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Rabarama – Anima-ta-mente
na ricca esposizione di dipinti e sculture
Comunicato stampa
Segnala l'evento
RABARAMA
ANIMA - TA - MENTE
La Galleria Telemarket ha il piacere di ospitare una ricca esposizione di
dipinti e sculture di Rabarama. Potrete ammirare circa cinquanta opere nelle
sale del nuovo show-room di Piazza della Loggia di questa artista giovane
anagraficamente, ma già molto affermata come esponente della nuova arte
contemporanea italiana.
Rabarama si rinnova continuamente e ci stupisce ad ogni esposizione con le
sue opere, cariche di significato introspettivo, ma anche sociale.
Per meglio descrivere questa personalità “in progress”, usiamo le parole di
Luciano Caprile, critico molto arguto, curatore dell’ultima pubblicazione su
Rabarama, che ben sottolinea la creatività inquieta della nostra artista:
“Rabarama raggiunge il suo scopo attraverso la figura umana trattata con
intendimento classico: i suoi personaggi esibiscono quell’equilibrio formale
e quell’armonia plastica che derivano dall’osservazione dei più celebrati
modelli di un passato riflesso nella statuaria ellenistica e romana
2inquinata” nella circostanza da annotazioni tribali. Pensiamo in proposito
a quelle popolazioni dell’Africa e dell’Oceania che usano la pittura del
corpo durante i riti di relazione con gli spiriti della terra. Anche quello
di Rabarama è un rito, è un intervento salvifico, è un estremo bisogno di
significare per capire, per entrare in contatto con la vera conoscenza. In
un mondo soffocato da messaggi subliminali, in una società regolata da
comportamenti omogenei, il sistema di comunicazione adottato da Rabarama ha
il sapore forte della rottura, della ribellione. Come si può usare ancora
oggi il corpo per manifestare una sensazione, un malessere, uno stato d’
animo a fior di pelle? Se da sempre è la psiche a guidare i comportamenti
del soma, lei ora ce lo dimostra e, attraverso i processi metamorfici,
dichiara apertamente anche le nostre paure, i nostri incubi.”
Luciano Caprile
Rabarama nasce a Roma nel 1969. Vive e lavora a Padova.
Figlia d’arte, da prova fin da bambina di un talento innato per la scultura,
compie la sua educazione artistica iscrivendosi prima al Liceo Artistico
Statale di Treviso e successivamente all’ Accademia di Belle Arti di
Venezia. Diplomatasi dall’Accademia a pieni voti nel 1991, prende parte fin
da subito a Premi nazionali e internazionali di scultura, ottenendo sempre
un ottimo successo di critica e di pubblico.
Nel 1995 inizia la collaborazione con la galleria Dante Vecchiato,
importantissima nella sua storia professionale.
E proprio in questo periodo, la sua ricerca pone le basi su una particolare
divisione del mondo e della vita che si esprime nella negazione del libero
arbitrio, nella predestinazione degli eventi e nella riduzione dell’uomo a
semplice computer biologico e ad essere umano la cui unità psicosomatica si
riduce a sole reazioni fisico-chimiche, quasi fosse programmato unicamente
dalla genetica e dalla società, il suo programma è rimanere in vita, la
volontà di vivere condiziona quindi ogni funzione dell’esistenza.
Ecco allora un mondo regolato da rapporti di causa effetto ove tutto è
programmato. L’universo e la vita sono un gioco di incastri, un puzzle, dove
ogni sua parte è inserita in quel preciso luogo dello spazio e del tempo.
Paradossalmente vi è comunque una disperata ricerca di Dio e del
soprannaturale o meglio di quell’energia che tutto “muove”, intesa come fuga
dalla realtà e rifugio.
L’espressività dei soggetti dallo sguardo assente, immersi in un loro intimo
mondo da esplorare, paiono racchiusi entro i confini della propria pelle
“prigione dell’anima” e spazio per la ricerca del perché della propria
esistenza, un viaggio nella realtà e nella conoscenza.
A conclusione di questa prima fase di ricerca dove la pelle diviene la tela
che avvolge, protegge ma al tempo stesso invita, l’artista esporrà un gruppo
di opere presso la Fondazione Mudima di Milano nel 2000.
La membrana che avvolge queste figure muta di concetto in concetto e assume
di volta in volta una varietà di segno, simboli e metafore. L’alfabeto
indica il vincolo del linguaggio, i geroglifici, i puzzle e i nidi d’ape
sono la visualizzazione del genoma, nei labirinti invece viene approfondita
la complessità dell’IO. Legata a quest’ultima traccia simbolica è la
realizzazione di un scultura monumentale eseguita per Museo d’Arte
Contemporanea di Boca Raton in Florida, installata nel 2001.
