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Renato Barilli – Storia dell’arte contemporanea in Italia
Presentazione del volume di Renato Barilli
Storia dell’arte contemporanea in Italia. Da Canova alle ultime tendenze (Torino, Bollati Boringhieri, 2007)
Conversazione tra Renato Barilli e Lucilla Saccà
Comunicato stampa
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Quest’ultima fatica di Barilli non è da confondere con una precedente Arte contemporanea, Milano, Feltrinelli, presente in libreria fin dal 1984 ma recentemente riedita con aggiornamento fino al 2005 (euro 13). Infatti quell’opera era più ristretta nel tempo, andando da Cézanne ad oggi, ma più vasta nel taglio, in quanto si trattava di uno sguardo panoramico sull’intera arte occidentale dell’ultimo secolo. Invece il libro che si presenta alla Galleria Frittelli è più largo nel taglio cronologico, trattandosi di due secoli di storia, dalla fine del Settecento ad oggi, ma ristretto alle sole vicende di casa nostra, seppure con continui riferimenti all’intero orizzonte internazionale. In sintesi, questo saggio, ricco di illustrazioni a colori e in bianco e nero, affronta due diversi concetti di contemporaneità, uno dei quali assai arduo e impegnativo, perché basato su una stretta ricognizione del nocciolo duro del nostro essere contemporanei. Barilli, ormai da tempo, lo associa al primo baluginare dell’età elettromagnetica ed elettronica, di cui gran merito va dato a due nostri eccezionali scienziati, Luigi Galvani e Alessandro Volta, il primo, scopritore del fatto che le rane sono dei condensatori di energia elettrica, quasi delle batterie, l’altro, costruttore della Pila, ovvero del primo generatore di corrente nella storia. Entrambi insomma scoprono che scatta dal seno della materia un’energia incontenibile, una scarica elettrica, la stessa che anima e fa arricciare i disegni e schizzi di Canova, al pari di quanto avviene nelle opere grafiche di Füssli, Blake, Goya. Ecco quindi un Canova protomartire del contemporaneo, nei cui bozzetti già si annunciano espressionismo e surrealismo. Ma, si dirà, poi quello stesso Canova irrigidisce tutto ciò nelle spoglie mortuarie del neoclassicismo. Barilli però insiste nel vedere in tutto ciò un annuncio di un ready-made sui generis, Canova in realtà ruba a un museo greco-romano delle forme stereotipe, nel che è già un preannuncio di quanto troveremo poi in De Chirico, in Paolini, nel “concettuale” dei nostri giorni.
Tuttavia questo libro non si può esimere di esaminare anche una contemporaneità in senso meramente cronologico, in cui entra la quasi totalità dell’Ottocento, che in realtà cancella quella scintilla, quell’”alba” del contemporaneo, per rilanciare il naturalismo di Caravaggio di Rembrandt, del paesaggismo olandese, costeggiando la via maestra percorsa in Francia da Géricault, Delacroix, Courbet, fino all’Impressionismo. Ed ecco così le vicende parallele che si ebbero in Italia, con lo pseudo-romanticismo di Hayez, che fu a ben vedere un Cavallo di Troia per far nascere il Realismo, e quindi la Scuola napoletana, e soprattutto i Macchiaioli toscani, di cui il saggio di Barilli rivendica l’autonomia e la pari dignità rispetto ai fenomeni francesi.
Il contemporaneo in senso stretto riparte sul finire dell’Ottocento col Simbolismo, anch’esso di alto livello europeo, e con una fascia di fenomeni da definirsi espressionisti, in cui ancora una volta spicca l’apporto toscano, tra Viani, Magri e lo stesso Modigliani. Quanto al Futurismo e alla Metafisica, è cosa nota e di pubblico dominio che quei due nostri movimenti si divisero la posta in gioco dell’intero Novecento, cui fornirono come i volti di un Dio Giano, l’uno esplosivo a conquistare il futuro, l’altro implosivo a recuperare il passato a colpi di citazione.
