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Regresso 2008
Comunicato stampa
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FANO - FERMIGNANO (PU)
FANO:
Dal 5 al 28 ottobre
Inaugurazione domenica 5 ottobre ore 18.30
a cura di Maurizio Cesarini e Associazione Regresso Arti
Rocca Malatestiana
Via Mura Malatestiane (61032)
Orari di apertura:
Pom. 17.00 - 22.00
Per informazioni: associazione@regresso.it
349 0741792
FERMIGNANO:
Dal 4 al 26 ottobre
Inaugurazione sabato 4 ottobre ore 18.30
a cura di Maurizio Cesarini e Associazione Regresso Arti
Galleria di Arte Contemporanea "Bramante"
Via Martiri Della Libertà (61033)
Orari di apertura:
Sabato 4 Ottobre: Matt. 10.30 - 12.30 Pom. 18.30 - 20.00
Gli altri giorni: Pom. 16.00 - 19.00 Mattino su prenotazione (scuole e gruppi)
Per informazioni:
Ufficio Cultura 0722.331728
UNA GIORNATA GUADAGNATA, UNA GIORNATA PERSA
E UNA GIORNATA RITROVATA
di Paolo Fraternali*
Giornata guadagnata
Si inaugura il 4 ottobre e per la prima volta anche in molte italiane città, raggiungendo così una diffusione su tutto il nostro territorio, la quarta edizione della Giornata del Contemporaneo, il grande evento promosso dall’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (AMACI) dedicato all’arte del nostro tempo e al suo pubblico. Punto di partenza della manifestazione è la sinergia creatasi tra alcune delle realtà più dinamiche nella promozione del contemporaneo presenti, che partecipano all’evento unite nell’intento di allargare il numero dei fruitori di arte contemporanea. Tale "giornata" non può che rallegrarmi, essendo un’artista, e rallegrare tutti quelli che della comunicazione attraverso le immagini ne sono testimoni (come sostiene uno dei maggiori storici dell’arte, Peter Burke, gli artisti sono dei "testimoni oculari"), o chi attraverso la testimonianza non hobbistica, non impiegatizia e che non persegua tentativi di tipo originalista (il copia e incolla o lo stupire a tutti i costi), "informa con senso, senza cercare consenso, sperimentando, quando occorre, anche il dissenso" (Vincenzo Estremo).
Con la definizione di "testimoni oculari" Burke intende affermare che il contributo delle immagini, lasciate dagli artisti nella storia e quindi contemporanei al loro tempo, è altrettanto importante quanto quello scritto per ricostruire un preciso percorso storico e per capire e analizzare realtà trascorse o in corso. Senza la testimonianza degli artisti visivi, noi non avremmo mai potuto sapere come per esempio un tempo fossero i costumi di vita o come fossero gli interni delle case popolari o di edifici nobiliari, come ci si vestiva o, attraverso una committenza derivata da un regime, quale fosse il messaggio che doveva arrivare alla gente e quali fossero le mediazioni intrinseche o codificate a cui l’artista ricorreva per affermare comunque il proprio pensiero critico tramutando così il contenuto (committenza) in contenitore e il contenitore (poetica) in contenuto. L’augurio che faccio e la speranza che conservo è quella che le Istituzioni preposte e attinenti siano più attente e sensibili, specialmente nei confronti di artisti giovani o non storicizzati, mettendo loro a disposizione spazi, attrezzature e strumenti (basterebbe darne un po’ meno a quelli di regime, a quelli devoti ai poteri forti, ahimè un epidemia, e ai simpaticissimi artefici di "quadri molto bealli" , con curricula tanto creativi da essere più interessanti dei quadri stessi, clienti solo di partiti e di parrocchie) per poter così comunicare informazioni e predizioni a noi utilissime.
Ecco, la G. d. C. è o dovrebbe essere occasione per riflettere dell’importanza di tutto ciò e se fosse davvero così questo mi rallegrerebbe.
Ma queste tematiche dovrebbero essere vissute dagli artisti e fruite dalla gente ogni giorno, poiché l’artista autentico è quello contemporaneo e il più delle volte è giovane, anzi giovanissimo se non quasi poco più che adolescente come nella maggior parte dei casi degli artisti del passato. E qui mi rallegro meno constatando il trattamento riservato non solo al giovane artista, ma all’Artista in generale, all’Arte e alle Arti da parte delle Istituzioni pubbliche e private.
