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Raffaele Giannella / Stefano Sassoli – Mondi Astratti
padernesi, pittori per passione e vocazione, da anni si interrogano, con modalità e tecniche differenti, sulla rappresentazione non figurativa della realtà
Comunicato stampa
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Il Comune di Villasanta, a chiusura della stagione espositiva 2005, ospita una mostra originale e raffinata. Dal 2 al 18 dicembre 2005, con inaugurazione giovedì 1 dicembre dalle 19 alle 23, a Villa Camperio si terrà la mostra Mondi Astratti. Raffaele Giannella e Stefano Sassoli, padernesi, pittori per passione e vocazione, da anni si interrogano, con modalità e tecniche differenti, sulla rappresentazione non figurativa della realtà. In questa mostra per la prima volta si confrontano, offrendo al pubblico una selezione delle loro opere che permette di ricostruire il loro percorso e intravederne le future evoluzioni. Una mostra raffinata e intrigante, che lascia allo spettatore il compito di scoprire richiami e assonanze di due percorsi che hanno proceduto paralleli e che finalmente in mostra si incontrano, rivelando sorprendenti punti di contatto.
Colore e materia dominano la forma, piegandola alle esigenze di un’esuberante creatività, che per esprimersi ha bisogno di esplorare continuamente nuove superfici, nuovi materiali e nuove tecniche. Oli e acrilici convivono con smalti, resine, vernici, colle; la tela è affiancata alla tavola, al vetro, alle plastiche, alle carte. La mostra, di sicuro impatto, è un’esplosione di colore capace di stimolare le sensazioni più diverse.
Giovanni Cerri, artista, critico e curatore, così presenta l’opera di Giannella: “Raffaele Giannella ha alle spalle un percorso di circa quindici anni in ambito musicale; una passione i cui influssi si riflettono anche nelle arti figurative, nuovo territorio espressivo parallelo al quale si è accostato con costanza e impegno. Dopo alcune iniziali sperimentazioni sui materiali più disparati, dalla pittura alla terracotta, dai colori ad olio agli acrilici e agli smalti, Giannella sta puntualizzando, giorno per giorno, una sua cifra stilistica, mettendo a fuoco le basi per sviluppare un linguaggio, che lo corrisponda e ne configuri l’identità. Dai lavori selezionati emerge una chiara predilezione per un’indagine dai richiami scenografici, peraltro non immune da contaminazioni decorative; l’eterogeneità dei materiali usati, il contrasto tra brillantezza e opacità, tra campiture uniformi, lisce e monocrome accostate a rilievi e corrugamenti di carte e pigmenti, il “dialogo” tra superfici segniche e spazi neutri a distanza ravvicinata, sono caratteristiche indicative di un modo di procedere e di specifici intenti. E potremmo aggiungere altre scelte già evidenti: le cromie accese e vibranti, il dichiarato prevalere dei colori puri, le tonalità vivaci disposte a tutto quadro, oltre a una componente ludica che, forse, è attualmente il suo segno più autentico, al di là di una concezione del quadro ancora in bilico tra stimoli narrativi e slanci più orientati verso l’informale e l’astrazione. Giannella è, insomma, un giovane che ha un ampio ventaglio di possibilità su cui lavorare”.
Il celebre critico Raffaele de Grada così introduce il lavoro di Sassoli: “Un pittore pensa soprattutto a soddisfare se stesso, la propria anima, il proprio sentimento. Gli altri vengono poi e non ci si deve preoccupare se la propria opera è accettata o meno. Questo è il principio essenziale del fare arte, la propria soddisfazione assunta come un dovere. Stefano Sassoli appartiene a questa categoria d’artisti: si diverte un mondo a dipingere le sue tele di alta decorazione, di sua soddisfazione. Ma la sua non è l’opera di un isolato, impermeabile ai fenomeni del mondo. Anzi, alla prima, guardando le sue tele e tavole, si è tentati a ricordare maestri contemporanei dell’astratto. Non c’è nulla di male. La storia dell’arte è piena di esempi di artisti importanti che si sono ispirati, al limite della copia, a opere di artisti. Ma bisogna distinguere quelli che lo fanno per il piacere di dipingere, come il Sassoli, per il piacere di sé stessi, da quelli che invece lo fanno per figurare, mettendosi le penne del pavone. Una prima conferma mi viene dalla unicità di ispirazione del Sassoli, che è lineare in tutta la sua opera, sempre coerente al richiamo interiore della propria fantasia, sia pure aiutandosi con l’esempio dei maestri. Sassoli non ha turbamenti, ha preso una strada e su quella procede, in felice autonomia. Nel procedere del tempo Sassoli si esercita, oltreché sulla tela e sulla tavola, anche sul vetro e la sua effusione diventa vieppiù festosa, ricca di richiami naturalistici, come in un tappeto persiano. Si capisce che Sassoli non si limita al proprio compiacimento, ma vuol donare agli altri un momento di felicità, di ottimismo. Qualsiasi pittore, fino a oggi, ha frugato nel dizionario della natura per dare una forma alle proprie impressioni fuggitive. Sassoli non le ricerca sul vero, ma nel dizionario della sua fantasia”.
