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Raghubir Singh – A way into India
La mostra racconta del magico incrocio tra due culture, quella orientale esoterica e ricca di misticismo con quella occidentale, positivista e pragmatica.
Comunicato stampa
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Nepente è particolarmente felice di presentare la prima personale, in una galleria privata italiana, del fotografo indiano Raghubir Singh, scomparso a New York nel 1999.
La mostra racconta del magico incrocio tra due culture, quella orientale esoterica e ricca di misticismo con quella occidentale, positivista e pragmatica. Narra dei sentimenti e delle emozioni che attraverso lo sguardo hanno trovato forma in fotografie ragionate, da sembrare costruite ogni volta su mille piani prospettici. Ma, specialmente, mette a fuoco un continente svelandone le mille contraddizioni che, come nelle immagini, paiono accatastarsi una sull’altra, tuttavia sorreggendosi e quasi giustificandosi a vicenda. I colori, come le prospettive, sono infiniti e fanno di Singh uno dei protagonisti assoluti della fotografia contemporanea.
Raghubir Singh (Jaipur 1942 - New York 1999) fin da giovane sviluppò un interesse profondo per la fotografia, passione che proseguì fino a tradursi in vera professione a partire dal 1965. Negli anni successivi incontrò Henry Cartier Bresson che per primo influenzò il suo lavoro in maniera decisiva. Altri autori, come Lee Friedlander, William Gedney e Garry Winogrand hanno avuto un ruolo decisivo nella maturazione e nella consapevolezza della missione che Singh sapeva di dover perseguire nel suo Paese, e in nessun altro luogo.
"In India il colore non è mai stato una forza sconosciuta. E' la sorgente non tanto di nuovi stili e nuove idee, ma del continuum della vita stessa" scrive Singh, "se la fotografia fosse stata inventata in India, penso che la visione a colori non sarebbe mai stata posta come problema artistico o teoretico così come invece è avvenuto per i fotografi occidentali”.
Per trent’anni, questo fotografo estremamente colto, ha vissuto a Parigi, facendo innumerevoli viaggi in India e pubblicando 14 libri, ogni volta filtrando in maniera diversa e sempre più raffinata la modernità e le tradizioni dell’India a cavallo tra Secondo e Terzo millennio.
Privo di sentimentalismo, il suo occhio è riuscito a catturare la ricchezza, la varietà della gente e dei luoghi del suo Paese. Conosciute e apprezzate per la tecnica organizzativa e per la suddivisione dello spazio, le sue fotografie sono state esposte nei principali musei in tutto il mondo, e sono presenti nelle più importanti collezioni pubbliche e private.
In Italia, le immagini di Singh sono state esposte alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia (2002), al Museo Pecci di Prato (2001), prossimamente al Castello di Rivoli. Tra le mostre internazionali segnaliamo le più recenti: la personale alla Sepia Gallery di New York appena conclusa; Faces in the Crowd (2004/5) Whitechapel Gallery, London, UK in collaborazione con il Castello di Rivoli, Italia; Open City (2002) Museum of Modern Art, Oxford, UK; The Lowry, Manchester, UK; Hirshorn Museum and Sculpture Garden, Washington DC, USA; Museum of Bellas Artes, Bilbao, Spagna; Century City (2001) Tate Modern, London, UK; The Art of Fixing a Shadow (1989), Art Institute of Chicago, Chicago; The National Gallery, Washington DC; Toppan Collection, Metropolitan Museum of Photography, Tokyo, Japan.
http://www.nepente.com/nag/artgallery004.htm
La mostra racconta del magico incrocio tra due culture, quella orientale esoterica e ricca di misticismo con quella occidentale, positivista e pragmatica. Narra dei sentimenti e delle emozioni che attraverso lo sguardo hanno trovato forma in fotografie ragionate, da sembrare costruite ogni volta su mille piani prospettici. Ma, specialmente, mette a fuoco un continente svelandone le mille contraddizioni che, come nelle immagini, paiono accatastarsi una sull’altra, tuttavia sorreggendosi e quasi giustificandosi a vicenda. I colori, come le prospettive, sono infiniti e fanno di Singh uno dei protagonisti assoluti della fotografia contemporanea.
Raghubir Singh (Jaipur 1942 - New York 1999) fin da giovane sviluppò un interesse profondo per la fotografia, passione che proseguì fino a tradursi in vera professione a partire dal 1965. Negli anni successivi incontrò Henry Cartier Bresson che per primo influenzò il suo lavoro in maniera decisiva. Altri autori, come Lee Friedlander, William Gedney e Garry Winogrand hanno avuto un ruolo decisivo nella maturazione e nella consapevolezza della missione che Singh sapeva di dover perseguire nel suo Paese, e in nessun altro luogo.
"In India il colore non è mai stato una forza sconosciuta. E' la sorgente non tanto di nuovi stili e nuove idee, ma del continuum della vita stessa" scrive Singh, "se la fotografia fosse stata inventata in India, penso che la visione a colori non sarebbe mai stata posta come problema artistico o teoretico così come invece è avvenuto per i fotografi occidentali”.
Per trent’anni, questo fotografo estremamente colto, ha vissuto a Parigi, facendo innumerevoli viaggi in India e pubblicando 14 libri, ogni volta filtrando in maniera diversa e sempre più raffinata la modernità e le tradizioni dell’India a cavallo tra Secondo e Terzo millennio.
Privo di sentimentalismo, il suo occhio è riuscito a catturare la ricchezza, la varietà della gente e dei luoghi del suo Paese. Conosciute e apprezzate per la tecnica organizzativa e per la suddivisione dello spazio, le sue fotografie sono state esposte nei principali musei in tutto il mondo, e sono presenti nelle più importanti collezioni pubbliche e private.
In Italia, le immagini di Singh sono state esposte alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia (2002), al Museo Pecci di Prato (2001), prossimamente al Castello di Rivoli. Tra le mostre internazionali segnaliamo le più recenti: la personale alla Sepia Gallery di New York appena conclusa; Faces in the Crowd (2004/5) Whitechapel Gallery, London, UK in collaborazione con il Castello di Rivoli, Italia; Open City (2002) Museum of Modern Art, Oxford, UK; The Lowry, Manchester, UK; Hirshorn Museum and Sculpture Garden, Washington DC, USA; Museum of Bellas Artes, Bilbao, Spagna; Century City (2001) Tate Modern, London, UK; The Art of Fixing a Shadow (1989), Art Institute of Chicago, Chicago; The National Gallery, Washington DC; Toppan Collection, Metropolitan Museum of Photography, Tokyo, Japan.
http://www.nepente.com/nag/artgallery004.htm
08
marzo 2005
Raghubir Singh – A way into India
Dall'otto marzo al 30 aprile 2005
fotografia
Location
NEPENTE ART GALLERY
Milano, Via Alessandro Volta, 15, (Milano)
Milano, Via Alessandro Volta, 15, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19,30
Vernissage
8 Marzo 2005, ore 18,30
Autore