Giornata persa
Il 4 ottobre è la festa di S.Francesco d’Assisi, il "giullare di Dio" e "l’illetterato" come piaceva lui definirsi, il "secondo Cristo", come lo definivano i suoi contemporanei e non, il Patrono degli Ecologi, proclamato da papa Giovanni Paolo II nel 1979, i "cavalieri della tavola rotonda", così definiva chiamare se stesso e i suoi primi fratres: Bernardo da Quintavalle, Pietro, Egidio, Sabbatino, Morico il Piccolo, Giovanni de Cappella, Filippo Longo, Giovanni da S.Costanzo, Barbaro, Bernardo di Vigilante e Angelo Tancredi.
Questi dodici "cavalieri" che formavano la piccola e originale fraternità (si badi che la forma istituzionale identificativa è quella della fraternitas, non certo quella di un ordine religioso) si recano a Roma per incontrare Papa Innocenzo III e chiedere il riconoscimento, poi ottenuto, del "vivere secondo il Santo Vangelo" "protoreregola" o "propositum vitae" del 1209.
Tante sono le definizioni date a questo grande uomo e infiniti sono i testi che lo riguardano. Una vera e vastissima letteratura esplosa agli inizi del ‘900 con il testo del Sabatier "Vita di San Francesco d’Assisi", ha riacceso l’enorme dibattito e interesse da ogni settore anche non confessionale, su S. Francesco e la storia dei frati minori e del francescanesimo. Stiamo trattando di uno degli "uomini" più importanti nella storia della nostra umanità intera, del Medioriente, dell’Europa e sopratutto dell’Italia e delle Marche. «La Marca di Ancona avrebbe finito per essere la provincia francescana per eccellenza. Là sono Offida, San Severino, Macerata, Forano, Cingoli, Fermo, Massa e altri venti eremi in cui la povertà avrebbe trovato, per più di un secolo, i suoi araldi e i suoi martiri. Di là sono usciti Giovanni della Verna, Jacopo da Massa, Corrado da Offida, Angelo Clareno,» e qui vorrei ricordare tra i tantissimi Ludovico e Raffaele da Fossombrone padri fondatori assieme a Matteo da Bascio (che ne è stato il padre spirituale) dell’Ordine francescano dei Cappuccini nato nel 1536 «e, quelle schiere di anonimi rivoluzionari, di sognatori, di profeti che a partire dai frati estirpati nel 1224 dal generale dell’Ordine, Crescenzio da Jesi, non smisero d’arruolarsi, e, con la loro fiera resistenza a tutti i poteri, scrissero una delle più belle pagine della storia religiosa del medioevo» – (Paul Sabatier). Ma nella Giornata guadagnata (Giornata del Contemporaneo), voglio soffermarmi a riflettere sulla "Giornata Persa", ovvero, S.Francesco, Patrono d’Italia. Trent’anni fa, circa, il 4 ottobre era festa nazionale. Le scuole, gli uffici pubblici e le fabbriche chiudevano per festeggiare S. Francesco, Patrono d’Italia. Una Festività soppressa da un Governo d’allora, tra l’altro, vicino delle gerarchie ecclesiastiche come, del resto, quello ora "regnante". Nel 1926 fu celebrato in tutto il mondo cattolico il settimo centenario francescano. In tale occasione il Sindaco di Assisi presentava al Capo del Governo la seguente istanza: «A nome del Comune e del popolo di Assisi, custodi della gloria di Colui che venne definito il più Italiano dei Santi e il più Santo degli Italiani, mi onoro confermare la proposta già fatta all’E.V., che il 4 ottobre 1926, anniversario del settimo centenario della morte di S. Francesco, venga dichiarato festa Nazionale». Acconsentiva il Governo a tale iniziativa e fu altamente significativo che nella decisione si volesse mettere in evidenza essere questo il voto e non soltanto della città di Assisi, ma dell’intero popolo italiano. Finalmente il 18 giugno del 1939, Pio XII lo dichiara Patrono d’Italia. Nel 1958 la festa di San Francesco è dichiarata solennità civile dalla Repubblica Italiana per poi essere abolita nel 1977.
Tutti gli altri paesi del mondo civile, nella palingenesi cristiana, hanno ritrovato l’essenza spirituale di sé medesimi nel Santo che fu ed apparve come il fondatore della città nazionale: San Patrizio "è l’Irlanda", San Giorgio "è l’Inghilterra", Santo Stefano "è l’Ungheria", San Venceslao "è la Boemia". Nella storia delle nazioni latine, Santa Teresa "è la Spagna", Santa Giovanna "è la Francia"; e Spagna e Francia hanno una festa nazionale a celebrare la gloria delle loro eroine. Perché in Italia è stata tolta la sua festa nazionale, la festa del suo Santo, che dalla terra al cielo invoca, sulla famiglia dei suoi conterranei e dei suoi consanguinei, le benedizioni di Dio?
