Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Rayyane Tabet – La Mano De Dios
Il Museo Marino Marini di Firenze inaugura giovedì 9 giugno La Mano De Dios, prima personale in Italia dell’artista libanese Rayyane Tabet (1983, Ashqout). La mostra, a cura di Leonardo Bigazzi, presenta un nuovo progetto realizzato appositamente per la cripta del museo. Nelle sue opere Tabet affronta questioni legate a situazioni geopolitiche complesse attraverso una riflessione sulle potenzialità della memoria e utilizzando episodi della sua storia personale
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il Museo Marino Marini di Firenze inaugura giovedì 9 giugno La Mano De Dios, prima personale in Italia dell’artista libanese
Rayyane Tabet (1983, Ashqout). La mostra, a cura di Leonardo Bigazzi, presenta un nuovo progetto realizzato
appositamente per la cripta del museo. Nelle sue opere Tabet affronta questioni legate a situazioni geopolitiche complesse
attraverso una riflessione sulle potenzialità della memoria e utilizzando episodi della sua storia personale.
A Firenze l’artista presenterà l’ultimo capitolo della serie Five Distant Memories: The Suitcase, The Room, The Toys, The
Boat and Maradona (2006-2016); un progetto decennale legato alle sue prime memorie d’infanzia e alla capacità che queste
hanno di generare e trasformare oggetti e situazioni diverse se ricollocate in un contesto più ampio. Una valigia pronta in
caso di evacuazione, alcuni elementi della camera dell’artista distrutta nei bombardamenti di Beirut, un set di giocattoli di
legno e una barca usata dal padre dell’artista nel tentativo, fallito, di scappare dal paese, sono tutti oggetti trovati e
riconfigurati dall’artista in modo da creare esperienze complesse che si sviluppano in stretto dialogo con lo spazio espositivo.
I quattro capitoli precedenti della serie sono stati tutti commissionati e prodotti da importanti istituzioni internazionali: Darat al
Funun (Amman), Centre Georges Pompidou (Parigi), The New Museum (New York), Pinchuk Art Center (Kiev) and Sharjah
Art Foundation (Sharjah).
La Mano De Dios, il progetto che chiude la serie, ha come punto di partenza il famoso gol di mano che Maradona segnò
contro l’Inghilterra nei quarti di finale del Mondiale del 1986. Quella partita, carica di tensioni politiche dovute alla guerra delle
Falklands terminata solo quattro anni prima, è passata alla storia come la vendetta degli Argentini contro gli Inglesi. L’opera
in mostra consiste in un vasto intervento architettonico nella cripta del Museo che l’artista ha realizzato basandosi sul ricordo
dell’annuncio alla radio del gol. A Beirut la notizia fu preceduta dalla sirena che solitamente segnalava il pericolo di imminenti
bombardamenti, volutamente inserita dal commentatore radiofonico per avere la massima attenzione possibile dagli
ascoltatori. Utilizzando vari elementi riconducibili al contesto originale della sua memoria – il bunker usato dalla famiglia
dell’artista durante la guerra civile – Tabet ha creato un ambiente sfruttando la particolare struttura architettonica della cripta,
stabilendo anche una legame con la sua storia recente. Durante la Seconda Guerra Mondiale infatti, la cripta del Museo fu
usata come rifugio dagli abitanti del quartiere durante i bombardamenti aerei. Nonostante questo progetto condivida vari
riferimenti, sia formali sia concettuali, con i capitoli precedenti della serie, è la prima volta che viene coinvolto un episodio
storico conosciuto in tutto il mondo, con cui ciascuno degli spettatori è chiamato a relazionarsi.
In occasione della mostra Mousse Publishing pubblicherà un catalogo sulla serie Five Distant Memories.
La mostra è stata realizzata con il supporto di Regione Toscana e OAC-Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Si ringrazia inoltre per il sostegno il Comune di Firenze e il progetto Secret Florence, parte del Programma Speciale Fiere
Pitti Immagine 2016 promosso dal Centro di Firenze per la Moda Italiana e realizzato grazie al contributo di Mise (Ministero
Sviluppo Economico) e Agenzia Ice nell’ambito del progetto a sostegno delle fiere italiane e del Made in Italy.
Rayyane Tabet è nato nel 1983 ad Ashqout, Libano. Ha conseguito la laurea in Architettura a New York presso The Cooper Union e il
master in Belle Arti all’University of California, San Diego. Vive e lavora a Beirut.
Recentemente ha preso parte a mostre collettive in istituzioni e in occasione di manifestazioni come: Kunsthaus Hamburg, The Highline
New York, Marrakech Biennial 6, Aïshti Foundation Beirut, Marian Goodman Gallery Paris, Sharjah Biennial 12, Stedelijk Museum
Bureau Amsterdam, Centre Georges Pompidou, Darat al Funun e New Museum.
Tabet è stato vincitore del DAAD Artist Residency nel 2016, del Abraaj Group Art Prize nel 2013, del Jury Prize of the Future Generation
Art Prize nel 2012 e del Sharjah Biennial Artist Prize nel 2011.
È rappresentato dalla galleria Sfeir-Semler Gallery Beirut | Amburgo.
