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Renato Bencini – Scritte sui muri / Alessandra Mersi – Anche i muri parlano
Raccolta di fotografie scattate da Renato Bencini nel corso degli anni settanta che documenta le scritte sui muri che negli anni della protesta divennero una sorta di “giornale” che registrava il variare quotidiano degli umori e Anche i muri parlano. L’arte senza firma la mostra che raccoglie le foto che l’artista Alessandra Mersi, nel corso di alcuni anni, ha scattato ai graffiti che hanno riempito gli spazi vuoti e anonimi della città di Prato.
Comunicato stampa
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Si presenta al pubblico venerdì 31 ottobre alle ore 17,30 presso Cantieri Culturali di Officina Giovani, Renato Bencini - Scritte sui muri. Gli anni Settanta a Prato: lotte e impegno sociale, la raccolta di fotografie scattate da Renato Bencini nel corso degli anni settanta che documenta le scritte sui muri che negli anni della protesta divennero una sorta di “giornale” che registrava il variare quotidiano degli umori e Anche i muri parlano. L’arte senza firma la mostra che raccoglie le foto che l’artista Alessandra Mersi, nel corso di alcuni anni, ha scattato ai graffiti che hanno riempito gli spazi vuoti e anonimi della città di Prato. Entrambe le rassegne sono inserite inserita nell’ambito di Territoria #3. Lo spazio del contemporaneo, un articolato progetto di rete sulla cultura contemporanea promosso dalla Provincia di Prato con il contributo della Regione Toscana.
Renato Bencini - Scritte sui muri. Gli anni Settanta a Prato: lotte e impegno sociale - Il Fondo Bencini, riguardante la città di Prato e gli eventi che all’epoca la investirono e interessarono, è oggi conservato dall’Archivio Fotografico Toscano che si propone di recuperare una documentazione preziosa e renderla disponibile alla consultazione del pubblico e degli studiosi.
Il decennio tra il 1970 e il 1980 è stato particolarmente intenso per ciò che ha rappresentato, in Italia ma non solo, sul piano delle trasformazioni sociali, culturali e politiche; più in generale sul piano del costume, delle abitudini e dei valori. Si può dire che ha costituito una sorta di discrimine tra il prima e il dopo, chiudendo di fatto in maniera definitiva, e per alcuni aspetti traumatica, l’esperienza che si era aperta e affermata con la ricostruzione del dopoguerra, il progressivo esodo dalle campagne, il processo di industrializzazione e urbanizzazione sempre più accentuato, l’avvento della società dei consumi e l’affermarsi della televisione e dei mass media. La società che nascerà si confronterà con valori diversi.
Un aspetto su tutti ha segnato in particolare quegli anni: la forte presa di consapevolezza, culturale e politica, da parte dei vari ceti sociali di cui si fanno interpreti in particolare i giovani, ma che vede anche la larga partecipazione del mondo del lavoro per l’affermazione di migliori condizioni di vita. Di questa presa di consapevolezza ne furono testimoni le strade e le piazze delle città, grandi e piccole, perché il fenomeno fu generalizzato, teatro ogni giorno di cortei, raduni, manifestazioni, scioperi a significare una partecipazione che non aveva visto l’eguale in precedenza e di cui oggi, più ritirati nel privato e nel consumo, si è persa in gran parte la memoria. Significativo in quegli anni anche l’allargamento degli orizzonti oltre i confini nazionali con la partecipazione emotiva e fortemente sentita a eventi quali la guerra del Vietnam, le lotte dei neri americani, i problemi del terzo mondo.
Di questa presa di coscienza sociale, vissuta pubblicamente e condivisa, prima nei contrasti radicali poi nelle forme cruenti della lotta armata, le città furono investite direttamente con i cortei e le manifestazioni, ma anche con le scritte: i muri divennero una sorta di giornale che registrava giornalmente il variare degli umori: rileggere oggi quelle scritte significa rivivere in condensato eventi e situazioni in gran parte dimenticate.
Nel fondo di fotografie scattate da Renato Bencini in quegli anni, per documentazione e interessi personali più che per soddisfare a una precisa committenza, sono presenti numerosi scatti che documentano proprio queste scritte nell’arco dell’intero decennio. Il fondo Bencini, riguardante la città di Prato e gli eventi che all’epoca la investirono e interessarono, è oggi conservato dall’Archivio Fotografico Toscano che si propone con questo progetto presentato alla Provincia di recuperare una documentazione preziosa, renderla disponibile alla consultazione del pubblico e degli studiosi, studiare attraverso di essa un periodo particolarmente significativo, e per molti versi drammatico, della nostra storia, alle radici per molti aspetti dei valori sui quali si regge il nostro vivere sociale, il nostro modo di sentire, i valori della convivenza.
Anche i muri parlano. L’arte senza firma - Nell’età dominata dai mass media, dove l’esistenza dell’individuo e dei gruppi sembra ricondursi alla possibilità di ritagliarsi uno spazio di visibilità e legittimazione pubblica al di fuori della quale sembra che l’esistenza non abbia senso, il desiderio di comunicare, inteso come partecipazione e condivisione con gli altri di idee e bisogni, ma anche come espressione della propria creatività e dei propri sentimenti, costituisce uno degli aspetti più interessanti da studiare e da interpretare, sul piano culturale e sociale. E la città dove più forte è la concentrazione umana, più marcate le differenze e i contrasti sociali, più evidenti i rischi e i pericoli della perdita di identità personale, più numerose le occasioni di scontro e di incontro è il terreno forse più adatto per simili manifestazioni.
