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RICCARDO DALISI – LA SFIDA DELLA NUOVA INNOCENZA. PER UNA CREATIVITÀ LUNGO LA VIA DELLA DECRESCITA
Si tratta di un percorso di oggetti, idee e materiali attraverso le varie fasi del lavoro di animazione che dagli anni ’70 Riccardo Dalisi conduce con i bambini, fino ad arrivare ad alcune delle opere di design che lo hanno reso uno dei più importati maestri italiani nel campo, esposto e ammirato in tutto il mondo.
Comunicato stampa
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Inaugura al Museo Luzzati di Genova giovedì 23 febbraio 2012 la mostra RICCARDO DALISI: LA SFIDA DELLA NUOVA INNOCENZA - PER UNA CREATIVITÀ LUNGO LA VIA DELLA DECRESCITA
Si tratta di un percorso di oggetti, idee e materiali attraverso le varie fasi del lavoro di animazione che dagli anni ’70 Riccardo Dalisi conduce con i bambini, fino ad arrivare ad alcune delle opere di design che lo hanno reso uno dei più importati maestri italiani nel campo, esposto e ammirato in tutto il mondo.
Il lavoro di ricerca di Dalisi si è sempre concentrato sul “design povero”, lavorando materiali comuni con manualità artigiana, sperimentando animazioni con la partecipazione di bambini e anziani di quartieri in difficoltà, unendo così la sua ricerca alla didattica e la vocazione artistica al valore sociale e politico. Precursore nell’applicare i concetti di riciclo, decrescita e sostenibilità, tanto attuali nei nostri tempi, il lavoro di Dalisi ha molti punti in comune con quello di Luzzati che pure amava reinventare materiali quotidiani e accogliere nuovi punti di vista da mondi diversi.
Come Luzzati anche Dalisi ha lavorato in più campi artistici e la sua opera non si può ridurre a facili categorie, così come spiega Elio Carmi:
I proto-designer volevano che il bello e il poetico non fosse per i borghesi e gli aristocratici della fine dell’800, ma venisse grazie alla produzione industriale e seriale “massificato” e distribuito alla collettività. Diventasse un’azione pubblica, una sorte di arte pubblica. Ciò che personalmente ritrovo straordinario in Riccardo Dalisi è questa dimensione di servizio: progettare mettendosi, mettendo il proprio Sé, a pubblica disposizione degli altri. Sempre ad un altissimo livello di proposta, poetica, artistica, teorica e pratica nel contempo. Un Progetto, proposto e prodotto al di fuori delle categorie, dei muri e delle gerarchie dell’arte. Un modo di fare prima ancora di essere, forse per non essere ingabbiato in una prigioniera categoria. Forse per essere libero di disegnare una caffettiera per sei tazze…emmezza; una di quelle sue speciali caffettiere napoletane, una delle tante che ha realizzato. O quella che tutti conoscono e che ha saputo inventare per Alessi. Elio Carmi
Considerato da molti un vero e proprio “guru” nei campi del design e dell’architettura, Dalisi è nato a Potenza il primo maggio del 1931, fino al 2007 ha ricoperto la cattedra di Progettazione architettonica presso la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. Presso la stessa facoltà è stato direttore della Scuola di specializzazione in disegno industriale.
Negli anni settanta, assieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, è stato tra i fondatori della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva i gruppi e le persone che in Italia coprivano l'area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale” intorno alle riviste “Casabella” e “Spazio e società”. Da sempre impegnato nel sociale (resta fondamentale l’esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli negli anni ’70 e, negli ultimi anni, l’impegno con i giovani del Rione Sanità di Napoli), ha unito ricerca e didattica nel campo dell’architettura e del design accostandosi sempre più all’espressione artistica come via regia della sua vita. Nella sua ricerca espressiva, che spazia nel mitico, nell’arcaico, nel sacro, i materiali poveri (ferro, rame, ottone) sono impiegati con amorevole manualità artigiana.
Nel 1981 ha vinto il premio Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana.
Negli ultimi trent’anni anni si è dedicato intensamente alla creazione di un rapporto sempre più articolato e fecondo tra la ricerca universitaria, l’architettura, il design, la scultura, la pittura, l’arte e l’artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale di creatività che ne sprigiona.
Nel 2009, dopo lunga ricerca preparativa, ha presentato, in collaborazione con la Triennale di Milano e la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, la prima edizione del Premio Compasso di latta, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della eco-compatibilità e della decrescita.
Mostre dedicate alla sua attività di architetto, di designer, di scultore e di pittore sono state allestite alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano, alla Basilica Palladiana di Vicenza, al Museo di Denver, al Guggenheim Museum di New York, alla Biennale di Chicago, al Museo di Copenaghen, al Museo di Arte Contemporanea di Salonicco, al Museo di Düsseldorf, a Palazzo Reale di Napoli, a Palazzo Pitti a Firenze, alla Fondazione Cartier di Parigi, alla Pasinger Fabrik di Monaco, al Tabakmuseum di Vienna, alla Zitadelle Spandau di Berlino, alla Galleria di Lucio Amelio Napoli, al Castel dell’Ovo di Napoli, al Chiostro monumentale di Santa Chiara a Napoli.
Nel periodo della mostra, dal 23 febbraio al 6 maggio 2012 verranno organizzati incontri e laboratori con il maestro Dalisi destinati sia ai bambini e insegnanti che a professionisti.
