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Riccardo Licata – Percorsi del segno (Opere scele 1953-2010)
In mostra una selezione di circa 40 dipinti (olii su tela e tecniche miste su carta applicate a tela), dalla prima metà degli anni Cinquanta fino alla prima decade degli anni Duemila.
Comunicato stampa
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Il 23 marzo prossimo alla Simboli Art Gallery di Firenze si inaugura la mostra personale del maestro Riccardo Licata (Torino 1929), dal titolo Percorsi del segno (Opere scelte 1953-2010).
L'esposizione comprende una selezione di circa 40 dipinti (olii su tela e tecniche miste su carta applicate a tela), di vari formati, dalla prima metà degli anni Cinquanta fino ai più recenti della prima decade degli anni Duemila, alcuni dei quali esposti per la prima volta al pubblico in questa occasione.
La mostra ripercorre le tappe fondamentali degli ultimi sessant'anni della lunga e fervida attività artistica di Licata, divisa tra i soggiorni a Venezia e a Parigi, le due città in cui vive e lavora. Tratto distintivo del suo linguaggio artistico è una sorta di alfabeto composto da simboli misteriosi e da tratti grafici che l'artista stesso definisce come "lettere immaginarie". Si tratta, infatti, di una scrittura grafico-pittorica, ispirata in qualche modo all'armonia del linguaggio musicale, che serve all'artista per trasferire sulla superficie ciò che egli sente, avverte, percepisce in quel momento determinato. È, quindi, una scrittura dell'esistenza dell'artista, dove ogni segno tracciato è puro significante.
Tra le opere più rappresentative che si potranno ammirare in esposizione – di formato vario, e tutte accomunate dalla mancanza di titolo –, si segnalano, tra quelle storiche: una tecnica mista su carta del 1953, connotata da un grafismo segnico deciso; una delicata tecnica mista su carta applicata a tela del 1963; una tecnica mista su carta del 1966, caratterizzata dalla presenza di segni dai contorni sfaldati e liquidi. Degli anni Settanta si ricordano almeno due tecniche miste su carta del 1972, caratterizzati da una scrittura segnica elegante e sobria. La tecnica mista su carta del 1980, invece, è formata da ben cinque livelli orizzontali di scritture immaginarie. Del 1999 una bellissima tecnica mista su carta, caratterizzata dalla presenza di eleganti e slanciati segni che sembrano quasi alludere a presenze arboree.
Per quanto riguarda gli olii su tela, si troveranno in mostra alcuni significativi esempi, anche di grande formato, per la maggior parte appartenenti alla sua ultima stagione artistica, compresa tra gli anni Novanta e la prima decade degli anni Duemila, tra cui se ne ricordano almeno tre di grandi dimensioni: uno del 2004, dai colori accesi e decisi; un altro del 2007, composto da varie tonalità di blu contaminate anche da segni incisi; ed infine l'ultimo, del 2010, tutto giocato sulle delicate tonalità del color sabbia.
Riccardo Licata nasce a Torino il 20 dicembre del 1929. Dopo una breve parentesi parigina, la sua famiglia si trasferisce a Roma, città in cui vive dal 1935 al 1945. Nel 1946 si trasferisce a Venezia, dove l'anno successivo si iscrive al Liceo Artistico. In quegli anni studia la cultura della Bauhaus e inizia a cimentarsi con il mosaico. Conosce gli artisti Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova, Alberto Viani, Giulio Turcato e Renato Birolli. Nel 1949 con altri giovani costituisce un gruppo astrattista, denominato Giovani Pittori Astratti, con cui inizia ad esporre a Venezia e a Firenze. Nel 1950 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia e l'anno seguente tiene nella stessa città la sua prima personale. Partecipa con un grande mosaico alla Biennale di Venezia del 1952 e, l’anno successivo, alla Triennale di Milano.
Nel 1957 ottiene una borsa di studio dal governo francese per sperimentare l'incisione a colori e le nuove tecniche. Nello stesso anno è chiamato da Gino Severini come assistente alla cattedra di mosaico all'Ecole d'Art Italienne de Paris. Nel 1961 è nominato professore di mosaico all'Ecole d'Art Italienne de Paris, dove ha insegnato fino al 1995. Inizia a vivere tra Parigi, frequentandovi gli studi di vari artisti, e Venezia dove mantiene il proprio. Gli incarichi prestigiosi si susseguono, così nel 1969 è nominato professore di Arti plastiche alla U.E.R. della Sorbonne, quindi professore di incisione all'Academie Goetz di Parigi e, dal 1972 ricopre il medesimo titolo alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e all'Ecole Americaine d'Architecture de Fontainebleau. Nel 1963 vince il premio Michetti. Partecipa alle Biennali di Venezia del 1964, 1970 e 1972, alla Quadriennale di Roma, alle Biennali di Parigi, di San Paolo, di Tokyo, di Lubiana e di Alessandria d'Egitto.
