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Rem Koolhaas – Singapore songlines
L’Associazione Culturale Quattrocentometriquadri parla di città, architettura e paesaggio con la presentazione del nuovo libro di Rem Koolhaas “SINGAPORE SONGLINES. Ritratto di una metropoli Potemkin … o trent’anni di tabula rasa”, a cura di M.di Robilant, Quodlibet, 2010.
Comunicato stampa
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L’Associazione Culturale Quattrocentometriquadri, in occasione dell’uscita del nuovo libro di Rem Koolhaas “SINGAPORE SONGLINES. Ritratto di una metropoli Potemkin … o trent’anni di tabula rasa”, a cura di M.di Robilant, edito dalla casa editrice marchigiana Quodlibet, organizza presso la Quattrocentometriquadri gallery di via Magenta 15 di Ancona, un appuntamento per la presentazione di questo libro, uscito da pochi giorni in libreria (7 aprile 2010).
Intervengono il curatore del libro Manfredo di Robilant, Pippo Ciorra e Manuel Orazi.
Introduce l'incontro Raffaela Coppari (Associazione Culturale Quattrocentometriquadri).
“Questo scritto del 1995 appare qui per la prima volta, e per iniziativa dell’autore, come volume autonomo. Una volta estratto dal suo ciclopico contenitore – il bestseller internazionale S,M,L,XL – esso risulta come trasportato a un livello diverso dell’atmosfera: ha un respiro più ampio che lo rinnova integralmente. E tale effetto è amplificato dal Prologo che Koolhaas, a distanza di quindici anni, ha aggiunto alla presente edizione”.
Interverranno il curatore Manfredo De Robilant, Pippo Corra (architetto, critico e professore di progettazione e teoria presso la Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno) e Manuel Orazi (architetto, dottorato allo IUAV di Venezia e responsabile ufficio stampa della casa editrice Quodlibet)
Nel tentativo di aprire un dibattito libero da rigidi schemi accademici per avvicinare un pubblico variegato ai temi più contemporanei del mondo dell’arte, dell’architettura e del paesaggio, l’ Associazione Culturale Quattrocentometriquadri ha accolto volentieri l’invito della casa editrice Quodlibet (che fra l’altro è una casa editrice marchigiana, che da poco ha avviato un discorso interessante anche sui temi dell’architettura e del paesaggio) a presentare questo nuovo testo di REM KOOLHAAS, con l’intento di proporre una stimolante riflessione sugli aspetti che collegano l’architettura per la città al rapporto tra ideazione e casualità, tra intenzione e realtà, infine tra occidente e oriente.
“La trasformazione dell’isola di Singapore da malconcio residuato postcoloniale in sfavillante laboratorio per le più audaci sperimentazioni della vita associata, architettonico/urbanistiche, ma anche politico/sociali e giuridiche, si giustappone quasi polarmente ai fenomeni indagati negli altri libri di Koolhaas già usciti in italiano: Delirious New York e Junkspace. Questi ultimi ritraggono forze impersonali che sovrastano ogni illusione di governo da parte dei singoli (tanto più le pretese degli architetti) e che presiedono allo sviluppo delle metropoli. A Singapore, invece, distopica new town permanente dove l’occidentalità si è del tutto emancipata dalle sue radici, ma resta tale, nonostante i «nostri» disperati tentativi di disconoscerla con ogni mezzo, l’autore individua la realizzazione di un esperimento senza precedenti: «la città rappresenta la produzione ideologica degli ultimi tre decenni nella sua forma pura, incontaminata da residui contestuali sopravissuti. È guidata da un regime che ha escluso l’accidente e la casualità; anche la sua natura è interamente rifatta. È pura intenzione; se c’è caos, è caos ideato; se è brutta, è di una bruttezza progettata; se è assurda, è di una assurdità voluta». Facendo affiorare le «songlines» di Singapore – termine che riecheggia Le Vie dei canti aborigene di Chatwin, dove nei canti si individuano miti della creazione e mappe immateriali del territorio – Koolhaas mostra tangibilmente come anche «l’occidentale», quando è utopia realizzata, sfocia nella zona di indistinzione fra inferno e paradiso.”