I muri, delle case o quanto altro, soprattutto a partire dagli anni settanta del ‘900, sono diventate le pagine bianche sulle quali i cittadini trovano dignitoso esprimere e dare sfogo alla propria vena creativa e al bisogno di comunicare per trasmettere un messaggio, un ideale nelle forme più varie: dalla visione onirica, alla denuncia e alla protesta.
Alessandra Mersi ha fotografato nel corso di alcuni anni queste forme di espressione artistica, sotto forma di grafiti, che hanno riempito gli spazi vuoti e anonimi della città, nel caso specifico della città di Parto. Il risultato sono le immagini che vengono qui proposte in mostra.
Renato Bencini - Scritte sui muri. Gli anni Settanta a Prato: lotte e impegno sociale - Il Fondo Bencini, riguardante la città di Prato e gli eventi che all’epoca la investirono e interessarono, è oggi conservato dall’Archivio Fotografico Toscano che si propone di recuperare una documentazione preziosa e renderla disponibile alla consultazione del pubblico e degli studiosi.
Il decennio tra il 1970 e il 1980 è stato particolarmente intenso per ciò che ha rappresentato, in Italia ma non solo, sul piano delle trasformazioni sociali, culturali e politiche; più in generale sul piano del costume, delle abitudini e dei valori. Si può dire che ha costituito una sorta di discrimine tra il prima e il dopo, chiudendo di fatto in maniera definitiva, e per alcuni aspetti traumatica, l’esperienza che si era aperta e affermata con la ricostruzione del dopoguerra, il progressivo esodo dalle campagne, il processo di industrializzazione e urbanizzazione sempre più accentuato, l’avvento della società dei consumi e l’affermarsi della televisione e dei mass media. La società che nascerà si confronterà con valori diversi.
Un aspetto su tutti ha segnato in particolare quegli anni: la forte presa di consapevolezza, culturale e politica, da parte dei vari ceti sociali di cui si fanno interpreti in particolare i giovani, ma che vede anche la larga partecipazione del mondo del lavoro per l’affermazione di migliori condizioni di vita. Di questa presa di consapevolezza ne furono testimoni le strade e le piazze delle città, grandi e piccole, perché il fenomeno fu generalizzato, teatro ogni giorno di cortei, raduni, manifestazioni, scioperi a significare una partecipazione che non aveva visto l’eguale in precedenza e di cui oggi, più ritirati nel privato e nel consumo, si è persa in gran parte la memoria. Significativo in quegli anni anche l’allargamento degli orizzonti oltre i confini nazionali con la partecipazione emotiva e fortemente sentita a eventi quali la guerra del Vietnam, le lotte dei neri americani, i problemi del terzo mondo.
Di questa presa di coscienza sociale, vissuta pubblicamente e condivisa, prima nei contrasti radicali poi nelle forme cruenti della lotta armata, le città furono investite direttamente con i cortei e le manifestazioni, ma anche con le scritte: i muri divennero una sorta di giornale che registrava giornalmente il variare degli umori: rileggere oggi quelle scritte significa rivivere in condensato eventi e situazioni in gran parte dimenticate.
Nel fondo di fotografie scattate da Renato Bencini in quegli anni, per documentazione e interessi personali più che per soddisfare a una precisa committenza, sono presenti numerosi scatti che documentano proprio queste scritte nell’arco dell’intero decennio. Il fondo Bencini, riguardante la città di Prato e gli eventi che all’epoca la investirono e interessarono, è oggi conservato dall’Archivio Fotografico Toscano che si propone con questo progetto presentato alla Provincia di recuperare una documentazione preziosa, renderla disponibile alla consultazione del pubblico e degli studiosi, studiare attraverso di essa un periodo particolarmente significativo, e per molti versi drammatico, della nostra storia, alle radici per molti aspetti dei valori sui quali si regge il nostro vivere sociale, il nostro modo di sentire, i valori della convivenza.
Anche i muri parlano. L’arte senza firma - Nell’età dominata dai mass media, dove l’esistenza dell’individuo e dei gruppi sembra ricondursi alla possibilità di ritagliarsi uno spazio di visibilità e legittimazione pubblica al di fuori della quale sembra che l’esistenza non abbia senso, il desiderio di comunicare, inteso come partecipazione e condivisione con gli altri di idee e bisogni, ma anche come espressione della propria creatività e dei propri sentimenti, costituisce uno degli aspetti più interessanti da studiare e da interpretare, sul piano culturale e sociale. E la città dove più forte è la concentrazione umana, più marcate le differenze e i contrasti sociali, più evidenti i rischi e i pericoli della perdita di identità personale, più numerose le occasioni di scontro e di incontro è il terreno forse più adatto per simili manifestazioni.
I muri, delle case o quanto altro, soprattutto a partire dagli anni settanta del ‘900, sono diventate le pagine bianche sulle quali i cittadini trovano dignitoso esprimere e dare sfogo alla propria vena creativa e al bisogno di comunicare per trasmettere un messaggio, un ideale nelle forme più varie: dalla visione onirica, alla denuncia e alla protesta.
Alessandra Mersi ha fotografato nel corso di alcuni anni queste forme di espressione artistica, sotto forma di grafiti, che hanno riempito gli spazi vuoti e anonimi della città, nel caso specifico della città di Parto. Il risultato sono le immagini che vengono qui proposte in mostra.
31
ottobre 2008
Renato Bencini – Scritte sui muri / Alessandra Mersi – Anche i muri parlano
Dal 31 ottobre al 15 novembre 2008
fotografia
Location
EX MACELLI – OFFICINA GIOVANI
Prato, Piazza Macelli, 4, (Prato)
Prato, Piazza Macelli, 4, (Prato)
Orario di apertura
lunedì / venerdì ore 16.00 – 21.00; sabato 15.00 – 19.00
Vernissage
31 Ottobre 2008, ore 17
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore