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Raffaele Bonivento – Il vuoto
La mostra è composta da un’insieme di fotografie che ripercorrono in maniera differente il concetto di “vuoto” inteso come sospensione e sensazione, indifferentemente dal soggetto scelto
Comunicato stampa
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Si inaugura venerdì 3 aprile alla Galleria3D la mostra personale del fotografo veneziano
Raffaele Bonivento, vincitore del Premio Speciale Galleria 3D al 2° Premio Internazionale
Arte Laguna. La mostra è composta da un’insieme di fotografie che ripercorrono in maniera differente il concetto di “vuoto”, tema sul quale si è concentrato il lavoro di Bonivento negli ultimi anni. Il vuoto viene inteso come sospensione e sensazione, indifferentemente dal soggetto scelto. Come lui stesso sostiene: “una scatola o una città vuota possono essere interessanti allo stesso tempo, è una questione di equilibri e di luce, ma anche di una storia da raccontare o un presagio imminente”. Le fotografie presentate non provengono da un’unica serie, ma sono scatti realizzati in differenti Paesi e momenti, dalla Cina a Venezia, dal Kosovo a Milano, quasi a voler sottolineare che il concetto di vuoto è presente in ogni luogo.
Sono immagini che provocano riflessioni, accumunate da una lettura sicuramente personale, ma data dall’esperienza di un attento osservatore e acuto viaggiatore, autore di numerosi e ricchi reportage in vari Paesi.
Raffaele Bonivento, nato a Venezia, vive e lavora a Mestre. La passione per la fotografia inizia presto, a 18 anni. Nel 1999 inizia a viaggiare per un lungo periodo in Africa, realizzando reportage in vari Paesi, tra i quali il Mali e il Madagascar. Opere recenti sono un reportage dal Kosovo (aprile 2006), un ricco lavoro fotografico realizzato in Cina (2006-2007) e la breve serie Il Pranzo “lunch” (winter2007). Numerose sono state le pubblicazioni e le collaborazioni con riviste di settore, tra le quali Porthos, di cui ha realizzato diverse copertine.
Intervista a Raffaele Bonivento
Laura Riolfatto. Sono numerosi i reportage che hai realizzato negli ultimi anni in vari Paesi,
penso alla Cina, al Kosovo, al Mali, al Madagascar, come scegli le tue mete, da esigenze
professionali specifiche o istintivamente alla ricerca di nuovi scatti.
Raffaele Bonivento. Di solito sono scelte istintive che nascono da aneddoti, racconti di altri viaggiatori, letture. La Cina è un discorso a parte, ci viaggio per lavoro e nel tempo libero raccolgo qualche immagine. La fotografia per me nasce come bisogno, è un modo per dare forma a certe tossine e così esorcizzarle.
L.R. Che tipo di tecnica utilizzi per le tue foto. Scatti ancora in pellicola o digitale?
R.B. Per il bianco e nero uso ancora la pellicola che poi scansiono e stampo da file, per il colore uso solo digitale ormai da 4-5 anni.
L.R. Nelle fotografie in mostra, come nei tuoi lavori più recenti, la figura umana intesa come
soggetto è quasi scomparsa, o parzialmente presente, lasciando un posto da protagonista
al paesaggio e a tutte le sue sfumature. Come scegli normalmente i tuoi soggetti.
R.B. Sono visioni, immediate, quasi con il timore che sfuggano. L’assenza di presenze
umane nei lavori degli ultimi due anni è una precisa scelta dopo che per un lungo periodo
avevo esplorato il ritratto. Più che il paesaggio e i dettagli, sono la sospensione e la
sensazione di vuoto che mi stimolano. Così una scatola o una città vuota possono essere
interessanti allo stesso tempo, è una questione di equilibri e di luce, ma anche di una storia
da raccontare o un presagio imminente.
L.R. Quanto è importante il dettaglio di un oggetto, di un’azione o di un paesaggio nelle tue
fotografie?
R.B. Sono curioso, e i dettagli sono spesso testimoni di una storia o di qualcosa che sta per
succedere; mi intriga raccontare con una sfumatura qualcosa di importante.
L.R. Come hai cominciato… ovvero quando nasce la tua passione per la fotografia.
R.B. Abbastanza presto, a diciott’anni, ma era difficile, c’era poco scambio, pochi contatti e
non sono riuscito a trovare stimoli costruttivi e creativi nei fotoclub. Poi è iniziata l’era della comunicazione e di internet, ho conosciuto un sacco di persone bravissime che mi hanno
ascoltato e aiutato e cosi era piu facile crescere. Poi le prime mostre, le prime pubblicazioni, il primo cliente che ha acquistato una foto “mia” e non un servizio commissionato.
