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Regresso 2007 – Difendi conserva prega
L’intento è quello di sensibilizzare i cittadini affinché si riapproprino della città e ne abbiano cura e quello di far conoscere ai giovani forme di espressione altre rispetto alla prevaricazione, al vandalismo ed al gusto della trasgressione, oggi come non mai mosse da un feroce conformismo omologante
Comunicato stampa
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“DIFENDI CONSERVA PREGA” sono le parole che Pier Paolo Pasolini ripete in “Saluto e augurio”, ultima poesia in friulano de “La Nuova Gioventù” scritta nel 1974, anno della sua morte.
“DIFENDI CONSERVA PREGA” è anche il titolo di questa operazione artistica, che ha avuto inizio in aprile con la ripulitura delle Mura Malatestiane a Fano e che vede qui negli spazi della Rocca la sua fase finale creativa – espositiva.
Regresso Arti, in accordo con l’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato ai Beni Monumentali del Comune di Fano, ha offerto il proprio servizio di pulizia da graffiti e smog in cambio della disponibilità della Rocca per poter organizzare un evento artistico che comprenderà Pittura, Scultura, Mosaico, Incisione, Fotografia, Video, Poesia, Musica.
Questo, grazie allo “spontaneismo armato di buona volontà” del nucleo “Regresso Pro Civitate”, che cerca di imporsi, attraverso operazioni intellettuali ed operative, sul degrado e l’incuria dei nostri spazi urbani e mentali.
Per coinvolgere il visitatore nel processo di produzione artistica, nelle celle della Rocca verranno allestiti laboratori aperti di Incisione e Mosaico.
L’intento è quello di sensibilizzare i cittadini affinché si riapproprino della città e ne abbiano cura e quello di far conoscere ai giovani forme di espressione altre rispetto alla prevaricazione, al vandalismo ed al gusto della trasgressione, oggi come non mai mosse da un feroce conformismo omologante.
Già nel ’68 Pasolini denunciava un certo modo di intendere la contestazione:
"I contestatori distruggono esattamente quel che il potere neo-capitalistico vuole abbattere”: i legami tradizionali, religiosi, l’attaccamento alle radici, il senso comunitario, la solidarietà con gli altri, il senso dell’autenticità, dell’austerità, del mistero. E impongono esattamente ciò che il neocapitalismo vuole imporre: il primato del fare, il feticismo della roba, la proiezione totale nel futuro, il culto del progresso, la teologia del cambiamento.(...)
Ancora Pasolini, nel documentario “Le Mura di Sana’a”, individua il male insito nel progresso:
“Ormai, del resto, la distruzione del mondo antico, ossia del mondo reale, è in atto dappertutto. L’irrealtà dilaga attraverso la speculazione edilizia del neocapitalismo; al posto dell’Italia bella e umana, anche se povera, c’è ormai qualcosa di indefinibile che chiamare brutto è poco”.
La rivoluzione oggi possibile non può più quindi consistere in un mutamento totale rispetto al passato, ma nel recupero di valori che lo sviluppo industriale ha distrutto.
Rivoluzione quindi culturale: il recupero, la conservazione di modi d'essere non borghesi, la difesa della diversità dell'antico nelle persone e nelle cose, devono essere le trincee del rivoluzionario di oggi.
Raccogliamo quindi l’esortazione di “Saluto e Augurio” in cui Pasolini si rivolge ad un giovane:
“Dentro il nostro mondo, dì di non essere borghese, ma un santo o un soldato: un santo senza ignoranza, o un soldato senza violenza.”
Franco Cenerelli
DIFENDI CONSERVA PREGA
L’occasione della mostra nasce da una operazione di intervento nel territorio,che ha avuto come scopo quello di creare una sorta di riavvicinamento della gente ai luoghi in cui abita.
Attraverso la pulitura di vari ambienti dalle scritte e dallo smog così da riscoprire luoghi, puntualizzare uno sguardo nell’ambiente, aprire l’orizzonte di una operatività che sia provocatoriamente positiva.
Ma il senso della mostra si evidenzia da subito per una aperta disponibilità verso le varie forme che l’arte adotta nella traduzione del suo pensiero e nella scelta delle possibilità linguistiche che persegue.