La ricerca sul DNA e l’idea che siamo unicamente generati da migliaia di
cellule, viene superata e le figure che non esprimevano nessuna aspirazione,
ma che rappresentavano una condizione, uno status, mutano ancora una volta
lacerando questa pelle che le avvolge, uscendo dall’involucro. Questa
mutazione la vediamo nelle opere espressa in una infinita e inutile lotta,
nel tentativo di liberarsi.
I tatuaggi tridimensionali incisi sulla pelle assumono nuove forme
simboliche, forando completamente la “corazza” protettiva, mettendo a
diretto contatto l’energia interiore con l’ambiente esterno, aiutano in tal
modo la fuga dalla materia che ci lega inevitabilmente a un’esistenza
terrena, quindi scientifica; la coscienza si rivela compiutamente tale,
quando si libera dagli elementi che ne negano la spiritualità.
Prime opere di questa seconda fase sono state esposte alla fine del 2000
alla Galleria Enrico Navarra di Parigi, nell’esposizione intitolata
“Trans-formation” e a S. Ivo La Sapienza a Roma.
In effetti è con il 2001 che l’artista pone l’accento, per rafforzare il suo
messaggio, sulla realizzazione di una serie di sculture monumentali che
riassumono con grande impatto visivo le fasi principali della sua ricerca.
Le stesse verranno esposte in spazi pubblici e fondazioni quali:
Fondazione Palazzo Bricherasio, Torino;
Museo Dolores Olmedo Patino, Città del Messico (Messico);
Museo Fleury, Lodéve (Francia);
Open 2002, Lido di Venezia (Venezia)
Biennale d’Arte 2003, Pechino (Cina)
Musei di San Salvatore in Lauro, Roma
Altra fase dell’esplorazione artistica di Rabarama è quella che disegna
intrecci d’erba, uomini albero ricoperti di corteccia, che esprime l’idea
che l’uomo sia ancora radicato alla “Madre” terra, ma che, allo stesso
tempo, abbandoni il corpo in quanto materia per dare via libera alla
transmigrazione dell’anima.
Sullo stesso piano, attraverso l’uso delle resine che avvolgono le sculture
antropomorfe, Rabarama descrive la fase iniziale di vita dell’uomo, nella
placenta con il suo liquido amniotico. Ma l’uomo non ha solamente questa
origine tellurica, non gravita necessariamente verso il basso, c’è qualcosa
di solare di olimpico che lo attrae e richiama; in lui c’è una scintilla
divina che attende di essere alimentata. Dalla terra l’uomo vuole innalzarsi
e solo attraverso un processo di conoscenza e di ascesi la ricerca può
continuare; la pelle che lo ricopre non è nulla di illusorio ed è attraverso
la sua mediazione che entriamo sensibilmente in contatto con il mondo degli
oggetti, ovvero al di la del nostro corpo. Ecco quindi che la superficie
della figura viene totalmente ricoperta di croci e stelle che altro non sono
se non una nuova ricerca e la rappresentazione simbolica dell’universo o
meglio ancora di Dio, quell’energia di cui tutti siamo pervasi.
Per Rabarama la vita è dipingere e plasmare l’argilla, è impossessarsi della
materia, muoverla, forgiarla, dipanarla, come l’artista se fosse spinta da
un bisogno fisico e psicologico di trovare nuovi modi per ridefinire la
materia in una forma plastica.
Attualmente Rabarama è considerata a pieno titolo dalla critica e dal
collezionismo più esigente un’artista completa, grazie ai continui
riconoscimenti ufficiali sia sul mercato italiano che in quello
internazionale, che l’hanno vista partecipare ad esposizioni personali in
spazi pubblici museali.
La Sua produzione conta oggi, oltre la scultura in bronzo e alle tele,
vetri, marmi, inclusioni di resina dei suoi più particolari modelli in
terracotta, gioielli d’arte in oro e i più recenti monotipi in gomma dove la
figura è rappresentata da un neonato e il colore, in questo caso, si trova
all’interno del soggetto quasi a ricordare che tutto ciò che siamo è frutto
di un’energia cosmica che ha dato origine all’universo.
