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Renato Vernizzi / Luca Vernizzi – Io Tu Io
In mostra, oltre 100 ritratti di Renato Vernizzi e Luca Vernizzi che attraversano, in una sorta di dialogo intergenerazionale tra padre e figlio, tutto il Novecento fino ai giorni nostri: un percorso espositivo ricco di sorprese, con numerosi volti di personaggi noti.
Comunicato stampa
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Con la mostra “IO TU IO. Renato Vernizzi e Luca Vernizzi: un secolo di ritratti” Fondazione Monteparma prosegue nella sua attività di riscoperta e valorizzazione del patrimonio artistico locale presentando, in una sorta di dialogo intergenerazionale che attraversa tutto il Novecento fino ai giorni nostri, i ritratti dell’illustre pittore di origini parmigiane Renato Vernizzi accanto a quelli del figlio Luca, artista affermato che ha saputo crescere nel solco familiare mantenendo sempre una forte originalità espressiva.
Protagonisti di questa esposizione, curata da Angelo Crespi e Carla Dini, sono, insieme ai due pittori, anche i numerosi personaggi che popolano le loro intense opere. Oltre ai componenti della famiglia, sono, infatti, tanti i volti noti del mondo culturale e artistico, alcuni dei quali fortemente legati a Parma, che rendono questa proposta particolarmente accattivante: Arturo Toscanini, Giorgio Torelli, Baldassarre Molossi, Giulietta Masina, Mariuccia Mandelli (Krizia), Giovanni Testori, Giuseppe Sgarbi, Umberto Veronesi, Paolo Crepet e Mario Andreose sono solo alcuni dei nomi celebri presenti in mostra.
Il percorso, composto da un centinaio di opere, provenienti dalla raccolta d’arte di Fondazione Monteparma e da collezionisti privati, consente di ricostruire i momenti salienti della produzione artistica di Renato Vernizzi e Luca Vernizzi, presentando i lavori dei due pittori lungo percorsi autonomi ma anche in una interessante sezione dedicata ai raffronti, alla scoperta delle assonanze e delle divergenze che caratterizzano la loro ricerca.
Gli artisti: Renato Vernizzi e Luca Vernizzi
Renato Vernizzi (1904-1972) ha iniziato a dipingere nella temperie del cosiddetto “ritorno all’ordine” e, nei primi anni di apprendistato, si avvicina alle nuove estetiche di Novecento, il movimento ideato da Margherita Sarfatti, che ben esemplifica in un quadro di assoluta compostezza come Donna che legge (1928). Trasferitosi da Parma a Milano, a metà degli anni Trenta, Vernizzi si rivolge con interesse ai dettami più impressionistici e luminosi del chiarismo lombardo. Più avanti, Renato, in un percorso assolutamente personale e antitetico rispetto alle forzature ideologiche dell’epoca, si concentra su una pittura che guarda - con la capacità introspettiva che lo ha sempre caratterizzato - tanto ai grandi ritrattisti cinquecenteschi quanto alle successive proposte di Manet, Boldini, Casorati e Sironi.
Oltre ai ritratti di personaggi noti, spicca in Vernizzi la ricca produzione di ritratti familiari nei quali si sublima il suo stile pittorico: atti di devozione verso le persone a lui più care, per i quali predilige ritratti puri, veri e propri sguardi d’amore intrisi di sottile lirismo. Ne sono emblematiche espressioni il Ritratto di mia moglie (1953), Ritratto di mio padre (1957), Isabella in costume (1954) o il Ritratto di Luca di spalle alla finestra (1956) in cui lo sguardo e il taglio degli occhi lo rendono, a settant’anni di distanza, ancora immediatamente riconoscibile.
Luca Vernizzi (1941) fin da giovane sviluppa una propria originale cifra stilistica, mai in contrapposizione con quella del padre ma neppure in pedissequa continuità con lui, attraversando tutta l’arte italiana dagli anni Sessanta in poi da figurativo.
Durante la sua lunga carriera, ha dipinto, al pari del padre, con uno stile spesso fuori dalle mode: coraggiosamente in antitesi alle derive minimaliste, poveriste e concettuali, si è indirizzato verso la progressiva rarefazione di ogni sovrastruttura, verso l’eliminazione di tutto ciò che non fosse essenziale alla rappresentazione, arrivando a proporre opere in cui i soggetti – persone o cose - si accampano solitari sulla tela bianca. Questa tendenza alla “rarefazione” e alla “sottrazione” si trova appunto in molti dei suoi ritratti nei quali la persona raffigurata si staglia dal fondale che, via via negli anni, si è fatto sempre più privo di altri elementi, finendo per coincidere con la semplice tela preparata. Questo, in parte, è anche dovuto al fatto che il pittore lavora sempre con il modello dal vivo: la sua rapidità d’esecuzione non gli nega però la grande capacità di cogliere il carattere delle persone, la loro essenza, il loro status.
Diverse sono le opere di Luca Vernizzi che, oltre ai ritratti delle celebrità già citate, incuriosiranno i visitatori: Ritratto della nonna materna (1976), Ritratto di Luciana Savignano (1984), Valentina Cortese (1990), Pietro e Marianna Codispoti (2007), Ritratto di Mario Andreose (2019), e infine alcuni suoi autoritratti.