In questo periodo sviluppa e definisce quello che diventerà in seguito il suo peculiare linguaggio artistico: una sorta di alfabeto composto da simboli e tratti grafici, che caratterizzeranno gran parte della sua produzione artistica, ovvero gli olii su tela, le tecniche miste, e le serigrafie a tiratura limitata. Si tratta di una sorta di scrittura grafico-pittorica, che trae ispirazione dal linguaggio musicale, composta da particolari segni che Licata stesso definisce "lettere immaginarie".
Suoi grandi mosaici sono installati in spazi pubblici a Genova (Palazzo dei lavori pubblici), a Bourgoin-Jallieu, a Sault-lès-Tethel, a Lille (Università), a Perpignan, a Monza (largo di via Italia), e a Reggio Emilia (Camera del Lavoro).
Si è occupato anche di scenografie teatrali (Medea di Euripide, nel 1978 al Teatro Comunale di Treviso) e di balletto (Ichspaltung di Giuseppe Marotta nel 1980 al Teatro Goldoni di Venezia).
Sue opere si trovano presso musei d'arte contemporanea di varie città del mondo, tra cui: Belluno, Chicago, Firenze, Milano, Mosca, Mulhouse, New York, Parigi, Pescara, Reggio Emilia, Stoccarda, Torino, Varsavia, Venezia, Vienna. È presente nella collezione permanente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e nella collezione itinerante dell'Istituto Nazionale d'Arte Contemporanea. Nel corso della sua lunga attività artistica, Licata ha tenuto moltissime esposizioni nelle più importanti gallerie italiane ed internazionali.
Tra le varie mostre più recenti si segnalano: nel 2007 Riccardo Licata. Diari di viaggio-Cahiers de voyage alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano; nel 2008 Riccardo Licata, Mare nostrum al Museo d'Arte Moderna di Mosca. Nel 2009, per gli ottant'anni del maestro, si è tenuta a Roma, presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Riccardo Licata e le stagioni dello Spazialismo a Venezia, una mostra che ha messo a confronto il percorso del pittore negli anni '50 e '60 con quello degli altri artisti veneziani suoi contemporanei che aderirono in quegli anni alla corrente spazialista.
Sempre nel 2009 nel Palazzo Ducale di Venezia è stata ospitata la mostra Riccardo Licata. Mosaici e vetri. Nello stesso anno la città di Venezia ha ospitato presso la ex Chiesa di Santa Marta, Porto D'Arti, evento collaterale alla 53esima Biennale d'arte, in cui le opere di Licata sono state esposte insieme a quelle di altri sette artisti italiani di fama internazionale.
L'esposizione comprende una selezione di circa 40 dipinti (olii su tela e tecniche miste su carta applicate a tela), di vari formati, dalla prima metà degli anni Cinquanta fino ai più recenti della prima decade degli anni Duemila, alcuni dei quali esposti per la prima volta al pubblico in questa occasione.
La mostra ripercorre le tappe fondamentali degli ultimi sessant'anni della lunga e fervida attività artistica di Licata, divisa tra i soggiorni a Venezia e a Parigi, le due città in cui vive e lavora. Tratto distintivo del suo linguaggio artistico è una sorta di alfabeto composto da simboli misteriosi e da tratti grafici che l'artista stesso definisce come "lettere immaginarie". Si tratta, infatti, di una scrittura grafico-pittorica, ispirata in qualche modo all'armonia del linguaggio musicale, che serve all'artista per trasferire sulla superficie ciò che egli sente, avverte, percepisce in quel momento determinato. È, quindi, una scrittura dell'esistenza dell'artista, dove ogni segno tracciato è puro significante.
Tra le opere più rappresentative che si potranno ammirare in esposizione – di formato vario, e tutte accomunate dalla mancanza di titolo –, si segnalano, tra quelle storiche: una tecnica mista su carta del 1953, connotata da un grafismo segnico deciso; una delicata tecnica mista su carta applicata a tela del 1963; una tecnica mista su carta del 1966, caratterizzata dalla presenza di segni dai contorni sfaldati e liquidi. Degli anni Settanta si ricordano almeno due tecniche miste su carta del 1972, caratterizzati da una scrittura segnica elegante e sobria. La tecnica mista su carta del 1980, invece, è formata da ben cinque livelli orizzontali di scritture immaginarie. Del 1999 una bellissima tecnica mista su carta, caratterizzata dalla presenza di eleganti e slanciati segni che sembrano quasi alludere a presenze arboree.
Per quanto riguarda gli olii su tela, si troveranno in mostra alcuni significativi esempi, anche di grande formato, per la maggior parte appartenenti alla sua ultima stagione artistica, compresa tra gli anni Novanta e la prima decade degli anni Duemila, tra cui se ne ricordano almeno tre di grandi dimensioni: uno del 2004, dai colori accesi e decisi; un altro del 2007, composto da varie tonalità di blu contaminate anche da segni incisi; ed infine l'ultimo, del 2010, tutto giocato sulle delicate tonalità del color sabbia.
