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Renato Frosali / Pietro Roccasalvo RUB – Il Negativo Logico. Verso nuove possibilità del soggetto
La mostra si presta ad essere un dispositivo, concettuale e creativo, nel quale i due percorsi contemporanei di Frosali, con “Il Tragico Guado”, e di RUB, con “Parlano al sole le ombre”, sono poetiche parallele ma anche contenitori visivi che si interfacciano, per possibili corrispondenze, oppure si contrappongono nella riconoscibilità della forma e nella comprensibilità dell’immagine
Comunicato stampa
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L’Agenda dei Priori inaugura il quarto appuntamento delle sua programmazione:
la doppia personale di Renato Frosali e Pietro Roccasalvo RUB “Il Negativo Logico. Verso nuove possibilità del soggetto”.
La mostra sarà presentata sabato 8 settembre alle ore 17.30, a Volterra, presso la sala del Maggior Consiglio a Palazzo dei Priori ed allestita tra il Salone Superiore di Palazzo dei Priori e i sotterranei della Pinacoteca e Museo Civico di Volterra. La curatela è di Giuseppe Carrubba, da un’idea del Comune di Volterra, in collaborazione con Accademia Libera Natura & Cultura di Querceto.
Il Catalogo è edito da Edizioni Kromatografica e contiene i testi di Marco Buselli, Eleonora Raspi, Ursula Vetter, Elena Capone e Giuseppe Carrubba.
"Il Negativo Logico. Verso nuove possibilità del soggetto" si presta ad essere un dispositivo, concettuale e creativo, nel quale i due percorsi contemporanei di Frosali, con "Il Tragico Guado", e di RUB, con "Parlano al sole le ombre", sono poetiche parallele ma anche contenitori visivi che si interfacciano, per possibili corrispondenze, oppure si contrappongono nella riconoscibilità della forma e nella comprensibilità dell'immagine. "Feroce, tagliente e drammatico è il lavoro di RUB e Frosali. Una sensualità delle forme che va oltre la semplice esibizione del corpo nudo e del volto in particolare, e tocca gli istinti più profondi, e animali, dell’uomo. I volti, profili distinti che strizzano l’occhio alle teste di un’epoca classica ma lontana, appaiono in una pittura in scala di grigi, neri e blu, o nelle ampie tele, con un linguaggio denso di cultura e storia, e contemporaneamente richiamano scenari più attuali."
Testo critico:
RENATO FROSALI – PIERO ROCCASALVO RUB
Il negativo logico
Verso nuove possibilità del soggetto
di Giuseppe Carrubba
Il Novecento è stato un secolo segnato da passaggi veloci e violenti, conflitti mondiali, sociali ed economici, sviluppi tecnologici e crisi profonda del soggetto, all’interno di un panorama culturale segnato da un sentimento di sfiducia nell’arte e nei suoi linguaggi tradizionali. La forma della bellezza è stata messa in discussione, perché lontana dalla realtà, quindi lateralizzata, mentre le nuove esperienze delle avanguardie hanno segnato una strada alternativa per esprimersi; un nuovo percorso che è partito dalla potenzialità intrinseca del mezzo, della pittura e della materia, come contenitore originario di pulsioni ancestrali, metafisiche e surreali.
In questo modo agli artisti non rimaneva altro che portare alla luce una nuova idea, diversa da quella precedente, all’interno di una dialettica del segno e del gesto, che comprendeva l’utilizzo di diversi medium e che alternava astrazione e figurazione, a favore di un pensiero estetico in cui le nozioni di iconico ed aniconico hanno determinato attitudini di pensiero che riguardavano ambiti disciplinari diversi, nei quali la conciliazione di un ideale di bellezza e di equilibrio è stata minata o messa in crisi da possibilità di rottura e di squilibrio di ogni regolarità.
Renato Frosali (Pomarance, Pisa, 1962) e Piero Roccasalvo Rub (Siracusa, 1974) rappresentano due punti di vista esemplari nel panorama della pittura contemporanea, essi, pur condividendo basi comuni, mostrano un significato diverso, legato a due destini che si sono formati sotto il segno della trasgressione.
La mostra Il negativo logico. Verso nuove possibilità del soggetto, una bi-personale intrigante ed efficace nella relazione tra il singolo ed il molteplice, tra la visione d’insieme e le prospettive individuali, all’interno di una coabitazione virtuosa, caratterizzata anche dal confronto con gli spazi storici ed istituzionali di Palazzo del Priori, sede del Comune di Volterra, e degli spazi sotterranei della Pinacoteca di Volterra, li vede protagonisti.