Si sono svolte diverse mostre in Cina nel 2004, a proseguimento della
partecipazione dell’artista alla prima Biennale Cinese d’Arte Contemporanea
svoltasi a Pechino: da febbraio ad aprile una personale ha occupato le sale
e i giardini del Museo d’Arte di He Xiangning di Shenzhen con sculture di
carattere monumentale e non; la stessa mostra ha proseguito, poi, a Pechino
presso il Museo d’Arte Millennium Monument dove, nell’occasione, è stata
presentata la scultura monumentale di Rabarama “Bozzolo”, donazione che
entrerà a far parte della collezione dell’Associazione Nazionale dei Pittori
Cinesi per poi essere collocata nel costruendo museo d’arte dopo l’
esposizione, nel 2005, alla Biennale d’Arte Cinese. La stessa mostra si è
mossa, poi, sempre in Cina, a Jinan e Shangai.
Nel corso del corrente anno l’artista è già comparsa sia a livello nazionale
che internazionale, la troviamo all’interno del Centro Culturale La Estancia
a Caracas, nei primi mesi, e successivamente, dall’inizio di giugno, nella
prestigiosa galleria olandese organizzatrice di diversi eventi ed happenings
Etienne & Van Loon che per la seconda volta la vuole protagonista dei suoi
spazi e delle vie cittadine con la sua consueta monumentalità dopo averla
già affiancata ad artisti del calibro di Jeff Koons.
In giugno Rabarama è tornata a Città del Messico presso la Fundaciòn
Sebastian; dove sono state presentate altre due sculture monumentali in uno
spazio del Centro-città .
La fine di Agosto ha visto la partecipazione all’importante manifestazione
Open 2005 in concomitanza con la 62° Mostra d’Arte Cinematografica presso il
lido di Venezia.
Il 19 e il 20 di Novembre il Palazzo Braga Valmarana di Vicenza ha ospitato
la mostra dal titolo “Quando il gioiello diventa arte” all’interno della
quale sono state esposte delle sculture di Rabarama affiancate dalle
creazioni del noto orafo Zoccai.
Il 2 Dicembre è stata inaugurata presso l’ex Chiesa Anglicana di Alassio la
mostra personale dell’artista patrocinata dal Comune.
Tra Giugno e Settembre 2006 è prevista un’importante mostra personale presso
Villa Zerbi a Reggio Calabria.
ANIMA - TA - MENTE
La Galleria Telemarket ha il piacere di ospitare una ricca esposizione di
dipinti e sculture di Rabarama. Potrete ammirare circa cinquanta opere nelle
sale del nuovo show-room di Piazza della Loggia di questa artista giovane
anagraficamente, ma già molto affermata come esponente della nuova arte
contemporanea italiana.
Rabarama si rinnova continuamente e ci stupisce ad ogni esposizione con le
sue opere, cariche di significato introspettivo, ma anche sociale.
Per meglio descrivere questa personalità “in progress”, usiamo le parole di
Luciano Caprile, critico molto arguto, curatore dell’ultima pubblicazione su
Rabarama, che ben sottolinea la creatività inquieta della nostra artista:
“Rabarama raggiunge il suo scopo attraverso la figura umana trattata con
intendimento classico: i suoi personaggi esibiscono quell’equilibrio formale
e quell’armonia plastica che derivano dall’osservazione dei più celebrati
modelli di un passato riflesso nella statuaria ellenistica e romana
2inquinata” nella circostanza da annotazioni tribali. Pensiamo in proposito
a quelle popolazioni dell’Africa e dell’Oceania che usano la pittura del
corpo durante i riti di relazione con gli spiriti della terra. Anche quello
di Rabarama è un rito, è un intervento salvifico, è un estremo bisogno di
significare per capire, per entrare in contatto con la vera conoscenza. In
un mondo soffocato da messaggi subliminali, in una società regolata da
comportamenti omogenei, il sistema di comunicazione adottato da Rabarama ha
il sapore forte della rottura, della ribellione. Come si può usare ancora
oggi il corpo per manifestare una sensazione, un malessere, uno stato d’
animo a fior di pelle? Se da sempre è la psiche a guidare i comportamenti
del soma, lei ora ce lo dimostra e, attraverso i processi metamorfici,
dichiara apertamente anche le nostre paure, i nostri incubi.”
Luciano Caprile
Rabarama nasce a Roma nel 1969. Vive e lavora a Padova.
Figlia d’arte, da prova fin da bambina di un talento innato per la scultura,
compie la sua educazione artistica iscrivendosi prima al Liceo Artistico
Statale di Treviso e successivamente all’ Accademia di Belle Arti di
Venezia. Diplomatasi dall’Accademia a pieni voti nel 1991, prende parte fin
da subito a Premi nazionali e internazionali di scultura, ottenendo sempre
un ottimo successo di critica e di pubblico.