Riccardo Licata nasce a Torino il 20 dicembre del 1929. Dopo una breve parentesi parigina, la sua famiglia si trasferisce a Roma, città in cui vive dal 1935 al 1945. Nel 1946 si trasferisce a Venezia, dove l'anno successivo si iscrive al Liceo Artistico. In quegli anni studia la cultura della Bauhaus e inizia a cimentarsi con il mosaico. Conosce gli artisti Giuseppe Santomaso, Emilio Vedova, Alberto Viani, Giulio Turcato e Renato Birolli. Nel 1949 con altri giovani costituisce un gruppo astrattista, denominato Giovani Pittori Astratti, con cui inizia ad esporre a Venezia e a Firenze. Nel 1950 si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Venezia e l'anno seguente tiene nella stessa città la sua prima personale. Partecipa con un grande mosaico alla Biennale di Venezia del 1952 e, l’anno successivo, alla Triennale di Milano.
Nel 1957 ottiene una borsa di studio dal governo francese per sperimentare l'incisione a colori e le nuove tecniche. Nello stesso anno è chiamato da Gino Severini come assistente alla cattedra di mosaico all'Ecole d'Art Italienne de Paris. Nel 1961 è nominato professore di mosaico all'Ecole d'Art Italienne de Paris, dove ha insegnato fino al 1995. Inizia a vivere tra Parigi, frequentandovi gli studi di vari artisti, e Venezia dove mantiene il proprio. Gli incarichi prestigiosi si susseguono, così nel 1969 è nominato professore di Arti plastiche alla U.E.R. della Sorbonne, quindi professore di incisione all'Academie Goetz di Parigi e, dal 1972 ricopre il medesimo titolo alla Scuola Internazionale di Grafica di Venezia e all'Ecole Americaine d'Architecture de Fontainebleau. Nel 1963 vince il premio Michetti. Partecipa alle Biennali di Venezia del 1964, 1970 e 1972, alla Quadriennale di Roma, alle Biennali di Parigi, di San Paolo, di Tokyo, di Lubiana e di Alessandria d'Egitto.
In questo periodo sviluppa e definisce quello che diventerà in seguito il suo peculiare linguaggio artistico: una sorta di alfabeto composto da simboli e tratti grafici, che caratterizzeranno gran parte della sua produzione artistica, ovvero gli olii su tela, le tecniche miste, e le serigrafie a tiratura limitata. Si tratta di una sorta di scrittura grafico-pittorica, che trae ispirazione dal linguaggio musicale, composta da particolari segni che Licata stesso definisce "lettere immaginarie".
Suoi grandi mosaici sono installati in spazi pubblici a Genova (Palazzo dei lavori pubblici), a Bourgoin-Jallieu, a Sault-lès-Tethel, a Lille (Università), a Perpignan, a Monza (largo di via Italia), e a Reggio Emilia (Camera del Lavoro).
Si è occupato anche di scenografie teatrali (Medea di Euripide, nel 1978 al Teatro Comunale di Treviso) e di balletto (Ichspaltung di Giuseppe Marotta nel 1980 al Teatro Goldoni di Venezia).
Sue opere si trovano presso musei d'arte contemporanea di varie città del mondo, tra cui: Belluno, Chicago, Firenze, Milano, Mosca, Mulhouse, New York, Parigi, Pescara, Reggio Emilia, Stoccarda, Torino, Varsavia, Venezia, Vienna. È presente nella collezione permanente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e nella collezione itinerante dell'Istituto Nazionale d'Arte Contemporanea. Nel corso della sua lunga attività artistica, Licata ha tenuto moltissime esposizioni nelle più importanti gallerie italiane ed internazionali.
Tra le varie mostre più recenti si segnalano: nel 2007 Riccardo Licata. Diari di viaggio-Cahiers de voyage alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia e alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano; nel 2008 Riccardo Licata, Mare nostrum al Museo d'Arte Moderna di Mosca. Nel 2009, per gli ottant'anni del maestro, si è tenuta a Roma, presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia, Riccardo Licata e le stagioni dello Spazialismo a Venezia, una mostra che ha messo a confronto il percorso del pittore negli anni '50 e '60 con quello degli altri artisti veneziani suoi contemporanei che aderirono in quegli anni alla corrente spazialista.
Sempre nel 2009 nel Palazzo Ducale di Venezia è stata ospitata la mostra Riccardo Licata. Mosaici e vetri. Nello stesso anno la città di Venezia ha ospitato presso la ex Chiesa di Santa Marta, Porto D'Arti, evento collaterale alla 53esima Biennale d'arte, in cui le opere di Licata sono state esposte insieme a quelle di altri sette artisti italiani di fama internazionale.
23
marzo 2013
Riccardo Licata – Percorsi del segno (Opere scele 1953-2010)
Dal 23 marzo al 30 aprile 2013
arte contemporanea
Location
SIMBOLI ART GALLERY
Firenze, Via Di San Giuseppe, 6r, (Firenze)
Firenze, Via Di San Giuseppe, 6r, (Firenze)
Orario di apertura
lunedì 16.30-20 e da martedì a domenica 10-13 e 15-20
Vernissage
23 Marzo 2013, ore 17.30
Autore
Curatore