Raffaele Bonivento, vincitore del Premio Speciale Galleria 3D al 2° Premio Internazionale
Arte Laguna. La mostra è composta da un’insieme di fotografie che ripercorrono in maniera differente il concetto di “vuoto”, tema sul quale si è concentrato il lavoro di Bonivento negli ultimi anni. Il vuoto viene inteso come sospensione e sensazione, indifferentemente dal soggetto scelto. Come lui stesso sostiene: “una scatola o una città vuota possono essere interessanti allo stesso tempo, è una questione di equilibri e di luce, ma anche di una storia da raccontare o un presagio imminente”. Le fotografie presentate non provengono da un’unica serie, ma sono scatti realizzati in differenti Paesi e momenti, dalla Cina a Venezia, dal Kosovo a Milano, quasi a voler sottolineare che il concetto di vuoto è presente in ogni luogo.
Sono immagini che provocano riflessioni, accumunate da una lettura sicuramente personale, ma data dall’esperienza di un attento osservatore e acuto viaggiatore, autore di numerosi e ricchi reportage in vari Paesi.
Raffaele Bonivento, nato a Venezia, vive e lavora a Mestre. La passione per la fotografia inizia presto, a 18 anni. Nel 1999 inizia a viaggiare per un lungo periodo in Africa, realizzando reportage in vari Paesi, tra i quali il Mali e il Madagascar. Opere recenti sono un reportage dal Kosovo (aprile 2006), un ricco lavoro fotografico realizzato in Cina (2006-2007) e la breve serie Il Pranzo “lunch” (winter2007). Numerose sono state le pubblicazioni e le collaborazioni con riviste di settore, tra le quali Porthos, di cui ha realizzato diverse copertine.
Intervista a Raffaele Bonivento
Laura Riolfatto. Sono numerosi i reportage che hai realizzato negli ultimi anni in vari Paesi,
penso alla Cina, al Kosovo, al Mali, al Madagascar, come scegli le tue mete, da esigenze
professionali specifiche o istintivamente alla ricerca di nuovi scatti.
Raffaele Bonivento. Di solito sono scelte istintive che nascono da aneddoti, racconti di altri viaggiatori, letture. La Cina è un discorso a parte, ci viaggio per lavoro e nel tempo libero raccolgo qualche immagine. La fotografia per me nasce come bisogno, è un modo per dare forma a certe tossine e così esorcizzarle.
L.R. Che tipo di tecnica utilizzi per le tue foto. Scatti ancora in pellicola o digitale?
R.B. Per il bianco e nero uso ancora la pellicola che poi scansiono e stampo da file, per il colore uso solo digitale ormai da 4-5 anni.
L.R. Nelle fotografie in mostra, come nei tuoi lavori più recenti, la figura umana intesa come
soggetto è quasi scomparsa, o parzialmente presente, lasciando un posto da protagonista
al paesaggio e a tutte le sue sfumature. Come scegli normalmente i tuoi soggetti.
R.B. Sono visioni, immediate, quasi con il timore che sfuggano. L’assenza di presenze
umane nei lavori degli ultimi due anni è una precisa scelta dopo che per un lungo periodo
avevo esplorato il ritratto. Più che il paesaggio e i dettagli, sono la sospensione e la
sensazione di vuoto che mi stimolano. Così una scatola o una città vuota possono essere
interessanti allo stesso tempo, è una questione di equilibri e di luce, ma anche di una storia
da raccontare o un presagio imminente.
L.R. Quanto è importante il dettaglio di un oggetto, di un’azione o di un paesaggio nelle tue
fotografie?
R.B. Sono curioso, e i dettagli sono spesso testimoni di una storia o di qualcosa che sta per
succedere; mi intriga raccontare con una sfumatura qualcosa di importante.
L.R. Come hai cominciato… ovvero quando nasce la tua passione per la fotografia.
R.B. Abbastanza presto, a diciott’anni, ma era difficile, c’era poco scambio, pochi contatti e
non sono riuscito a trovare stimoli costruttivi e creativi nei fotoclub. Poi è iniziata l’era della comunicazione e di internet, ho conosciuto un sacco di persone bravissime che mi hanno
ascoltato e aiutato e cosi era piu facile crescere. Poi le prime mostre, le prime pubblicazioni, il primo cliente che ha acquistato una foto “mia” e non un servizio commissionato.
03
aprile 2009
Raffaele Bonivento – Il vuoto
Dal 03 aprile al 09 maggio 2009
fotografia
Location
GALLERIA 3D / CANTIERE CORPO LUOGO
Venezia, Piazzale Luigi Candiani, 31, (Venezia)
Venezia, Piazzale Luigi Candiani, 31, (Venezia)
Orario di apertura
venerdì e sabato: dalle 15.30 alle 19.30, martedì, mercoledì e giovedì solo su appuntamento
Vernissage
3 Aprile 2009, ore 19.30
Sito web
www.raffaelebonivento.com
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