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Renato Begnoni – Ombre di superficie
La mostra propone, attraverso un’osservazione attenta all’espressività del corpo, alcuni momenti della vita di Gesù, colti nel degrado e nell’abbandono di luoghi privi d’identità sociale.
Comunicato stampa
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Ombre di superficie è il titolo della mostra dedicata all’artista Renato Begnoni e promossa dall’Associazione culturale Artemisia presso l’Oratorio della chiesa di San Martino Buon Albergo di Verona.
L’oratorio è stato trasformato per l’occasione in un piccolo sacello, capace di accogliere 5 opere fotografiche che l’artista ha interamente dedicato al tema del sacro. E’ un piccolo luogo intimo ideale per la meditazione su temi importanti quali l’umanizzazione del sacro e la sua persistenza visionaria nei luoghi della vita.
La mostra propone, attraverso un’osservazione attenta all’espressività del corpo, alcuni momenti della vita di Gesù, colti nel degrado e nell’abbandono di luoghi privi d’identità sociale. Il suo volto emerge come l’Acheropita dal sudario dei muri scrostati delle periferie urbane, dove trova un dialogo con gli emarginati di oggi.
Il muro appare come una pelle, una superficie tatuata di storia rituale nella quale riemerge il culto antico dell’immagine. Sono presenze diverse che abitano lo stesso luogo; non sono nè il tempo, né la memoria fautori dell’incontro, ma la visione.
Renato Begnoni costruisce immagine su immagine, attingendo ispirazione dal cinema e dalle arti visive in generale. Ne esce una nuova poetica costruita attraverso superfici molto simili alla pittura dove i ritocchi di colore’ apportati manualmente, hanno la stessa preziosità dei primi dagherrotipi.
La mostra presenta due opere inedite come la “passione” e la “deposizione” nelle quali l’artista incontra i grandi capolavori del passato quali la trinità di Masaccio e il Cristo morto del Mantegna. Le opere stabiliscono subito un contatto forte sia con la storia che con la contemporaneità.
Nella deposizione la poetica del muro, come sudario, vede emergere frammenti di affresco dove l’immagine sacra della crocefissione si pone sopra ad un corpo adagiato nel vuoto. Il volto bendato rende neutra l’identità e nel contempo suggerisce la possibilità di identificazione da parte di chiunque osservi questa visione. Se da una parte la morte si pone sotto la speranza di salvezza che è stata data da un sacrificio divino, dall’altra si percepisce chiaramente una denuncia alle ingiustizie umane che ancor oggi vengono perpetrate a scapito della verità.
Ogni uomo trova in queste immagini le istanze del proprio sacrificio e la volontà di affermare la propria presenza come valore umano e sociale imprescindibile dalla propria dignità.
L’oratorio è stato trasformato per l’occasione in un piccolo sacello, capace di accogliere 5 opere fotografiche che l’artista ha interamente dedicato al tema del sacro. E’ un piccolo luogo intimo ideale per la meditazione su temi importanti quali l’umanizzazione del sacro e la sua persistenza visionaria nei luoghi della vita.
La mostra propone, attraverso un’osservazione attenta all’espressività del corpo, alcuni momenti della vita di Gesù, colti nel degrado e nell’abbandono di luoghi privi d’identità sociale. Il suo volto emerge come l’Acheropita dal sudario dei muri scrostati delle periferie urbane, dove trova un dialogo con gli emarginati di oggi.
Il muro appare come una pelle, una superficie tatuata di storia rituale nella quale riemerge il culto antico dell’immagine. Sono presenze diverse che abitano lo stesso luogo; non sono nè il tempo, né la memoria fautori dell’incontro, ma la visione.
Renato Begnoni costruisce immagine su immagine, attingendo ispirazione dal cinema e dalle arti visive in generale. Ne esce una nuova poetica costruita attraverso superfici molto simili alla pittura dove i ritocchi di colore’ apportati manualmente, hanno la stessa preziosità dei primi dagherrotipi.
La mostra presenta due opere inedite come la “passione” e la “deposizione” nelle quali l’artista incontra i grandi capolavori del passato quali la trinità di Masaccio e il Cristo morto del Mantegna. Le opere stabiliscono subito un contatto forte sia con la storia che con la contemporaneità.
Nella deposizione la poetica del muro, come sudario, vede emergere frammenti di affresco dove l’immagine sacra della crocefissione si pone sopra ad un corpo adagiato nel vuoto. Il volto bendato rende neutra l’identità e nel contempo suggerisce la possibilità di identificazione da parte di chiunque osservi questa visione. Se da una parte la morte si pone sotto la speranza di salvezza che è stata data da un sacrificio divino, dall’altra si percepisce chiaramente una denuncia alle ingiustizie umane che ancor oggi vengono perpetrate a scapito della verità.
Ogni uomo trova in queste immagini le istanze del proprio sacrificio e la volontà di affermare la propria presenza come valore umano e sociale imprescindibile dalla propria dignità.
08
maggio 2010
Renato Begnoni – Ombre di superficie
Dall'otto al 23 maggio 2010
arte contemporanea
Location
CHIESA SAN MARTINO VESCOVO
San Martino Buon Albergo, Piazza del Popolo, 23, (Verona)
San Martino Buon Albergo, Piazza del Popolo, 23, (Verona)
Orario di apertura
ven - sab dalle 18.00 alle 20.00, dom dalle 10.00 alle 12.00
Su prenotazione negli altri giorni
Vernissage
8 Maggio 2010, ore 16
Sito web
www.art-emisia.it
Autore
Curatore