Infatti i vari artisti spaziano, anzi attraversano in senso trasversale tutte le tipologie dell’operare artistico, adottando le varie specificità in senso ampliato con una attitudine che assume più un versante plurilinguistico, che la semplice idea della pratica della forma o della non forma.
In Andrea Corradi c’è l’idea di una natura materna tradotta dall’uomo in matrigna, che lo condanna ad una perdita dell’origine ed in questo risiede forse la sua scelta legata al mosaico.
Un materiale che è strettamente affine alla terra, è tecnica, ma anche esperienza conoscitiva, fortemente connotata da un ricongiungimento tra figura ed archetipo primigenio.
Nel caso di Davide Dall’Osso il movimento è compiuto attraverso una tipologia sculturale, nella ridefinizione della corporeità.
In alcune opere apparati corporei, quasi crisalidi di una avvenuta mutazione mostrano un potente senso evocativo di rinascita e suggeriscono una presenza decisa dell’uomo.
Matteo Gennari lavora sul ricongiungimento di elementi che a prima vista possono apparire dissonanti, ma la sua è una precisa metaforizzazione oppositiva ad una tipica caratteristica della nostra civiltà: la dissezione e la dispersione.
La tecnologia, le pulsioni umane, la scienza e l’arte sono frantumate e divise in ambiti settoriali che le disumanizzano; nel suo lavoro l’artista riannoda e ritesse il senso di queste esperienze, dando loro coerenza ed unità di senso.
La pittura di Paolo Girardi è agita, esperita e inglobata nella sua visione; egli non attiva quindi una falsa definizione figurale, attraverso la riconoscibilità di uno stile o di una corrente.
Il suo percorso attraversa la pelle della pittura dilatandone l’epidermide nel passato, attraversando il presente e proiettandosi nel futuro, l’apparato iconico con tutta la sua portata visiva si impone quindi fortemente alla percezione del fruitore.
In Kiyoko Hirai la figurazione non è semplice messa in forma del visibile, ma interazione tra diverse sensibilità giocate tra origine orientale e salda cultura figurale occidentale.
Nei suoi dipinti convive una sensibilità per la forma ed il colore ed al tempo una decisa scelta della rappresentazione, il tutto trattato con una vivacità tecnica e figurale che sposta continuamente l’assunto percettivo della sua indagine pittorica.
Mauro Lucarini persegue lucidamente una idea dello spazio, uno spazio declinato attraverso tutte le sue possibilità, dalla tridimensionalità delle installazioni e sculture, alla variazione delle texture dei piani bidimensionali.
L’idea sculturale si coniuga alle modalità installative, in una continua osmosi tra le varie esperienze, che tuttavia mantengono una chiara continuità stilistica e concettuale.
La fotografia di Valeria Scrilatti è declinata come modalità espressiva,ma anche come lente deformante o analitica per riflettere il mondo, l’uso stesso del b/n permette paradossalmente una intensa cromia risolta nelle innumerevoli variazioni di grigio comprese tra il nero ed il bianco.
Questa tecnica non è squadernata in una sorta di sinossi delle possibilità fotografiche, ma viene usata dall’artista per saldare e al tempo dissaldare l’immagine che diviene evocazione luministica .
Nella visione pittorica di Tonino Serfilippi la realtà è trasfigurata in una semplificazione che non cade nell’ingenuità, perché riscattata da una visone pittorica e partecipata del mondo.
I paesaggi, gli scorci di paesi, l’evocazione di immote statue conferiscono alla sua pittura una visionarietà trasognata che sconfina a volte in una sensibilità quasi metafisica.
Chiara Corradi utilizza la pittura nelle sue varie e possibili valenze espressive e figurali, non assume l’idea di stile come gabbia iconica in cui inscrivere la forma, anzi pratica una sorta di deriva figurativa in cui l’attenzione e la resa espressiva vengono adottate come modalità operative.
Così ogni dipinto è una nuova scrittura, una nuova sperimentazione di forma ed espressione.
L’arte come denuncia di un certo pressappochismo intellettuale, non assume in Franco Cenerelli forma di propaganda, ma diviene operazione culturale e concettuale rigorosa e sapiente.
Lo stesso assunto iconico e figurale viene continuamente riscritto, riformato, si potrebbe dire, senza porsi banali e fuorvianti dettami stilistici e senza ridurre la ricerca a mero esercizio di stile.