RECENSIONI
Singapore, una città che non ha più odore
Rem Koolhaas «La Stampa» 06-04-2010
Come il mito diventa "spazio spazzatura"
Alessandra Iadicicco «La Stampa» 06-04-2010”
Intervengono il curatore del libro Manfredo di Robilant, Pippo Ciorra e Manuel Orazi.
Introduce l'incontro Raffaela Coppari (Associazione Culturale Quattrocentometriquadri).
“Questo scritto del 1995 appare qui per la prima volta, e per iniziativa dell’autore, come volume autonomo. Una volta estratto dal suo ciclopico contenitore – il bestseller internazionale S,M,L,XL – esso risulta come trasportato a un livello diverso dell’atmosfera: ha un respiro più ampio che lo rinnova integralmente. E tale effetto è amplificato dal Prologo che Koolhaas, a distanza di quindici anni, ha aggiunto alla presente edizione”.
Interverranno il curatore Manfredo De Robilant, Pippo Corra (architetto, critico e professore di progettazione e teoria presso la Facoltà di Architettura di Ascoli Piceno) e Manuel Orazi (architetto, dottorato allo IUAV di Venezia e responsabile ufficio stampa della casa editrice Quodlibet)
Nel tentativo di aprire un dibattito libero da rigidi schemi accademici per avvicinare un pubblico variegato ai temi più contemporanei del mondo dell’arte, dell’architettura e del paesaggio, l’ Associazione Culturale Quattrocentometriquadri ha accolto volentieri l’invito della casa editrice Quodlibet (che fra l’altro è una casa editrice marchigiana, che da poco ha avviato un discorso interessante anche sui temi dell’architettura e del paesaggio) a presentare questo nuovo testo di REM KOOLHAAS, con l’intento di proporre una stimolante riflessione sugli aspetti che collegano l’architettura per la città al rapporto tra ideazione e casualità, tra intenzione e realtà, infine tra occidente e oriente.
“La trasformazione dell’isola di Singapore da malconcio residuato postcoloniale in sfavillante laboratorio per le più audaci sperimentazioni della vita associata, architettonico/urbanistiche, ma anche politico/sociali e giuridiche, si giustappone quasi polarmente ai fenomeni indagati negli altri libri di Koolhaas già usciti in italiano: Delirious New York e Junkspace. Questi ultimi ritraggono forze impersonali che sovrastano ogni illusione di governo da parte dei singoli (tanto più le pretese degli architetti) e che presiedono allo sviluppo delle metropoli. A Singapore, invece, distopica new town permanente dove l’occidentalità si è del tutto emancipata dalle sue radici, ma resta tale, nonostante i «nostri» disperati tentativi di disconoscerla con ogni mezzo, l’autore individua la realizzazione di un esperimento senza precedenti: «la città rappresenta la produzione ideologica degli ultimi tre decenni nella sua forma pura, incontaminata da residui contestuali sopravissuti. È guidata da un regime che ha escluso l’accidente e la casualità; anche la sua natura è interamente rifatta. È pura intenzione; se c’è caos, è caos ideato; se è brutta, è di una bruttezza progettata; se è assurda, è di una assurdità voluta». Facendo affiorare le «songlines» di Singapore – termine che riecheggia Le Vie dei canti aborigene di Chatwin, dove nei canti si individuano miti della creazione e mappe immateriali del territorio – Koolhaas mostra tangibilmente come anche «l’occidentale», quando è utopia realizzata, sfocia nella zona di indistinzione fra inferno e paradiso.”
RECENSIONI
Singapore, una città che non ha più odore
Rem Koolhaas «La Stampa» 06-04-2010
Come il mito diventa "spazio spazzatura"
Alessandra Iadicicco «La Stampa» 06-04-2010”
30
aprile 2010
Rem Koolhaas – Singapore songlines
Dal 30 aprile al primo maggio 2010
architettura
presentazione
incontro - conferenza
presentazione
incontro - conferenza
Location
QUATTROCENTOMETRIQUADRI GALLERY
Ancona, Via Magenta, 15, (Ancona)
Ancona, Via Magenta, 15, (Ancona)
Vernissage
30 Aprile 2010, ore 18.30
Editore
QUODLIBET
Autore