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Restituzioni 2006 – Tesori d’arte restaurati
Giovanni Bellini (Venezia 1430 circa – 1516), Santa Giustina de’ Borromei proveniente dal Museo Bagatti Valsecchi, Milano
Comunicato stampa
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Un'isola felice, nell'Italia del sempre annunciato collasso dei Beni culturali. È Restituzioni: nata da una lungimirante intuizione, quasi vent'anni fa, di Feliciano Benvenuti allora Presidente della Banca Cattolica del Veneto, cresciuta in Banca Intesa per la passione tenace del Presidente Giovanni Bazoli, l'iniziativa ha stabilito un rapporto esemplare tra privati e pubbliche istituzioni di tutela (le Soprintendenze del Veneto e della Lombardia, la Direzione dei Musei Vaticani): ogni successiva edizione ha contribuito a puntellare intelligentemente il “sistema Italia” e insieme a fornire nuovi punti di vista sul nostro patrimonio artistico: il tutto allineando in ciascuna tappa espositiva, per il piacere dei cultori e dei visitatori, un percorso di capolavori che si dilata su quasi due millenni di storia.
Due le novità di rilievo in questa che si prefigura come una delle più ricche edizioni dell’intera storia di Restituzioni.
La prima: se anche la rassegna scaturisce da un elenco di “sofferenze”, di opere cioè che hanno richiesto un restauro non rinviabile, più di altre volte quest'anno è possibile individuare degli ambiti coerenti, che formano quasi più mostre affiancate: una coincide con i segni dell'antichità classica in terra veneta, solo osservando i quali si riesce a comprendere che cosa sia stato effettivamente quel recupero di radici e di motivi che chiamiamo Rinascimento; un'altra fa incontrare i Tesori della Basilica di San Marco con quelli del Tesoro Sacro dei Musei Vaticani che, con i loro reperti di arte sacra tardo antica, bizantina e quattrocentesca, non solo mostrano i canali secolari di trasmissione della fede ma anche lo storico inizio dell'esperienza museale; la terza riprende nei fatti un'intuizione di Roberto Longhi, quella di un'originale arte “padana”, e pone a confronto, con opere strepitose, le diverse anime del Rinascimento così come esso si è declinato tra i centri del Veneto e della Lombardia.
La seconda novità consiste nel fatto che, da quest'anno, la mostra di Palazzo Leoni Montanari diviene una sorta di grande anteprima, perché successivamente le opere saranno oggetto di altre specifiche esposizioni nel territorio da dove provengono: a metà ottobre saranno esposti a Brera i capolavori delle raccolte lombarde e alle Gallerie dell’Accademia di Venezia le opere di area lagunare, restaurati grazie a Banca Intesa dal 2002 in poi; infine, nel febbraio 2007, i Musei Vaticani ospiteranno i pezzi restaurati nelle ultime due edizioni dell'iniziativa.
Le novità si sposano tuttavia con una tradizione rigorosa. In diciassette anni (nelle ultime tre edizioni l'iniziativa espositiva è divenuta biennale, pur raccogliendo gli esiti delle tornate annuali di restauro) Restituzioni ha soprattutto ed esemplarmente mostrato quanto l'attività di restauro e delle relative indagini tecnico-scientifiche apportino nuove conoscenze agli studi storico-artistici: anche quest'anno alcune opere hanno riacquistato una tavolozza di colori che non erano visibili da secoli; è stata dimostrata l'autografia di dipinti sin qui solo dubitativamente attribuiti, come è successo per gli straordinari dipinti di Vittore Carpaccio, Luca Signorelli e Gaudenzio Ferrari; nell'Adorazione dei Magi di Tiziano è riapparso un dettaglio forse un tempo ritenuto sconveniente (un cagnolino con la gamba alzata), e che invece si rivela come una sorta di firma aggiuntiva del grande maestro cadorino.
La rassegna allinea una sessantina di opere, provenienti dai Musei Vaticani, per l'area lombarda dal Museo Bagatti Valsecchi, dal Poldi Pezzoli, dalle Pinacoteche Ambrosiana e di Brera, da varie chiese di Brescia, Cremona, Lodi e Mantova, per il Veneto dalle Gallerie dell’Accademia, dal Tesoro di San Marco, dal Seminario Patriarcale, da altri edifici religiosi, e dai Musei Archeologici Nazionali di Adria, Altino, Este, Feltre e Portogruaro.