Promotore e organizzatore: Fondazione Monteparma
Curatela: Angelo Crespi e Carla Dini
Protagonisti di questa esposizione, curata da Angelo Crespi e Carla Dini, sono, insieme ai due pittori, anche i numerosi personaggi che popolano le loro intense opere. Oltre ai componenti della famiglia, sono, infatti, tanti i volti noti del mondo culturale e artistico, alcuni dei quali fortemente legati a Parma, che rendono questa proposta particolarmente accattivante: Arturo Toscanini, Giorgio Torelli, Baldassarre Molossi, Giulietta Masina, Mariuccia Mandelli (Krizia), Giovanni Testori, Giuseppe Sgarbi, Umberto Veronesi, Paolo Crepet e Mario Andreose sono solo alcuni dei nomi celebri presenti in mostra.
Il percorso, composto da un centinaio di opere, provenienti dalla raccolta d’arte di Fondazione Monteparma e da collezionisti privati, consente di ricostruire i momenti salienti della produzione artistica di Renato Vernizzi e Luca Vernizzi, presentando i lavori dei due pittori lungo percorsi autonomi ma anche in una interessante sezione dedicata ai raffronti, alla scoperta delle assonanze e delle divergenze che caratterizzano la loro ricerca.
Gli artisti: Renato Vernizzi e Luca Vernizzi
Renato Vernizzi (1904-1972) ha iniziato a dipingere nella temperie del cosiddetto “ritorno all’ordine” e, nei primi anni di apprendistato, si avvicina alle nuove estetiche di Novecento, il movimento ideato da Margherita Sarfatti, che ben esemplifica in un quadro di assoluta compostezza come Donna che legge (1928). Trasferitosi da Parma a Milano, a metà degli anni Trenta, Vernizzi si rivolge con interesse ai dettami più impressionistici e luminosi del chiarismo lombardo. Più avanti, Renato, in un percorso assolutamente personale e antitetico rispetto alle forzature ideologiche dell’epoca, si concentra su una pittura che guarda - con la capacità introspettiva che lo ha sempre caratterizzato - tanto ai grandi ritrattisti cinquecenteschi quanto alle successive proposte di Manet, Boldini, Casorati e Sironi.
Oltre ai ritratti di personaggi noti, spicca in Vernizzi la ricca produzione di ritratti familiari nei quali si sublima il suo stile pittorico: atti di devozione verso le persone a lui più care, per i quali predilige ritratti puri, veri e propri sguardi d’amore intrisi di sottile lirismo. Ne sono emblematiche espressioni il Ritratto di mia moglie (1953), Ritratto di mio padre (1957), Isabella in costume (1954) o il Ritratto di Luca di spalle alla finestra (1956) in cui lo sguardo e il taglio degli occhi lo rendono, a settant’anni di distanza, ancora immediatamente riconoscibile.
Luca Vernizzi (1941) fin da giovane sviluppa una propria originale cifra stilistica, mai in contrapposizione con quella del padre ma neppure in pedissequa continuità con lui, attraversando tutta l’arte italiana dagli anni Sessanta in poi da figurativo.
Durante la sua lunga carriera, ha dipinto, al pari del padre, con uno stile spesso fuori dalle mode: coraggiosamente in antitesi alle derive minimaliste, poveriste e concettuali, si è indirizzato verso la progressiva rarefazione di ogni sovrastruttura, verso l’eliminazione di tutto ciò che non fosse essenziale alla rappresentazione, arrivando a proporre opere in cui i soggetti – persone o cose - si accampano solitari sulla tela bianca. Questa tendenza alla “rarefazione” e alla “sottrazione” si trova appunto in molti dei suoi ritratti nei quali la persona raffigurata si staglia dal fondale che, via via negli anni, si è fatto sempre più privo di altri elementi, finendo per coincidere con la semplice tela preparata. Questo, in parte, è anche dovuto al fatto che il pittore lavora sempre con il modello dal vivo: la sua rapidità d’esecuzione non gli nega però la grande capacità di cogliere il carattere delle persone, la loro essenza, il loro status.
Diverse sono le opere di Luca Vernizzi che, oltre ai ritratti delle celebrità già citate, incuriosiranno i visitatori: Ritratto della nonna materna (1976), Ritratto di Luciana Savignano (1984), Valentina Cortese (1990), Pietro e Marianna Codispoti (2007), Ritratto di Mario Andreose (2019), e infine alcuni suoi autoritratti.
Promotore e organizzatore: Fondazione Monteparma
Curatela: Angelo Crespi e Carla Dini
01
aprile 2022
Renato Vernizzi / Luca Vernizzi – Io Tu Io
Dal primo aprile al 31 luglio 2022
arte contemporanea
Location
APE PARMA MUSEO
Parma, Strada Luigi Carlo Farini, 32a, (PR)
Parma, Strada Luigi Carlo Farini, 32a, (PR)
Biglietti
intero € 5;
ridotto € 3 per under 35, over 65, gruppi di almeno 10 unità;
gratuito per scuole, under 18, guide turistiche e giornalisti, persone diversamente abili e loro accompagnatori.
Il biglietto consente l’accesso a tutte le mostre in corso presso APE Parma Museo.
La prenotazione è richiesta solo per i gruppi superiori alle 8 persone.
Possibilità di visite guidate su prenotazione: info@apeparmamuseo.it tel. 0521 203413
Orario di apertura
da martedì a domenica ore 10.30-17.30
Sito web
Editore
MUP Editore
Autore
Curatore
Autore testo critico
Produzione organizzazione