Colore e materia dominano la forma, piegandola alle esigenze di un’esuberante creatività, che per esprimersi ha bisogno di esplorare continuamente nuove superfici, nuovi materiali e nuove tecniche. Oli e acrilici convivono con smalti, resine, vernici, colle; la tela è affiancata alla tavola, al vetro, alle plastiche, alle carte. La mostra, di sicuro impatto, è un’esplosione di colore capace di stimolare le sensazioni più diverse.
Giovanni Cerri, artista, critico e curatore, così presenta l’opera di Giannella: “Raffaele Giannella ha alle spalle un percorso di circa quindici anni in ambito musicale; una passione i cui influssi si riflettono anche nelle arti figurative, nuovo territorio espressivo parallelo al quale si è accostato con costanza e impegno. Dopo alcune iniziali sperimentazioni sui materiali più disparati, dalla pittura alla terracotta, dai colori ad olio agli acrilici e agli smalti, Giannella sta puntualizzando, giorno per giorno, una sua cifra stilistica, mettendo a fuoco le basi per sviluppare un linguaggio, che lo corrisponda e ne configuri l’identità. Dai lavori selezionati emerge una chiara predilezione per un’indagine dai richiami scenografici, peraltro non immune da contaminazioni decorative; l’eterogeneità dei materiali usati, il contrasto tra brillantezza e opacità, tra campiture uniformi, lisce e monocrome accostate a rilievi e corrugamenti di carte e pigmenti, il “dialogo” tra superfici segniche e spazi neutri a distanza ravvicinata, sono caratteristiche indicative di un modo di procedere e di specifici intenti. E potremmo aggiungere altre scelte già evidenti: le cromie accese e vibranti, il dichiarato prevalere dei colori puri, le tonalità vivaci disposte a tutto quadro, oltre a una componente ludica che, forse, è attualmente il suo segno più autentico, al di là di una concezione del quadro ancora in bilico tra stimoli narrativi e slanci più orientati verso l’informale e l’astrazione. Giannella è, insomma, un giovane che ha un ampio ventaglio di possibilità su cui lavorare”.
Il celebre critico Raffaele de Grada così introduce il lavoro di Sassoli: “Un pittore pensa soprattutto a soddisfare se stesso, la propria anima, il proprio sentimento. Gli altri vengono poi e non ci si deve preoccupare se la propria opera è accettata o meno. Questo è il principio essenziale del fare arte, la propria soddisfazione assunta come un dovere. Stefano Sassoli appartiene a questa categoria d’artisti: si diverte un mondo a dipingere le sue tele di alta decorazione, di sua soddisfazione. Ma la sua non è l’opera di un isolato, impermeabile ai fenomeni del mondo. Anzi, alla prima, guardando le sue tele e tavole, si è tentati a ricordare maestri contemporanei dell’astratto. Non c’è nulla di male. La storia dell’arte è piena di esempi di artisti importanti che si sono ispirati, al limite della copia, a opere di artisti. Ma bisogna distinguere quelli che lo fanno per il piacere di dipingere, come il Sassoli, per il piacere di sé stessi, da quelli che invece lo fanno per figurare, mettendosi le penne del pavone. Una prima conferma mi viene dalla unicità di ispirazione del Sassoli, che è lineare in tutta la sua opera, sempre coerente al richiamo interiore della propria fantasia, sia pure aiutandosi con l’esempio dei maestri. Sassoli non ha turbamenti, ha preso una strada e su quella procede, in felice autonomia. Nel procedere del tempo Sassoli si esercita, oltreché sulla tela e sulla tavola, anche sul vetro e la sua effusione diventa vieppiù festosa, ricca di richiami naturalistici, come in un tappeto persiano. Si capisce che Sassoli non si limita al proprio compiacimento, ma vuol donare agli altri un momento di felicità, di ottimismo. Qualsiasi pittore, fino a oggi, ha frugato nel dizionario della natura per dare una forma alle proprie impressioni fuggitive. Sassoli non le ricerca sul vero, ma nel dizionario della sua fantasia”.
01
dicembre 2005
Raffaele Giannella / Stefano Sassoli – Mondi Astratti
Dal primo al 18 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
VILLA CAMPERIO
Villasanta, Via Federico Confalonieri, 55, (Milano)
Villasanta, Via Federico Confalonieri, 55, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a venerdì 15.00-18.00; mercoledì e giovedì anche 20.30-23.00;
sabato 15.00-19.00; domenica 10.00-12.00 e 15.00-19.00.
Chiuso lunedì e il giorno 8 dicembre 2005
Vernissage
1 Dicembre 2005, ore 19-23
Autore