Si va dal II secolo a.C. al XVI: sono capolavori che dall’arte classica - con anelli, gemme intagliate, altari, ritratti e sculture in marmo - tragittano a quella tardo-antica, paleocristiana e bizantina - con vetri dorati, coppe e lampade in cristallo di rocca, un piccolo ciborio in marmo - sino ad accompagnarci ai dipinti del periodo rinascimentale. Sul versante veneto, con le presenze di Vittore Carpaccio, Bartolomeo e Antonio Vivarini, Gentile e Giovanni Bellini, Tiziano, Tintoretto; su quello lombardo con Bernardino Butinone, Gaudenzio Ferrari, il Moretto, Vincenzo Civerchio, Antonio Campi, Gian Francesco Tura. La Madonna con Bambino e quattro santi di Luca Signorelli, originariamente dipinta per la cappella Filippini nella marchigiana chiesa di Arcevia, tradizionale cerniera tra arte padana e tosco-romana, consente infine un prezioso confronto con i coevi esiti di matrice toscana.
Secondo lo spirito originario del programma, Banca Intesa promuove annualmente il progetto mettendo a disposizione un fondo appositamente creato e condividendo fin dall’inizio la scelta delle opere da sottoporre a restauro, effettuata da un qualificato comitato scientifico composto dai responsabili delle Soprintendenze venete e lombarde e dalla Direzione dei Musei Vaticani, coordinato da Carlo Bertelli, curatore del catalogo che accompagna l’esposizione, edito da Terra Ferma.
Il progetto Restituzioni
Avviato alla fine degli anni ’80, il programma Restituzioni è stato direttamente progettato e promosso da una istituzione privata (l'allora Banca Cattolica del Veneto che ha passato poi il testimone al Banco Ambroveneto e quindi a Banca Intesa) in organica collaborazione con gli organismi di pubblica tutela, dapprima con le Soprintendenze del Veneto quindi con quelle lombarde e oggi anche con la Direzione dei Musei Vaticani. Il programma si impernia nella periodica selezione di un consistente numero di opere bisognose di interventi conservativi, nel loro restauro, in specifiche ricerche che solo in esso trovano fondamento, nell’esposizione e quindi nella finale riconsegna delle opere ai legittimi proprietari. Sono ormai più di cinquecento i pezzi, spesso di straordinaria qualità, che scandiscono questa storia quasi ventennale, a definire una sorta di museo virtuale che abbraccia una vicenda lunghissima (da antichi reperti archeologici al XIX secolo) e che ha contribuito a rivelare, negli anni, l’articolata fisionomia di un’intera civiltà artistica e culturale.
Le mostre non hanno mai ambito a configurare soltanto affascinanti percorsi storico-artistici. Esse nascono, prima di tutto, da una preveggente, continuativa e responsabile attenzione nei confronti di quelle inevitabili zone d’ombra che, per cronica penuria di risorse, connotano il vastissimo patrimonio artistico italiano; sono state sempre le esigenze di più urgente conservazione e restauro di specifici segni – alcuni eclatanti, tutti preziosi – a determinare la priorità di inserimento nel programma.
Due le novità di rilievo in questa che si prefigura come una delle più ricche edizioni dell’intera storia di Restituzioni.
La prima: se anche la rassegna scaturisce da un elenco di “sofferenze”, di opere cioè che hanno richiesto un restauro non rinviabile, più di altre volte quest'anno è possibile individuare degli ambiti coerenti, che formano quasi più mostre affiancate: una coincide con i segni dell'antichità classica in terra veneta, solo osservando i quali si riesce a comprendere che cosa sia stato effettivamente quel recupero di radici e di motivi che chiamiamo Rinascimento; un'altra fa incontrare i Tesori della Basilica di San Marco con quelli del Tesoro Sacro dei Musei Vaticani che, con i loro reperti di arte sacra tardo antica, bizantina e quattrocentesca, non solo mostrano i canali secolari di trasmissione della fede ma anche lo storico inizio dell'esperienza museale; la terza riprende nei fatti un'intuizione di Roberto Longhi, quella di un'originale arte “padana”, e pone a confronto, con opere strepitose, le diverse anime del Rinascimento così come esso si è declinato tra i centri del Veneto e della Lombardia.
La seconda novità consiste nel fatto che, da quest'anno, la mostra di Palazzo Leoni Montanari diviene una sorta di grande anteprima, perché successivamente le opere saranno oggetto di altre specifiche esposizioni nel territorio da dove provengono: a metà ottobre saranno esposti a Brera i capolavori delle raccolte lombarde e alle Gallerie dell’Accademia di Venezia le opere di area lagunare, restaurati grazie a Banca Intesa dal 2002 in poi; infine, nel febbraio 2007, i Musei Vaticani ospiteranno i pezzi restaurati nelle ultime due edizioni dell'iniziativa.
