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Renzo Vespignani – l’opera incisa
La mostra rappresenta una sorta di compendio del corpus grafico di Vespignani che conta, come noto, circa quattrocento titoli in acquaforte, vernice molle e litografia. Se le “pagine” sulle periferie romane realizzate nell’immediato dopoguerra sono oggi introvabili anche per la esiguità delle tirature, l’esposizione ben documenta il periodo successivo dell’opera dell’artista, quando Vespignani recupera con sempre maggiore convinzione il carattere “positivo” della sua ispirazione, abbandonando in parte la durezza ed il cinismo dei suoi primi lavori
Comunicato stampa
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La Galleria “ViaMaestra 114” di Poggibonsi (SI) presenta una raccolta di rare incisioni degli anni ’50, ’60 e ’70 di Renzo Vespignani, arricchita da disegni a matita dello stesso periodo e da chine od inchiostri acquerellati datati tra la fine degli anni ’40 ed i primi anni ’50.
La mostra rappresenta una sorta di compendio del corpus grafico di Vespignani che conta, come noto, circa quattrocento titoli in acquaforte, vernice molle e litografia. Se le “pagine” sulle periferie romane realizzate nell’immediato dopoguerra sono oggi introvabili anche per la esiguità delle tirature, l’esposizione ben documenta il periodo successivo dell’opera dell’artista, quando Vespignani recupera con sempre maggiore convinzione il carattere “positivo” della sua ispirazione, abbandonando in parte la durezza ed il cinismo dei suoi primi lavori.
Nel corso del ‘900 non pochi grandi maestri si sono dedicati con successo all’incisione: de Chirico, Campigli, Carrà, Severini ma anche Fontana, Burri, Capogrossi, Afro, Magnelli oltre agli scultori Marino Marini e Manzù. Diversamente dalla maggior parte di questi, Renzo Vespignani ha fatto della stampa d’arte uno dei suoi principali mezzi espressivi, non relegandola al rango di tecnica per una produzione secondaria o di minor valore rispetto alla pittura. Sotto questo aspetto Vespignani può essere assimilato a Giorgio Morandi, l’unico artista italiano i cui fogli calcografici sono stati battuti nelle aste internazionali a più di 100 milioni di lire.
Le incisioni di Renzo Vespignani, nato a Roma nel 1924 e scomparso nel 2001, rivelano un vero e proprio talento naturale per la tecnica calcografica; al punto che gli stessi disegni – e a volte la pittura – sembrano “tradotti” dal lessico incisorio. Il segno fortemente scavato, ombroso e cromatico, la struttura aspra del bianco-nero, sono i caratteri distintivi dell’opera incisa di Vespignani dal 1944, anno al quale risalgono le prime lastre, sino ai primi anni sessanta. Il colore è una conquista più tarda, che coincide con l’originale apporto dell’artista romano alla esperienza del movimento realista.
Tecnico espertissimo, ha lavorato sullo zinco o sul rame con la disinvoltura di chi schizza sul foglio di un taccuino; ma è stato capace, altresì, di piegare la materia a risultati estremamente calibrati e virtuosistici, quasi costruisse le immagini in punta di matita.
La mostra rappresenta una sorta di compendio del corpus grafico di Vespignani che conta, come noto, circa quattrocento titoli in acquaforte, vernice molle e litografia. Se le “pagine” sulle periferie romane realizzate nell’immediato dopoguerra sono oggi introvabili anche per la esiguità delle tirature, l’esposizione ben documenta il periodo successivo dell’opera dell’artista, quando Vespignani recupera con sempre maggiore convinzione il carattere “positivo” della sua ispirazione, abbandonando in parte la durezza ed il cinismo dei suoi primi lavori.
Nel corso del ‘900 non pochi grandi maestri si sono dedicati con successo all’incisione: de Chirico, Campigli, Carrà, Severini ma anche Fontana, Burri, Capogrossi, Afro, Magnelli oltre agli scultori Marino Marini e Manzù. Diversamente dalla maggior parte di questi, Renzo Vespignani ha fatto della stampa d’arte uno dei suoi principali mezzi espressivi, non relegandola al rango di tecnica per una produzione secondaria o di minor valore rispetto alla pittura. Sotto questo aspetto Vespignani può essere assimilato a Giorgio Morandi, l’unico artista italiano i cui fogli calcografici sono stati battuti nelle aste internazionali a più di 100 milioni di lire.
Le incisioni di Renzo Vespignani, nato a Roma nel 1924 e scomparso nel 2001, rivelano un vero e proprio talento naturale per la tecnica calcografica; al punto che gli stessi disegni – e a volte la pittura – sembrano “tradotti” dal lessico incisorio. Il segno fortemente scavato, ombroso e cromatico, la struttura aspra del bianco-nero, sono i caratteri distintivi dell’opera incisa di Vespignani dal 1944, anno al quale risalgono le prime lastre, sino ai primi anni sessanta. Il colore è una conquista più tarda, che coincide con l’originale apporto dell’artista romano alla esperienza del movimento realista.
Tecnico espertissimo, ha lavorato sullo zinco o sul rame con la disinvoltura di chi schizza sul foglio di un taccuino; ma è stato capace, altresì, di piegare la materia a risultati estremamente calibrati e virtuosistici, quasi costruisse le immagini in punta di matita.
07
febbraio 2004
Renzo Vespignani – l’opera incisa
Dal 07 febbraio al 20 marzo 2004
arte contemporanea
Location
VIAMAESTRA 114 ARTE CONTEMPORANEA
Poggibonsi, Via Fiume, 60, (Siena)
Poggibonsi, Via Fiume, 60, (Siena)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì dalle 17.00 alle 19.30 - sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20
Vernissage
7 Febbraio 2004, alle 17