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Renato Bruscaglia – Il paesaggio interiore
La mostra, dedicata alle acqueforti di Renato Bruscaglia, presenta 30 opere realizzate dall’artista tra il 1952 e il 1997, rappresentative della vasta produzione dell’incisore marchigiano
Comunicato stampa
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La mostra, dedicata alle acqueforti di Renato Bruscaglia, presenta 30 opere realizzate dall’artista tra il 1952 e il 1997, rappresentative della vasta produzione dell'incisore marchigiano.
Quasi mi sorprendo, pensando a uno dei maggiori incisori italiani del secondo Novecento come Renato Bruscaglia, per la spontaneità con cui l'associo non a Bartolini, non a Morandi o a qualche altro grande suo contemporaneo, ma al nostro (e marchigiano) fotografo di maggior fama internazionale, Mario Giacomelli. Due terre diverse per i due artisti (Urbino per Bruscaglia, Senigallia per Giacomell), due diverse culture (regolare e più educata quella di Bruscaglia; da autodidatta, e di radice contadina, quella di Giacomelli), due diversi ambienti in cui hanno operato, forse senza nessuna significativa relazione fra loro, oltre che due tecniche diverse. Ritrovo in Bruscaglia e Giacomelli una base comune nel modo di concepire l'espressione artistica. Analogo il sentimento nel porsi in relazione con la propria terra e la propria gente, intimo, viscerale, mai esibito, tenuto sotto controllo da un supremo senso della composizione. Analoga la concezione dell'immagine come poesia visiva che scaturisce proprio da quel sentimento di terra e di gente, bisogno di conoscere e di riconoscersi attraverso la trasposizione lirica. Analoga la 'fiducia' nel segno e nel contrasto fra bianco e nero come elementi primari di una figurazione mai troppo contemplativa, mai troppo legata al data realistico, mai troppo distante dall'astrazione. Analogo il passaggio dalla lastra alla stampa quasi come una trasfigurazione, un processo che fornisce una materia concreta, talvolta imprevedibile nei suoi effetti finali, all'incorporeità dell'immagine iniziale. Due grandi artisti di un'Italia segreta, Bruscaglia e Giacomelli, impegnati a cercare nelle forme della natura lo spirito universale dell'arte. (Vittorio Sgarbi, 2003)
Renato Bruscaglia (Urbino 1921, Bologna 1999) ha frequentato l'Istituto per la Decorazione e Illustrazione del Libro di Urbino diplomandosi nel 1941 sotto la guida di Leonardo Castellani. Di alto profilo è stata la sua attività come insegnante di incisione all'Accademia di Belle Arti di Firenze e poi, dal 1967 al 1992, in quella di Urbino, che ha anche organizzato e diretto fino al 1971. Dal 1945 ha esposto in mostre collettive e personali in Italia e all’estero disegni, dipinti e prevalentemente incisioni all’acquaforte nelle quali sono frequenti e sobriamente espressi i motivi dello spazio aperto soggetto alle concomitanti luminosità delle colline Marchigiane e dell’Adriatico. Nel 1988 ha pubblicato il risultato della sua lunga esperienza artistica in un trattato dal titolo “Incisione calcografica e stampa originale d'arte”. Numerose le esposizioni personali (tra le ultime: Roma - Accademia Nazionale di San Luca – 2000, Fermo – Palazzo dei Priori – 2001, Urbino – Palazzo Ducale – 2003) e le partecipazioni a rassegne internazionali di incisione, tra le quali si ricordano: Biennali di Venezia (1956, 1962), Quadriennali di Roma (1951 e dal 1959 al 1975), Biennale di Grafica di Firenze, Premio Internazionale Biella per l'Incisione.
Quasi mi sorprendo, pensando a uno dei maggiori incisori italiani del secondo Novecento come Renato Bruscaglia, per la spontaneità con cui l'associo non a Bartolini, non a Morandi o a qualche altro grande suo contemporaneo, ma al nostro (e marchigiano) fotografo di maggior fama internazionale, Mario Giacomelli. Due terre diverse per i due artisti (Urbino per Bruscaglia, Senigallia per Giacomell), due diverse culture (regolare e più educata quella di Bruscaglia; da autodidatta, e di radice contadina, quella di Giacomelli), due diversi ambienti in cui hanno operato, forse senza nessuna significativa relazione fra loro, oltre che due tecniche diverse. Ritrovo in Bruscaglia e Giacomelli una base comune nel modo di concepire l'espressione artistica. Analogo il sentimento nel porsi in relazione con la propria terra e la propria gente, intimo, viscerale, mai esibito, tenuto sotto controllo da un supremo senso della composizione. Analoga la concezione dell'immagine come poesia visiva che scaturisce proprio da quel sentimento di terra e di gente, bisogno di conoscere e di riconoscersi attraverso la trasposizione lirica. Analoga la 'fiducia' nel segno e nel contrasto fra bianco e nero come elementi primari di una figurazione mai troppo contemplativa, mai troppo legata al data realistico, mai troppo distante dall'astrazione. Analogo il passaggio dalla lastra alla stampa quasi come una trasfigurazione, un processo che fornisce una materia concreta, talvolta imprevedibile nei suoi effetti finali, all'incorporeità dell'immagine iniziale. Due grandi artisti di un'Italia segreta, Bruscaglia e Giacomelli, impegnati a cercare nelle forme della natura lo spirito universale dell'arte. (Vittorio Sgarbi, 2003)
Renato Bruscaglia (Urbino 1921, Bologna 1999) ha frequentato l'Istituto per la Decorazione e Illustrazione del Libro di Urbino diplomandosi nel 1941 sotto la guida di Leonardo Castellani. Di alto profilo è stata la sua attività come insegnante di incisione all'Accademia di Belle Arti di Firenze e poi, dal 1967 al 1992, in quella di Urbino, che ha anche organizzato e diretto fino al 1971. Dal 1945 ha esposto in mostre collettive e personali in Italia e all’estero disegni, dipinti e prevalentemente incisioni all’acquaforte nelle quali sono frequenti e sobriamente espressi i motivi dello spazio aperto soggetto alle concomitanti luminosità delle colline Marchigiane e dell’Adriatico. Nel 1988 ha pubblicato il risultato della sua lunga esperienza artistica in un trattato dal titolo “Incisione calcografica e stampa originale d'arte”. Numerose le esposizioni personali (tra le ultime: Roma - Accademia Nazionale di San Luca – 2000, Fermo – Palazzo dei Priori – 2001, Urbino – Palazzo Ducale – 2003) e le partecipazioni a rassegne internazionali di incisione, tra le quali si ricordano: Biennali di Venezia (1956, 1962), Quadriennali di Roma (1951 e dal 1959 al 1975), Biennale di Grafica di Firenze, Premio Internazionale Biella per l'Incisione.
21
ottobre 2006
Renato Bruscaglia – Il paesaggio interiore
Dal 21 ottobre al 26 novembre 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA SANT’ANGELO
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 15.30 – 19.00; sabato e domenica 10.30 – 12.30 / 15.30 – 19.00
Autore