiche, e non solo, conservate negli archivi del Museo, dal punto di vista di quattro artisti: Marina Caneve, Vittorio Mortarotti, Laura Pugno e Davide Tranchina.
Comunicato stampa
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Dal 26 maggio 2020 al Museo Nazionale della Montagna apre la mostra Qui c’è un mondo fantastico. Sguardi contemporanei sugli archivi del Museomontagna, curata da Veronica Lisino, conservatore della Fototeca del Centro Documentazione, e da Giangavino Pazzola, curatore indipendente.
Un percorso di esplorazione e reinterpretazione delle raccolte fotografiche, e non solo, conservate negli archivi del Museo, dal punto di vista di quattro artisti: Marina Caneve, Vittorio Mortarotti, Laura Pugno e Davide Tranchina.
L’iniziativa fa parte del progetto iAlp - Musei Alpini Interattivi, che il Museomontagna conduce dal 2017 con il Musée Alpin di Chamonix-Mont-Blanc, e continua l’azione di valorizzazione delle collezioni degli archivi dell’istituzione torinese, declinandola come opportunità per ampliare la riflessione sulla rappresentazione della montagna e tracciarne visioni inedite.
A partire da un’indagine degli stereotipi più classici della rappresentazione della montagna, come per esempio quello bucolico a cui fa riferimento il titolo della mostra, richiamando allo stesso tempo la ricchezza del patrimonio del Museo e la protagonista del fortunato bestseller di Johanna Spyri (1880), Heidi, stereotipo alpino per eccellenza e icona pop della montagna, con la realizzazione di opere inedite pensate appositamente per gli spazi del Museo, i quattro artisti hanno definito “nuove” montagne per raccontare un mondo sempre uguale, ma allo stesso tempo sempre diverso.
Tranchina con la sua installazione descrive non tanto il luogo fisico e incantato quanto lo spazio poetico del conflitto interiore; Mortarotti nel suo lavoro rappresenta la montagna non più come un limite monumentale e inaccessibile, ma come una soglia umana da esplorare dall’interno, spazio della permeabilità e della possibilità.
Pugno offre un’indagine formale sul paesaggio che racconta le contraddizioni nella costruzione dell’immaginario attraverso il processo della visione, mentre la montagna di Caneve è la ricostruzione, attraverso dettagli, della rappresentazione
ideale dei luoghi, un’associazione di idee capace di interrogare lo spettatore sui meccanismi che portano alla costruzione della conoscenza.
Il materiale selezionato dagli artisti, sia come elemento creativo da rielaborare, sia come suggestione o vero e proprio “atto di appropriazione” da includere nelle proprie installazioni o da accostare per creare nuove connessioni e significati, coinvolge tutte le raccolte conservate nell’Area Documentazione del Museomontagna, comprese quella della Biblioteca Nazionale del Club Alpino Italiano che ne fa parte, come carte topografiche, libri e periodici. Gli artisti si sono dunque mossi dall’Archivio Walter Bonatti al Fondo Mario Fantin, passando per il Fondo Francesco Ravelli e piccoli nuclei e serie di altri autori della Fototeca, dai giochi da tavolo ai manifesti cinematografici e gadget pubblicitari delle Raccolte Iconografiche, dalla serie dei calchi in gesso di incisioni rupestri ai libri di rifugio dell’Archivio alpinistico e ai filmati pubblicitari della Cineteca e Videoteca storica.
L’area d’indagine è stata circoscritta al territorio delle Alpi occidentali, limite spaziale del progetto iAlp con cui il Museomontagna, insieme al Museé Alpin di Chamonix, porta avanti un lavoro di catalogazione e digitalizzazione di una parte significativa dei rispettivi archivi, che sarà presto messa a disposizione su una piattaforma digitale, utile agli studiosi e a tutti coloro che vorranno accedere a una
selezione delle collezioni, con la possibilità di usufruire di percorsi di consultazione tematici e personalizzati.
La mostra Qui c’è un mondo fantastico è accompagnata da un catalogo bilingue, italiano - inglese, in cui le opere degli artisti realizzate per il progetto espositivo sono accostate ai materiali d’archivio. Il catalogo sarà consultabile online sulla
piattaforma iAlp www.mountainmuseums.org appena sarà messa online.
