Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Renzo Ferrari – Insonnia
Renzo Ferrari presenta il suo ultimo ciclo di opere di pittura e in anteprima alcuni lavori su carta che accompagnano il romanzo “Solaris – parte seconda” di Sergej Roic
Immagine: Renzo Ferrari, Notturno e forme scure, 2019, olio su carta 29,5×21 cm
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Renzo Ferrari presenta il suo ultimo ciclo di opere di pittura e in anteprima alcuni lavori su carta che accompagnano il romanzo “Solaris – parte seconda” di Sergej Roic
La mostra “Insonnia” è una sequenza di “short stories”, formati brevi con variazioni soprattutto esistenziali. La canicola dell’ultima estate ha avuto la sua parte come tema segnale dello squilibrio ecologico e di come la natura ci avverta con continui allarmi. È poi presente un “minimalismo” che concentra le tensioni figurali attraverso l’azione dello spazio, del segno e del colore.
“Il vero tema di questi nuovi quadri (…) è il paesaggio - scrive Pietro Luca Nicoletti, storico dell’arte - o meglio un sentimento di natura che prende una fondamentale sfumatura ‘ecologica’: Renzo si accosta al tema dell’ecologia nel momento in cui uno stato di natura è minacciato in maniera sempre più aggressiva e allarmante, e si rende conto di un ritorno circolare a motivi che avevano
caratterizzato l’avvio della sua vita d’artista. Parlare di ‘natura’ senza cadere nell’equivoco
del ‘naturalismo’, infatti, significa uno sguardo posato su luoghi che fanno parte di un
patrimonio genetico e di memoria: un paesaggio rurale del Ticino della sua infanzia che
si è molto trasformato e spesso selvaggiamente cementificato, mettendo in evidenza
una componente artificiale che insidia l’integrità di un contesto”.
Scrive invece Sergej Roic, giornalista e scrittore circa l’insonnia:
“Per quel che riguarda l’insonnia, il noto stato per cui la mancanza costante di sonno mette
a soqquadro la quotidianità o addirittura l’intera esistenza, vale invece la seguente affermazione:
chi soffre d’insonnia ha un unico desiderio, quello di dormire. Eppure, spesso e volentieri l’arte, la massima espressione del gioco inventivo e combinatorio consentita a un essere vivente, il fin troppo razionale essere umano, immagina, congettura, costruisce e realizza le sue opere proprio ‘in mancanza di qualcosa’, ovvero agognando a raggiungere uno stato di soddisfazione all’apparenza irraggiungibile. L’arte ‘insonne’ configura, insomma, la rincorsa di un creativo pié veloce alla lenta ma inesorabile tartaruga della materia/contesto piegata alla volontà dell’artista ma mai del tutto, mai fino in fondo. L’arte assume allora un significato ‘insonne’ essendo compiuta ma anche incompiuta, conclusa ma pure aperta ad altre combinazioni, accostamenti, ulteriori
percorsi”.
La mostra INSONNIA è accompagnata da un catalogo edito da Zedia`
BIOGRAFIA
Renzo Ferrari nasce a Cadro l’8 febbraio 1939. Dopo le scuole dell’obbligo, si trasferisce a Milano dove frequenta il liceo artistico e l’Accademia di Brera e conclude gli studi con una tesi su James Ensor. Nel 1962 tiene una prima personale alla Galleria delle Ore di Milano con un significativo riscontro della stampa. La Galleria Annunciata lo invita alla mostra Una scelta (1963) che tenta di fare il punto sul nuovo contesto milanese. Nel 1964 gli viene conferito il Premio Diomira per il disegno e compie viaggi e mostre in Germania, visitando poi i principali Musei di Belgio e Norvegia. La visione della Pop americana alla XXXII Biennale di Venezia lo impressiona vivamente e lo sollecita a cimentarsi con il linguaggio pop. Una selezione del lavoro 1969 - 1972, connotata da una prima maturità espressiva, viene esposta alla Cupola d’Arte