La Toscana, epicentro storico-linguistico, in Frosali diventa testimonianza di una ricerca essenziale, nella quale la figura viene trasfigurata da una sperimentazione che attinge alla pittura tradizionale, per poi svilupparsi verso raffinati astrattismi e sincretismi; la Sicilia di Roccasalvo Rub, nella sua dimensione insulare ed orientale, costituisce un contraltare in cui gli echi misterici, colti e popolari, rivivono in una pittura che è danza pagana, trompe l’oleil, passione cerebrale e visionaria; un teatro dell’assurdo grottesco ed ironico, nel quale la dimensione dell’immagine dialoga con la sua perdizione o sparizione.
Il tema della morte, dal ritratto nei sarcofagi etruschi alla “Deposizione di Cristo” di Rosso Fiorentino, si carica di spunti e suggestioni nella poetica di Renato Frosali, con assonanze e rimandi che trovano una contrapposizione nel lavoro di Piero Roccasalvo Rub, che si esplicita oltre la dimensione geografica differente e comprende lo spirito barocco di un territorio fortemente contrastato dal nero della lava dell’Etna e dalla luce accecante della pietra calcarea degli Iblei, in cui il lavoro sul lutto e sul dolore nelle antiche feste religiose, dense di riferimenti sacri e profani, rimanda ad esoterismi trasversali legati a tradizioni arabe, normanne e spagnole.
Frosali, a Volterra, nelle stanze di Palazzo dei Priori e nel caveau della Pinacoteca, fa rinascere dall’oblio la bellezza meditativa dei versi del poeta Michele Marullo Tarcaniota, letterato misterioso e raffinato, poco conosciuto ma considerato dalla critica contemporanea come uno tra i più grandi poeti del Quattrocento. Con riferimenti esotici e popolari, straniamenti logico-temporali e ironie, frammenti e immagini che comprendono l’interruzione, la pausa, il non finito, l’artista mette in atto un lavoro evocativo che come le parole, trascinate e cancellate dal pensiero al segno, rappresenta una metafora su una vita che si è dissolta precocemente nella corrente impetuosa del fiume Cecina, in una simbolica domenica delle Palme del 1500.
Intellettuale eclettico, nato a Costantinopoli, frequenta alcune tra le più vivaci città italiane del suo tempo, quali Ragusa, Napoli, Roma e Firenze, Marullo è l’esempio emblematico della contaminazione culturale del cosmopolitismo umanistico.
Al centro della ricerca di questi due artisti le politiche del corpo e del dissenso, all’interno di un discorso plurale e performativo, in un’esperienza irregolare che a livello politico ed estetico tende a minare le logiche dei poteri repressivi.
In questa direzione, al di là delle differenze soggettive, il percorso espositivo della mostra è basato sulla corrispondenza, in spazi ben identificati, per mettere in evidenza la relazione tra loro e l’ambiente, la possibilità di contaminazione o di isolamento nella definizione polisemantica dell’opera e dei suoi confini.
L’indagine sui corpi è frutto di un’azione privata, intima ma anche sociale, antropologica ed economica e pone l’attenzione su tutta una serie di temi interconnnessi, come la precarietà, la vulnerabilità, l’apparizione o l’esclusione, mediante una frammentazione e una ricomposizione simbolica, visiva e visionaria, dove il corpo è interrogato e condizionato dinanzi alle frontiere dell’etica e della bioeconomia.
La crisi dell’umanesimo ha determinato una trasformazione della politica e della filosofia che si è adeguata a comprendere le categorie delle identità individuali e dei fenomeni sociali: gli universi digitali, le protesi e le tecnologie, hanno definito le nuove frontiere di una condizione postumana che ha annullato il confine tra ciò che è umano e ciò che non lo è mettendo in evidenza la condizione non naturalistica della contemporaneità.
Il corpo è stato uno dei temi essenziali per riuscire a comprendere e rappresentare questa condizione insieme alla sua ridefinizione nella ricerca di senso dell’uomo in rapporto all’universo: oggetto e soggetto, presenza attiva che ha influenzato il modo in cui gli artisti si sono posti di fronte al ritratto e alla figura umana, in relazione agli sviluppi socio-politici e culturali, comprese le scoperte scientifiche.
In questa prospettiva le ferite del corpo e della carne si affermano come un linguaggio somatico nell’arte di Renato Frosali e di Piero Roccasalvo Rub, secondo una dialettica svincolata dall’economia narrativa tradizionale che ha accompagnato la storia dell’immagine, per favorire proiezioni simboliche collettive, luoghi di intelligibilità e di condivisione che vanno oltre l’orizzonte del visibile. Un procedimento sperimentale per dichiarare la non regolarità del corpo in relazione al suo essere luogo depositario di ideologie, di politiche, di biologie e di tecnologie.
L’arcaico ed il moderno, il buio e la luce, nelle poetiche di questi due artisti introducono un corto circuito estetico che riguarda l’esperienza dello sguardo, nella quale la loro arte non coincide o si adegua al tempo storico, ma vi aderisce attraverso uno slittamento e un anacronismo, per mettere in evidenza l’ignoto, l’oscurità, l’enigma.
la doppia personale di Renato Frosali e Pietro Roccasalvo RUB “Il Negativo Logico. Verso nuove possibilità del soggetto”.
