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Remo Bianchedi – Tesi Antitesi Sintesi. Episodi di pittura
40 opere realizzate con una particolare tecnica che riunisce sullo stesso supporto, l’olio, l’acquarello, il collage, lo stencil e la matita
Comunicato stampa
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Il legame con l’arte sudamericana che la galleria Agorarte di Milano continua ad alimentare attraverso iniziative che hanno permesso al pubblico italiano di conoscere personaggi quali Jorge Alio, Emmanuel Rocco–Cuzzi e Barbara Rodriguez Nuesch si arricchirà di un nuovo appuntamento che documenterà, questa volta, la produzione di Remo Bianchedi (Buenos Aires, 1950), uno dei maestri indiscussi dell’arte contemporanea argentina.
Dal 27 ottobre al 3 dicembre, infatti, la mostra Tesi Antitesi Sintesi. Episodi di pittura, curata da Simona Vigo, raccoglierà 40 opere realizzate con una particolare tecnica che riunisce sullo stesso supporto, l’olio, l’acquarello, il collage, lo stencil e la matita. Nei suoi lavori, la scrittura diviene parte integrante dell’opera perché, secondo Bianchedi, contribuisce a fornire gli elementi che la completano senza però spiegarla.
Allievo e collaboratore di Joseph Beuys, “Bianchedi – sottolinea la curatrice – è convinto che l’arte debba esprimersi attraverso simboli e debba innanzitutto formare le coscienze. La sua arte è uno strumento di impegno morale, che deve contenere sempre una riflessione esistenziale, mai ostentata in compiacimenti drammatici, ma rielaborata attraverso il senso estetico, l’equilibrio e la grazia della pittura”.
La personale, organizzata da Agorárte in collaborazione con il Gruppo Camuzzi, ripercorre la produzione più recente dell’artista argentino che si può dividere in tre grandi temi: il Castello Immerdorf, Un fantasma e Dopo.
Protagonista del primo è la figura umana con immagini femminili misteriose avvolte in decorazioni floreali. Il titolo della serie ha una connotazione storica oltre che poetica. Il Castello Immerdorf è un luogo realmente esistito situato nel nord-est dell’Austria. Fu utilizzato nella seconda guerra mondiale per conservare e proteggere dai bombardamenti molte delle opere d’arte che si trovavano nella galleria d’Arte Moderna di Vienna. Nel 1945 una divisione delle SS incendia il castello distruggendo la totalità delle opere, tra cui dieci dipinti di Gustav Klimt. Questi lavori rappresentano un omaggio al grande artista viennese.
Il secondo tema è dedicato a contenuti sociali e rappresenta il momento del passaggio dalla modernità alla contemporaneità. Si riferisce in particolare agli anni delle Avanguardie artistiche (Dada, Bauhaus, Surrealismo) che sono anche gli anni della profonda frattura del sistema stabile dell’organizzazione sociale. In questo gruppo di opere la figura umana comincia a integrarsi in un contesto sociale e ideologico che ne minimizza il ruolo da protagonista. Troviamo la riproduzione di un manifesto di lavoratori o persone colte in momenti di intima tristezza o concentrazione. Ora i motivi floreali resi con lo stencil sono sostituiti da motivi geometrici.
Dopo (Después) ha come tema la città. La figura umana è definitivamente scomparsa, convertendosi nel silenzio più totale di una natura fatta di cemento. È la natura pensata, disegnata e realizzata dall’uomo a suo uso e consumo, intesa, dall’artista, con una valenza positiva, una sorta di amuleto che fa della pittura un’opportunità di riscatto.
Remo Bianchedi nasce a Buenos Aires nel 1950. Dal 1969 al 1976 vive nel nord dell’Argentina. Dal 1976 al 1981 si trasferisce in Germania a Kassel. Nel 1982 vive a Madrid. Torna a Buenos Aires nel 1983 e vi resta fino al 1991. Dal 1991 si trasferisce a Cruz Chica in provincia di Cordoba. Oggi vive a Buenos Aires.
Dal 27 ottobre al 3 dicembre, infatti, la mostra Tesi Antitesi Sintesi. Episodi di pittura, curata da Simona Vigo, raccoglierà 40 opere realizzate con una particolare tecnica che riunisce sullo stesso supporto, l’olio, l’acquarello, il collage, lo stencil e la matita. Nei suoi lavori, la scrittura diviene parte integrante dell’opera perché, secondo Bianchedi, contribuisce a fornire gli elementi che la completano senza però spiegarla.
Allievo e collaboratore di Joseph Beuys, “Bianchedi – sottolinea la curatrice – è convinto che l’arte debba esprimersi attraverso simboli e debba innanzitutto formare le coscienze. La sua arte è uno strumento di impegno morale, che deve contenere sempre una riflessione esistenziale, mai ostentata in compiacimenti drammatici, ma rielaborata attraverso il senso estetico, l’equilibrio e la grazia della pittura”.
La personale, organizzata da Agorárte in collaborazione con il Gruppo Camuzzi, ripercorre la produzione più recente dell’artista argentino che si può dividere in tre grandi temi: il Castello Immerdorf, Un fantasma e Dopo.
Protagonista del primo è la figura umana con immagini femminili misteriose avvolte in decorazioni floreali. Il titolo della serie ha una connotazione storica oltre che poetica. Il Castello Immerdorf è un luogo realmente esistito situato nel nord-est dell’Austria. Fu utilizzato nella seconda guerra mondiale per conservare e proteggere dai bombardamenti molte delle opere d’arte che si trovavano nella galleria d’Arte Moderna di Vienna. Nel 1945 una divisione delle SS incendia il castello distruggendo la totalità delle opere, tra cui dieci dipinti di Gustav Klimt. Questi lavori rappresentano un omaggio al grande artista viennese.
Il secondo tema è dedicato a contenuti sociali e rappresenta il momento del passaggio dalla modernità alla contemporaneità. Si riferisce in particolare agli anni delle Avanguardie artistiche (Dada, Bauhaus, Surrealismo) che sono anche gli anni della profonda frattura del sistema stabile dell’organizzazione sociale. In questo gruppo di opere la figura umana comincia a integrarsi in un contesto sociale e ideologico che ne minimizza il ruolo da protagonista. Troviamo la riproduzione di un manifesto di lavoratori o persone colte in momenti di intima tristezza o concentrazione. Ora i motivi floreali resi con lo stencil sono sostituiti da motivi geometrici.
Dopo (Después) ha come tema la città. La figura umana è definitivamente scomparsa, convertendosi nel silenzio più totale di una natura fatta di cemento. È la natura pensata, disegnata e realizzata dall’uomo a suo uso e consumo, intesa, dall’artista, con una valenza positiva, una sorta di amuleto che fa della pittura un’opportunità di riscatto.
Remo Bianchedi nasce a Buenos Aires nel 1950. Dal 1969 al 1976 vive nel nord dell’Argentina. Dal 1976 al 1981 si trasferisce in Germania a Kassel. Nel 1982 vive a Madrid. Torna a Buenos Aires nel 1983 e vi resta fino al 1991. Dal 1991 si trasferisce a Cruz Chica in provincia di Cordoba. Oggi vive a Buenos Aires.
27
ottobre 2005
Remo Bianchedi – Tesi Antitesi Sintesi. Episodi di pittura
Dal 27 ottobre al 03 dicembre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA AGORARTE
Milano, Viale Angelo Filippetti, 41, (Milano)
Milano, Viale Angelo Filippetti, 41, (Milano)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 15-19
Vernissage
27 Ottobre 2005, ore 18
Ufficio stampa
CLP
Autore
Curatore