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R.E.M.I.D.A
I R.E.M.I.D.A. coniugano la ricerca di una corporeità sfumata, espressa per accenni, con la tensione a una sensualità piena e appagante, che trova nell’oro il suo strumento di realizzazione.
Comunicato stampa
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Oro. Tracce, forme, frammenti.
La ragione per cui l’oro, questo nobile metallo, ha assunto la pomposa definizione di “nobile” non consiste solo nella sua rarità, ma anche nella sua capacità di impregnarsi della luce e, con essa, delle innumerevoli metafore positive che le sono state universalmente attribuite. I fondi oro medioevali possiedono una luminosità straniante, un’atmosfera rarefatta e sontuosa allo stesso tempo.
Le opere dei R.E.M.I.D.A. ricreano questo paradosso percettivo perché si ricollegano alla tradizione di pensiero che l’ha reso possibile. Il simbolismo medioevale attribuisce all’oro una funzione salvifica, un’attitudine a condurre verso prospettive celesti senza sacrificare la sensualità dello sguardo, senza rinunciare al piacere che scaturisce dalla contemplazione. In modo analogo le opere dei R.E.M.I.D.A. possiedono il rigore quasi ascetico che è proprio di una superficie monocromatica e, allo stesso tempo, la tensione decorativa e lo sfarzo abbagliante che caratterizza le immagini barocche.(…).
I R.E.M.I.D.A. coniugano la ricerca di una corporeità sfumata, espressa per accenni, con la tensione a una sensualità piena e appagante, che trova nell’oro il suo strumento di realizzazione. Si tratta anche in questo caso di un paradosso percettivo, di una felice contraddizione che rappresenta forse il tratto maggiormente caratterizzante del lavoro di questi artisti. Il ritrovamento dell’oro, in fondo, non è che l’esito di un processo di riappropriazione della gioia di vedere un’opera d’arte.(…).
Roberto Borghi
La ragione per cui l’oro, questo nobile metallo, ha assunto la pomposa definizione di “nobile” non consiste solo nella sua rarità, ma anche nella sua capacità di impregnarsi della luce e, con essa, delle innumerevoli metafore positive che le sono state universalmente attribuite. I fondi oro medioevali possiedono una luminosità straniante, un’atmosfera rarefatta e sontuosa allo stesso tempo.
Le opere dei R.E.M.I.D.A. ricreano questo paradosso percettivo perché si ricollegano alla tradizione di pensiero che l’ha reso possibile. Il simbolismo medioevale attribuisce all’oro una funzione salvifica, un’attitudine a condurre verso prospettive celesti senza sacrificare la sensualità dello sguardo, senza rinunciare al piacere che scaturisce dalla contemplazione. In modo analogo le opere dei R.E.M.I.D.A. possiedono il rigore quasi ascetico che è proprio di una superficie monocromatica e, allo stesso tempo, la tensione decorativa e lo sfarzo abbagliante che caratterizza le immagini barocche.(…).
I R.E.M.I.D.A. coniugano la ricerca di una corporeità sfumata, espressa per accenni, con la tensione a una sensualità piena e appagante, che trova nell’oro il suo strumento di realizzazione. Si tratta anche in questo caso di un paradosso percettivo, di una felice contraddizione che rappresenta forse il tratto maggiormente caratterizzante del lavoro di questi artisti. Il ritrovamento dell’oro, in fondo, non è che l’esito di un processo di riappropriazione della gioia di vedere un’opera d’arte.(…).
Roberto Borghi
15
marzo 2004
R.E.M.I.D.A
Dal 15 marzo al 07 maggio 2004
arte contemporanea
Location
UNIVERSITA’ BOCCONI
Milano, Via Roberto Sarfatti, 25, (Milano)
Milano, Via Roberto Sarfatti, 25, (Milano)