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Riccardo Baruzzi
Riccardo Baruzzi è il vincitore della seconda edizione del Premio Osvaldo Licini by Fainplast, il premio dedicato alla pittura italiana. Con questa mostra personale sviluppa un progetto costruito appositamente per il Premio e in dialogo con Licini.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L’Associazione Arte Contemporanea Picena e Fainplast presentano la mostra dell’artista Riccardo Baruzzi, vincitore della seconda edizione del Premio Osvaldo Licini by Fainplast, il premio dedicato alla pittura italiana.
La mostra nasce dalla volontà dell’artista e del curatore Alessandro Zechini di sviluppare un progetto costruito appositamente per il Premio e in dialogo con Licini, piuttosto che un percorso espositivo, composto da opere già prodotte, come rappresentazione sintetica della sua esperienza artistica.
Baruzzi, nato nel 1976, comincia la sua esperienza artistica approfondendo il mezzo pittorico per poi espandere il suo campo d’azione miscelando tecniche tradizionali e sperimentali, utilizzando spesso il medium del disegno in funzione performativa.
Due sono le modalità ricorrenti nella sua produzione artistica: la ricerca di una nuova semplicità, intesa come raggiungimento di un grado zero, una sorta di inizio del linguaggio e la catalogazione di estetiche, che in generale si definiscono marginali. Per questo Baruzzi in questa nuova grammatica costruisce opere in cui oltre alla riduzione del numero di segni e di soggetti, annulla o riduce al minimo la componente prospettica.
Già dalla prima sala del percorso espositivo risulta subito evidente che non ci sono illusioni ottiche, tutto è sotto i nostri occhi: le tele, le pitture ritagliate e sovrapposte e perfino i telai.
Come nella serie dal titolo Cetrioli e noci su olmo tramutato, in cui mette in scena un dialogo impossibile tra un ramo d’olmo mutante, frutti e ortaggi che nella realtà non appartengono a quell’albero.
Si produce come un senso di spaesamento - “chi appartiene a cosa?” – e Baruzzi sembra rispondere attraverso la sua pittura che l'appartenenza non corrisponde ad un ordine naturale prestabilito, ad esempio l’albero con i suoi frutti, ma gli elementi si avvicinano per una sorta di fragilità/instabilità che li accomuna.
Non è soltanto la composizione o i colori a rendere delicate queste opere, ma anche le diverse tecniche utilizzate, dai rami d’olmo che diventano “negativi” con lo spray in una sorta di stencil, agli elementi positivi, sovrapposti, come in un collage dei cetrioli e delle noci, dipinti e impressi con la tecnica del monotipo.
Il disegno è un altro elemento essenziale della pratica dell’artista, con i suoi rimandi alla preparazione, al progetto e al pensiero che diventa traccia visibile.
E anche questo emerge in mostra nella terza sala, dove Baruzzi lo inserisce all’interno di alcune installazioni chiamate “bilancioni”, strutture portanti in ferro che sospendono dei teli colorati. L’installazione rimanda a grandi reti da pesca dove non ci sono pesci impigliati, ma disegni guardati a debita distanza da Elena, un d'après ispirato al ritratto di Licini.
Ad unire il vento della prima sala con la componente acquatica della terza, è la terra degli spaventapasseri posizionati nella seconda sala del museo.
Due sono le “sculture” esposte che sembrano attingere all’estetica funzionale della realtà contadina per rinnovarla e collocarla all’interno del sistema dell’arte. Non sono copie di spaventapasseri visti dall’artista nella sua infanzia, ma mostrano un ribaltamento di vedute, lo spaventapasseri non spaventa più i volatili ma li ingloba nella sua nuova natura.
Strutture di ferro con maschere che condensano dentro di sé una triplice natura: umana, animale e vegetale.
Difficile comprendere e definire i lavori esposti se ci poniamo alla ricerca delle tradizionali categorie di pittura, scultura e disegno, che l’artista scardina in maniera gentile ed elegante.
