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Raffaella Ravelli – Retrospettiva
Emozioni violente, il gesto, la forza, il carattere, l’espressione, il lavoro, questo e altro accompagna la vita privata e artistica di Raffaella Ravelli.
Comunicato stampa
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COPRIRE/SCOPRIRE
L’arte non salva un bel niente, essa è espressione di ciò che salva.
Giuliano Santini, Direttore Kaus Urbino
Dovendo assentarmi per un po’di tempo dal lavoro posso meglio osservare non solo quanta produzione incisoria è stata fatta, ma anche quante persone sono passate da noi in questi primi dieci anni di attività del Centro Internazionale per l’Incisione KAUS Urbino. Maestri, allievi, assistenti, ospiti si sono susseguiti in una febbre incisoria che ha avuto il nostro laboratorio come centro di elaborazione e produzione. Tutti accomunati dal desiderio di insegnare, apprendere o perfezionare l’arte dell’incisione questa antica tecnica di stampa che continua ad affascinare artisti e giovani studenti che da ogni parte del mondo ogni anno vengono a farci visita realizzando i propri progetti artistici.
Incidere una lastra, un legno ma anche incidere sulla vita delle persone con umiltà, discrezione e con passione. E’ questo il nostro modo di essere e di fare che ha generato una produzione notevole e prestigiosa di incisioni e libri d’artista e anche originato amicizie ed esperienze professionali che rimangono nel tempo per poi propagarsi in diverse città italiane e del mondo. Uno sviluppo di iniziative a cerchi concentrici che si sottrae al nostro controllo di organizzatori e continua a fiorire tramite la creazione di laboratori, mostre, collaborazioni istituzionali con una spontaneità che è il vero spettacolo a cui noi assistiamo stupiti.
Raffaella Ravelli è stata una delle protagoniste di questa avventura.
Nel 2002, nella seconda edizione dei corsi estivi internazionali per l’incisione artistica da noi organizzati ogni anno, arrivando come allieva di Nino Bacco docente dell’Accademia di Belle Arti Brera di Milano, si è presentata per la prima volta nei nostri laboratori seguendo in quella estate l’insegnamento di Bruno Missieri per poi, in un crescendo di stima e amicizia, diventare negli anni seguenti assistente dei corsi stessi. La sua disponibilità, sempre spontanea e disinteressata, a coinvolgersi nelle nostre iniziative è per noi una garanzia di qualità e serietà professionale. Sono numerosi i corsi, workshops, performance, esposizioni che ci hanno visto lavorare insieme.
Quando incide preferisce lavorare nella solitudine, circondata dai propri pensieri e suggestioni.
Solo in una occasione è stata coinvolta da noi in un lavoro di gruppo: durante il primo Symposium degli incisori del 2008.
In quella occasione abbiamo potuto vedere quale forza fisica impiegava per lavorare la matrice con le maniere dirette e in particolare la puntasecca, proprio di chi è abituato a lavorare nei cantieri edili passando dal fare con le mani cose delicatissime, come l’affresco, a quelle più pesanti e grossolane dell’intonaco e ancora la capacità di prendere materiali perduti e di recupero e usarli come strumenti e matrici del suo incidere per riproporre nella stampa calcografica lo spessore e la sensazione tattile della materia – matrice.
In tal senso è stata memorabile la raccolta di ferretti che la spazzola della macchina delle pulizia delle strade spargeva ogni mattina sulle strade di Urbino e che lei usava come matrici, così che alcuni di noi per alcuni giorni si sono ritrovati a passeggiare per le stradi ducali per cercarli e portargliele. Ancora oggi quando mi ci imbatto mi viene alla mente l’uso che ne faceva e le sue stampe. In questo modo avveniva una metamorfosi della materia: l’insignificante (i ferretti della spazzola) diventava significante e da qual momento in poi cambiava il modo di guardare quell’oggetto che era stato per cosi dire redento dal gesto dell’artista, ovvero trovava una dimensione più sublime rispetto alla sua condizione abituale.
Ho davanti a me alcune sue incisioni, La salamandra, Hormiguero, Selva oscura e altre fatte nel suddetto symposium. La luce dietro la boscaglia o sotto le linee nere, la salamandra che si divincola dietro a una rete, la frenesia delle formiche coperte da un manto scuro; c’è sempre qualcosa che fa da filtro allo svelamento. La luce c’è, è necessaria, ma è sotto, sempre va cercata: è per sottrazione non si impone.
Nel suo linguaggio astratto fitte linee velano e rivelano, coprono per far scoprire, ci sono neri intensi con squarci di luce; se per dirla con Marc Rothko “l’astrazione è un linguaggio che apre la mente e permette alla verità di emergere” di quale verità ci parla Raffaella Ravelli? Le sue opere sembrano dei ritratti astratti che possono valere per ognuno di noi: lei sempre luminosa e sorridente che fa capire che gode di quello che ha già e allo stesso tempo ci parla di una tristezza per ciò che le manca.
Non si tratta di avere una maschera di comodo ma di vivere la condizione di velamento-svelamento che è propria di ogni essere umano e che accomuna tutte le persone.
Questa verità ha una dinamica personalissima e misteriosa, così fortemente espressa nelle sue incisioni, che la nostra amicizia approfondisce, non copre ma scopre facendosi rispettosa,ma tenace e mai tranquilla così da permettere alla verità di emergere.
Urbino 4 febbraio 2011
L’arte non salva un bel niente, essa è espressione di ciò che salva.
