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Revolution is on hold
La rivoluzione è ancora una prospettiva possibile oppure è diventata solo un’idea addomesticata alle regole del potere, un argomento per le discussioni da salotto (di sinistra), un utopico obiettivo che ci mette a posto le coscienze critiche mentre si vive nel pieno della realtà capitalistica?
Comunicato stampa
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“Una fantasma si aggira per l’Europa”… è passato abbastanza tempo da quando Marx e Engels scrivevano il Manifesto del Partito Comunista cominciando con la frase ormai diventata famosa.
Abbastanza tempo ormai perché il fantasma di cui parlavano i padri della teoria della lotta di classe diventasse un ideale da seguire, un progetto da realizzare, un’ideologia di potere da mantenere, per poi finire a diventare un male da abbattere. In ogni caso il fantasma non è più quello di prima, ha perso il suo fascino e anche la sua aria minacciosa. Oggi non solo l’Europa sembra non esser più il teatro dove si giocano le sorti del futuro prossimo, ma il mondo stesso, ormai sulla strada di una globalizzazione inarrestabile, sembra essere minacciato da altri fantasmi incombenti.
Cosa è successo? Si può forse dire che il fantasma di cui parlavano Marx e Engels sia finito nel nulla? La rivoluzione è ancora una prospettiva possibile oppure è diventata solo un’idea addomesticata alle regole del potere, un argomento per le discussioni da salotto (di sinistra), un utopico obiettivo che ci mette a posto le coscienze critiche mentre si vive nel pieno della realtà capitalistica?
Una mostra non può essere il tentativo di dare una o più risposte a queste domande, però può diventare un luogo di riflessione, un incontro di opere che dialogano tra loro e invitano al confronto.
Revolution is on hold, questo ci dice Tania Bruguera nel suo lavoro. Tradotto in italiano suonerebbe come La rivoluzione è in lista d’attesa. E' una frase che ci propone nello stesso tempo sia la presenza che la mancanza della rivoluzione, il suo essere sospeso in una situazione di ambiguità e contraddizione .
Johanna Billing presenta un’aula Universitaria piena di giovani immersi in un’atmosfera sospesa tra la tensione e l’attesa che accada qualcosa, non c’è azione, solo uno scambio di sguardi, gli unici rumori provengono da una fotocopiatrice, il resto è silenzio, è attesa, eppure il titolo sembra indicarci una chiave di lettura: Project for a Revolution.
I am a revolutionary in questo video è l’artista stessa, Carey Young, che pronuncia questa frase, ma invece di trovarsi in una piazza per manifestare, è in un ufficio e viene istruita da un tecnico della comunicazione sul modo più convincente per far funzionare lo “slogan”. Le prove sono infinite, una, due, tre, dieci volte…
Un treno pieno di giovani sta andando a Roma per la grande manifestazione contro la guerra. I manifestanti però sono tutti addormentati, le cabine, i corridoi, i passaggi sono colmi di persone, ma il sonno di ciascuno è profondo come se una fata cattiva avesse fatto loro un incantesimo maligno. E’ il lavoro della giovane italiana Emma Ciceri, che nel titolo mantiene quella stessa data del 23 Marzo 2004.
Un gruppo di manifestanti è presentato anche dal rumeno Mircea Cantor, però al posto degli striscioni tradizionali, ognuno sorregge uno specchio che in tal modo riflette lo spazio circostante. Sembra che i manifesti non hanno, dunque, nulla da dire alla città, piuttosto ne rispecchiano i particolari, magari deformandone i contorni.
Dan Perjovschi presenta una serie di 50 disegni. Sono vignette di sottile ma pungente ironia, che guardano la situazione contemporanea e le dinamiche socio politiche a essa legata, svelando anche la nostra complicità nei processi di sottomissione. Per esempio una delle frasi che si può leggere è: “ The cold war is over and I got a flu” la guerra fredda e finita e io ho preso un raffreddore …
Living in Memory è il titolo del lavoro dell’artista albanese Armand Lulaj. Una stella gigante brucia sulla cima di una montagna mentre noi guardiamo lo spettacolo, ma non capiamo se il simbolo venga contestato tramite le fiamme oppure esaltato dalla luce del fuoco. La struttura brucia fino a distruggersi sotto i nostri occhi e a noi non resta altro che cercare un altro simbolo, un'altra bandiera, comunque un'altra idea che ci porti avanti, fino alla … ma ci pensa Tania Bruguera a metterci in guardia dicendo Until the unreachable victory.