La mostra sarà presentata sabato 8 settembre alle ore 17.30, a Volterra, presso la sala del Maggior Consiglio a Palazzo dei Priori ed allestita tra il Salone Superiore di Palazzo dei Priori e i sotterranei della Pinacoteca e Museo Civico di Volterra. La curatela è di Giuseppe Carrubba, da un’idea del Comune di Volterra, in collaborazione con Accademia Libera Natura & Cultura di Querceto.
Il Catalogo è edito da Edizioni Kromatografica e contiene i testi di Marco Buselli, Eleonora Raspi, Ursula Vetter, Elena Capone e Giuseppe Carrubba.
"Il Negativo Logico. Verso nuove possibilità del soggetto" si presta ad essere un dispositivo, concettuale e creativo, nel quale i due percorsi contemporanei di Frosali, con "Il Tragico Guado", e di RUB, con "Parlano al sole le ombre", sono poetiche parallele ma anche contenitori visivi che si interfacciano, per possibili corrispondenze, oppure si contrappongono nella riconoscibilità della forma e nella comprensibilità dell'immagine. "Feroce, tagliente e drammatico è il lavoro di RUB e Frosali. Una sensualità delle forme che va oltre la semplice esibizione del corpo nudo e del volto in particolare, e tocca gli istinti più profondi, e animali, dell’uomo. I volti, profili distinti che strizzano l’occhio alle teste di un’epoca classica ma lontana, appaiono in una pittura in scala di grigi, neri e blu, o nelle ampie tele, con un linguaggio denso di cultura e storia, e contemporaneamente richiamano scenari più attuali."
Testo critico:
RENATO FROSALI – PIERO ROCCASALVO RUB
Il negativo logico
Verso nuove possibilità del soggetto
di Giuseppe Carrubba
Il Novecento è stato un secolo segnato da passaggi veloci e violenti, conflitti mondiali, sociali ed economici, sviluppi tecnologici e crisi profonda del soggetto, all’interno di un panorama culturale segnato da un sentimento di sfiducia nell’arte e nei suoi linguaggi tradizionali. La forma della bellezza è stata messa in discussione, perché lontana dalla realtà, quindi lateralizzata, mentre le nuove esperienze delle avanguardie hanno segnato una strada alternativa per esprimersi; un nuovo percorso che è partito dalla potenzialità intrinseca del mezzo, della pittura e della materia, come contenitore originario di pulsioni ancestrali, metafisiche e surreali.
In questo modo agli artisti non rimaneva altro che portare alla luce una nuova idea, diversa da quella precedente, all’interno di una dialettica del segno e del gesto, che comprendeva l’utilizzo di diversi medium e che alternava astrazione e figurazione, a favore di un pensiero estetico in cui le nozioni di iconico ed aniconico hanno determinato attitudini di pensiero che riguardavano ambiti disciplinari diversi, nei quali la conciliazione di un ideale di bellezza e di equilibrio è stata minata o messa in crisi da possibilità di rottura e di squilibrio di ogni regolarità.
Renato Frosali (Pomarance, Pisa, 1962) e Piero Roccasalvo Rub (Siracusa, 1974) rappresentano due punti di vista esemplari nel panorama della pittura contemporanea, essi, pur condividendo basi comuni, mostrano un significato diverso, legato a due destini che si sono formati sotto il segno della trasgressione.
La mostra Il negativo logico. Verso nuove possibilità del soggetto, una bi-personale intrigante ed efficace nella relazione tra il singolo ed il molteplice, tra la visione d’insieme e le prospettive individuali, all’interno di una coabitazione virtuosa, caratterizzata anche dal confronto con gli spazi storici ed istituzionali di Palazzo del Priori, sede del Comune di Volterra, e degli spazi sotterranei della Pinacoteca di Volterra, li vede protagonisti.
La Toscana, epicentro storico-linguistico, in Frosali diventa testimonianza di una ricerca essenziale, nella quale la figura viene trasfigurata da una sperimentazione che attinge alla pittura tradizionale, per poi svilupparsi verso raffinati astrattismi e sincretismi; la Sicilia di Roccasalvo Rub, nella sua dimensione insulare ed orientale, costituisce un contraltare in cui gli echi misterici, colti e popolari, rivivono in una pittura che è danza pagana, trompe l’oleil, passione cerebrale e visionaria; un teatro dell’assurdo grottesco ed ironico, nel quale la dimensione dell’immagine dialoga con la sua perdizione o sparizione.