Nel 1995 inizia la collaborazione con la galleria Dante Vecchiato,
importantissima nella sua storia professionale.
E proprio in questo periodo, la sua ricerca pone le basi su una particolare
divisione del mondo e della vita che si esprime nella negazione del libero
arbitrio, nella predestinazione degli eventi e nella riduzione dell’uomo a
semplice computer biologico e ad essere umano la cui unità psicosomatica si
riduce a sole reazioni fisico-chimiche, quasi fosse programmato unicamente
dalla genetica e dalla società, il suo programma è rimanere in vita, la
volontà di vivere condiziona quindi ogni funzione dell’esistenza.
Ecco allora un mondo regolato da rapporti di causa effetto ove tutto è
programmato. L’universo e la vita sono un gioco di incastri, un puzzle, dove
ogni sua parte è inserita in quel preciso luogo dello spazio e del tempo.
Paradossalmente vi è comunque una disperata ricerca di Dio e del
soprannaturale o meglio di quell’energia che tutto “muove”, intesa come fuga
dalla realtà e rifugio.
L’espressività dei soggetti dallo sguardo assente, immersi in un loro intimo
mondo da esplorare, paiono racchiusi entro i confini della propria pelle
“prigione dell’anima” e spazio per la ricerca del perché della propria
esistenza, un viaggio nella realtà e nella conoscenza.
A conclusione di questa prima fase di ricerca dove la pelle diviene la tela
che avvolge, protegge ma al tempo stesso invita, l’artista esporrà un gruppo
di opere presso la Fondazione Mudima di Milano nel 2000.
La membrana che avvolge queste figure muta di concetto in concetto e assume
di volta in volta una varietà di segno, simboli e metafore. L’alfabeto
indica il vincolo del linguaggio, i geroglifici, i puzzle e i nidi d’ape
sono la visualizzazione del genoma, nei labirinti invece viene approfondita
la complessità dell’IO. Legata a quest’ultima traccia simbolica è la
realizzazione di un scultura monumentale eseguita per Museo d’Arte
Contemporanea di Boca Raton in Florida, installata nel 2001.
La ricerca sul DNA e l’idea che siamo unicamente generati da migliaia di
cellule, viene superata e le figure che non esprimevano nessuna aspirazione,
ma che rappresentavano una condizione, uno status, mutano ancora una volta
lacerando questa pelle che le avvolge, uscendo dall’involucro. Questa
mutazione la vediamo nelle opere espressa in una infinita e inutile lotta,
nel tentativo di liberarsi.
I tatuaggi tridimensionali incisi sulla pelle assumono nuove forme
simboliche, forando completamente la “corazza” protettiva, mettendo a
diretto contatto l’energia interiore con l’ambiente esterno, aiutano in tal
modo la fuga dalla materia che ci lega inevitabilmente a un’esistenza
terrena, quindi scientifica; la coscienza si rivela compiutamente tale,
quando si libera dagli elementi che ne negano la spiritualità.
Prime opere di questa seconda fase sono state esposte alla fine del 2000
alla Galleria Enrico Navarra di Parigi, nell’esposizione intitolata
“Trans-formation” e a S. Ivo La Sapienza a Roma.
In effetti è con il 2001 che l’artista pone l’accento, per rafforzare il suo
messaggio, sulla realizzazione di una serie di sculture monumentali che
riassumono con grande impatto visivo le fasi principali della sua ricerca.
Le stesse verranno esposte in spazi pubblici e fondazioni quali:
Fondazione Palazzo Bricherasio, Torino;
Museo Dolores Olmedo Patino, Città del Messico (Messico);
Museo Fleury, Lodéve (Francia);
Open 2002, Lido di Venezia (Venezia)
Biennale d’Arte 2003, Pechino (Cina)
Musei di San Salvatore in Lauro, Roma
Altra fase dell’esplorazione artistica di Rabarama è quella che disegna
intrecci d’erba, uomini albero ricoperti di corteccia, che esprime l’idea
che l’uomo sia ancora radicato alla “Madre” terra, ma che, allo stesso
tempo, abbandoni il corpo in quanto materia per dare via libera alla
transmigrazione dell’anima.