Abbastanza tempo ormai perché il fantasma di cui parlavano i padri della teoria della lotta di classe diventasse un ideale da seguire, un progetto da realizzare, un’ideologia di potere da mantenere, per poi finire a diventare un male da abbattere. In ogni caso il fantasma non è più quello di prima, ha perso il suo fascino e anche la sua aria minacciosa. Oggi non solo l’Europa sembra non esser più il teatro dove si giocano le sorti del futuro prossimo, ma il mondo stesso, ormai sulla strada di una globalizzazione inarrestabile, sembra essere minacciato da altri fantasmi incombenti.
Cosa è successo? Si può forse dire che il fantasma di cui parlavano Marx e Engels sia finito nel nulla? La rivoluzione è ancora una prospettiva possibile oppure è diventata solo un’idea addomesticata alle regole del potere, un argomento per le discussioni da salotto (di sinistra), un utopico obiettivo che ci mette a posto le coscienze critiche mentre si vive nel pieno della realtà capitalistica?
Una mostra non può essere il tentativo di dare una o più risposte a queste domande, però può diventare un luogo di riflessione, un incontro di opere che dialogano tra loro e invitano al confronto.
Revolution is on hold, questo ci dice Tania Bruguera nel suo lavoro. Tradotto in italiano suonerebbe come La rivoluzione è in lista d’attesa. E' una frase che ci propone nello stesso tempo sia la presenza che la mancanza della rivoluzione, il suo essere sospeso in una situazione di ambiguità e contraddizione .
Johanna Billing presenta un’aula Universitaria piena di giovani immersi in un’atmosfera sospesa tra la tensione e l’attesa che accada qualcosa, non c’è azione, solo uno scambio di sguardi, gli unici rumori provengono da una fotocopiatrice, il resto è silenzio, è attesa, eppure il titolo sembra indicarci una chiave di lettura: Project for a Revolution.
I am a revolutionary in questo video è l’artista stessa, Carey Young, che pronuncia questa frase, ma invece di trovarsi in una piazza per manifestare, è in un ufficio e viene istruita da un tecnico della comunicazione sul modo più convincente per far funzionare lo “slogan”. Le prove sono infinite, una, due, tre, dieci volte…
Un treno pieno di giovani sta andando a Roma per la grande manifestazione contro la guerra. I manifestanti però sono tutti addormentati, le cabine, i corridoi, i passaggi sono colmi di persone, ma il sonno di ciascuno è profondo come se una fata cattiva avesse fatto loro un incantesimo maligno. E’ il lavoro della giovane italiana Emma Ciceri, che nel titolo mantiene quella stessa data del 23 Marzo 2004.
Un gruppo di manifestanti è presentato anche dal rumeno Mircea Cantor, però al posto degli striscioni tradizionali, ognuno sorregge uno specchio che in tal modo riflette lo spazio circostante. Sembra che i manifesti non hanno, dunque, nulla da dire alla città, piuttosto ne rispecchiano i particolari, magari deformandone i contorni.
Dan Perjovschi presenta una serie di 50 disegni. Sono vignette di sottile ma pungente ironia, che guardano la situazione contemporanea e le dinamiche socio politiche a essa legata, svelando anche la nostra complicità nei processi di sottomissione. Per esempio una delle frasi che si può leggere è: “ The cold war is over and I got a flu” la guerra fredda e finita e io ho preso un raffreddore …
Living in Memory è il titolo del lavoro dell’artista albanese Armand Lulaj. Una stella gigante brucia sulla cima di una montagna mentre noi guardiamo lo spettacolo, ma non capiamo se il simbolo venga contestato tramite le fiamme oppure esaltato dalla luce del fuoco. La struttura brucia fino a distruggersi sotto i nostri occhi e a noi non resta altro che cercare un altro simbolo, un'altra bandiera, comunque un'altra idea che ci porti avanti, fino alla … ma ci pensa Tania Bruguera a metterci in guardia dicendo Until the unreachable victory.
04
marzo 2005
Revolution is on hold
Dal 04 al 13 marzo 2005
arte contemporanea
Location
ISOLA ART CENTER
Milano, Via Federico Confalonieri, 10, (Milano)
Milano, Via Federico Confalonieri, 10, (Milano)
Vernissage
4 Marzo 2005, ore 19
Autore
Curatore