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RAI 1964. La sede regionale del Friuli Venezia Giulia. La collezione d’arte
Quarantasei opere di artisti nati o attivi nel corso del Novecento in Friuli, finora conservate nel palazzo progettato nel 1960 da Aldo Cervi quale sede regionale della Rai
Comunicato stampa
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Venerdì 18 aprile 2008 alle ore 18.00 presso la Galleria d’Arte Moderna di Udine verrà inaugurata la mostra dedicata alla collezione d’arte contemporanea della RAI, sede regionale del Friuli Venezia Giulia. Si tratta di una sequenza di quarantasei opere di artisti nati o attivi nel corso del Novecento nella nostra regione, finora conservate presso il palazzo progettato nel 1960 con un linguaggio razionalista dall’architetto triestino Aldo Cervi quale nuova sede regionale dell'ente radio-televisivo in via Fabio Severo a Trieste. Su sua proposta, la RAI decise di acquisire opere d’arte per valorizzare gli interni del nuovo palazzo, ultimato nel 1963. Guido Candussi, direttore della sede, in collaborazione con Aldo Giannini, responsabile dei programmi culturali, grazie a uno stanziamento di cinque milioni di lire, iniziarono la ricerca di opere significative di artisti regionali, fino a formare una collezione d’arte contemporanea che documenta al meglio l’arte del primo dopoguerra, e le tendenze in atto tra influssi dell’informale e nostalgie figurative.
Alle prime acquisizioni che vedono l’ingresso di opere recenti di Giuseppe Zigaina, Nino Perizi e Dino Predonzani, seguono due pittori del goriziano, Sergio Altieri e Cesare Mocchiutti, e, secondo i criteri di particolare attenzione al nuovo e di una sapiente distribuzione territoriale, i giuliani Federico Righi, Edoardo Devetta e Vittorio Bergagna, e i friulani Enrico De Cillia, Angelo Variola, Giorgio Celiberti, Carlo Ciussi e Fred Pittino. La presenza triestina è inevitabilmente folta considerato il felice momento che l’arte contemporanea vive in questo momento nel capoluogo regionale, e si arricchisce presto di altri nomi importanti come Luigi Spacal, Romeo e Renato Daneo, Marino Sormani e Livio Rosignano, ma non vengono trascurati gli artisti della generazione precedente come Augusto Cernigoj, Ruggero Rovan, Mario Lannes e Franco Orlando.
Documentata anche l’opera di pittrici a partire da Leonor Fini, la musa del surrealismo ormai celebre e residente a Parigi, accanto ad Amalia Glanzmann ed Elettra Metallinò, che – con la sua xilografia – si accompagna anche al piccolo nucleo degli incisori, di cui fanno parte anche Tranquillo Marangoni, Aldo Bressanutti e lo sloveno Riko Debenjak.
Poco prima dell'inaugurazione, avvenuta il 6 maggio 1964 alla presenza del Presidente del Consiglio Aldo Moro, la collezione si arricchisce di due nomi importanti come Antonio Zoran Music, di cui viene acquistato “Motif italien vert”, e Marcello Mascherini, che cede la scultura in bronzo “Danzatrice”. Anche dopo la solenne cerimonia la raccolta continua: nel 1965 la RAI mostra la sua attenzione verso la minoranza italiana in Istria con gli acquisti di Ugussi e Cocchietto, segue artisti un po’ defilati come Poian e Delpin, ma non dimentica nemmeno i “grandi vecchi” di Trieste, Lucano e Rovan. Negli anni Ottanta, dopo una lunga pausa, sotto la direzione di Guido Botteri, la RAI completa la collezione con un acquisto eccezionale, la sequenza di quattro dipinti provenienti dagli eredi di Saba che rappresentano una vera e propria galleria di protagonisti della cultura italiana del Novecento, a partire dal “Ritratto di Umberto Saba” di Vittorio Bolaffio, accanto ai ritratti dedicati da Carlo Levi a Lina Saba, Linuccia Saba e Maria Lupieri.
Dopo l’allestimento presso il Museo Revoltella di Trieste, ora la mostra approda a Udine, presso la sala didattica della Galleria d’Arte Moderna, corredata da una serie di interviste storiche ad alcuni artisti presenti in mostra, tra cui Leonor Fini e Giuseppe Zigaina, che vengono proposte attraverso appositi monitor accanto alle loro stesse opere.