Il focus del Premio Osvaldo Licini by Fainplast, ispirato dall’opera del grande maestro marchigiano, è la pittura, medium d’elezione per Riccardo Baruzzi che è stato decretato vincitore grazie alla segnalazione operata da parte di 43 esperti del mondo dell’arte che hanno avuto il compito di menzionare ognuno un singolo artista.
Il premio nasce dalla volontà congiunta dell’associazione Arte Contemporanea Picena e della Fainplast, main sponsor dell’iniziativa, in collaborazione con il Comune di Ascoli Piceno e con la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini, con l’obiettivo di valorizzare la ricerca pittorica contemporanea in Italia all’interno dello spazio museale dedicato proprio al Maestro Licini.
Il curatore della mostra Alessandro Zechini afferma: “la mostra evidenzia un Baruzzi funambolo, che rimane in equilibrio sul filo della ricerca artistica contemporanea, utilizzando nelle sue opere un misto di rapidità e lentezza. Con uno sguardo laterale, fuori dalla sicurezza della storia dell’arte, l’artista crea nuovi paesaggi, composti da alberi mutanti, spaventapasseri o reti da pesca che permettono allo spettatore di rigenerare la sua visione sul presente.”
Anche Roberta Faraotti, alla guida insieme al fratello Daniele e al padre Battista di Fainplast, main sponsor del Premio e azienda ascolana leader mondiale nella produzione di compound, che da sempre sostiene e valorizza l’arte, la storia e la cultura del territorio, aggiunge: “il Premio Osvaldo Licini by Fainplast vuole essere una rassegna che volge lo sguardo al contemporaneo, indagando le molteplici sfaccettature dell’attuale pittura italiana, con l’obiettivo di premiare i nuovi interpreti del mondo dell’arte, che proprio attraverso il medium, usato dal Maestro Licini, hanno trovato la propria cifra stilistica”.
La mostra nasce dalla volontà dell’artista e del curatore Alessandro Zechini di sviluppare un progetto costruito appositamente per il Premio e in dialogo con Licini, piuttosto che un percorso espositivo, composto da opere già prodotte, come rappresentazione sintetica della sua esperienza artistica.
Baruzzi, nato nel 1976, comincia la sua esperienza artistica approfondendo il mezzo pittorico per poi espandere il suo campo d’azione miscelando tecniche tradizionali e sperimentali, utilizzando spesso il medium del disegno in funzione performativa.
Due sono le modalità ricorrenti nella sua produzione artistica: la ricerca di una nuova semplicità, intesa come raggiungimento di un grado zero, una sorta di inizio del linguaggio e la catalogazione di estetiche, che in generale si definiscono marginali. Per questo Baruzzi in questa nuova grammatica costruisce opere in cui oltre alla riduzione del numero di segni e di soggetti, annulla o riduce al minimo la componente prospettica.
Già dalla prima sala del percorso espositivo risulta subito evidente che non ci sono illusioni ottiche, tutto è sotto i nostri occhi: le tele, le pitture ritagliate e sovrapposte e perfino i telai.
Come nella serie dal titolo Cetrioli e noci su olmo tramutato, in cui mette in scena un dialogo impossibile tra un ramo d’olmo mutante, frutti e ortaggi che nella realtà non appartengono a quell’albero.
Si produce come un senso di spaesamento - “chi appartiene a cosa?” – e Baruzzi sembra rispondere attraverso la sua pittura che l'appartenenza non corrisponde ad un ordine naturale prestabilito, ad esempio l’albero con i suoi frutti, ma gli elementi si avvicinano per una sorta di fragilità/instabilità che li accomuna.
Non è soltanto la composizione o i colori a rendere delicate queste opere, ma anche le diverse tecniche utilizzate, dai rami d’olmo che diventano “negativi” con lo spray in una sorta di stencil, agli elementi positivi, sovrapposti, come in un collage dei cetrioli e delle noci, dipinti e impressi con la tecnica del monotipo.