Il saggio barilliano continua valorizzando la stagione del nostro “richiamo all’ordine”, e poi gli espressionismi di seconda ondata degli anni Trenta, e poi il clima dell’Informale, da cui svettano Fontana e Burri, e poi l’Arte povera, che è un Futurismo rinato in accordo con i nuovi orizzonti tecnologici, quando ormai l’elettronica trionfa, e poi la contro-ondata, che si è manifestata non solo con il neo-espressionismo della Transavanguardia, ma anche col citazionismo di Salvo, Ontani, Mariani e gli Anacronisti, fino alle proposte più recenti.
Nell’occasione verrà presentata anche la riedizione di Scienza della cultura e fenomenologia degli stili, il testo di base su cui Barilli ha fondato il suo insegnamento trentennale al DAMS di Bologna, ora riproposto proprio dalla Bononia University Press (euro 22). Va poi ricordato che di tutti questi motivi e figure Barilli non è stato solo l’astratto studioso e storiografo, ma che li ha potuti mettere in mostra in una serie di esposizioni rivolte a pressoché tutti gli aspetti di questa lunga sequenza di due secoli.
Tuttavia questo libro non si può esimere di esaminare anche una contemporaneità in senso meramente cronologico, in cui entra la quasi totalità dell’Ottocento, che in realtà cancella quella scintilla, quell’”alba” del contemporaneo, per rilanciare il naturalismo di Caravaggio di Rembrandt, del paesaggismo olandese, costeggiando la via maestra percorsa in Francia da Géricault, Delacroix, Courbet, fino all’Impressionismo. Ed ecco così le vicende parallele che si ebbero in Italia, con lo pseudo-romanticismo di Hayez, che fu a ben vedere un Cavallo di Troia per far nascere il Realismo, e quindi la Scuola napoletana, e soprattutto i Macchiaioli toscani, di cui il saggio di Barilli rivendica l’autonomia e la pari dignità rispetto ai fenomeni francesi.
Il contemporaneo in senso stretto riparte sul finire dell’Ottocento col Simbolismo, anch’esso di alto livello europeo, e con una fascia di fenomeni da definirsi espressionisti, in cui ancora una volta spicca l’apporto toscano, tra Viani, Magri e lo stesso Modigliani. Quanto al Futurismo e alla Metafisica, è cosa nota e di pubblico dominio che quei due nostri movimenti si divisero la posta in gioco dell’intero Novecento, cui fornirono come i volti di un Dio Giano, l’uno esplosivo a conquistare il futuro, l’altro implosivo a recuperare il passato a colpi di citazione.
Il saggio barilliano continua valorizzando la stagione del nostro “richiamo all’ordine”, e poi gli espressionismi di seconda ondata degli anni Trenta, e poi il clima dell’Informale, da cui svettano Fontana e Burri, e poi l’Arte povera, che è un Futurismo rinato in accordo con i nuovi orizzonti tecnologici, quando ormai l’elettronica trionfa, e poi la contro-ondata, che si è manifestata non solo con il neo-espressionismo della Transavanguardia, ma anche col citazionismo di Salvo, Ontani, Mariani e gli Anacronisti, fino alle proposte più recenti.
Nell’occasione verrà presentata anche la riedizione di Scienza della cultura e fenomenologia degli stili, il testo di base su cui Barilli ha fondato il suo insegnamento trentennale al DAMS di Bologna, ora riproposto proprio dalla Bononia University Press (euro 22). Va poi ricordato che di tutti questi motivi e figure Barilli non è stato solo l’astratto studioso e storiografo, ma che li ha potuti mettere in mostra in una serie di esposizioni rivolte a pressoché tutti gli aspetti di questa lunga sequenza di due secoli.
19
gennaio 2008
Renato Barilli – Storia dell’arte contemporanea in Italia
19 gennaio 2008
arte contemporanea
incontro - conferenza
incontro - conferenza
Location
FRITTELLI ARTE CONTEMPORANEA
Firenze, Via Val Di Marina, 15, (Firenze)
Firenze, Via Val Di Marina, 15, (Firenze)
Orario di apertura
Sabato 19 gennaio Ore 17,30
Vernissage
19 Gennaio 2008, 17,30
Autore