L’Italia non saluta più in San Francesco il più puro esponente della religiosità cristiana. S. Francesco è un autentico testimone un esempio di vita e di sobrietà sotto ogni angolazione anche per i non cristiani, parametro utilissimo per affrontare le grandi difficoltà e insidie dei nostri giorni. La radicalità di Francesco, è totalità di adesione (corpo, anima, intelligenza e volontà) al messaggio di Cristo e come interpretazione semplice (l’illetterato), senza commenti o spiegazioni, ma non legalista e letterale del Vangelo. Sarebbe fin troppo facile, imitare ciecamente e in un modo rigido l’esempio di Cristo di 2000 anni fa perché sarebbe Lui a fare le scelte per noi. Ma Seguirlo attraverso l’autentico esempio di Francesco, testimone per eccellenza del messaggio di Cristo, qui e oggi nel contemporaneo e per gli artisti nella Giornata del Contemporaneo ("il giullare di Dio"), è interrogarsi con responsabilità su quale sia la strada da percorrere, nella nostra attuale e contingente situazione esistenziale.
Giornata ritrovata
Pertanto questa fausta Giornata del Contemporaneo desidero dedicarla, anche a nome dell’Associazione Culturale Regresso Arti che mi ha incaricato, e questo mi ha onorato sinceramente, a S. Francesco d’Assisi, giornata anche della sua festa nelle vesti di "giullare di Dio".
I giullari, al tempo del medioevo, erano i veri artisti contemporanei. Facevano informazione servendosi di immagini scenografiche, di spettacoli mimici, (una delle più efficaci prediche del Santo fu un lungo intervento muto servendosi solo di gesti e ceneri di fronte alle "povere dame" di S.Damiano), di poesia visiva, di tecniche teatrali, performance, installazioni (la sua invenzione del presepio realizzata a Greggio ne è un esempio) e quant’altro per raggiungere i loro scopi. Un giullare. E un pazzo, dato che il folle è una figura nel medioevo tanto vicina al giullare che sovente si fonde con essa o si appropria degli attributi di quella: ad esempio il comportamento fuori dal comune, il parlare libero, la nudità oppure l’abito inconsueto, dai colori mal abbinati o magari dalle toppe variopinte. Francesco sentendosi chiamato a testimoniare con l’esempio – e con la parola, quando predicava ma d’un un predicatore fatto di esempi – di quello scandalo e di quella follia ch’è la croce, Francesco esprimeva la sua vicinanza agli iaculatores dichiarando di voler essere novissimus pazzus in hoc mundo, «il più singolare pazzo del mondo». La parola pazzus, nel suo latino grosso tanto vicino al volgare, esprime bene il contesto declamatorio, quasi spettacolare, nel quale tali dichiarazioni avvenivano. L’esperienza giullaresca attraeva Francesco perché antica simpatia. La vita libera e lieta dei giullari, il parlar franco come solo a loro poteva essere consentito, la capacità in apparenza innata (in realtà frutto di lungo studio e probabilmente di dure lezioni dalla vita) di frequentare allo stesso modo e con il medesimo tratto i ricchi e i poveri, i potenti e la gente da nulla.
Al Francesco giullare, artista autentico, testimone del suo tempo e dei tempi, in sintonia con i mezzi espressivi di oggi (installazioni, performance, teatro, ecc…) dedichiamo la GIORNATA DEL CONTEMPORANEO, ritrovando la "giornata persa".
Per chi volesse approfondire su Francesco e sul francescanesimo:
PAUL SABATIER, Vita di San Francesco d’Assisi, MONDADORI 1931 – GRADO GIOVANNI MERLO, Nel nome di San Francesco, Storia dei frati Minori e del francescanesimo, EDITRICI FRANCESCANE 2003 – ROBERTO ROSSELLINI, Francesco Giullare di Dio, FILM 1950 – PETER BURKE, TESTIMONI OCULARI, CARROCCI.
* Docente di Tecniche dell’Incisione – Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti a Venezia.
