Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Riccardo Chiodi – 209949 g e
Il titolo della mostra personale di Riccardo Chiodi corrisponde al peso netto, in grammi, della somma delle opere in esposizione. In ferro e tela, sono costruite artigianalmente, istituendo all’artista un rapporto caldo e diretto con la materia, manualmente e faticosamente assemblata e lavorata.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il titolo della mostra personale di Riccardo Chiodi corrisponde al peso netto, in grammi, della somma delle opere in esposizione. In ferro e tela, sono costruite artigianalmente, istituendo all'artista un rapporto caldo e diretto con la materia, manualmente e faticosamente assemblata e lavorata.
La tela, un tempo stracciata con l'ausilio di un sasso, è strappata a mano e ridipinta in acrilico, a ricoprire il metallo, con il fianco lacerato a vista; i ferri sono smaltati a mano. Chiodi, che è anche pugile, vive la fatica del lavoro manuale come una disciplina sportiva, e ad essa non si sottrae, ma dà vita a opere che di fatto negano la loro consistenza e pesantezza reale. Come se attuasse una riduzione degli avvenimenti contingenti a schemi astratti e ripetitivi, monocromi o bicolori (bianco/rosso), realizza opere fatte di equilibrio di volumi costruiti, in cui i rapporti interni spazio-luce raggiungono una propria autonomia, creando elementi convertibili in nuove sensazioni visive, quasi a dimostrare che “la pesantezza del mondo, e del lavoro, può essere sconfitta solo dal suo contrario”. Disciplina, reiterazione, un sapore freddo di industrial design, artigianalità (che di fatto lo colloca in una posizione antesignana del design), una protezione dell'opera data da un'impostazione severa, assistita da una rigorosa tridimensionalità tagliata a lama di coltello,
"209949 g e;" è di fatto una mostra che asserisce e nega. Il peso, rivelato ma negato dalla qualità estetica delle opere, che attiva le qualità di leggerezza e sospensione; la “sicurezza” e la perfezione denunciata e garantita delle griglie geometriche, fianchi paralleli, tondi concentrici, ma negata dalla fragilità della tela stracciata; la eco della corrente del minimalismo, per la sua aderenza alla componente geometrica, materia volta ad evidenziare le strutture in senso insieme spaziale e temporale, eppure negata dal rapporto diretto artista-materia. E così ancora lo spazialismo, l'astrattismo, l'apparenza del prodotto industriale. L'opera di Riccardo Chiodi è innanzitutto un lungo lavoro di sottrazione di peso, sostenendo di fatto anche lui, come fece Calvino nella prima lezione americana, “le ragioni della leggerezza”:
"Questo non vuol dire che io consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza penso d’aver più cose da dire. " RC
La tela, un tempo stracciata con l'ausilio di un sasso, è strappata a mano e ridipinta in acrilico, a ricoprire il metallo, con il fianco lacerato a vista; i ferri sono smaltati a mano. Chiodi, che è anche pugile, vive la fatica del lavoro manuale come una disciplina sportiva, e ad essa non si sottrae, ma dà vita a opere che di fatto negano la loro consistenza e pesantezza reale. Come se attuasse una riduzione degli avvenimenti contingenti a schemi astratti e ripetitivi, monocromi o bicolori (bianco/rosso), realizza opere fatte di equilibrio di volumi costruiti, in cui i rapporti interni spazio-luce raggiungono una propria autonomia, creando elementi convertibili in nuove sensazioni visive, quasi a dimostrare che “la pesantezza del mondo, e del lavoro, può essere sconfitta solo dal suo contrario”. Disciplina, reiterazione, un sapore freddo di industrial design, artigianalità (che di fatto lo colloca in una posizione antesignana del design), una protezione dell'opera data da un'impostazione severa, assistita da una rigorosa tridimensionalità tagliata a lama di coltello,
"209949 g e;" è di fatto una mostra che asserisce e nega. Il peso, rivelato ma negato dalla qualità estetica delle opere, che attiva le qualità di leggerezza e sospensione; la “sicurezza” e la perfezione denunciata e garantita delle griglie geometriche, fianchi paralleli, tondi concentrici, ma negata dalla fragilità della tela stracciata; la eco della corrente del minimalismo, per la sua aderenza alla componente geometrica, materia volta ad evidenziare le strutture in senso insieme spaziale e temporale, eppure negata dal rapporto diretto artista-materia. E così ancora lo spazialismo, l'astrattismo, l'apparenza del prodotto industriale. L'opera di Riccardo Chiodi è innanzitutto un lungo lavoro di sottrazione di peso, sostenendo di fatto anche lui, come fece Calvino nella prima lezione americana, “le ragioni della leggerezza”:
"Questo non vuol dire che io consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza penso d’aver più cose da dire. " RC
22
aprile 2017
Riccardo Chiodi – 209949 g e
Dal 22 aprile al 07 maggio 2017
arte contemporanea
Location
16 CIVICO
Pescara, Strada San Silvestro-san Giovanni, 16, (Pescara)
Pescara, Strada San Silvestro-san Giovanni, 16, (Pescara)
Orario di apertura
Da lunedì a domenica ore 18-21
Vernissage
22 Aprile 2017, ore 18.30
Autore
Curatore