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Renzo Agostini – Figure e paesaggi
A trent’anni dalla scomparsa, Gubbio omaggia Renzo Agostini, già allievo di Giovanni Costetti e membro della Scuola Pistoiese, fautore di una pittura dalle profonde radici toscane ed europee insieme
Comunicato stampa
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GUBBIO - Nel trentennale della scomparsa del pittore Renzo Agostini, il Museo Diocesano ne celebra la statura artistica con una mostra su 18 opere che ripercorre il periodo dagli anni Venti agli anni Cinquanta, quello più ispirato e fecondo di colui che, dopo essere stato allievo di Giovanni Costetti fu uno dei membri più attivi della Scuola Pistoiese, il sodalizio di cui fecero parte anche Michelucci, Mariotti e Bugiani.
Agostini raggiunse la maturità pittorica sul finire degli anni Venti, e, come nota il curatore, “un lungo soggiorno a Parigi fra il 1929 e il 1939 (dove espose del Salon d’Automme del 1935 e alla collettiva dell’Accademia degli artisti italiani nel 1938), portò alla sua attenzione la pittura moderna di Cézanne, con il suo studio dei volumi e delle geometrie, così come di Picasso e dei Fauve. Artista di respiro europeo, non si allontanò comunque dalle sue radici, e ancora oggi resta il fautore di una pittura in cui si ritrova tutta l’essenza della civiltà rurale toscana, fatta di semplicità e parsimonia. Similmente al maestro Giovanni Costetti, nella sua prima stagione predilige colori che sono magri come quelli dei Primitivi, così sottilmente trecenteschi, con cui compone una poesia cromatica dalla quale emergono sottili atmosfere pascoliane, venate di silenzio, di spirito contemplativo, di amore per i legami familiari, per il duro ma sereno lavoro nei campi. Il paesaggio non fu la sua unica fonte d’ispirazione, anche alla figura umana seppe dedicare tele d’intensa bellezza. Muovendosi dalle tenui tonalità della prima fase a quelle più intense degli anni Trenta, Agostini si avvicina con rispetto alla personalità di ogni soggetto, in ossequio allo spiritualismo di Fondi e Melani”. La famiglia contadina è il fulcro della poetica pittorica dell’artista, simbolo di una civiltà millenaria che la modernità stava rapidamente spazzando via.
Renzo Agostini. Figure e paesaggi è patrocinata dal Comune di Gubbio, e l’Assessore Augusto Ancillotti esprime così la sua soddisfazione: “È con orgoglio che il Comune di Gubbio sostiene questa iniziativa dell'Associazione La Medusa che, con la curatela del critico Nicolò Lucarelli, propone una mostra delle opere del pittore toscano Renzo Agostini nel trentennale della sua morte. È stato scritto che tutta l'opera dell'artista pistoiese è una dichiarazione d'amore per la sua terra e per la sua gente di campagna, viste con l'occhio sereno di chi ha in ciò le proprie radici; e che questo suo attaccamento non è mai stato alterato dalle vicende della sua vita internazionale, che lo portarono a condividere le esperienze dell'ambiente parigino di Cézanne. Credo però che sia importante rilevare che nei paesaggi e nei ritratti di Agostini lo sguardo di apparente semplicità è mediato da un personale sentore fiabesco che, come si è detto da parte di illustri critici, gli ha meritato la nomea di “eterno fanciullo”. Ebbene, è proprio in questo che si fonda la distinzione tra l'opera d'arte e il prodotto amatoriale, cioè nella presenza di uno sguardo personale sulle cose, quello sguardo unico e irripetibile che trasporta l'osservatore nel mondo sensibile dell'autore. Credo allora che si possa concludere che la vena sognante di Agostini trova una perfetta collocazione in un luogo magico come la nostra Gubbio”.
La mostra sarà inaugura sabato 11 maggio alle ore 17,30 e resterà visitabile fino a domenica 26, negli orari del Museo. Un’eccezionale opportunità per ammirare opere della collezione degli eredi Agostini, esposte in precedenza soltanto in rare occasioni.
Agostini raggiunse la maturità pittorica sul finire degli anni Venti, e, come nota il curatore, “un lungo soggiorno a Parigi fra il 1929 e il 1939 (dove espose del Salon d’Automme del 1935 e alla collettiva dell’Accademia degli artisti italiani nel 1938), portò alla sua attenzione la pittura moderna di Cézanne, con il suo studio dei volumi e delle geometrie, così come di Picasso e dei Fauve. Artista di respiro europeo, non si allontanò comunque dalle sue radici, e ancora oggi resta il fautore di una pittura in cui si ritrova tutta l’essenza della civiltà rurale toscana, fatta di semplicità e parsimonia. Similmente al maestro Giovanni Costetti, nella sua prima stagione predilige colori che sono magri come quelli dei Primitivi, così sottilmente trecenteschi, con cui compone una poesia cromatica dalla quale emergono sottili atmosfere pascoliane, venate di silenzio, di spirito contemplativo, di amore per i legami familiari, per il duro ma sereno lavoro nei campi. Il paesaggio non fu la sua unica fonte d’ispirazione, anche alla figura umana seppe dedicare tele d’intensa bellezza. Muovendosi dalle tenui tonalità della prima fase a quelle più intense degli anni Trenta, Agostini si avvicina con rispetto alla personalità di ogni soggetto, in ossequio allo spiritualismo di Fondi e Melani”. La famiglia contadina è il fulcro della poetica pittorica dell’artista, simbolo di una civiltà millenaria che la modernità stava rapidamente spazzando via.
Renzo Agostini. Figure e paesaggi è patrocinata dal Comune di Gubbio, e l’Assessore Augusto Ancillotti esprime così la sua soddisfazione: “È con orgoglio che il Comune di Gubbio sostiene questa iniziativa dell'Associazione La Medusa che, con la curatela del critico Nicolò Lucarelli, propone una mostra delle opere del pittore toscano Renzo Agostini nel trentennale della sua morte. È stato scritto che tutta l'opera dell'artista pistoiese è una dichiarazione d'amore per la sua terra e per la sua gente di campagna, viste con l'occhio sereno di chi ha in ciò le proprie radici; e che questo suo attaccamento non è mai stato alterato dalle vicende della sua vita internazionale, che lo portarono a condividere le esperienze dell'ambiente parigino di Cézanne. Credo però che sia importante rilevare che nei paesaggi e nei ritratti di Agostini lo sguardo di apparente semplicità è mediato da un personale sentore fiabesco che, come si è detto da parte di illustri critici, gli ha meritato la nomea di “eterno fanciullo”. Ebbene, è proprio in questo che si fonda la distinzione tra l'opera d'arte e il prodotto amatoriale, cioè nella presenza di uno sguardo personale sulle cose, quello sguardo unico e irripetibile che trasporta l'osservatore nel mondo sensibile dell'autore. Credo allora che si possa concludere che la vena sognante di Agostini trova una perfetta collocazione in un luogo magico come la nostra Gubbio”.
La mostra sarà inaugura sabato 11 maggio alle ore 17,30 e resterà visitabile fino a domenica 26, negli orari del Museo. Un’eccezionale opportunità per ammirare opere della collezione degli eredi Agostini, esposte in precedenza soltanto in rare occasioni.
11
maggio 2019
Renzo Agostini – Figure e paesaggi
Dall'undici al 26 maggio 2019
arte moderna e contemporanea
Location
MUSEO DIOCESANO
Gubbio, Via Federico Da Montefeltro, (Perugia)
Gubbio, Via Federico Da Montefeltro, (Perugia)
Vernissage
11 Maggio 2019, ore 17.30
Autore
Curatore