Casa a Lugano; tema dominante il confronto Artificio e Natura. Nel 1974 nell’ambito della XXVIII Biennale Nazionale D’Arte Città di Milano, Presenze e tendenze nella giovane arte italiana, ottiene il Premio Feltrinelli, seguito da numerosi riconoscimenti critici (De Micheli, Tassi, Bruno, Del Giudice). Nel 1977 espone alla Bergamini con opere improntate alla condizione esistenziale ”Urbani”, ”Mimesi”, “Teste”. Queste figure alla fine del decennio segnano un inoltro spaziale in un nero, combusto e notturno. Numerose le mostre di taglio generazionale: l’Opera dipinta 1960 - 1980 (1982); Dieci Pittori a Milano (1989) a cura di Quintavalle allo CSAC di Parma e alla Rotonda della Besana a Milano; di seguito Il segno della pittura e della scultura (1983); Cento anni di arte a Milano 1886 - 1986; Geografie oltre l’informale (1987) alla Permanente. Harald Szeemann cura una monografica di Ferrari al Monte Verità di Ascona nel 1985. Il Museo civico di Bellinzona gli dedica una antologica con Opere 1970 - 1990 e a distanza d’anni nel 1999 viene costituito il Fondo Ferrari con cronologia estesa dal 1960 al 1998. In questi anni aumenta l’attenzione critica rivolta all’artista da parte di Tadini, Crespi, Mauron, Montalto, Pontiggia, Porzio, Pontiggia e Goldin. Mostre itineranti Art-Transit (1998) a cura di Matteo Bianchi nei Musei di Vevey e Sciaffusa. A partire dal 1990 si produce una significativa
svolta nel suo lavoro con un impeto graffitista nel segno/disegno e un cromatismo acceso. Primo viaggio a New York (1995) e un secondo nel 2004. Mostre personali al Museo Epper (1993), Galleria Bergamini, Milano (1995), Galleria la Colomba, Lugano (1997), Galleria. Ceribelli Albini (2001), Villa Ciani, Museo civico di Lugano (2004), Centro svizzero (2006) e Spazio Tadini (2013), Milano.
È invitato alla rassegna “Artisti arabi e italiani” a Beirut, Damasco, Il Cairo (2008).
Nel 2009 riceve il premio Morlotti alla Carriera e l’editore Skira pubblica nella collana Arte Moderna le monografie Opere 1990 - 2010 (Pittura), Opere grafiche 1958 - 2013 e nel 2016 Le carte e i giorni 1958 - 2015. Nel biennio 2014 /2015 i Musei di Neuchâtel e Lugano in sinergia hanno proposto la retrospettiva
Visions nomades, 1958-2014. Nella sala del Collezionista della Fondazione Stelline, nel 2016 presenta la mostra Le Carte e i giorni, Formati a confronto a cura di Elena Pontiggia, una scelta di opere di piccolo e grande formato, lungo il percorso creativo 1958 - 2016. Curata nell’allestimento da Mario Botta.
Durante il 2017 ha esposto alla mostra Swiss Pop Art al Kunstmuseum di Aarau e con una personale Busillis Time alla galleria Wolf di Ascona. Nel 2018 espone alla casa museo Spazio Tadini a Milano un ciclo di opere con il titolo Cose Figure Luoghi 2017 - 2018 e al Centro Culturale Giuseppe Verdi partecipa alla mostra
Nuove immagini, nuovi segni. Opere del secondo Novecento dal Museo della Permanente a cura di Gianluca Poldi e Luca Pietro Nicoletti. Recenti le pubblicazioni a cura di Silvia editrice nella Collana i Libri d’Artista e due altri libri dedicati a Pop Art-Oggetti Ansiosi 1964 - 1975 e Taccuini anfibi 1989 - 2015. Nel 2019 ha esposto la mostra Rabisch 2003-2019 alla galleria la Colomba di Lugano. È presente nel catalogo della mostra Milano Pop - Pop Art e dintorni nella Milano degli anni 60/70 a cura di Elena Pontiggia. Di recente pubblicazione Una lunga amicizia di Renzo Ferrari e Piero del Giudice, edizioni Zedia’.
Casa Museo Spazio Tadini
Via Niccolò Jommelli, 24 Milano (MM Piola/Loreto)
Apertura:
da mercoledì a sabato dalle 15.30 alle 19.30 (Offerta libera)
Domenica apertura su richiesta e per visite guidate alle mostre temporanee e all’opera di Tadini (7 euro, durata un’ora).