Il disegno è un altro elemento essenziale della pratica dell’artista, con i suoi rimandi alla preparazione, al progetto e al pensiero che diventa traccia visibile.
E anche questo emerge in mostra nella terza sala, dove Baruzzi lo inserisce all’interno di alcune installazioni chiamate “bilancioni”, strutture portanti in ferro che sospendono dei teli colorati. L’installazione rimanda a grandi reti da pesca dove non ci sono pesci impigliati, ma disegni guardati a debita distanza da Elena, un d'après ispirato al ritratto di Licini.
Ad unire il vento della prima sala con la componente acquatica della terza, è la terra degli spaventapasseri posizionati nella seconda sala del museo.
Due sono le “sculture” esposte che sembrano attingere all’estetica funzionale della realtà contadina per rinnovarla e collocarla all’interno del sistema dell’arte. Non sono copie di spaventapasseri visti dall’artista nella sua infanzia, ma mostrano un ribaltamento di vedute, lo spaventapasseri non spaventa più i volatili ma li ingloba nella sua nuova natura.
Strutture di ferro con maschere che condensano dentro di sé una triplice natura: umana, animale e vegetale.
Difficile comprendere e definire i lavori esposti se ci poniamo alla ricerca delle tradizionali categorie di pittura, scultura e disegno, che l’artista scardina in maniera gentile ed elegante.
Il focus del Premio Osvaldo Licini by Fainplast, ispirato dall’opera del grande maestro marchigiano, è la pittura, medium d’elezione per Riccardo Baruzzi che è stato decretato vincitore grazie alla segnalazione operata da parte di 43 esperti del mondo dell’arte che hanno avuto il compito di menzionare ognuno un singolo artista.
Il premio nasce dalla volontà congiunta dell’associazione Arte Contemporanea Picena e della Fainplast, main sponsor dell’iniziativa, in collaborazione con il Comune di Ascoli Piceno e con la Galleria d’Arte Contemporanea Osvaldo Licini, con l’obiettivo di valorizzare la ricerca pittorica contemporanea in Italia all’interno dello spazio museale dedicato proprio al Maestro Licini.
Il curatore della mostra Alessandro Zechini afferma: “la mostra evidenzia un Baruzzi funambolo, che rimane in equilibrio sul filo della ricerca artistica contemporanea, utilizzando nelle sue opere un misto di rapidità e lentezza. Con uno sguardo laterale, fuori dalla sicurezza della storia dell’arte, l’artista crea nuovi paesaggi, composti da alberi mutanti, spaventapasseri o reti da pesca che permettono allo spettatore di rigenerare la sua visione sul presente.”
Anche Roberta Faraotti, alla guida insieme al fratello Daniele e al padre Battista di Fainplast, main sponsor del Premio e azienda ascolana leader mondiale nella produzione di compound, che da sempre sostiene e valorizza l’arte, la storia e la cultura del territorio, aggiunge: “il Premio Osvaldo Licini by Fainplast vuole essere una rassegna che volge lo sguardo al contemporaneo, indagando le molteplici sfaccettature dell’attuale pittura italiana, con l’obiettivo di premiare i nuovi interpreti del mondo dell’arte, che proprio attraverso il medium, usato dal Maestro Licini, hanno trovato la propria cifra stilistica”.
04
dicembre 2022
Riccardo Baruzzi
Dal 04 dicembre 2022 al 05 marzo 2023
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA OSVALDO LICINI
Ascoli Piceno, Corso Giuseppe Mazzini, 90, (Ascoli Piceno)
Ascoli Piceno, Corso Giuseppe Mazzini, 90, (Ascoli Piceno)
Biglietti
Intero 4 euro, ridotto 2 euro
Orario di apertura
Venerdì 15-18; sabato e domenica (festivi e prefestivi) 10-13 / 15-18
(La biglietteria chiude mezz'ora prima del museo)
Ufficio stampa
Maria Chiara Salvanelli Press Office & Communication
Autore
Curatore
Produzione organizzazione