Il tema della morte, dal ritratto nei sarcofagi etruschi alla “Deposizione di Cristo” di Rosso Fiorentino, si carica di spunti e suggestioni nella poetica di Renato Frosali, con assonanze e rimandi che trovano una contrapposizione nel lavoro di Piero Roccasalvo Rub, che si esplicita oltre la dimensione geografica differente e comprende lo spirito barocco di un territorio fortemente contrastato dal nero della lava dell’Etna e dalla luce accecante della pietra calcarea degli Iblei, in cui il lavoro sul lutto e sul dolore nelle antiche feste religiose, dense di riferimenti sacri e profani, rimanda ad esoterismi trasversali legati a tradizioni arabe, normanne e spagnole.
Frosali, a Volterra, nelle stanze di Palazzo dei Priori e nel caveau della Pinacoteca, fa rinascere dall’oblio la bellezza meditativa dei versi del poeta Michele Marullo Tarcaniota, letterato misterioso e raffinato, poco conosciuto ma considerato dalla critica contemporanea come uno tra i più grandi poeti del Quattrocento. Con riferimenti esotici e popolari, straniamenti logico-temporali e ironie, frammenti e immagini che comprendono l’interruzione, la pausa, il non finito, l’artista mette in atto un lavoro evocativo che come le parole, trascinate e cancellate dal pensiero al segno, rappresenta una metafora su una vita che si è dissolta precocemente nella corrente impetuosa del fiume Cecina, in una simbolica domenica delle Palme del 1500.
Intellettuale eclettico, nato a Costantinopoli, frequenta alcune tra le più vivaci città italiane del suo tempo, quali Ragusa, Napoli, Roma e Firenze, Marullo è l’esempio emblematico della contaminazione culturale del cosmopolitismo umanistico.
Al centro della ricerca di questi due artisti le politiche del corpo e del dissenso, all’interno di un discorso plurale e performativo, in un’esperienza irregolare che a livello politico ed estetico tende a minare le logiche dei poteri repressivi.
In questa direzione, al di là delle differenze soggettive, il percorso espositivo della mostra è basato sulla corrispondenza, in spazi ben identificati, per mettere in evidenza la relazione tra loro e l’ambiente, la possibilità di contaminazione o di isolamento nella definizione polisemantica dell’opera e dei suoi confini.
L’indagine sui corpi è frutto di un’azione privata, intima ma anche sociale, antropologica ed economica e pone l’attenzione su tutta una serie di temi interconnnessi, come la precarietà, la vulnerabilità, l’apparizione o l’esclusione, mediante una frammentazione e una ricomposizione simbolica, visiva e visionaria, dove il corpo è interrogato e condizionato dinanzi alle frontiere dell’etica e della bioeconomia.
La crisi dell’umanesimo ha determinato una trasformazione della politica e della filosofia che si è adeguata a comprendere le categorie delle identità individuali e dei fenomeni sociali: gli universi digitali, le protesi e le tecnologie, hanno definito le nuove frontiere di una condizione postumana che ha annullato il confine tra ciò che è umano e ciò che non lo è mettendo in evidenza la condizione non naturalistica della contemporaneità.
Il corpo è stato uno dei temi essenziali per riuscire a comprendere e rappresentare questa condizione insieme alla sua ridefinizione nella ricerca di senso dell’uomo in rapporto all’universo: oggetto e soggetto, presenza attiva che ha influenzato il modo in cui gli artisti si sono posti di fronte al ritratto e alla figura umana, in relazione agli sviluppi socio-politici e culturali, comprese le scoperte scientifiche.
In questa prospettiva le ferite del corpo e della carne si affermano come un linguaggio somatico nell’arte di Renato Frosali e di Piero Roccasalvo Rub, secondo una dialettica svincolata dall’economia narrativa tradizionale che ha accompagnato la storia dell’immagine, per favorire proiezioni simboliche collettive, luoghi di intelligibilità e di condivisione che vanno oltre l’orizzonte del visibile. Un procedimento sperimentale per dichiarare la non regolarità del corpo in relazione al suo essere luogo depositario di ideologie, di politiche, di biologie e di tecnologie.
L’arcaico ed il moderno, il buio e la luce, nelle poetiche di questi due artisti introducono un corto circuito estetico che riguarda l’esperienza dello sguardo, nella quale la loro arte non coincide o si adegua al tempo storico, ma vi aderisce attraverso uno slittamento e un anacronismo, per mettere in evidenza l’ignoto, l’oscurità, l’enigma.
08
settembre 2018
Renato Frosali / Pietro Roccasalvo RUB – Il Negativo Logico. Verso nuove possibilità del soggetto
Dall'otto settembre al 07 ottobre 2018
arte contemporanea
Location
PALAZZO DEI PRIORI
Volterra, Piazza Dei Priori, (Pisa)
Volterra, Piazza Dei Priori, (Pisa)
Vernissage
8 Settembre 2018, ore 17.30
Autore
Curatore