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Raul Gabriel – il segno il corpo il sacro
Dopo la presentazione dell’inedita “Via Crucis” di Raul Gabriel nella chiesa di San Giuseppe a Brescia, l’artista torna con una mostra personale che segna il compimento di quel percorso fra spiritualità e linguaggi del contemporaneo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il progetto nasce specificamente per le sale del Museo Diocesano di Brescia, ma vede
la collaborazione anche della Collezione Paolo VI di Concesio, che ospiterà nel proprio
spazio espositivo, per tutta la durata della mostra, un’opera di Raul Gabriel, il dittico
“Weight of light” (2014, resine, bitume e acrilico su polistirene, 200 x 100 x 1 cm), pensato
come omaggio alla figura di Papa Montini in occasione della sua beatificazione.
Questi nuovi dipinti di Raul Gabriel utilizzano come insolito e originale supporto il
polistirolo, su cui l’artista interviene con segni e tracce lasciate dal colore (perlopiù nero)
e dalle resine. Ne scaturisce un vero e proprio viaggio nell’interiorità, duro ed essenziale,
che suscita domande e testimonia un rovello spirituale, una ricerca di senso e verità. È
la sfida della modernità: comunicare un messaggio sempre valido con forme e modalità
pienamente calate nel presente.
Il linguaggio impiegato è in equilibrio costante tra figurazione e non-figurazione, fra segno
e materia, e ambisce alla paradossale manifestazione di una presenza che all’apparenza
si nega, ma in realtà, mentre sembra negarsi, si rivela.
La corporeità vivente dell’incarnazione, la rivelazione dell’incontro, della forza che cambia
e trasforma: questo il nucleo del messaggio che l’artista intende condensare nelle sue
opere.
Come afferma Raul Gabriel, «il corpo è imprendibile, sempre in processo; non è semplice
trovare il modo di trasmettere l’idea di corporeità vitale, renderla incontrabile. Non credo
vi sia una formula stilistica. A differenza che in altre epoche, sappiamo che la corporeità
non coincide necessariamente con la figura o la non-figura. Il punto è comunicare una
forza interna che palpita, inserire nel dipinto un fremito: e questa è un’operazione che
non dipende dalla rassomiglianza delle linee, dei segni e delle materie con un elemento
riconoscibile, bensì dalla capacità di trasferire la vibrazione vitale nel gesto e nella forma».
La mostra è curata da Paolo Bolpagni, che così commenta il lavoro artistico di Raul
Gabriel: «costanti in lui sono l’interrogativo sul senso del ‘fare’ e l’aspirazione a ‘dire’, ad
affermare una visione, un contenuto, meditando sul significato di sé e di ciò che si crea.
Una produzione, la sua, che rivela un’operatività magmatica, di chi vuole sporcarsi le
mani, e non si vergogna di commuoversi, di arrabbiarsi, d’infervorarsi. La scelta, come
supporto per la materia cromatica, del polistirolo, nudo e duro nella sua artificiale verità
scabra, è conseguente a tale impostazione di fondo, e concorre a perseguire quella
“mistica della corporeità” e quel “rimando all’oltre” che costituiscono i tratti caratterizzanti
della ricerca di Raul Gabriel».
Raul Gabriel è nato in un sobborgo di Buenos Aires nel 1966. Arriva in Italia molto
giovane. Dopo un periodo dedicato alla sperimentazione in musica, e un lungo viaggio a
Santa Fé di Bogotà, alla fine del 1998 le arti visive diventano il fulcro della sua ricerca, e
lo portano prima a Milano, quindi a Londra, dove in pochi anni realizza molte mostre in
gallerie private e spazi pubblici, delineando un percorso che, avendo come nucleo centrale
i temi del corpo, della spiritualità, dell’identità biologica della realtà e dei suoi processi di
mutazione, si declina in varie e differenti strutture estetiche e forme artistiche, dalla pittura
al video, dall’installazione all’architettura.
la collaborazione anche della Collezione Paolo VI di Concesio, che ospiterà nel proprio
spazio espositivo, per tutta la durata della mostra, un’opera di Raul Gabriel, il dittico
“Weight of light” (2014, resine, bitume e acrilico su polistirene, 200 x 100 x 1 cm), pensato
come omaggio alla figura di Papa Montini in occasione della sua beatificazione.