La mostra è curata da Maria Masau Dan, Isabella Reale e Guido Botteri ed è accompagnata da un ampio catalogo edito dalla RAI con Comunicarte in cui ci sono testi di Massimo Greco, assessore alla cultura del Comune di Trieste, Roberto Collini, Guido Botteri, Maria Masau Dan, Isabella Reale, Susanna Gregorat, Lorenzo Michelli, Massimo Mucci.
Alle prime acquisizioni che vedono l’ingresso di opere recenti di Giuseppe Zigaina, Nino Perizi e Dino Predonzani, seguono due pittori del goriziano, Sergio Altieri e Cesare Mocchiutti, e, secondo i criteri di particolare attenzione al nuovo e di una sapiente distribuzione territoriale, i giuliani Federico Righi, Edoardo Devetta e Vittorio Bergagna, e i friulani Enrico De Cillia, Angelo Variola, Giorgio Celiberti, Carlo Ciussi e Fred Pittino. La presenza triestina è inevitabilmente folta considerato il felice momento che l’arte contemporanea vive in questo momento nel capoluogo regionale, e si arricchisce presto di altri nomi importanti come Luigi Spacal, Romeo e Renato Daneo, Marino Sormani e Livio Rosignano, ma non vengono trascurati gli artisti della generazione precedente come Augusto Cernigoj, Ruggero Rovan, Mario Lannes e Franco Orlando.
Documentata anche l’opera di pittrici a partire da Leonor Fini, la musa del surrealismo ormai celebre e residente a Parigi, accanto ad Amalia Glanzmann ed Elettra Metallinò, che – con la sua xilografia – si accompagna anche al piccolo nucleo degli incisori, di cui fanno parte anche Tranquillo Marangoni, Aldo Bressanutti e lo sloveno Riko Debenjak.
Poco prima dell'inaugurazione, avvenuta il 6 maggio 1964 alla presenza del Presidente del Consiglio Aldo Moro, la collezione si arricchisce di due nomi importanti come Antonio Zoran Music, di cui viene acquistato “Motif italien vert”, e Marcello Mascherini, che cede la scultura in bronzo “Danzatrice”. Anche dopo la solenne cerimonia la raccolta continua: nel 1965 la RAI mostra la sua attenzione verso la minoranza italiana in Istria con gli acquisti di Ugussi e Cocchietto, segue artisti un po’ defilati come Poian e Delpin, ma non dimentica nemmeno i “grandi vecchi” di Trieste, Lucano e Rovan. Negli anni Ottanta, dopo una lunga pausa, sotto la direzione di Guido Botteri, la RAI completa la collezione con un acquisto eccezionale, la sequenza di quattro dipinti provenienti dagli eredi di Saba che rappresentano una vera e propria galleria di protagonisti della cultura italiana del Novecento, a partire dal “Ritratto di Umberto Saba” di Vittorio Bolaffio, accanto ai ritratti dedicati da Carlo Levi a Lina Saba, Linuccia Saba e Maria Lupieri.
Dopo l’allestimento presso il Museo Revoltella di Trieste, ora la mostra approda a Udine, presso la sala didattica della Galleria d’Arte Moderna, corredata da una serie di interviste storiche ad alcuni artisti presenti in mostra, tra cui Leonor Fini e Giuseppe Zigaina, che vengono proposte attraverso appositi monitor accanto alle loro stesse opere.
La mostra è curata da Maria Masau Dan, Isabella Reale e Guido Botteri ed è accompagnata da un ampio catalogo edito dalla RAI con Comunicarte in cui ci sono testi di Massimo Greco, assessore alla cultura del Comune di Trieste, Roberto Collini, Guido Botteri, Maria Masau Dan, Isabella Reale, Susanna Gregorat, Lorenzo Michelli, Massimo Mucci.
18
aprile 2008
RAI 1964. La sede regionale del Friuli Venezia Giulia. La collezione d’arte
Dal 18 aprile al 25 maggio 2008
arte contemporanea
disegno e grafica
disegno e grafica
Location
GAMUD – GALLERIA D’ARTE MODERNA
Udine, Via Ampezzo, 2, (Udine)
Udine, Via Ampezzo, 2, (Udine)
Biglietti
intero € 3,20, ridotto € 1,60, festivi € 1
Orario di apertura
da martedì a sabato 9.30-12.30/15-18, domenica 9.30-12.30. Lunedì chiuso
Vernissage
18 Aprile 2008, ore 18
Autore
Curatore