Il suo è un pensiero che si fa forma e, non come in alcuni casi contemporanei, una forma che illustra un pensiero, quindi la sua ricerca unisce un rigore intellettuale ad una piena libertà espressiva, giungendo a soluzioni stilistiche di ampio respiro pittorico.
Nico Macina adotta la trasversalità come modalità operativa intersecando le metodologie dell’agire artistico contemporaneo attraverso l’uso di vari media.
Quindi la fotografia diviene documento di un concetto rigoroso,attraverso il presentarsi del reale,oppure suggerisce una simbiotica erranza tra installazione, pratica e intervento espressivo, denaturando l’apparente naturalità dell’immagine, ed evidenziando altri sensi attraverso modalità operative di impronta concettuale.
Sandro Ciriscioli evoca l’idea del paesaggio, ma ne trasfigura il sembiante traducendolo con una pittura lirica in un apparato cromatico pienamente calibrato.
L’idea non è di rappresentare, ma di far essere, di far venire al mondo, una visionarietà che non trasfigura, ma che puntualizza nelle forme e nei rapporti tonali una diversa idea di spazio ed ambiente.
Ed è proprio la percezione, lo strumento attraverso il quale l’artista, con i suoi toni vibranti e le delicate velature, rivela una sorta di mondo che appare appena al di sotto dell’epidermide del quotidiano.
Citiamo per l’interessante ricerca che li contraddistingue altri artisti come Paolo Silvestri, Andrea Bertuccioli, Cristina Paccapelo, che dimostrano una piena maturità di ricerca e risultano estremamente significativi nello sviluppo dei temi e delle forme trattate.
Inoltre in questo contesto di trasversalità di ricerca va indubbiamente segnalata la presenza di Stefano Sanchini, poeta che traduce la presenza e la ricerca dell’uomo, nel senso del viaggio che diviene esperienza e conoscenza di sé e degli altri; e Marco Severini musicista dalla solida formazione di ricerca che spazia in varie tipologie musicali, riassorbite nella visione unitaria di una propria consapevolezza musicale, come in questo caso in cui presenta un pezzo costituito da campionature di esplosioni, armi, voci, suoni, che generalmente vengono utilizzate nel sonoro di film di guerra.
Maurizio Cesarini
“DIFENDI CONSERVA PREGA” è anche il titolo di questa operazione artistica, che ha avuto inizio in aprile con la ripulitura delle Mura Malatestiane a Fano e che vede qui negli spazi della Rocca la sua fase finale creativa – espositiva.
Regresso Arti, in accordo con l’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato ai Beni Monumentali del Comune di Fano, ha offerto il proprio servizio di pulizia da graffiti e smog in cambio della disponibilità della Rocca per poter organizzare un evento artistico che comprenderà Pittura, Scultura, Mosaico, Incisione, Fotografia, Video, Poesia, Musica.
Questo, grazie allo “spontaneismo armato di buona volontà” del nucleo “Regresso Pro Civitate”, che cerca di imporsi, attraverso operazioni intellettuali ed operative, sul degrado e l’incuria dei nostri spazi urbani e mentali.
Per coinvolgere il visitatore nel processo di produzione artistica, nelle celle della Rocca verranno allestiti laboratori aperti di Incisione e Mosaico.
L’intento è quello di sensibilizzare i cittadini affinché si riapproprino della città e ne abbiano cura e quello di far conoscere ai giovani forme di espressione altre rispetto alla prevaricazione, al vandalismo ed al gusto della trasgressione, oggi come non mai mosse da un feroce conformismo omologante.
Già nel ’68 Pasolini denunciava un certo modo di intendere la contestazione:
"I contestatori distruggono esattamente quel che il potere neo-capitalistico vuole abbattere”: i legami tradizionali, religiosi, l’attaccamento alle radici, il senso comunitario, la solidarietà con gli altri, il senso dell’autenticità, dell’austerità, del mistero. E impongono esattamente ciò che il neocapitalismo vuole imporre: il primato del fare, il feticismo della roba, la proiezione totale nel futuro, il culto del progresso, la teologia del cambiamento.(...)
