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Quote rosa
Quattro artiste interpretano la realtà quotidiana con gli occhi delle donne
Comunicato stampa
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Dal 9 al 28 novembre 2006 alla Fabbrica del Vapore di Milano (via Procaccini 4) si terrà la mostra QUOTE ROSA. Esempi di videoarte 'milanese' al femminile.
L'iniziativa, organizzata da Opera d’Arte, ha ricevuto il patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia.
L’esposizione, curata da Carlo Ghielmetti, presenterà i lavori di quattro giovani artiste – Tarin Gartner, Sabina Grasso, Sophie Usunier, Jelena Vassiljev – che utilizzano il video e la videoinstallazione come cifra caratteristica del loro lavoro, e che hanno scelto Milano come città in cui vivere e dove creare le loro opere.
Quello che lega le quattro artiste è lo sguardo rivolto alla realtà; alla realtà quotidiana, alla realtà privata e particolare di ciascuna di loro, specchio e metafora dei grandi temi sociali.
Ciascuna di esse riflette in maniera attenta e lucida, la cultura nella quale è cresciuta, con una predilezione per la tematica del tempo e del ricordo attraverso suggestioni contemporanee legate alla geografia, ai temi universali dell’uomo, a quel concetto esistenzialista di ‘essere’ che segna l'esistenza singola di ogni uomo, ma che allo stesso tempo va oltre se stesso.
In particolare, l'israeliana Tarin Gartner (Gerusalemme, 1974) ci riporta nella recente e tragica esperienza della guerra combattuta tra Israele e il Libano. Il suo racconto nasce da una esperienza vissuta in prima persona (la sua famiglia ha dovuto sfollare da Haifa); la video-installazione è composta da una piccola casa che si regge grazie a una elettrocalamita, metafora della realtà mutevole delle persone che vivono in ambiente di guerra, per i quali nemmeno la sicurezza di un approdo sicuro, com'è la casa, può essere più di aiuto. Sul fondo di questa costruzione scorreranno le immagini del video che ripropone le immagini prese in diretta direttamente dalle terre sconvolte dagli eventi bellici, miscelate da altre sequenze in cui si coglie la tenerezza dei momenti vissuti in famiglia.
Sabina Grasso (Genova, 1975), fin dai suoi esordi ha sempre gettato uno sguardo attento alle relazioni che si intrattengono con i media di comunicazione più utilizzati ai giorni nostri. Nel suo lavoro, l’artista genovese racconta i risultati di un ‘furto’; si è infatti appropriata indebitamente di un dialogo effettuato in chat da due suoi amici, e ha ricreato questa ‘chiacchierata’ portandola in scena in una rappresentazione freddamente teatrale.
Il video Through the glass di Sophie Usunier (Francia, 1971) ci porta, come è sua caratteristica, nella dimensione quotidiana. Il dondolio dell’altalena filmata e riproposta sui quattro lati della “sua” stanza alla Fabbrica del Vapore, con un pavimento antishock simile a quello dei parchi giochi per bambini, è in grado di comunicare una sensazione di fastidio, al limite della nausea, mitigata dall’improvvisa apparizione di una piccola Alice che, dondolando in simultaneo con l’ondeggiare della videocamera, stempera i toni.
Tra i quattro, quello di Jelena Vassiliev (Zrenjanin, Serbia, 1976) è il lavoro più ‘performativo’. La sua opera, infatti, presenta il video di una sua performance, accanto al quale viene esposta una vasca di ferro, realizzata dall’artista stessa, ricolma d’acqua, su cui galleggiano delle sculture in legno naturale, che sono state oggetto della sua performance.
Accompagna l'esposizione un catalogo pubblicato da Silvana editoriale.
L'iniziativa, organizzata da Opera d’Arte, ha ricevuto il patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia.
L’esposizione, curata da Carlo Ghielmetti, presenterà i lavori di quattro giovani artiste – Tarin Gartner, Sabina Grasso, Sophie Usunier, Jelena Vassiljev – che utilizzano il video e la videoinstallazione come cifra caratteristica del loro lavoro, e che hanno scelto Milano come città in cui vivere e dove creare le loro opere.
Quello che lega le quattro artiste è lo sguardo rivolto alla realtà; alla realtà quotidiana, alla realtà privata e particolare di ciascuna di loro, specchio e metafora dei grandi temi sociali.
Ciascuna di esse riflette in maniera attenta e lucida, la cultura nella quale è cresciuta, con una predilezione per la tematica del tempo e del ricordo attraverso suggestioni contemporanee legate alla geografia, ai temi universali dell’uomo, a quel concetto esistenzialista di ‘essere’ che segna l'esistenza singola di ogni uomo, ma che allo stesso tempo va oltre se stesso.
In particolare, l'israeliana Tarin Gartner (Gerusalemme, 1974) ci riporta nella recente e tragica esperienza della guerra combattuta tra Israele e il Libano. Il suo racconto nasce da una esperienza vissuta in prima persona (la sua famiglia ha dovuto sfollare da Haifa); la video-installazione è composta da una piccola casa che si regge grazie a una elettrocalamita, metafora della realtà mutevole delle persone che vivono in ambiente di guerra, per i quali nemmeno la sicurezza di un approdo sicuro, com'è la casa, può essere più di aiuto. Sul fondo di questa costruzione scorreranno le immagini del video che ripropone le immagini prese in diretta direttamente dalle terre sconvolte dagli eventi bellici, miscelate da altre sequenze in cui si coglie la tenerezza dei momenti vissuti in famiglia.
Sabina Grasso (Genova, 1975), fin dai suoi esordi ha sempre gettato uno sguardo attento alle relazioni che si intrattengono con i media di comunicazione più utilizzati ai giorni nostri. Nel suo lavoro, l’artista genovese racconta i risultati di un ‘furto’; si è infatti appropriata indebitamente di un dialogo effettuato in chat da due suoi amici, e ha ricreato questa ‘chiacchierata’ portandola in scena in una rappresentazione freddamente teatrale.
Il video Through the glass di Sophie Usunier (Francia, 1971) ci porta, come è sua caratteristica, nella dimensione quotidiana. Il dondolio dell’altalena filmata e riproposta sui quattro lati della “sua” stanza alla Fabbrica del Vapore, con un pavimento antishock simile a quello dei parchi giochi per bambini, è in grado di comunicare una sensazione di fastidio, al limite della nausea, mitigata dall’improvvisa apparizione di una piccola Alice che, dondolando in simultaneo con l’ondeggiare della videocamera, stempera i toni.
Tra i quattro, quello di Jelena Vassiliev (Zrenjanin, Serbia, 1976) è il lavoro più ‘performativo’. La sua opera, infatti, presenta il video di una sua performance, accanto al quale viene esposta una vasca di ferro, realizzata dall’artista stessa, ricolma d’acqua, su cui galleggiano delle sculture in legno naturale, che sono state oggetto della sua performance.
Accompagna l'esposizione un catalogo pubblicato da Silvana editoriale.
09
novembre 2006
Quote rosa
Dal 09 al 28 novembre 2006
arte contemporanea
Location
FABBRICA DEL VAPORE
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Milano, Via Giulio Cesare Procaccini, 4, (Milano)
Orario di apertura
lunedì – venerdì, 15.00/18.00
sabato e domenica, 10.00/18.00
Editore
SILVANA EDITORIALE
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore