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Reghion 2010
Un ambiente urbano che propone il dialogo costante tra passato, inteso come tradizione, antichità e classicità e presente, le cui determinanti sono velocità, crescita e sviluppo, si delinea come luogo ricco di interferenze, contaminazioni e contraddizioni, ma anche stimoli, slanci vitali ed echi di stanzialità
Comunicato stampa
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Un ambiente urbano che propone il dialogo costante tra passato, inteso come tradizione, antichità e classicità e presente, le cui determinanti sono velocità, crescita e sviluppo, si delinea come luogo ricco di interferenze, contaminazioni e contraddizioni, ma anche stimoli, slanci vitali ed echi di stanzialità.
Intervenire, pertanto, in uno spazio che di per sé conserva un sostrato archeologico rilevantissimo, significa portare alla luce ciò che è immobile, ciò che il tempo ha fermato nell’istante in cui cumuli e cumuli di terra si sono interposti tra la vita e la morte, significa risvegliare ciò che il tempo ha cullato per anni, ciò che costituisce la nostra identità di cittadini e di uomini.
A Reggio Calabria la realtà inciampa nella sedentarietà e nell’immobilità delle rovine, che tacitamente si impongono sulla strada, pretendendo più che mai un’adeguata comprensione e sollecitando un confronto con quel che siamo e che saremo. Una consapevole cognizione dell’oggi in tutte le sue sfaccettature e un sereno approccio allo sviluppo culturale, individuandone limiti e potenzialità, risorse e patrimoni inesplorati, non può prescindere da questo raffronto. Non è una lotta impari, ma uno scambio di saperi, non si vuole fermare il tempo in un istante e far rivivere il passato, ma piuttosto arrivare alla semplice constatazione del suo fluire, inarrestabile e ineluttabile, che porta con se vitalità ed entusiasmo, crescita e sviluppo, ma anche errori e sciagure, orrori e tepori, nonché arresto e ripartita. Strati di terra e memoria ricoprono le nostre più remote origini, che emettono incessanti interferenze nella nostra quotidianità: passato, presente e futuro costituiscono il continuum temporale nel quale quotidianamente siamo immersi. Memori di questo guardiamo avanti e immaginiamo, pianifichiamo e ridefiniamo una città, Reggio Calabria, che con le sue particolarità di terra quasi completamente ricostruita dopo il black aut del 1908, dovuto al disastroso terremoto, mira ad un orizzonte lontano, quello del Mediterraneo, dove cultura, storia e tradizione creano un ambiente unico nel quale abitare nel rispetto delle più moderne esigenze urbane.
Nella mostra Reghion 2010 la città è un’opera esposta, in quanto al suo interno sono presentati i progetti più significativi che sono stati o saranno realizzati nei prossimi anni all’interno del territorio comunale di Reggio Calabria: architetture, edifici, strade, e ancora cantieri e progetti, che spaziano dal recupero, al restauro fino alla realizzazione di opere ex novo; dal centro alla periferia; dal verde allo sport passando per teatri, cinema e centri di aggregazione sociale, tutto è incluso nella categoria madre di riqualificazione urbana per soddisfare, rispettare e incrementare gli spazi sia fisici che mentali del cittadino. Ma non solo edifici, strade, cantieri… dietro ogni singola costruzione con le sue geometrie ora aspre ora docili, dietro gru ed escavatori, polveri grigie e scure, si cela lo spirito che anima tutto questo, che è fermento e rinnovamento insieme. Mostrare quello che è stato fatto e che si vorrà fare nei prossimi anni per modificare gli spazi urbani e soprattutto migliorare la qualità della vita a Reggio Calabria è l’intento perseguito.
L’allestimento della mostra, come il logo di Reghion 2010, ricalca, nelle forme e nei colori, i concetti suddetti. Infatti entrambi alludono all’idea della radice, metafora di un passato che affiora nella superficie del presente, nonché richiamo concreto alle radici del ficus magniolioides, che si snodano prepotentemente nel terreno sul quale gli alberi centenari del Lungomare Falcomatà poggiano la propria bellezza e la propria maestosità. Gli spazi dell’edificio vengono infatti come invasi da una ninfa vitale che si dipana dalla corte agli interni, materializzandosi in progressioni di elementi instabili che, alludendo appunto all’idea della radice, con individualità segnica e cromatica irrompono armoniosamente negli spazi della Villa, andando a tracciare il percorso espositivo e ad indicare sia le tre aree tematiche in cui i progetti sono suddivisi (Nuova Urbanità: tra memoria e utopia possibile, Le piazze: interpretare i vuoti urbani e Sport, Tempo libero, Cultura, Istruzione: qualificare con il mutamento), sia la sezione storica, che ripercorre attraverso immagini e video gli spazi fisici e mentali che hanno segnato la memoria storica del cittadino dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni. Sulla scia di una continuità simbolica e cromatica con l’allestimento, il logo si articola in tre solidi di forma e colore diverso che solcano lo spazio e, muovendosi in esso, proiettano le ombre su un piano neutro, indicando le differenti fasi della storia della città: passato, presente e futuro.
Reghion 2010 sarà ospitata all’interno degli spazi di Villa Genoese Zerbi, già sede ufficiale per la Calabria di Sensi Contemporanei, progetto che, partito nel 2004, ha lo scopo diffondere e promuovere l’arte contemporanea nelle Regioni del Sud Italia e di valorizzare i contesti architettonici e urbanistici presenti nel Meridione e che ha portato, negli anni precedenti, all’interno della Villa esposizioni d’Arte provenienti dalla Biennale di Venezia.