Sullo stesso piano, attraverso l’uso delle resine che avvolgono le sculture
antropomorfe, Rabarama descrive la fase iniziale di vita dell’uomo, nella
placenta con il suo liquido amniotico. Ma l’uomo non ha solamente questa
origine tellurica, non gravita necessariamente verso il basso, c’è qualcosa
di solare di olimpico che lo attrae e richiama; in lui c’è una scintilla
divina che attende di essere alimentata. Dalla terra l’uomo vuole innalzarsi
e solo attraverso un processo di conoscenza e di ascesi la ricerca può
continuare; la pelle che lo ricopre non è nulla di illusorio ed è attraverso
la sua mediazione che entriamo sensibilmente in contatto con il mondo degli
oggetti, ovvero al di la del nostro corpo. Ecco quindi che la superficie
della figura viene totalmente ricoperta di croci e stelle che altro non sono
se non una nuova ricerca e la rappresentazione simbolica dell’universo o
meglio ancora di Dio, quell’energia di cui tutti siamo pervasi.
Per Rabarama la vita è dipingere e plasmare l’argilla, è impossessarsi della
materia, muoverla, forgiarla, dipanarla, come l’artista se fosse spinta da
un bisogno fisico e psicologico di trovare nuovi modi per ridefinire la
materia in una forma plastica.
Attualmente Rabarama è considerata a pieno titolo dalla critica e dal
collezionismo più esigente un’artista completa, grazie ai continui
riconoscimenti ufficiali sia sul mercato italiano che in quello
internazionale, che l’hanno vista partecipare ad esposizioni personali in
spazi pubblici museali.
La Sua produzione conta oggi, oltre la scultura in bronzo e alle tele,
vetri, marmi, inclusioni di resina dei suoi più particolari modelli in
terracotta, gioielli d’arte in oro e i più recenti monotipi in gomma dove la
figura è rappresentata da un neonato e il colore, in questo caso, si trova
all’interno del soggetto quasi a ricordare che tutto ciò che siamo è frutto
di un’energia cosmica che ha dato origine all’universo.
Si sono svolte diverse mostre in Cina nel 2004, a proseguimento della
partecipazione dell’artista alla prima Biennale Cinese d’Arte Contemporanea
svoltasi a Pechino: da febbraio ad aprile una personale ha occupato le sale
e i giardini del Museo d’Arte di He Xiangning di Shenzhen con sculture di
carattere monumentale e non; la stessa mostra ha proseguito, poi, a Pechino
presso il Museo d’Arte Millennium Monument dove, nell’occasione, è stata
presentata la scultura monumentale di Rabarama “Bozzolo”, donazione che
entrerà a far parte della collezione dell’Associazione Nazionale dei Pittori
Cinesi per poi essere collocata nel costruendo museo d’arte dopo l’
esposizione, nel 2005, alla Biennale d’Arte Cinese. La stessa mostra si è
mossa, poi, sempre in Cina, a Jinan e Shangai.
Nel corso del corrente anno l’artista è già comparsa sia a livello nazionale
che internazionale, la troviamo all’interno del Centro Culturale La Estancia
a Caracas, nei primi mesi, e successivamente, dall’inizio di giugno, nella
prestigiosa galleria olandese organizzatrice di diversi eventi ed happenings
Etienne & Van Loon che per la seconda volta la vuole protagonista dei suoi
spazi e delle vie cittadine con la sua consueta monumentalità dopo averla
già affiancata ad artisti del calibro di Jeff Koons.
In giugno Rabarama è tornata a Città del Messico presso la Fundaciòn
Sebastian; dove sono state presentate altre due sculture monumentali in uno
spazio del Centro-città .
La fine di Agosto ha visto la partecipazione all’importante manifestazione
Open 2005 in concomitanza con la 62° Mostra d’Arte Cinematografica presso il
lido di Venezia.
Il 19 e il 20 di Novembre il Palazzo Braga Valmarana di Vicenza ha ospitato
la mostra dal titolo “Quando il gioiello diventa arte” all’interno della
quale sono state esposte delle sculture di Rabarama affiancate dalle
creazioni del noto orafo Zoccai.
Il 2 Dicembre è stata inaugurata presso l’ex Chiesa Anglicana di Alassio la
mostra personale dell’artista patrocinata dal Comune.
Tra Giugno e Settembre 2006 è prevista un’importante mostra personale presso
Villa Zerbi a Reggio Calabria.
17
dicembre 2005
Rabarama – Anima-ta-mente
Dal 17 dicembre 2005 al 21 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
SHOW ROOM TELEMARKET
Brescia, Piazza Della Loggia, 11, (Brescia)
Brescia, Piazza Della Loggia, 11, (Brescia)
Orario di apertura
Martedì/Venerdì 10-13 e 15-19.30. Sabato 10-19.30
Vernissage
17 Dicembre 2005, ore 18
Autore