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Ricardo Cinalli – Accade…il flusso disordinato degli esseri, nel vortice discontinuo dell’essere cose …accade
Presso la Galleria Planetario di Trieste domenica 14 novembre alle ore 11.00, si inaugura la mostra personale di Ricardo Cinalli, in cui verrà presentata una selezione di opere recenti dell’artista (Human Cross, The Thinker, Black Madonna, United-divi-dead, Blue Travellers).
Comunicato stampa
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La mostra è corredata da un volume edito da Mazzotta con importanti contributi critici di Giorgio Cortenova ed Edward Lucie-Smith, entrambi presenti, con l’artista, all’inaugurazione. Il titolo della mostra di per sè ambiguo ed allusivo - Accade... il flusso disordinato degli esseri, nel vortice discontinuo dell’essere cose ...accade”- indica un percorso espositivo segnato dalla complessità. Complessità culturale, quella dell’artista che, nato in Argentina, ha deciso di vivere la sua quotidianità in quell’Europa di cui egli stesso è messaggero con la sua particolare poetica artistica.
La cultura visiva europea, infatti, è la matrice da cui si diparte la sua ricerca che ruota attorno al tema di una figurazione stravagante, una sorta di collage stilistico; si intravede il classico, o meglio quanto del classico viene rivisitato dal Manierismo; c’è Picasso e in generale la volontà di fare grande, monumentale, gigantesco; c’è, nell’orditura pittorica delle sue opere, un calarsi nella sfera divisionista. Insomma una continua relazione di stili che recuperano la corporeità, urlata protagonista della sua narrazione pittorica.
Così Giorgio Cortenova nella sua presentazione: “(...) Dovendosi comunque servire d’immagini che sono nate all’interno degli stili, egli utilizza soprattutto quelle del manierismo o del simbolismo, poetiche che in ogni caso hanno lavorato più sull’invisibile che sul visibile, che in altre parole si “sono rifatte” a qualcosa di già dato o che hanno “citato” il già conosciuto. (dal catalogo della mostra).
Nella sua pittura l’elemento visionario si intreccia a quello noetico e le sue opere corrono verso la visione ad occhi chiusi, verso l’immaginazione, nella zona eterea del pensiero e questo proprio tanto quanto sembrano correlate ad un forte realismo, alla vera carne.
Scrive Edward Lucie-Smith “(...) I diretti antecedenti cui Cinalli fa riferimento non sono infatti messicani né di nessun altro paese del Sudamerica, bensì italiani. I suoi modelli sono i cicli di affreschi manieristi di Pontormo e Giulio Romano. (dal catalogo della mostra).
Il critico continua in una brillante analisi del lavoro dell’artista descrivendolo come un postmoderno che intende uscire “ (...) da una situazione in cui le ortodossie moderniste erano diventate dolorosamente rigide.” (ibidem)
Cinalli dunque sul solco del cosiddetto movimento “Neoclassicista” recupera il corpo quale simbolo altamente espressivo della condizione umana, simbolo di una “grandeur” attorno alla quale ci si devono porre le questioni circa la nostra esistenza, la nostra energia vitale, o comunque, più semplicemente, il fatto di esserci.
La cultura visiva europea, infatti, è la matrice da cui si diparte la sua ricerca che ruota attorno al tema di una figurazione stravagante, una sorta di collage stilistico; si intravede il classico, o meglio quanto del classico viene rivisitato dal Manierismo; c’è Picasso e in generale la volontà di fare grande, monumentale, gigantesco; c’è, nell’orditura pittorica delle sue opere, un calarsi nella sfera divisionista. Insomma una continua relazione di stili che recuperano la corporeità, urlata protagonista della sua narrazione pittorica.
Così Giorgio Cortenova nella sua presentazione: “(...) Dovendosi comunque servire d’immagini che sono nate all’interno degli stili, egli utilizza soprattutto quelle del manierismo o del simbolismo, poetiche che in ogni caso hanno lavorato più sull’invisibile che sul visibile, che in altre parole si “sono rifatte” a qualcosa di già dato o che hanno “citato” il già conosciuto. (dal catalogo della mostra).
Nella sua pittura l’elemento visionario si intreccia a quello noetico e le sue opere corrono verso la visione ad occhi chiusi, verso l’immaginazione, nella zona eterea del pensiero e questo proprio tanto quanto sembrano correlate ad un forte realismo, alla vera carne.
Scrive Edward Lucie-Smith “(...) I diretti antecedenti cui Cinalli fa riferimento non sono infatti messicani né di nessun altro paese del Sudamerica, bensì italiani. I suoi modelli sono i cicli di affreschi manieristi di Pontormo e Giulio Romano. (dal catalogo della mostra).
Il critico continua in una brillante analisi del lavoro dell’artista descrivendolo come un postmoderno che intende uscire “ (...) da una situazione in cui le ortodossie moderniste erano diventate dolorosamente rigide.” (ibidem)
Cinalli dunque sul solco del cosiddetto movimento “Neoclassicista” recupera il corpo quale simbolo altamente espressivo della condizione umana, simbolo di una “grandeur” attorno alla quale ci si devono porre le questioni circa la nostra esistenza, la nostra energia vitale, o comunque, più semplicemente, il fatto di esserci.
14
novembre 2004
Ricardo Cinalli – Accade…il flusso disordinato degli esseri, nel vortice discontinuo dell’essere cose …accade
Dal 14 novembre 2004 al 15 gennaio 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA PLANETARIO
Trieste, Via Fabio Filzi, 4, (Trieste)
Trieste, Via Fabio Filzi, 4, (Trieste)
Orario di apertura
da lunedì a sabato ore 10.00 - 13.00 e 16.00 - 19.00
Vernissage
14 Novembre 2004, ore 11.00
Autore