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Rachele Sotgiu – Una pietra due case tre ruderi quattro becchini un giardino fiori
Le installazioni di Rachele Sotgiu riproducono il tentativo di addomesticare il tempo che scorre affidandoci all’enumerazione, agli elenchi e alla ripetitività dei gesti quotidiani. Gli oggetti, poli attrattori di azioni abitudinarie, divengono allora parte determinante delle nostre identità.
Comunicato stampa
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L’artista nuorese costruisce un’atmosfera intima e silenziosa come anestetico contro l’imprevedibilità del reale. La disposizione dei lavori nello spazio acquista un ritmo rigidamente scandito da una trama di corrispondenze numeriche e simboliche, che riproducono il costante tentativo di addomesticare il flusso spazio - temporale quotidiano.
Il titolo raccoglie i primi versi dalla poesia Inventario di Jacques Prevert. L’inventario risponde all’esigenza universale dell’essere umano di porre ordine alla ricchezza caotica. Con forme semplici, senza retorica, attesta l’esistenza di oggetti che, grazie alla loro massima familiarità, sono la via più diretta per il costruirsi delle abitudini. La dimensione domestica, come luogo del proprio, rivela però come le cose si fanno dimora per noi e concorrono alla definizione della nostra identità, investite di un carico simbolico tale che si rende indispensabile la loro affidabile presenza.
Emerge dal progetto una accurata riflessione sul senso di appartenenza, sul ruolo della memoria e sul nostro modo di abitare il tempo alla ricerca di ancoraggi. Ricordandoci come, ogni qualvolta accada tra uomo e oggetto un riconoscimento, sia all’opera silenziosamente la forma, l’estetica.
L’artista nuorese costruisce un’atmosfera intima e silenziosa come anestetico contro l’imprevedibilità del reale. La disposizione dei lavori nello spazio acquista un ritmo rigidamente scandito da una trama di corrispondenze numeriche e simboliche, che riproducono il costante tentativo di addomesticare il flusso spazio - temporale quotidiano.
Il titolo raccoglie i primi versi dalla poesia Inventario di Jacques Prevert. L’inventario risponde all’esigenza universale dell’essere umano di porre ordine alla ricchezza caotica. Con forme semplici, senza retorica, attesta l’esistenza di oggetti che, grazie alla loro massima familiarità, sono la via più diretta per il costruirsi delle abitudini. La dimensione domestica, come luogo del proprio, rivela però come le cose si fanno dimora per noi e concorrono alla definizione della nostra identità, investite di un carico simbolico tale che si rende indispensabile la loro affidabile presenza.
Emerge dal progetto una accurata riflessione sul senso di appartenenza, sul ruolo della memoria e sul nostro modo di abitare il tempo alla ricerca di ancoraggi. Ricordandoci come, ogni qualvolta accada tra uomo e oggetto un riconoscimento, sia all’opera silenziosamente la forma, l’estetica.
15
febbraio 2019
Rachele Sotgiu – Una pietra due case tre ruderi quattro becchini un giardino fiori
Dal 15 febbraio al 03 marzo 2019
arte contemporanea
Location
CHORA SPAZIO ESPOSITIVO
Sassari, Via Maurizio Zanfarino, 29, (Sassari)
Sassari, Via Maurizio Zanfarino, 29, (Sassari)
Orario di apertura
da venerdì a domenica ore 18-20
Vernissage
15 Febbraio 2019, h 18.00
Autore
Curatore