Ancora Pasolini, nel documentario “Le Mura di Sana’a”, individua il male insito nel progresso:
“Ormai, del resto, la distruzione del mondo antico, ossia del mondo reale, è in atto dappertutto. L’irrealtà dilaga attraverso la speculazione edilizia del neocapitalismo; al posto dell’Italia bella e umana, anche se povera, c’è ormai qualcosa di indefinibile che chiamare brutto è poco”.
La rivoluzione oggi possibile non può più quindi consistere in un mutamento totale rispetto al passato, ma nel recupero di valori che lo sviluppo industriale ha distrutto.
Rivoluzione quindi culturale: il recupero, la conservazione di modi d'essere non borghesi, la difesa della diversità dell'antico nelle persone e nelle cose, devono essere le trincee del rivoluzionario di oggi.
Raccogliamo quindi l’esortazione di “Saluto e Augurio” in cui Pasolini si rivolge ad un giovane:
“Dentro il nostro mondo, dì di non essere borghese, ma un santo o un soldato: un santo senza ignoranza, o un soldato senza violenza.”
Franco Cenerelli
DIFENDI CONSERVA PREGA
L’occasione della mostra nasce da una operazione di intervento nel territorio,che ha avuto come scopo quello di creare una sorta di riavvicinamento della gente ai luoghi in cui abita.
Attraverso la pulitura di vari ambienti dalle scritte e dallo smog così da riscoprire luoghi, puntualizzare uno sguardo nell’ambiente, aprire l’orizzonte di una operatività che sia provocatoriamente positiva.
Ma il senso della mostra si evidenzia da subito per una aperta disponibilità verso le varie forme che l’arte adotta nella traduzione del suo pensiero e nella scelta delle possibilità linguistiche che persegue.
Infatti i vari artisti spaziano, anzi attraversano in senso trasversale tutte le tipologie dell’operare artistico, adottando le varie specificità in senso ampliato con una attitudine che assume più un versante plurilinguistico, che la semplice idea della pratica della forma o della non forma.
In Andrea Corradi c’è l’idea di una natura materna tradotta dall’uomo in matrigna, che lo condanna ad una perdita dell’origine ed in questo risiede forse la sua scelta legata al mosaico.
Un materiale che è strettamente affine alla terra, è tecnica, ma anche esperienza conoscitiva, fortemente connotata da un ricongiungimento tra figura ed archetipo primigenio.
Nel caso di Davide Dall’Osso il movimento è compiuto attraverso una tipologia sculturale, nella ridefinizione della corporeità.
In alcune opere apparati corporei, quasi crisalidi di una avvenuta mutazione mostrano un potente senso evocativo di rinascita e suggeriscono una presenza decisa dell’uomo.
Matteo Gennari lavora sul ricongiungimento di elementi che a prima vista possono apparire dissonanti, ma la sua è una precisa metaforizzazione oppositiva ad una tipica caratteristica della nostra civiltà: la dissezione e la dispersione.
La tecnologia, le pulsioni umane, la scienza e l’arte sono frantumate e divise in ambiti settoriali che le disumanizzano; nel suo lavoro l’artista riannoda e ritesse il senso di queste esperienze, dando loro coerenza ed unità di senso.
La pittura di Paolo Girardi è agita, esperita e inglobata nella sua visione; egli non attiva quindi una falsa definizione figurale, attraverso la riconoscibilità di uno stile o di una corrente.
Il suo percorso attraversa la pelle della pittura dilatandone l’epidermide nel passato, attraversando il presente e proiettandosi nel futuro, l’apparato iconico con tutta la sua portata visiva si impone quindi fortemente alla percezione del fruitore.
In Kiyoko Hirai la figurazione non è semplice messa in forma del visibile, ma interazione tra diverse sensibilità giocate tra origine orientale e salda cultura figurale occidentale.
Nei suoi dipinti convive una sensibilità per la forma ed il colore ed al tempo una decisa scelta della rappresentazione, il tutto trattato con una vivacità tecnica e figurale che sposta continuamente l’assunto percettivo della sua indagine pittorica.
Mauro Lucarini persegue lucidamente una idea dello spazio, uno spazio declinato attraverso tutte le sue possibilità, dalla tridimensionalità delle installazioni e sculture, alla variazione delle texture dei piani bidimensionali.
L’idea sculturale si coniuga alle modalità installative, in una continua osmosi tra le varie esperienze, che tuttavia mantengono una chiara continuità stilistica e concettuale.
