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Remo Lazzerini – Luce silente
La pittura di Remo Lazzerini mette in scena un mondo ideale, dominato da luce e da silenzio. La luce, soffusa e soffice, si appoggia mollemente su ogni cosa: invade paesaggi, nature morte e ritratti, colando pigramente in ogni anfratto
Comunicato stampa
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La pittura di Remo Lazzerini mette in scena un mondo ideale, dominato da luce e da silenzio. La luce, soffusa e soffice, si appoggia mollemente su ogni cosa: invade paesaggi, nature morte e ritratti, colando pigramente in ogni anfratto. Dà vita a un universo di cristallo dove niente è casuale, irrazionale, accidentale. Dove non c’è suono, né ritmo, né azione. Una donna attende su un piazzale e non si muove, una barca sta a galla con le vele ammainate, una mela è sul bordo della tavola e non cade. Nel silenzio abita solo una tranquilla, pacifica assenza di dramma.
L’artista nasce a Greve in Chianti nel 1925. Stabilitosi a Poggio a Caiano fin dall’infanzia, abbraccia la professione di fattore e si appassiona alla musica, allegramente interpretata come suonatore dilettante. Appena ventenne, è colpito da una meningite che lo rendo sordo, isolandolo dal dialogo col mondo. Chiuso nel buio della solitudine, ne esce nei primi anni Cinquanta solo grazie alla luce della fede e alla scoperta dell’arte come forma di dedizione e di ringraziamento.
I dipinti nascono dunque con la forza di un’esigenza morale e si articolano con la profondità di lunghi monologhi interiori, in cui immagini perfette di universo ideale compongono un vissuto dove il disagio della vita appare circoscritto e rimosso. Geometrie essenziali di un creato che ha in Johann Sebastian Bach e in Piero della Francesca i numi tutelari, che nega e rinnega l’immanenza della tragedia. Una pittura come operazione mentale prima che manuale, come visione intellettiva e anti-emozionale.
La mostra ripercorre criticamente la lunga attività del pittore dagli esordi fino alla piena affermazione e agli ultimi anni di vita, con l’intento far emergere la vibrazione che fa di ogni sua opera il canto di una poetica intimistica e sommessa. Attraverso un corpus di 45 opere segue l’evolversi e il mutare di tale poetica, l’affermarsi della mano e dello stile, dagli studi degli anni Cinquanta fino alle prove degli anni Ottanta.
Un percorso tematico aiuta il visitatore favorendo l’incontro e il colloquio con l’artista. La prima sezione, Studi e omaggi, è dedicata alle opere giovanili, con riflessioni e saggi sui grandi maestri vicini e lontani, (Soffici e Carrà, ma anche Paul Cézanne). La seconda sezione, Presenze, è invece riservata ai ritratti: persone sempre vive come figure di riferimento morale (tra cui la madre) o personalità drammatiche, memori dell’umanità controversa di Ottone Rosai. La terza sezione approda al tema della Natura morta, che dagli omaggi a Soffici, Cézanne e Morandi giunge alle composizioni incantate degli anni Settanta. La quarta sezione, Luoghi dell’anima, mostra la piena affermazione dello stile con le grandi vedute/visioni di luoghi conosciuti e rimeditati come Poggio a Caiano, il Mugello, la Liguria o l’Appennino. Chiude il percorso espositivo la sezione Epilogo, illustrando attraverso il tema ricorrente della strada un percorso umano e spirituale che si chiude nei lavori degli anni Ottanta.
Il catalogo della mostra discute e illustra le opere esposte, e si propone come primo contributo in cui l’intera produzione dell’artista, la vicenda umana e professionale, l’impegno poetico e la fortuna critica vengono studiati sistematicamente attraverso il testo critico e grazie a un ricco repertorio di apparati documentari.
L’artista nasce a Greve in Chianti nel 1925. Stabilitosi a Poggio a Caiano fin dall’infanzia, abbraccia la professione di fattore e si appassiona alla musica, allegramente interpretata come suonatore dilettante. Appena ventenne, è colpito da una meningite che lo rendo sordo, isolandolo dal dialogo col mondo. Chiuso nel buio della solitudine, ne esce nei primi anni Cinquanta solo grazie alla luce della fede e alla scoperta dell’arte come forma di dedizione e di ringraziamento.
I dipinti nascono dunque con la forza di un’esigenza morale e si articolano con la profondità di lunghi monologhi interiori, in cui immagini perfette di universo ideale compongono un vissuto dove il disagio della vita appare circoscritto e rimosso. Geometrie essenziali di un creato che ha in Johann Sebastian Bach e in Piero della Francesca i numi tutelari, che nega e rinnega l’immanenza della tragedia. Una pittura come operazione mentale prima che manuale, come visione intellettiva e anti-emozionale.
La mostra ripercorre criticamente la lunga attività del pittore dagli esordi fino alla piena affermazione e agli ultimi anni di vita, con l’intento far emergere la vibrazione che fa di ogni sua opera il canto di una poetica intimistica e sommessa. Attraverso un corpus di 45 opere segue l’evolversi e il mutare di tale poetica, l’affermarsi della mano e dello stile, dagli studi degli anni Cinquanta fino alle prove degli anni Ottanta.
Un percorso tematico aiuta il visitatore favorendo l’incontro e il colloquio con l’artista. La prima sezione, Studi e omaggi, è dedicata alle opere giovanili, con riflessioni e saggi sui grandi maestri vicini e lontani, (Soffici e Carrà, ma anche Paul Cézanne). La seconda sezione, Presenze, è invece riservata ai ritratti: persone sempre vive come figure di riferimento morale (tra cui la madre) o personalità drammatiche, memori dell’umanità controversa di Ottone Rosai. La terza sezione approda al tema della Natura morta, che dagli omaggi a Soffici, Cézanne e Morandi giunge alle composizioni incantate degli anni Settanta. La quarta sezione, Luoghi dell’anima, mostra la piena affermazione dello stile con le grandi vedute/visioni di luoghi conosciuti e rimeditati come Poggio a Caiano, il Mugello, la Liguria o l’Appennino. Chiude il percorso espositivo la sezione Epilogo, illustrando attraverso il tema ricorrente della strada un percorso umano e spirituale che si chiude nei lavori degli anni Ottanta.
Il catalogo della mostra discute e illustra le opere esposte, e si propone come primo contributo in cui l’intera produzione dell’artista, la vicenda umana e professionale, l’impegno poetico e la fortuna critica vengono studiati sistematicamente attraverso il testo critico e grazie a un ricco repertorio di apparati documentari.
23
ottobre 2004
Remo Lazzerini – Luce silente
Dal 23 ottobre 2004 al 09 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
MUSEO SOFFICI – SCUDERIE MEDICEE
Poggio A Caiano, Via Lorenzo Il Magnifico, 9, (Prato)
Poggio A Caiano, Via Lorenzo Il Magnifico, 9, (Prato)
Orario di apertura
venerdì, sabato, domenica e festivi ore 10-18,30
Vernissage
23 Ottobre 2004, 16.30
Autore
Curatore