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Remo Bianco – i “3D”: uno sperimentalismo radicale
La Galleria Blu di Milano presenta una mostra dedicata ai “3D” di Remo Bianco, ciclo di lavori realizzati dalla fine degli anni Quaranta. Origine e fondamento del percorso successivo dell’artista, i “3D” sono caratterizzati dall’utilizzo di materiali e tecniche sperimentali, e costituiti dalla sovrapposizione di più superfici trasparenti, in vetro e plastica, disegnate e dipinte a china, pennarelli, smalti, oppure opache, traforate secondo sagomature interne, in lamiera, legno laccato, plexiglas
Comunicato stampa
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La Galleria Blu di Milano presenta una mostra dedicata ai “3D” di Remo Bianco, ciclo di lavori realizzati dalla
fine degli anni Quaranta. Origine e fondamento del percorso successivo dell’artista, i “3D” sono
caratterizzati dall’utilizzo di materiali e tecniche sperimentali, e costituiti dalla sovrapposizione di più
superfici trasparenti, in vetro e plastica, disegnate e dipinte a china, pennarelli, smalti, oppure opache,
traforate secondo sagomature interne, in lamiera, legno laccato, plexiglas.
Declinazioni concettualmente e non solo spazialmente tridimensionali, i “3D”, sono la prima tipologia di
opere organicamente esposta come tale dall’artista, che ne ha sempre sottolineato il valore fondante e
cruciale per l’intero suo percorso creativo, spesso identificato con i suoi più noti “tableaux dorés”. Una
ricerca declinata in un dialogo attivo con le esperienze del MAC Movimento Arte Concreta (in particolare
Atanasio Soldati e Bruno Munari), ma anche e soprattutto con lo Spazialismo di Lucio Fontana e il
Movimento Arte Nucleare, per giungere a confrontarsi con le poetiche dell’azzeramento e dell’oggettualità
di autori italiani come Piero Manzoni, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Dadamaino, Paolo Scheggi, o di
tendenze internazionali come Nouveau Réalisme, Neo-Dada, Zero, Minimalismo e Pop Art.
La prima mostra personale di Bianco interamente dedicata ai “3D”, presentata alla Galleria del Naviglio di
Milano nel 1953, era proprio accompagnata da un testo di Fontana, che esplicitamente collocava questa
ricerca tra le punte più avanzate di un’innovativa indagine anti-emotiva e anti-illusiva di superamento della
superficie in direzione spaziale e oggettuale, in una chiave fondamentale per comprendere lo
sperimentalismo radicale di Bianco: dalla stagione dei “3D”, interprete di un metamorfismo linguistico, di
un eclettismo propositivo, che è indice e motivo di una persistente quanto crescente attualità della sua
opera.
Francesca Pola
La mostra “Remo Bianco. I 3D: uno sperimentalismo radicale” si inaugura lunedì 18 maggio e resterà
aperta al pubblico fino al 17 luglio 2015 negli orari consueti della galleria: da lunedì a venerdì 10-12.30 /
15.30-19.00, sabato 15.30-19.00 (chiuso domenica e festivi).
fine degli anni Quaranta. Origine e fondamento del percorso successivo dell’artista, i “3D” sono
caratterizzati dall’utilizzo di materiali e tecniche sperimentali, e costituiti dalla sovrapposizione di più
superfici trasparenti, in vetro e plastica, disegnate e dipinte a china, pennarelli, smalti, oppure opache,
traforate secondo sagomature interne, in lamiera, legno laccato, plexiglas.
Declinazioni concettualmente e non solo spazialmente tridimensionali, i “3D”, sono la prima tipologia di
opere organicamente esposta come tale dall’artista, che ne ha sempre sottolineato il valore fondante e
cruciale per l’intero suo percorso creativo, spesso identificato con i suoi più noti “tableaux dorés”. Una
ricerca declinata in un dialogo attivo con le esperienze del MAC Movimento Arte Concreta (in particolare
Atanasio Soldati e Bruno Munari), ma anche e soprattutto con lo Spazialismo di Lucio Fontana e il
Movimento Arte Nucleare, per giungere a confrontarsi con le poetiche dell’azzeramento e dell’oggettualità
di autori italiani come Piero Manzoni, Agostino Bonalumi, Enrico Castellani, Dadamaino, Paolo Scheggi, o di
tendenze internazionali come Nouveau Réalisme, Neo-Dada, Zero, Minimalismo e Pop Art.
La prima mostra personale di Bianco interamente dedicata ai “3D”, presentata alla Galleria del Naviglio di
Milano nel 1953, era proprio accompagnata da un testo di Fontana, che esplicitamente collocava questa
ricerca tra le punte più avanzate di un’innovativa indagine anti-emotiva e anti-illusiva di superamento della
superficie in direzione spaziale e oggettuale, in una chiave fondamentale per comprendere lo
sperimentalismo radicale di Bianco: dalla stagione dei “3D”, interprete di un metamorfismo linguistico, di
un eclettismo propositivo, che è indice e motivo di una persistente quanto crescente attualità della sua
opera.
Francesca Pola
La mostra “Remo Bianco. I 3D: uno sperimentalismo radicale” si inaugura lunedì 18 maggio e resterà
aperta al pubblico fino al 17 luglio 2015 negli orari consueti della galleria: da lunedì a venerdì 10-12.30 /
15.30-19.00, sabato 15.30-19.00 (chiuso domenica e festivi).
18
maggio 2015
Remo Bianco – i “3D”: uno sperimentalismo radicale
Dal 18 maggio al 17 luglio 2015
arte contemporanea
Location
GALLERIA BLU
Milano, Via Senato, 18, (Milano)
Milano, Via Senato, 18, (Milano)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì 10-12.30 / 15.30-19.00, sabato 15.30-19.00 (chiuso domenica e festivi)
Vernissage
18 Maggio 2015, ore 21
Sito web
www.uessearte.it
Autore