Un percorso di esplorazione e reinterpretazione delle raccolte fotografiche, e non solo, conservate negli archivi del Museo, dal punto di vista di quattro artisti: Marina Caneve, Vittorio Mortarotti, Laura Pugno e Davide Tranchina.
L’iniziativa fa parte del progetto iAlp - Musei Alpini Interattivi, che il Museomontagna conduce dal 2017 con il Musée Alpin di Chamonix-Mont-Blanc, e continua l’azione di valorizzazione delle collezioni degli archivi dell’istituzione torinese, declinandola come opportunità per ampliare la riflessione sulla rappresentazione della montagna e tracciarne visioni inedite.
A partire da un’indagine degli stereotipi più classici della rappresentazione della montagna, come per esempio quello bucolico a cui fa riferimento il titolo della mostra, richiamando allo stesso tempo la ricchezza del patrimonio del Museo e la protagonista del fortunato bestseller di Johanna Spyri (1880), Heidi, stereotipo alpino per eccellenza e icona pop della montagna, con la realizzazione di opere inedite pensate appositamente per gli spazi del Museo, i quattro artisti hanno definito “nuove” montagne per raccontare un mondo sempre uguale, ma allo stesso tempo sempre diverso.
Tranchina con la sua installazione descrive non tanto il luogo fisico e incantato quanto lo spazio poetico del conflitto interiore; Mortarotti nel suo lavoro rappresenta la montagna non più come un limite monumentale e inaccessibile, ma come una soglia umana da esplorare dall’interno, spazio della permeabilità e della possibilità.
Pugno offre un’indagine formale sul paesaggio che racconta le contraddizioni nella costruzione dell’immaginario attraverso il processo della visione, mentre la montagna di Caneve è la ricostruzione, attraverso dettagli, della rappresentazione
ideale dei luoghi, un’associazione di idee capace di interrogare lo spettatore sui meccanismi che portano alla costruzione della conoscenza.
Il materiale selezionato dagli artisti, sia come elemento creativo da rielaborare, sia come suggestione o vero e proprio “atto di appropriazione” da includere nelle proprie installazioni o da accostare per creare nuove connessioni e significati, coinvolge tutte le raccolte conservate nell’Area Documentazione del Museomontagna, comprese quella della Biblioteca Nazionale del Club Alpino Italiano che ne fa parte, come carte topografiche, libri e periodici. Gli artisti si sono dunque mossi dall’Archivio Walter Bonatti al Fondo Mario Fantin, passando per il Fondo Francesco Ravelli e piccoli nuclei e serie di altri autori della Fototeca, dai giochi da tavolo ai manifesti cinematografici e gadget pubblicitari delle Raccolte Iconografiche, dalla serie dei calchi in gesso di incisioni rupestri ai libri di rifugio dell’Archivio alpinistico e ai filmati pubblicitari della Cineteca e Videoteca storica.
L’area d’indagine è stata circoscritta al territorio delle Alpi occidentali, limite spaziale del progetto iAlp con cui il Museomontagna, insieme al Museé Alpin di Chamonix, porta avanti un lavoro di catalogazione e digitalizzazione di una parte significativa dei rispettivi archivi, che sarà presto messa a disposizione su una piattaforma digitale, utile agli studiosi e a tutti coloro che vorranno accedere a una
selezione delle collezioni, con la possibilità di usufruire di percorsi di consultazione tematici e personalizzati.
La mostra Qui c’è un mondo fantastico è accompagnata da un catalogo bilingue, italiano - inglese, in cui le opere degli artisti realizzate per il progetto espositivo sono accostate ai materiali d’archivio. Il catalogo sarà consultabile online sulla
piattaforma iAlp www.mountainmuseums.org appena sarà messa online.
26
maggio 2020
Qui c’è un mondo fantastico
Dal 26 maggio all'otto novembre 2020
arte contemporanea
Location
MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA DUCA DEGLI ABRUZZI
Torino, Piazzale Monte Dei Cappuccini, 7, (Torino)
Torino, Piazzale Monte Dei Cappuccini, 7, (Torino)
Autore
Curatore