Intervenire, pertanto, in uno spazio che di per sé conserva un sostrato archeologico rilevantissimo, significa portare alla luce ciò che è immobile, ciò che il tempo ha fermato nell’istante in cui cumuli e cumuli di terra si sono interposti tra la vita e la morte, significa risvegliare ciò che il tempo ha cullato per anni, ciò che costituisce la nostra identità di cittadini e di uomini.
A Reggio Calabria la realtà inciampa nella sedentarietà e nell’immobilità delle rovine, che tacitamente si impongono sulla strada, pretendendo più che mai un’adeguata comprensione e sollecitando un confronto con quel che siamo e che saremo. Una consapevole cognizione dell’oggi in tutte le sue sfaccettature e un sereno approccio allo sviluppo culturale, individuandone limiti e potenzialità, risorse e patrimoni inesplorati, non può prescindere da questo raffronto. Non è una lotta impari, ma uno scambio di saperi, non si vuole fermare il tempo in un istante e far rivivere il passato, ma piuttosto arrivare alla semplice constatazione del suo fluire, inarrestabile e ineluttabile, che porta con se vitalità ed entusiasmo, crescita e sviluppo, ma anche errori e sciagure, orrori e tepori, nonché arresto e ripartita. Strati di terra e memoria ricoprono le nostre più remote origini, che emettono incessanti interferenze nella nostra quotidianità: passato, presente e futuro costituiscono il continuum temporale nel quale quotidianamente siamo immersi. Memori di questo guardiamo avanti e immaginiamo, pianifichiamo e ridefiniamo una città, Reggio Calabria, che con le sue particolarità di terra quasi completamente ricostruita dopo il black aut del 1908, dovuto al disastroso terremoto, mira ad un orizzonte lontano, quello del Mediterraneo, dove cultura, storia e tradizione creano un ambiente unico nel quale abitare nel rispetto delle più moderne esigenze urbane.
Nella mostra Reghion 2010 la città è un’opera esposta, in quanto al suo interno sono presentati i progetti più significativi che sono stati o saranno realizzati nei prossimi anni all’interno del territorio comunale di Reggio Calabria: architetture, edifici, strade, e ancora cantieri e progetti, che spaziano dal recupero, al restauro fino alla realizzazione di opere ex novo; dal centro alla periferia; dal verde allo sport passando per teatri, cinema e centri di aggregazione sociale, tutto è incluso nella categoria madre di riqualificazione urbana per soddisfare, rispettare e incrementare gli spazi sia fisici che mentali del cittadino. Ma non solo edifici, strade, cantieri… dietro ogni singola costruzione con le sue geometrie ora aspre ora docili, dietro gru ed escavatori, polveri grigie e scure, si cela lo spirito che anima tutto questo, che è fermento e rinnovamento insieme. Mostrare quello che è stato fatto e che si vorrà fare nei prossimi anni per modificare gli spazi urbani e soprattutto migliorare la qualità della vita a Reggio Calabria è l’intento perseguito.
L’allestimento della mostra, come il logo di Reghion 2010, ricalca, nelle forme e nei colori, i concetti suddetti. Infatti entrambi alludono all’idea della radice, metafora di un passato che affiora nella superficie del presente, nonché richiamo concreto alle radici del ficus magniolioides, che si snodano prepotentemente nel terreno sul quale gli alberi centenari del Lungomare Falcomatà poggiano la propria bellezza e la propria maestosità. Gli spazi dell’edificio vengono infatti come invasi da una ninfa vitale che si dipana dalla corte agli interni, materializzandosi in progressioni di elementi instabili che, alludendo appunto all’idea della radice, con individualità segnica e cromatica irrompono armoniosamente negli spazi della Villa, andando a tracciare il percorso espositivo e ad indicare sia le tre aree tematiche in cui i progetti sono suddivisi (Nuova Urbanità: tra memoria e utopia possibile, Le piazze: interpretare i vuoti urbani e Sport, Tempo libero, Cultura, Istruzione: qualificare con il mutamento), sia la sezione storica, che ripercorre attraverso immagini e video gli spazi fisici e mentali che hanno segnato la memoria storica del cittadino dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni. Sulla scia di una continuità simbolica e cromatica con l’allestimento, il logo si articola in tre solidi di forma e colore diverso che solcano lo spazio e, muovendosi in esso, proiettano le ombre su un piano neutro, indicando le differenti fasi della storia della città: passato, presente e futuro.
Reghion 2010 sarà ospitata all’interno degli spazi di Villa Genoese Zerbi, già sede ufficiale per la Calabria di Sensi Contemporanei, progetto che, partito nel 2004, ha lo scopo diffondere e promuovere l’arte contemporanea nelle Regioni del Sud Italia e di valorizzare i contesti architettonici e urbanistici presenti nel Meridione e che ha portato, negli anni precedenti, all’interno della Villa esposizioni d’Arte provenienti dalla Biennale di Venezia.
12
maggio 2007
Reghion 2010
Dal 12 maggio al 20 giugno 2007
architettura
Location
VILLA GENOESE ZERBI
Reggio Di Calabria, Via Zaleuco, 16, (Reggio Di Calabria)
Reggio Di Calabria, Via Zaleuco, 16, (Reggio Di Calabria)
Vernissage
12 Maggio 2007, ore 19