FANO:
Dal 5 al 28 ottobre
Inaugurazione domenica 5 ottobre ore 18.30
a cura di Maurizio Cesarini e Associazione Regresso Arti
Rocca Malatestiana
Via Mura Malatestiane (61032)
Orari di apertura:
Pom. 17.00 - 22.00
Per informazioni: associazione@regresso.it
349 0741792
FERMIGNANO:
Dal 4 al 26 ottobre
Inaugurazione sabato 4 ottobre ore 18.30
a cura di Maurizio Cesarini e Associazione Regresso Arti
Galleria di Arte Contemporanea "Bramante"
Via Martiri Della Libertà (61033)
Orari di apertura:
Sabato 4 Ottobre: Matt. 10.30 - 12.30 Pom. 18.30 - 20.00
Gli altri giorni: Pom. 16.00 - 19.00 Mattino su prenotazione (scuole e gruppi)
Per informazioni:
Ufficio Cultura 0722.331728
UNA GIORNATA GUADAGNATA, UNA GIORNATA PERSA
E UNA GIORNATA RITROVATA
di Paolo Fraternali*
Giornata guadagnata
Si inaugura il 4 ottobre e per la prima volta anche in molte italiane città, raggiungendo così una diffusione su tutto il nostro territorio, la quarta edizione della Giornata del Contemporaneo, il grande evento promosso dall’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani (AMACI) dedicato all’arte del nostro tempo e al suo pubblico. Punto di partenza della manifestazione è la sinergia creatasi tra alcune delle realtà più dinamiche nella promozione del contemporaneo presenti, che partecipano all’evento unite nell’intento di allargare il numero dei fruitori di arte contemporanea. Tale "giornata" non può che rallegrarmi, essendo un’artista, e rallegrare tutti quelli che della comunicazione attraverso le immagini ne sono testimoni (come sostiene uno dei maggiori storici dell’arte, Peter Burke, gli artisti sono dei "testimoni oculari"), o chi attraverso la testimonianza non hobbistica, non impiegatizia e che non persegua tentativi di tipo originalista (il copia e incolla o lo stupire a tutti i costi), "informa con senso, senza cercare consenso, sperimentando, quando occorre, anche il dissenso" (Vincenzo Estremo).
Con la definizione di "testimoni oculari" Burke intende affermare che il contributo delle immagini, lasciate dagli artisti nella storia e quindi contemporanei al loro tempo, è altrettanto importante quanto quello scritto per ricostruire un preciso percorso storico e per capire e analizzare realtà trascorse o in corso. Senza la testimonianza degli artisti visivi, noi non avremmo mai potuto sapere come per esempio un tempo fossero i costumi di vita o come fossero gli interni delle case popolari o di edifici nobiliari, come ci si vestiva o, attraverso una committenza derivata da un regime, quale fosse il messaggio che doveva arrivare alla gente e quali fossero le mediazioni intrinseche o codificate a cui l’artista ricorreva per affermare comunque il proprio pensiero critico tramutando così il contenuto (committenza) in contenitore e il contenitore (poetica) in contenuto. L’augurio che faccio e la speranza che conservo è quella che le Istituzioni preposte e attinenti siano più attente e sensibili, specialmente nei confronti di artisti giovani o non storicizzati, mettendo loro a disposizione spazi, attrezzature e strumenti (basterebbe darne un po’ meno a quelli di regime, a quelli devoti ai poteri forti, ahimè un epidemia, e ai simpaticissimi artefici di "quadri molto bealli" , con curricula tanto creativi da essere più interessanti dei quadri stessi, clienti solo di partiti e di parrocchie) per poter così comunicare informazioni e predizioni a noi utilissime.
Ecco, la G. d. C. è o dovrebbe essere occasione per riflettere dell’importanza di tutto ciò e se fosse davvero così questo mi rallegrerebbe.
Ma queste tematiche dovrebbero essere vissute dagli artisti e fruite dalla gente ogni giorno, poiché l’artista autentico è quello contemporaneo e il più delle volte è giovane, anzi giovanissimo se non quasi poco più che adolescente come nella maggior parte dei casi degli artisti del passato. E qui mi rallegro meno constatando il trattamento riservato non solo al giovane artista, ma all’Artista in generale, all’Arte e alle Arti da parte delle Istituzioni pubbliche e private.
Giornata persa
Il 4 ottobre è la festa di S.Francesco d’Assisi, il "giullare di Dio" e "l’illetterato" come piaceva lui definirsi, il "secondo Cristo", come lo definivano i suoi contemporanei e non, il Patrono degli Ecologi, proclamato da papa Giovanni Paolo II nel 1979, i "cavalieri della tavola rotonda", così definiva chiamare se stesso e i suoi primi fratres: Bernardo da Quintavalle, Pietro, Egidio, Sabbatino, Morico il Piccolo, Giovanni de Cappella, Filippo Longo, Giovanni da S.Costanzo, Barbaro, Bernardo di Vigilante e Angelo Tancredi.