Le novità si sposano tuttavia con una tradizione rigorosa. In diciassette anni (nelle ultime tre edizioni l'iniziativa espositiva è divenuta biennale, pur raccogliendo gli esiti delle tornate annuali di restauro) Restituzioni ha soprattutto ed esemplarmente mostrato quanto l'attività di restauro e delle relative indagini tecnico-scientifiche apportino nuove conoscenze agli studi storico-artistici: anche quest'anno alcune opere hanno riacquistato una tavolozza di colori che non erano visibili da secoli; è stata dimostrata l'autografia di dipinti sin qui solo dubitativamente attribuiti, come è successo per gli straordinari dipinti di Vittore Carpaccio, Luca Signorelli e Gaudenzio Ferrari; nell'Adorazione dei Magi di Tiziano è riapparso un dettaglio forse un tempo ritenuto sconveniente (un cagnolino con la gamba alzata), e che invece si rivela come una sorta di firma aggiuntiva del grande maestro cadorino.
La rassegna allinea una sessantina di opere, provenienti dai Musei Vaticani, per l'area lombarda dal Museo Bagatti Valsecchi, dal Poldi Pezzoli, dalle Pinacoteche Ambrosiana e di Brera, da varie chiese di Brescia, Cremona, Lodi e Mantova, per il Veneto dalle Gallerie dell’Accademia, dal Tesoro di San Marco, dal Seminario Patriarcale, da altri edifici religiosi, e dai Musei Archeologici Nazionali di Adria, Altino, Este, Feltre e Portogruaro.
Si va dal II secolo a.C. al XVI: sono capolavori che dall’arte classica - con anelli, gemme intagliate, altari, ritratti e sculture in marmo - tragittano a quella tardo-antica, paleocristiana e bizantina - con vetri dorati, coppe e lampade in cristallo di rocca, un piccolo ciborio in marmo - sino ad accompagnarci ai dipinti del periodo rinascimentale. Sul versante veneto, con le presenze di Vittore Carpaccio, Bartolomeo e Antonio Vivarini, Gentile e Giovanni Bellini, Tiziano, Tintoretto; su quello lombardo con Bernardino Butinone, Gaudenzio Ferrari, il Moretto, Vincenzo Civerchio, Antonio Campi, Gian Francesco Tura. La Madonna con Bambino e quattro santi di Luca Signorelli, originariamente dipinta per la cappella Filippini nella marchigiana chiesa di Arcevia, tradizionale cerniera tra arte padana e tosco-romana, consente infine un prezioso confronto con i coevi esiti di matrice toscana.
Secondo lo spirito originario del programma, Banca Intesa promuove annualmente il progetto mettendo a disposizione un fondo appositamente creato e condividendo fin dall’inizio la scelta delle opere da sottoporre a restauro, effettuata da un qualificato comitato scientifico composto dai responsabili delle Soprintendenze venete e lombarde e dalla Direzione dei Musei Vaticani, coordinato da Carlo Bertelli, curatore del catalogo che accompagna l’esposizione, edito da Terra Ferma.
Il progetto Restituzioni
Avviato alla fine degli anni ’80, il programma Restituzioni è stato direttamente progettato e promosso da una istituzione privata (l'allora Banca Cattolica del Veneto che ha passato poi il testimone al Banco Ambroveneto e quindi a Banca Intesa) in organica collaborazione con gli organismi di pubblica tutela, dapprima con le Soprintendenze del Veneto quindi con quelle lombarde e oggi anche con la Direzione dei Musei Vaticani. Il programma si impernia nella periodica selezione di un consistente numero di opere bisognose di interventi conservativi, nel loro restauro, in specifiche ricerche che solo in esso trovano fondamento, nell’esposizione e quindi nella finale riconsegna delle opere ai legittimi proprietari. Sono ormai più di cinquecento i pezzi, spesso di straordinaria qualità, che scandiscono questa storia quasi ventennale, a definire una sorta di museo virtuale che abbraccia una vicenda lunghissima (da antichi reperti archeologici al XIX secolo) e che ha contribuito a rivelare, negli anni, l’articolata fisionomia di un’intera civiltà artistica e culturale.
Le mostre non hanno mai ambito a configurare soltanto affascinanti percorsi storico-artistici. Esse nascono, prima di tutto, da una preveggente, continuativa e responsabile attenzione nei confronti di quelle inevitabili zone d’ombra che, per cronica penuria di risorse, connotano il vastissimo patrimonio artistico italiano; sono state sempre le esigenze di più urgente conservazione e restauro di specifici segni – alcuni eclatanti, tutti preziosi – a determinare la priorità di inserimento nel programma.
24
marzo 2006
Restituzioni 2006 – Tesori d’arte restaurati
Dal 24 marzo all'undici giugno 2006
arte antica
Location
GALLERIE D’ITALIA – PALAZZO LEONI MONTANARI
Vicenza, Contrà Santa Corona, 25, (Vicenza)
Vicenza, Contrà Santa Corona, 25, (Vicenza)
Orario di apertura
da martedì a domenica, dalle 10 alle 18
Ufficio stampa
STUDIO ESSECI
Autore