Questi nuovi dipinti di Raul Gabriel utilizzano come insolito e originale supporto il
polistirolo, su cui l’artista interviene con segni e tracce lasciate dal colore (perlopiù nero)
e dalle resine. Ne scaturisce un vero e proprio viaggio nell’interiorità, duro ed essenziale,
che suscita domande e testimonia un rovello spirituale, una ricerca di senso e verità. È
la sfida della modernità: comunicare un messaggio sempre valido con forme e modalità
pienamente calate nel presente.
Il linguaggio impiegato è in equilibrio costante tra figurazione e non-figurazione, fra segno
e materia, e ambisce alla paradossale manifestazione di una presenza che all’apparenza
si nega, ma in realtà, mentre sembra negarsi, si rivela.
La corporeità vivente dell’incarnazione, la rivelazione dell’incontro, della forza che cambia
e trasforma: questo il nucleo del messaggio che l’artista intende condensare nelle sue
opere.
Come afferma Raul Gabriel, «il corpo è imprendibile, sempre in processo; non è semplice
trovare il modo di trasmettere l’idea di corporeità vitale, renderla incontrabile. Non credo
vi sia una formula stilistica. A differenza che in altre epoche, sappiamo che la corporeità
non coincide necessariamente con la figura o la non-figura. Il punto è comunicare una
forza interna che palpita, inserire nel dipinto un fremito: e questa è un’operazione che
non dipende dalla rassomiglianza delle linee, dei segni e delle materie con un elemento
riconoscibile, bensì dalla capacità di trasferire la vibrazione vitale nel gesto e nella forma».
La mostra è curata da Paolo Bolpagni, che così commenta il lavoro artistico di Raul
Gabriel: «costanti in lui sono l’interrogativo sul senso del ‘fare’ e l’aspirazione a ‘dire’, ad
affermare una visione, un contenuto, meditando sul significato di sé e di ciò che si crea.
Una produzione, la sua, che rivela un’operatività magmatica, di chi vuole sporcarsi le
mani, e non si vergogna di commuoversi, di arrabbiarsi, d’infervorarsi. La scelta, come
supporto per la materia cromatica, del polistirolo, nudo e duro nella sua artificiale verità
scabra, è conseguente a tale impostazione di fondo, e concorre a perseguire quella
“mistica della corporeità” e quel “rimando all’oltre” che costituiscono i tratti caratterizzanti
della ricerca di Raul Gabriel».
Raul Gabriel è nato in un sobborgo di Buenos Aires nel 1966. Arriva in Italia molto
giovane. Dopo un periodo dedicato alla sperimentazione in musica, e un lungo viaggio a
Santa Fé di Bogotà, alla fine del 1998 le arti visive diventano il fulcro della sua ricerca, e
lo portano prima a Milano, quindi a Londra, dove in pochi anni realizza molte mostre in
gallerie private e spazi pubblici, delineando un percorso che, avendo come nucleo centrale
i temi del corpo, della spiritualità, dell’identità biologica della realtà e dei suoi processi di
mutazione, si declina in varie e differenti strutture estetiche e forme artistiche, dalla pittura
al video, dall’installazione all’architettura.
25
settembre 2014
Raul Gabriel – il segno il corpo il sacro
Dal 25 settembre al 09 novembre 2014
arte contemporanea
Location
MUSEO DIOCESANO DI BRESCIA
Brescia, Via Gasparo Da Salò, 13, (BS)
Brescia, Via Gasparo Da Salò, 13, (BS)
Biglietti
Intero € 5,00; ridotto € 3,00 dai 6 ai 14 anni, studenti, gruppi (min. 10 persone, max. 25 persone); ridotto € 2,00 oltre i 60 anni; gratuito fino a 6 anni, accompagnatori di disabili, religiosi, guide turistiche (operatori APT e IAT) e soci mecenate
Alla Collezione Paolo VI - arte contemporanea di Concesio
Biglietto unico d’ingresso: € 2,00
Orario di apertura
Lunedì, martedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica: ore 10-12, 15-18; chiuso il mercoledì
Alla Collezione Paolo VI - arte contemporanea di Concesio
Dal martedì al venerdì: ore 9-12, 15-17; il sabato dalle 14 alle 19; chiuso la domenica e il lunedì
Vernissage
25 Settembre 2014, ore 18
Autore
Curatore