Giuliano Santini, Direttore Kaus Urbino
Dovendo assentarmi per un po’di tempo dal lavoro posso meglio osservare non solo quanta produzione incisoria è stata fatta, ma anche quante persone sono passate da noi in questi primi dieci anni di attività del Centro Internazionale per l’Incisione KAUS Urbino. Maestri, allievi, assistenti, ospiti si sono susseguiti in una febbre incisoria che ha avuto il nostro laboratorio come centro di elaborazione e produzione. Tutti accomunati dal desiderio di insegnare, apprendere o perfezionare l’arte dell’incisione questa antica tecnica di stampa che continua ad affascinare artisti e giovani studenti che da ogni parte del mondo ogni anno vengono a farci visita realizzando i propri progetti artistici.
Incidere una lastra, un legno ma anche incidere sulla vita delle persone con umiltà, discrezione e con passione. E’ questo il nostro modo di essere e di fare che ha generato una produzione notevole e prestigiosa di incisioni e libri d’artista e anche originato amicizie ed esperienze professionali che rimangono nel tempo per poi propagarsi in diverse città italiane e del mondo. Uno sviluppo di iniziative a cerchi concentrici che si sottrae al nostro controllo di organizzatori e continua a fiorire tramite la creazione di laboratori, mostre, collaborazioni istituzionali con una spontaneità che è il vero spettacolo a cui noi assistiamo stupiti.
Raffaella Ravelli è stata una delle protagoniste di questa avventura.
Nel 2002, nella seconda edizione dei corsi estivi internazionali per l’incisione artistica da noi organizzati ogni anno, arrivando come allieva di Nino Bacco docente dell’Accademia di Belle Arti Brera di Milano, si è presentata per la prima volta nei nostri laboratori seguendo in quella estate l’insegnamento di Bruno Missieri per poi, in un crescendo di stima e amicizia, diventare negli anni seguenti assistente dei corsi stessi. La sua disponibilità, sempre spontanea e disinteressata, a coinvolgersi nelle nostre iniziative è per noi una garanzia di qualità e serietà professionale. Sono numerosi i corsi, workshops, performance, esposizioni che ci hanno visto lavorare insieme.
Quando incide preferisce lavorare nella solitudine, circondata dai propri pensieri e suggestioni.
Solo in una occasione è stata coinvolta da noi in un lavoro di gruppo: durante il primo Symposium degli incisori del 2008.
In quella occasione abbiamo potuto vedere quale forza fisica impiegava per lavorare la matrice con le maniere dirette e in particolare la puntasecca, proprio di chi è abituato a lavorare nei cantieri edili passando dal fare con le mani cose delicatissime, come l’affresco, a quelle più pesanti e grossolane dell’intonaco e ancora la capacità di prendere materiali perduti e di recupero e usarli come strumenti e matrici del suo incidere per riproporre nella stampa calcografica lo spessore e la sensazione tattile della materia – matrice.
In tal senso è stata memorabile la raccolta di ferretti che la spazzola della macchina delle pulizia delle strade spargeva ogni mattina sulle strade di Urbino e che lei usava come matrici, così che alcuni di noi per alcuni giorni si sono ritrovati a passeggiare per le stradi ducali per cercarli e portargliele. Ancora oggi quando mi ci imbatto mi viene alla mente l’uso che ne faceva e le sue stampe. In questo modo avveniva una metamorfosi della materia: l’insignificante (i ferretti della spazzola) diventava significante e da qual momento in poi cambiava il modo di guardare quell’oggetto che era stato per cosi dire redento dal gesto dell’artista, ovvero trovava una dimensione più sublime rispetto alla sua condizione abituale.
Ho davanti a me alcune sue incisioni, La salamandra, Hormiguero, Selva oscura e altre fatte nel suddetto symposium. La luce dietro la boscaglia o sotto le linee nere, la salamandra che si divincola dietro a una rete, la frenesia delle formiche coperte da un manto scuro; c’è sempre qualcosa che fa da filtro allo svelamento. La luce c’è, è necessaria, ma è sotto, sempre va cercata: è per sottrazione non si impone.
Nel suo linguaggio astratto fitte linee velano e rivelano, coprono per far scoprire, ci sono neri intensi con squarci di luce; se per dirla con Marc Rothko “l’astrazione è un linguaggio che apre la mente e permette alla verità di emergere” di quale verità ci parla Raffaella Ravelli? Le sue opere sembrano dei ritratti astratti che possono valere per ognuno di noi: lei sempre luminosa e sorridente che fa capire che gode di quello che ha già e allo stesso tempo ci parla di una tristezza per ciò che le manca.
Non si tratta di avere una maschera di comodo ma di vivere la condizione di velamento-svelamento che è propria di ogni essere umano e che accomuna tutte le persone.
Questa verità ha una dinamica personalissima e misteriosa, così fortemente espressa nelle sue incisioni, che la nostra amicizia approfondisce, non copre ma scopre facendosi rispettosa,ma tenace e mai tranquilla così da permettere alla verità di emergere.
Urbino 4 febbraio 2011
08
aprile 2011
Raffaella Ravelli – Retrospettiva
Dall'otto al 21 aprile 2011
arte contemporanea
Location
RGB46
Roma, Piazza Di Santa Maria Liberatrice, 46, (Roma)
Roma, Piazza Di Santa Maria Liberatrice, 46, (Roma)
Orario di apertura
Lunedì 16:00 – 20:00
Dal martedì al sabato 10:00 – 13:00 / 16:00 – 01:00
Domenica CHIUSO
Vernissage
8 Aprile 2011, ore 19:00
Autore
Curatore