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Remo Squillantini – Ritratto dell’umana decadenza
In mostra ventiquattro opere che delineano il percorso artistico di uno dei più importanti pittori italiani contemporanei che ha saputo conquistare ed emozionare con il solo linguaggio dell’arte
Comunicato stampa
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REMO SQUILLANTINI RITRATTO DELL’UMANA DECADENZA
A Stia una mostra ed una piazza in ricordo di Remo Squillantini a 10 anni dalla scomparsa
Sarà inaugurata sabato 5 agosto (ore 11.30) presso il Palagio Fiorentino di Stia la mostra Ritratto dell’umana decadenza dedicata a Remo Squillantini in occasione del decimo anniversario della scomparsa del pittore stiano.
In mostra ventiquattro opere che delineano il percorso artistico di uno dei più importanti pittori italiani contemporanei che ha saputo conquistare ed emozionare con il solo linguaggio dell’arte. Opere che raffigurano personaggi intenti nei riti della quotidianità e di cui Squillantini evidenzia vizi, abitudini, debolezze e conformismi. Comparse anonime che affollano il palcoscenico della quotidianità, uomini invecchiati e donne sfiorite, senza più sogni, desideri, illusioni. Figure che offrono una visione disincantata del mondo cui appartengono sia esso quello del calcio, dei suonatori di jazz o dei borghesi che giocano a carte. Un sentimento profondamente malinconico che l’artista ha saputo rendere con una sensibilità e un’ironia tutte toscane che aiutano a comprendere l’intima complicità tra il pittore e la sua terra. Un legame forte che l’Amministrazione Comunale ha voluto sottolineare con la mostra e con l’intitolazione di una piazza a Remo Squillantini, la cui cerimonia si terrà sempre sabato 5 (ore 11) nel centro storico del paese.
Remo Squillantini. Ritratto dell’umana decadenza
Li aveva riconosciuti all’istante, Squillantini, quei borghesi impettiti che ci avrebbero condotto alla desolante decadenza di un’attualità nella quale, lui per primo, si sarebbe sentito inadatto e smarrito. Ne aveva estratto il niente che collimava con la tronfia apparenza di volti e corpi giunti alla sera della vita, fieri in una posa di ridicola supponenza che invitava al silenzio come forma di rispetto, a tacere quando invece un moto di legittimo cinismo invitava a dire quanto si sarebbe dovuto.
Non a caso, il successo della sua pittura si concretizzò negli anni Ottanta: quelli, surreali, dell’edonismo reaganiano, del benessere insperato, del protagonismo mordi e fuggi. In un’epoca in cui naufragò il beneficio del dubbio e ogni domanda esistenziale venne avvertita come istigatrice e irritante, egli ebbe a rappresentare, con visione profetica, quella deriva umana, di valori, pensiero e sentimenti, che avrebbe irrimediabilmente segnato i giorni a noi più prossimi.
Fu, Squillantini, l’inascoltato oracolo di Tangentopoli, il più ispirato cantore di un’odissea fatale a molta traballante borghesia, l’erede di un messaggio universale passato di mano in mano fra Goya, Géricault, Daumier e Maccari. Ricordarlo oggi, nel decimo anniversario della scomparsa, significa altresì constatare l’incessante successo di un magistero pittorico destinato a riscuotere identico apprezzamento fra le generazioni future. Per coloro che lo hanno conosciuto, amando – come meritava – la sua opera, il ricordo struggente di un uomo grande, generoso e buono, capace di conquistarti anche solo con la dolcezza del sorriso.
Giovanni Faccenda
A Stia una mostra ed una piazza in ricordo di Remo Squillantini a 10 anni dalla scomparsa
Sarà inaugurata sabato 5 agosto (ore 11.30) presso il Palagio Fiorentino di Stia la mostra Ritratto dell’umana decadenza dedicata a Remo Squillantini in occasione del decimo anniversario della scomparsa del pittore stiano.
In mostra ventiquattro opere che delineano il percorso artistico di uno dei più importanti pittori italiani contemporanei che ha saputo conquistare ed emozionare con il solo linguaggio dell’arte. Opere che raffigurano personaggi intenti nei riti della quotidianità e di cui Squillantini evidenzia vizi, abitudini, debolezze e conformismi. Comparse anonime che affollano il palcoscenico della quotidianità, uomini invecchiati e donne sfiorite, senza più sogni, desideri, illusioni. Figure che offrono una visione disincantata del mondo cui appartengono sia esso quello del calcio, dei suonatori di jazz o dei borghesi che giocano a carte. Un sentimento profondamente malinconico che l’artista ha saputo rendere con una sensibilità e un’ironia tutte toscane che aiutano a comprendere l’intima complicità tra il pittore e la sua terra. Un legame forte che l’Amministrazione Comunale ha voluto sottolineare con la mostra e con l’intitolazione di una piazza a Remo Squillantini, la cui cerimonia si terrà sempre sabato 5 (ore 11) nel centro storico del paese.
Remo Squillantini. Ritratto dell’umana decadenza
Li aveva riconosciuti all’istante, Squillantini, quei borghesi impettiti che ci avrebbero condotto alla desolante decadenza di un’attualità nella quale, lui per primo, si sarebbe sentito inadatto e smarrito. Ne aveva estratto il niente che collimava con la tronfia apparenza di volti e corpi giunti alla sera della vita, fieri in una posa di ridicola supponenza che invitava al silenzio come forma di rispetto, a tacere quando invece un moto di legittimo cinismo invitava a dire quanto si sarebbe dovuto.
Non a caso, il successo della sua pittura si concretizzò negli anni Ottanta: quelli, surreali, dell’edonismo reaganiano, del benessere insperato, del protagonismo mordi e fuggi. In un’epoca in cui naufragò il beneficio del dubbio e ogni domanda esistenziale venne avvertita come istigatrice e irritante, egli ebbe a rappresentare, con visione profetica, quella deriva umana, di valori, pensiero e sentimenti, che avrebbe irrimediabilmente segnato i giorni a noi più prossimi.
Fu, Squillantini, l’inascoltato oracolo di Tangentopoli, il più ispirato cantore di un’odissea fatale a molta traballante borghesia, l’erede di un messaggio universale passato di mano in mano fra Goya, Géricault, Daumier e Maccari. Ricordarlo oggi, nel decimo anniversario della scomparsa, significa altresì constatare l’incessante successo di un magistero pittorico destinato a riscuotere identico apprezzamento fra le generazioni future. Per coloro che lo hanno conosciuto, amando – come meritava – la sua opera, il ricordo struggente di un uomo grande, generoso e buono, capace di conquistarti anche solo con la dolcezza del sorriso.
Giovanni Faccenda
05
agosto 2006
Remo Squillantini – Ritratto dell’umana decadenza
Dal 05 al 27 agosto 2006
arte contemporanea
Location
PINACOTECA COMUNALE D’ARTE CONTEMPORANEA – PALAGIO FIORENTINO
Stia, Via Vittorio Veneto, (Arezzo)
Stia, Via Vittorio Veneto, (Arezzo)
Orario di apertura
dal mercoledì alla domenica 10-12 e 16.30-19.30
Vernissage
5 Agosto 2006, ore 11.30
Autore
Curatore