Per informazioni dettagliate:
www.spaziotadini.com
Per la stampa
Melina Scalise cell.3664584532
museospaziotadini@gmail.com
La mostra “Insonnia” è una sequenza di “short stories”, formati brevi con variazioni soprattutto esistenziali. La canicola dell’ultima estate ha avuto la sua parte come tema segnale dello squilibrio ecologico e di come la natura ci avverta con continui allarmi. È poi presente un “minimalismo” che concentra le tensioni figurali attraverso l’azione dello spazio, del segno e del colore.
“Il vero tema di questi nuovi quadri (…) è il paesaggio - scrive Pietro Luca Nicoletti, storico dell’arte - o meglio un sentimento di natura che prende una fondamentale sfumatura ‘ecologica’: Renzo si accosta al tema dell’ecologia nel momento in cui uno stato di natura è minacciato in maniera sempre più aggressiva e allarmante, e si rende conto di un ritorno circolare a motivi che avevano
caratterizzato l’avvio della sua vita d’artista. Parlare di ‘natura’ senza cadere nell’equivoco
del ‘naturalismo’, infatti, significa uno sguardo posato su luoghi che fanno parte di un
patrimonio genetico e di memoria: un paesaggio rurale del Ticino della sua infanzia che
si è molto trasformato e spesso selvaggiamente cementificato, mettendo in evidenza
una componente artificiale che insidia l’integrità di un contesto”.
Scrive invece Sergej Roic, giornalista e scrittore circa l’insonnia:
“Per quel che riguarda l’insonnia, il noto stato per cui la mancanza costante di sonno mette
a soqquadro la quotidianità o addirittura l’intera esistenza, vale invece la seguente affermazione:
chi soffre d’insonnia ha un unico desiderio, quello di dormire. Eppure, spesso e volentieri l’arte, la massima espressione del gioco inventivo e combinatorio consentita a un essere vivente, il fin troppo razionale essere umano, immagina, congettura, costruisce e realizza le sue opere proprio ‘in mancanza di qualcosa’, ovvero agognando a raggiungere uno stato di soddisfazione all’apparenza irraggiungibile. L’arte ‘insonne’ configura, insomma, la rincorsa di un creativo pié veloce alla lenta ma inesorabile tartaruga della materia/contesto piegata alla volontà dell’artista ma mai del tutto, mai fino in fondo. L’arte assume allora un significato ‘insonne’ essendo compiuta ma anche incompiuta, conclusa ma pure aperta ad altre combinazioni, accostamenti, ulteriori
percorsi”.
La mostra INSONNIA è accompagnata da un catalogo edito da Zedia`
BIOGRAFIA
Renzo Ferrari nasce a Cadro l’8 febbraio 1939. Dopo le scuole dell’obbligo, si trasferisce a Milano dove frequenta il liceo artistico e l’Accademia di Brera e conclude gli studi con una tesi su James Ensor. Nel 1962 tiene una prima personale alla Galleria delle Ore di Milano con un significativo riscontro della stampa. La Galleria Annunciata lo invita alla mostra Una scelta (1963) che tenta di fare il punto sul nuovo contesto milanese. Nel 1964 gli viene conferito il Premio Diomira per il disegno e compie viaggi e mostre in Germania, visitando poi i principali Musei di Belgio e Norvegia. La visione della Pop americana alla XXXII Biennale di Venezia lo impressiona vivamente e lo sollecita a cimentarsi con il linguaggio pop. Una selezione del lavoro 1969 - 1972, connotata da una prima maturità espressiva, viene esposta alla Cupola d’Arte Casa a Lugano; tema dominante il confronto Artificio e Natura. Nel 1974 nell’ambito della XXVIII Biennale Nazionale D’Arte Città di Milano, Presenze e tendenze nella giovane arte italiana, ottiene il Premio Feltrinelli, seguito da numerosi riconoscimenti critici (De Micheli, Tassi, Bruno, Del Giudice). Nel 1977 espone alla Bergamini con opere improntate alla condizione esistenziale ”Urbani”, ”Mimesi”, “Teste”. Queste figure alla fine del decennio segnano un inoltro spaziale in un nero, combusto e notturno. Numerose le mostre di taglio generazionale: l’Opera dipinta 1960 - 1980 (1982); Dieci Pittori a Milano (1989) a cura di Quintavalle allo CSAC di Parma e alla Rotonda della Besana a Milano; di seguito Il segno della pittura e della scultura (1983); Cento anni di arte a Milano 1886 - 1986; Geografie oltre l’informale (1987) alla Permanente. Harald Szeemann cura una monografica di Ferrari al Monte Verità di Ascona nel 1985. Il Museo civico di Bellinzona gli dedica una antologica con Opere 1970 - 1990 e a distanza d’anni nel 1999 viene costituito il Fondo Ferrari con cronologia estesa dal 1960 al 1998. In questi anni aumenta l’attenzione critica rivolta all’artista da parte di Tadini, Crespi, Mauron, Montalto, Pontiggia, Porzio, Pontiggia e Goldin. Mostre itineranti Art-Transit (1998) a cura di Matteo Bianchi nei Musei di Vevey e Sciaffusa. A partire dal 1990 si produce una significativa
svolta nel suo lavoro con un impeto graffitista nel segno/disegno e un cromatismo acceso. Primo viaggio a New York (1995) e un secondo nel 2004. Mostre personali al Museo Epper (1993), Galleria Bergamini, Milano (1995), Galleria la Colomba, Lugano (1997), Galleria. Ceribelli Albini (2001), Villa Ciani, Museo civico di Lugano (2004), Centro svizzero (2006) e Spazio Tadini (2013), Milano.
