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Renato Mertens – A Elio Bartolini
una serie di opere realizzate a partire da versi poetici in lingua friulana tratti dalle raccolte “Cansonetutis” e “Cansonetutis tiersis” del compianto poeta
Comunicato stampa
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Domenica 8 ottobre alle ore 11:45 presso il Castello di Susans (Majano- Udine),a cura di Alessandro Venuti in collaborazione con Margherita Plos e la Provincia di Udine, sarà inaugurata la mostra “A Elio Bartolini” dell’artista Renato Mertens,dove si potranno ammirare una serie di opere realizzate a partire da versi poetici in lingua friulana tratti dalle raccolte “Cansonetutis” e “Cansonetutis tiersis” del compianto poeta.
Renato Mertens, è nato a Tarcento (Ud) nel 1927 in quella terra friulana oggetto di accorata nostalgia, sensuale in origine (Pier Paolo Pasolini), ma vive da molti anni a Firenze. Accanto ad una vastissima attività espositiva che data dagli anni ’70, Mertens ha affrontato più di una volta il rapporto pittura/poesia, così si sono susseguiti negli anni i raffronti con Dante, Marinetti, Montale, Ungaretti e Pasolini. Le riletture di quest’ultimo, realizzate da Mertens nel 1999 e presentate in un’antologica dello stesso anno da Elio Bartolini, sono da considerarsi come l’elemento scatenante che ha portato il poeta di Santa Marizza a chiedere all’artista: “ quand’è che lavori anche sulle mie poesie?”. Non è un caso infatti che la dedica scritta da Bartolini a Mertens su “Cansonetutis” reciti così: “ a Renato da Elio, verso la promessa”. Oggi, di fronte a tredici collages, ad una composizione in legno e smalti e ad un dittico formato da una composizione monocroma e da un neon, possiamo dire che la promessa è stata mantenuta, e che in qualche modo è all’origine, ancor prima della poesia, di tutte queste opere e della mostra stessa, suggerendoci con discrezione cosa significhi l’importanza della parola. E non parliamo solo di poesia. A proposito di tale sodalizio si è espresso anche Tito Maniacco, il quale partendo dalla considerazione che “il mondo dell’arte non è composto da un’infinita serie di rette parallele, ma da una complessa ed intricata serie di incroci”, ha poi aggiunto: “è il caso delle poesie friulane di Elio Bartolini, Cansonetutis, che , incontrandosi con i collages di Renato Mertens cercano un nuovo campo dove giocare insieme. E’ anche vero che le poesie sono all’origine-scintilla dei collages, è anche vero che i collages, una volta aperta la porta con le chiavi dell’immaginazione, hanno straripato e costituito un mondo comune. Come negli scacchi si gioca su due colori la stessa partita.”
Alla luce di quanto scritto sopra possiamo affermare che la mostra di Renato Mertens “ A Elio Bartolini”, costituisce un appuntamento di altissimo livello per motivi di carattere culturale certamente, ma anche di carattere storico ed umano, in quanto i due hanno vissuto tutte le traversie artistiche ed esistenziali del secolo scorso e sono testimoni, oltre che protagonisti di eccezione, di quello che è stato.
Renato Mertens, è nato a Tarcento (Ud) nel 1927 in quella terra friulana oggetto di accorata nostalgia, sensuale in origine (Pier Paolo Pasolini), ma vive da molti anni a Firenze. Accanto ad una vastissima attività espositiva che data dagli anni ’70, Mertens ha affrontato più di una volta il rapporto pittura/poesia, così si sono susseguiti negli anni i raffronti con Dante, Marinetti, Montale, Ungaretti e Pasolini. Le riletture di quest’ultimo, realizzate da Mertens nel 1999 e presentate in un’antologica dello stesso anno da Elio Bartolini, sono da considerarsi come l’elemento scatenante che ha portato il poeta di Santa Marizza a chiedere all’artista: “ quand’è che lavori anche sulle mie poesie?”. Non è un caso infatti che la dedica scritta da Bartolini a Mertens su “Cansonetutis” reciti così: “ a Renato da Elio, verso la promessa”. Oggi, di fronte a tredici collages, ad una composizione in legno e smalti e ad un dittico formato da una composizione monocroma e da un neon, possiamo dire che la promessa è stata mantenuta, e che in qualche modo è all’origine, ancor prima della poesia, di tutte queste opere e della mostra stessa, suggerendoci con discrezione cosa significhi l’importanza della parola. E non parliamo solo di poesia. A proposito di tale sodalizio si è espresso anche Tito Maniacco, il quale partendo dalla considerazione che “il mondo dell’arte non è composto da un’infinita serie di rette parallele, ma da una complessa ed intricata serie di incroci”, ha poi aggiunto: “è il caso delle poesie friulane di Elio Bartolini, Cansonetutis, che , incontrandosi con i collages di Renato Mertens cercano un nuovo campo dove giocare insieme. E’ anche vero che le poesie sono all’origine-scintilla dei collages, è anche vero che i collages, una volta aperta la porta con le chiavi dell’immaginazione, hanno straripato e costituito un mondo comune. Come negli scacchi si gioca su due colori la stessa partita.”
Alla luce di quanto scritto sopra possiamo affermare che la mostra di Renato Mertens “ A Elio Bartolini”, costituisce un appuntamento di altissimo livello per motivi di carattere culturale certamente, ma anche di carattere storico ed umano, in quanto i due hanno vissuto tutte le traversie artistiche ed esistenziali del secolo scorso e sono testimoni, oltre che protagonisti di eccezione, di quello che è stato.
08
ottobre 2006
Renato Mertens – A Elio Bartolini
Dall'otto al 15 ottobre 2006
arte contemporanea
Location
CASTELLO DI SUSANS
Majano, Frazione Susans, 88, (Udine)
Majano, Frazione Susans, 88, (Udine)
Orario di apertura
dal lun al sab 18:00 – 20:00
dom 15 ottobre 10:00 - 12:00 e 16:00 – 20:00
Vernissage
8 Ottobre 2006, ore 11:45
Autore
Curatore