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Quod erat demonstrandum
Le opere sono realizzate con materiali diversi: rame, ferro patinato, legno, cartoncino, vetro acciaio e plexiglas, bronzo. La maggior parte sono sculture, mentre la giovane e poliedrica cortonese Manuela Mancioppi presenta in video delle performances- documento e, all’inaugurazione, si produrrà in un’improvvisazione di grande originalità. Incanterà il “Congiungimento” in acciaio, vetro di murano e led della veneziana Federica Marangoni, veterana del gruppo e artista nota in tutto il mondo (sarà presente alla prossima Biennale di Venezia). Così come l’elegante “Paesaggio con figure” in ferro patinato dell’altrettanto nota Mirta Carroli. Ma tutte le opere esposte sono di grande tensione creativa, evocando scenari fortemente poetici e assolutamente contemporanei
Il titolo è già una colta dichiarazione d’intenti: in omaggio alla “romanità” di Palazzo Lambardi si è scelto di rappresentare l’esposizione con la celebre espressione latina, intesa – ironicamente – non per sottolineare una pari opportunità o un punto di partenza, bensì l’importante traguardo raggiunto ovvero la prevedibilità e la veridicità di un’affermazione di abilità creativa al femminile.
Le artiste presenti sono dieci: le aretine Manuela Mancioppi ed Elena Nepi, oltre a Francesca Borsetti, Mirta Carroli, Alba Folcio, Giovanna Irdi Giannakoulas, Federica Marangoni, Luisa Mazza, Cristina Pavia e Dolores Previtali.
Le opere sono realizzate con materiali diversi: rame, ferro patinato, legno, cartoncino, vetro acciaio e plexiglas, bronzo. La maggior parte sono sculture, mentre la giovane e poliedrica cortonese Manuela Mancioppi presenta in video delle performances- documento e, all’inaugurazione, si produrrà in un’improvvisazione di grande originalità. Incanterà il “Congiungimento” in acciaio, vetro di murano e led della veneziana Federica Marangoni, veterana del gruppo e artista nota in tutto il mondo (sarà presente alla prossima Biennale di Venezia). Così come l’elegante “Paesaggio con figure” in ferro patinato dell’altrettanto nota Mirta Carroli. Ma tutte le opere esposte sono di grande tensione creativa, evocando scenari fortemente poetici e assolutamente contemporanei.
Quod erat demonstrandum
Arezzo, Corso Italia, 60, (Arezzo)