Questi dodici "cavalieri" che formavano la piccola e originale fraternità (si badi che la forma istituzionale identificativa è quella della fraternitas, non certo quella di un ordine religioso) si recano a Roma per incontrare Papa Innocenzo III e chiedere il riconoscimento, poi ottenuto, del "vivere secondo il Santo Vangelo" "protoreregola" o "propositum vitae" del 1209.
Tante sono le definizioni date a questo grande uomo e infiniti sono i testi che lo riguardano. Una vera e vastissima letteratura esplosa agli inizi del ‘900 con il testo del Sabatier "Vita di San Francesco d’Assisi", ha riacceso l’enorme dibattito e interesse da ogni settore anche non confessionale, su S. Francesco e la storia dei frati minori e del francescanesimo. Stiamo trattando di uno degli "uomini" più importanti nella storia della nostra umanità intera, del Medioriente, dell’Europa e sopratutto dell’Italia e delle Marche. «La Marca di Ancona avrebbe finito per essere la provincia francescana per eccellenza. Là sono Offida, San Severino, Macerata, Forano, Cingoli, Fermo, Massa e altri venti eremi in cui la povertà avrebbe trovato, per più di un secolo, i suoi araldi e i suoi martiri. Di là sono usciti Giovanni della Verna, Jacopo da Massa, Corrado da Offida, Angelo Clareno,» e qui vorrei ricordare tra i tantissimi Ludovico e Raffaele da Fossombrone padri fondatori assieme a Matteo da Bascio (che ne è stato il padre spirituale) dell’Ordine francescano dei Cappuccini nato nel 1536 «e, quelle schiere di anonimi rivoluzionari, di sognatori, di profeti che a partire dai frati estirpati nel 1224 dal generale dell’Ordine, Crescenzio da Jesi, non smisero d’arruolarsi, e, con la loro fiera resistenza a tutti i poteri, scrissero una delle più belle pagine della storia religiosa del medioevo» – (Paul Sabatier). Ma nella Giornata guadagnata (Giornata del Contemporaneo), voglio soffermarmi a riflettere sulla "Giornata Persa", ovvero, S.Francesco, Patrono d’Italia. Trent’anni fa, circa, il 4 ottobre era festa nazionale. Le scuole, gli uffici pubblici e le fabbriche chiudevano per festeggiare S. Francesco, Patrono d’Italia. Una Festività soppressa da un Governo d’allora, tra l’altro, vicino delle gerarchie ecclesiastiche come, del resto, quello ora "regnante". Nel 1926 fu celebrato in tutto il mondo cattolico il settimo centenario francescano. In tale occasione il Sindaco di Assisi presentava al Capo del Governo la seguente istanza: «A nome del Comune e del popolo di Assisi, custodi della gloria di Colui che venne definito il più Italiano dei Santi e il più Santo degli Italiani, mi onoro confermare la proposta già fatta all’E.V., che il 4 ottobre 1926, anniversario del settimo centenario della morte di S. Francesco, venga dichiarato festa Nazionale». Acconsentiva il Governo a tale iniziativa e fu altamente significativo che nella decisione si volesse mettere in evidenza essere questo il voto e non soltanto della città di Assisi, ma dell’intero popolo italiano. Finalmente il 18 giugno del 1939, Pio XII lo dichiara Patrono d’Italia. Nel 1958 la festa di San Francesco è dichiarata solennità civile dalla Repubblica Italiana per poi essere abolita nel 1977.
Tutti gli altri paesi del mondo civile, nella palingenesi cristiana, hanno ritrovato l’essenza spirituale di sé medesimi nel Santo che fu ed apparve come il fondatore della città nazionale: San Patrizio "è l’Irlanda", San Giorgio "è l’Inghilterra", Santo Stefano "è l’Ungheria", San Venceslao "è la Boemia". Nella storia delle nazioni latine, Santa Teresa "è la Spagna", Santa Giovanna "è la Francia"; e Spagna e Francia hanno una festa nazionale a celebrare la gloria delle loro eroine. Perché in Italia è stata tolta la sua festa nazionale, la festa del suo Santo, che dalla terra al cielo invoca, sulla famiglia dei suoi conterranei e dei suoi consanguinei, le benedizioni di Dio?