È invitato alla rassegna “Artisti arabi e italiani” a Beirut, Damasco, Il Cairo (2008).
Nel 2009 riceve il premio Morlotti alla Carriera e l’editore Skira pubblica nella collana Arte Moderna le monografie Opere 1990 - 2010 (Pittura), Opere grafiche 1958 - 2013 e nel 2016 Le carte e i giorni 1958 - 2015. Nel biennio 2014 /2015 i Musei di Neuchâtel e Lugano in sinergia hanno proposto la retrospettiva
Visions nomades, 1958-2014. Nella sala del Collezionista della Fondazione Stelline, nel 2016 presenta la mostra Le Carte e i giorni, Formati a confronto a cura di Elena Pontiggia, una scelta di opere di piccolo e grande formato, lungo il percorso creativo 1958 - 2016. Curata nell’allestimento da Mario Botta.
Durante il 2017 ha esposto alla mostra Swiss Pop Art al Kunstmuseum di Aarau e con una personale Busillis Time alla galleria Wolf di Ascona. Nel 2018 espone alla casa museo Spazio Tadini a Milano un ciclo di opere con il titolo Cose Figure Luoghi 2017 - 2018 e al Centro Culturale Giuseppe Verdi partecipa alla mostra
Nuove immagini, nuovi segni. Opere del secondo Novecento dal Museo della Permanente a cura di Gianluca Poldi e Luca Pietro Nicoletti. Recenti le pubblicazioni a cura di Silvia editrice nella Collana i Libri d’Artista e due altri libri dedicati a Pop Art-Oggetti Ansiosi 1964 - 1975 e Taccuini anfibi 1989 - 2015. Nel 2019 ha esposto la mostra Rabisch 2003-2019 alla galleria la Colomba di Lugano. È presente nel catalogo della mostra Milano Pop - Pop Art e dintorni nella Milano degli anni 60/70 a cura di Elena Pontiggia. Di recente pubblicazione Una lunga amicizia di Renzo Ferrari e Piero del Giudice, edizioni Zedia’.
Casa Museo Spazio Tadini
Via Niccolò Jommelli, 24 Milano (MM Piola/Loreto)
Apertura:
da mercoledì a sabato dalle 15.30 alle 19.30 (Offerta libera)
Domenica apertura su richiesta e per visite guidate alle mostre temporanee e all’opera di Tadini (7 euro, durata un’ora).
Per informazioni dettagliate:
www.spaziotadini.com
Per la stampa
Melina Scalise cell.3664584532
museospaziotadini@gmail.com
25
ottobre 2019
Renzo Ferrari – Insonnia
Dal 25 ottobre al 24 novembre 2019
arte contemporanea
Location
SPAZIO TADINI
Milano, Via Niccolò Jommelli, 24, (Milano)
Milano, Via Niccolò Jommelli, 24, (Milano)
Orario di apertura
da mercoledì a sabato ore 15:30 - 19:30,
domenica = SOLO su prenotazione con visite guidate,
lunedì e martedì = Chiuso
Vernissage
25 Ottobre 2019, h 18:30
Sito web
Autore
Autore testo critico
Allestimento