Rayyane Tabet (1983, Ashqout). La mostra, a cura di Leonardo Bigazzi, presenta un nuovo progetto realizzato
appositamente per la cripta del museo. Nelle sue opere Tabet affronta questioni legate a situazioni geopolitiche complesse
attraverso una riflessione sulle potenzialità della memoria e utilizzando episodi della sua storia personale.
A Firenze l’artista presenterà l’ultimo capitolo della serie Five Distant Memories: The Suitcase, The Room, The Toys, The
Boat and Maradona (2006-2016); un progetto decennale legato alle sue prime memorie d’infanzia e alla capacità che queste
hanno di generare e trasformare oggetti e situazioni diverse se ricollocate in un contesto più ampio. Una valigia pronta in
caso di evacuazione, alcuni elementi della camera dell’artista distrutta nei bombardamenti di Beirut, un set di giocattoli di
legno e una barca usata dal padre dell’artista nel tentativo, fallito, di scappare dal paese, sono tutti oggetti trovati e
riconfigurati dall’artista in modo da creare esperienze complesse che si sviluppano in stretto dialogo con lo spazio espositivo.
I quattro capitoli precedenti della serie sono stati tutti commissionati e prodotti da importanti istituzioni internazionali: Darat al
Funun (Amman), Centre Georges Pompidou (Parigi), The New Museum (New York), Pinchuk Art Center (Kiev) and Sharjah
Art Foundation (Sharjah).
La Mano De Dios, il progetto che chiude la serie, ha come punto di partenza il famoso gol di mano che Maradona segnò
contro l’Inghilterra nei quarti di finale del Mondiale del 1986. Quella partita, carica di tensioni politiche dovute alla guerra delle
Falklands terminata solo quattro anni prima, è passata alla storia come la vendetta degli Argentini contro gli Inglesi. L’opera
in mostra consiste in un vasto intervento architettonico nella cripta del Museo che l’artista ha realizzato basandosi sul ricordo
dell’annuncio alla radio del gol. A Beirut la notizia fu preceduta dalla sirena che solitamente segnalava il pericolo di imminenti
bombardamenti, volutamente inserita dal commentatore radiofonico per avere la massima attenzione possibile dagli
ascoltatori. Utilizzando vari elementi riconducibili al contesto originale della sua memoria – il bunker usato dalla famiglia
dell’artista durante la guerra civile – Tabet ha creato un ambiente sfruttando la particolare struttura architettonica della cripta,
stabilendo anche una legame con la sua storia recente. Durante la Seconda Guerra Mondiale infatti, la cripta del Museo fu
usata come rifugio dagli abitanti del quartiere durante i bombardamenti aerei. Nonostante questo progetto condivida vari
riferimenti, sia formali sia concettuali, con i capitoli precedenti della serie, è la prima volta che viene coinvolto un episodio
storico conosciuto in tutto il mondo, con cui ciascuno degli spettatori è chiamato a relazionarsi.
In occasione della mostra Mousse Publishing pubblicherà un catalogo sulla serie Five Distant Memories.
La mostra è stata realizzata con il supporto di Regione Toscana e OAC-Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Si ringrazia inoltre per il sostegno il Comune di Firenze e il progetto Secret Florence, parte del Programma Speciale Fiere
Pitti Immagine 2016 promosso dal Centro di Firenze per la Moda Italiana e realizzato grazie al contributo di Mise (Ministero
Sviluppo Economico) e Agenzia Ice nell’ambito del progetto a sostegno delle fiere italiane e del Made in Italy.
Rayyane Tabet è nato nel 1983 ad Ashqout, Libano. Ha conseguito la laurea in Architettura a New York presso The Cooper Union e il
master in Belle Arti all’University of California, San Diego. Vive e lavora a Beirut.
Recentemente ha preso parte a mostre collettive in istituzioni e in occasione di manifestazioni come: Kunsthaus Hamburg, The Highline
New York, Marrakech Biennial 6, Aïshti Foundation Beirut, Marian Goodman Gallery Paris, Sharjah Biennial 12, Stedelijk Museum
Bureau Amsterdam, Centre Georges Pompidou, Darat al Funun e New Museum.
Tabet è stato vincitore del DAAD Artist Residency nel 2016, del Abraaj Group Art Prize nel 2013, del Jury Prize of the Future Generation
Art Prize nel 2012 e del Sharjah Biennial Artist Prize nel 2011.
È rappresentato dalla galleria Sfeir-Semler Gallery Beirut | Amburgo.
09
giugno 2016
Rayyane Tabet – La Mano De Dios
Dal 09 giugno al 31 luglio 2016
arte contemporanea
Location
MUSEO MARINO MARINI – PALAZZO DEL TAU
Firenze, Piazza Di San Pancrazio, (Firenze)
Firenze, Piazza Di San Pancrazio, (Firenze)
Biglietti
intero € 6, ridotto € 4, studenti € 3
Orario di apertura
sabato - lunedì 10:00 - 19:00 / mercoledì - venerdì 10:00 - 13:00 Chiuso il martedì e i giorni festivi
Vernissage
9 Giugno 2016, ore 19
Editore
22 PUBLISHING
Ufficio stampa
DAVIS & CO.
Autore
Curatore