Si tratta di un percorso di oggetti, idee e materiali attraverso le varie fasi del lavoro di animazione che dagli anni ’70 Riccardo Dalisi conduce con i bambini, fino ad arrivare ad alcune delle opere di design che lo hanno reso uno dei più importati maestri italiani nel campo, esposto e ammirato in tutto il mondo.
Il lavoro di ricerca di Dalisi si è sempre concentrato sul “design povero”, lavorando materiali comuni con manualità artigiana, sperimentando animazioni con la partecipazione di bambini e anziani di quartieri in difficoltà, unendo così la sua ricerca alla didattica e la vocazione artistica al valore sociale e politico. Precursore nell’applicare i concetti di riciclo, decrescita e sostenibilità, tanto attuali nei nostri tempi, il lavoro di Dalisi ha molti punti in comune con quello di Luzzati che pure amava reinventare materiali quotidiani e accogliere nuovi punti di vista da mondi diversi.
Come Luzzati anche Dalisi ha lavorato in più campi artistici e la sua opera non si può ridurre a facili categorie, così come spiega Elio Carmi:
I proto-designer volevano che il bello e il poetico non fosse per i borghesi e gli aristocratici della fine dell’800, ma venisse grazie alla produzione industriale e seriale “massificato” e distribuito alla collettività. Diventasse un’azione pubblica, una sorte di arte pubblica. Ciò che personalmente ritrovo straordinario in Riccardo Dalisi è questa dimensione di servizio: progettare mettendosi, mettendo il proprio Sé, a pubblica disposizione degli altri. Sempre ad un altissimo livello di proposta, poetica, artistica, teorica e pratica nel contempo. Un Progetto, proposto e prodotto al di fuori delle categorie, dei muri e delle gerarchie dell’arte. Un modo di fare prima ancora di essere, forse per non essere ingabbiato in una prigioniera categoria. Forse per essere libero di disegnare una caffettiera per sei tazze…emmezza; una di quelle sue speciali caffettiere napoletane, una delle tante che ha realizzato. O quella che tutti conoscono e che ha saputo inventare per Alessi. Elio Carmi
Considerato da molti un vero e proprio “guru” nei campi del design e dell’architettura, Dalisi è nato a Potenza il primo maggio del 1931, fino al 2007 ha ricoperto la cattedra di Progettazione architettonica presso la facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. Presso la stessa facoltà è stato direttore della Scuola di specializzazione in disegno industriale.
Negli anni settanta, assieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, è stato tra i fondatori della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva i gruppi e le persone che in Italia coprivano l'area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale” intorno alle riviste “Casabella” e “Spazio e società”. Da sempre impegnato nel sociale (resta fondamentale l’esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli negli anni ’70 e, negli ultimi anni, l’impegno con i giovani del Rione Sanità di Napoli), ha unito ricerca e didattica nel campo dell’architettura e del design accostandosi sempre più all’espressione artistica come via regia della sua vita. Nella sua ricerca espressiva, che spazia nel mitico, nell’arcaico, nel sacro, i materiali poveri (ferro, rame, ottone) sono impiegati con amorevole manualità artigiana.
Nel 1981 ha vinto il premio Compasso d’Oro per la ricerca sulla caffettiera napoletana.
Negli ultimi trent’anni anni si è dedicato intensamente alla creazione di un rapporto sempre più articolato e fecondo tra la ricerca universitaria, l’architettura, il design, la scultura, la pittura, l’arte e l’artigianato, mantenendo al centro la finalità di uno sviluppo umano attraverso il dialogo e il potenziale di creatività che ne sprigiona.
Nel 2009, dopo lunga ricerca preparativa, ha presentato, in collaborazione con la Triennale di Milano e la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, la prima edizione del Premio Compasso di latta, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della eco-compatibilità e della decrescita.
Mostre dedicate alla sua attività di architetto, di designer, di scultore e di pittore sono state allestite alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano, alla Basilica Palladiana di Vicenza, al Museo di Denver, al Guggenheim Museum di New York, alla Biennale di Chicago, al Museo di Copenaghen, al Museo di Arte Contemporanea di Salonicco, al Museo di Düsseldorf, a Palazzo Reale di Napoli, a Palazzo Pitti a Firenze, alla Fondazione Cartier di Parigi, alla Pasinger Fabrik di Monaco, al Tabakmuseum di Vienna, alla Zitadelle Spandau di Berlino, alla Galleria di Lucio Amelio Napoli, al Castel dell’Ovo di Napoli, al Chiostro monumentale di Santa Chiara a Napoli.
Nel periodo della mostra, dal 23 febbraio al 6 maggio 2012 verranno organizzati incontri e laboratori con il maestro Dalisi destinati sia ai bambini e insegnanti che a professionisti.
23
febbraio 2012
RICCARDO DALISI – LA SFIDA DELLA NUOVA INNOCENZA. PER UNA CREATIVITÀ LUNGO LA VIA DELLA DECRESCITA
Dal 23 febbraio al 06 maggio 2012
design
Location
MUSEO LUZZATI A PORTA SIBERIA
Genova, Via Porta Siberia, (Genova)
Genova, Via Porta Siberia, (Genova)
Biglietti
ingresso al Museo €5, bambini gratis fino a 6 anni, €2 dai 7 ai 18 anni, €4 sopra ai 65 anni.
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 10–13 e 14-18, sabato e domenica 10-18
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