La fotografia di Valeria Scrilatti è declinata come modalità espressiva,ma anche come lente deformante o analitica per riflettere il mondo, l’uso stesso del b/n permette paradossalmente una intensa cromia risolta nelle innumerevoli variazioni di grigio comprese tra il nero ed il bianco.
Questa tecnica non è squadernata in una sorta di sinossi delle possibilità fotografiche, ma viene usata dall’artista per saldare e al tempo dissaldare l’immagine che diviene evocazione luministica .
Nella visione pittorica di Tonino Serfilippi la realtà è trasfigurata in una semplificazione che non cade nell’ingenuità, perché riscattata da una visone pittorica e partecipata del mondo.
I paesaggi, gli scorci di paesi, l’evocazione di immote statue conferiscono alla sua pittura una visionarietà trasognata che sconfina a volte in una sensibilità quasi metafisica.
Chiara Corradi utilizza la pittura nelle sue varie e possibili valenze espressive e figurali, non assume l’idea di stile come gabbia iconica in cui inscrivere la forma, anzi pratica una sorta di deriva figurativa in cui l’attenzione e la resa espressiva vengono adottate come modalità operative.
Così ogni dipinto è una nuova scrittura, una nuova sperimentazione di forma ed espressione.
L’arte come denuncia di un certo pressappochismo intellettuale, non assume in Franco Cenerelli forma di propaganda, ma diviene operazione culturale e concettuale rigorosa e sapiente.
Lo stesso assunto iconico e figurale viene continuamente riscritto, riformato, si potrebbe dire, senza porsi banali e fuorvianti dettami stilistici e senza ridurre la ricerca a mero esercizio di stile.
Il suo è un pensiero che si fa forma e, non come in alcuni casi contemporanei, una forma che illustra un pensiero, quindi la sua ricerca unisce un rigore intellettuale ad una piena libertà espressiva, giungendo a soluzioni stilistiche di ampio respiro pittorico.
Nico Macina adotta la trasversalità come modalità operativa intersecando le metodologie dell’agire artistico contemporaneo attraverso l’uso di vari media.
Quindi la fotografia diviene documento di un concetto rigoroso,attraverso il presentarsi del reale,oppure suggerisce una simbiotica erranza tra installazione, pratica e intervento espressivo, denaturando l’apparente naturalità dell’immagine, ed evidenziando altri sensi attraverso modalità operative di impronta concettuale.
Sandro Ciriscioli evoca l’idea del paesaggio, ma ne trasfigura il sembiante traducendolo con una pittura lirica in un apparato cromatico pienamente calibrato.
L’idea non è di rappresentare, ma di far essere, di far venire al mondo, una visionarietà che non trasfigura, ma che puntualizza nelle forme e nei rapporti tonali una diversa idea di spazio ed ambiente.
Ed è proprio la percezione, lo strumento attraverso il quale l’artista, con i suoi toni vibranti e le delicate velature, rivela una sorta di mondo che appare appena al di sotto dell’epidermide del quotidiano.
Citiamo per l’interessante ricerca che li contraddistingue altri artisti come Paolo Silvestri, Andrea Bertuccioli, Cristina Paccapelo, che dimostrano una piena maturità di ricerca e risultano estremamente significativi nello sviluppo dei temi e delle forme trattate.
Inoltre in questo contesto di trasversalità di ricerca va indubbiamente segnalata la presenza di Stefano Sanchini, poeta che traduce la presenza e la ricerca dell’uomo, nel senso del viaggio che diviene esperienza e conoscenza di sé e degli altri; e Marco Severini musicista dalla solida formazione di ricerca che spazia in varie tipologie musicali, riassorbite nella visione unitaria di una propria consapevolezza musicale, come in questo caso in cui presenta un pezzo costituito da campionature di esplosioni, armi, voci, suoni, che generalmente vengono utilizzate nel sonoro di film di guerra.
Maurizio Cesarini
01
giugno 2007
Regresso 2007 – Difendi conserva prega
Dal primo al 10 giugno 2007
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
ROCCA MALATESTIANA
Fano, Via Mura Malatestiane, (Pesaro E Urbino)
Fano, Via Mura Malatestiane, (Pesaro E Urbino)
Vernissage
1 Giugno 2007, ore 18
Sito web
www.regresso.it
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