L’Italia non saluta più in San Francesco il più puro esponente della religiosità cristiana. S. Francesco è un autentico testimone un esempio di vita e di sobrietà sotto ogni angolazione anche per i non cristiani, parametro utilissimo per affrontare le grandi difficoltà e insidie dei nostri giorni. La radicalità di Francesco, è totalità di adesione (corpo, anima, intelligenza e volontà) al messaggio di Cristo e come interpretazione semplice (l’illetterato), senza commenti o spiegazioni, ma non legalista e letterale del Vangelo. Sarebbe fin troppo facile, imitare ciecamente e in un modo rigido l’esempio di Cristo di 2000 anni fa perché sarebbe Lui a fare le scelte per noi. Ma Seguirlo attraverso l’autentico esempio di Francesco, testimone per eccellenza del messaggio di Cristo, qui e oggi nel contemporaneo e per gli artisti nella Giornata del Contemporaneo ("il giullare di Dio"), è interrogarsi con responsabilità su quale sia la strada da percorrere, nella nostra attuale e contingente situazione esistenziale.
Giornata ritrovata
Pertanto questa fausta Giornata del Contemporaneo desidero dedicarla, anche a nome dell’Associazione Culturale Regresso Arti che mi ha incaricato, e questo mi ha onorato sinceramente, a S. Francesco d’Assisi, giornata anche della sua festa nelle vesti di "giullare di Dio".
I giullari, al tempo del medioevo, erano i veri artisti contemporanei. Facevano informazione servendosi di immagini scenografiche, di spettacoli mimici, (una delle più efficaci prediche del Santo fu un lungo intervento muto servendosi solo di gesti e ceneri di fronte alle "povere dame" di S.Damiano), di poesia visiva, di tecniche teatrali, performance, installazioni (la sua invenzione del presepio realizzata a Greggio ne è un esempio) e quant’altro per raggiungere i loro scopi. Un giullare. E un pazzo, dato che il folle è una figura nel medioevo tanto vicina al giullare che sovente si fonde con essa o si appropria degli attributi di quella: ad esempio il comportamento fuori dal comune, il parlare libero, la nudità oppure l’abito inconsueto, dai colori mal abbinati o magari dalle toppe variopinte. Francesco sentendosi chiamato a testimoniare con l’esempio – e con la parola, quando predicava ma d’un un predicatore fatto di esempi – di quello scandalo e di quella follia ch’è la croce, Francesco esprimeva la sua vicinanza agli iaculatores dichiarando di voler essere novissimus pazzus in hoc mundo, «il più singolare pazzo del mondo». La parola pazzus, nel suo latino grosso tanto vicino al volgare, esprime bene il contesto declamatorio, quasi spettacolare, nel quale tali dichiarazioni avvenivano. L’esperienza giullaresca attraeva Francesco perché antica simpatia. La vita libera e lieta dei giullari, il parlar franco come solo a loro poteva essere consentito, la capacità in apparenza innata (in realtà frutto di lungo studio e probabilmente di dure lezioni dalla vita) di frequentare allo stesso modo e con il medesimo tratto i ricchi e i poveri, i potenti e la gente da nulla.
Al Francesco giullare, artista autentico, testimone del suo tempo e dei tempi, in sintonia con i mezzi espressivi di oggi (installazioni, performance, teatro, ecc…) dedichiamo la GIORNATA DEL CONTEMPORANEO, ritrovando la "giornata persa".
Per chi volesse approfondire su Francesco e sul francescanesimo:
PAUL SABATIER, Vita di San Francesco d’Assisi, MONDADORI 1931 – GRADO GIOVANNI MERLO, Nel nome di San Francesco, Storia dei frati Minori e del francescanesimo, EDITRICI FRANCESCANE 2003 – ROBERTO ROSSELLINI, Francesco Giullare di Dio, FILM 1950 – PETER BURKE, TESTIMONI OCULARI, CARROCCI.
* Docente di Tecniche dell’Incisione – Grafica d’Arte presso l’Accademia di Belle Arti a Venezia.
05
ottobre 2008
Regresso 2008
Dal 05 al 28 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
ROCCA MALATESTIANA
Fano, Via Mura Malatestiane, (Pesaro E Urbino)
Fano, Via Mura Malatestiane, (Pesaro E Urbino)
Orario di apertura
Pom. ore 17.00 - 22.00
Vernissage
5 Ottobre 2008, ore 18,30
Autore
Curatore