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Riccardo Mazzoni – Minima porzione possibile
Un acuto spirito di indagine rivolto al passato ha portato sul versante toscano della linea gotica Riccardo Mazzoni alla ricerca della porzione di terra più martoriata sul finire della Seconda Guerra Mondiale
Comunicato stampa
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Un acuto spirito di indagine rivolto al passato ha portato sul versante toscano della linea gotica Riccardo Mazzoni alla ricerca della porzione di terra più martoriata sul finire della Seconda Guerra Mondiale. La necessità della memoria trova un' eco profonda e silenziosa nel vuoto lasciato dall'orrore che ha marchiato quei luoghi. La Linea Gotica - frontiera difensiva costruita dai Tedeschi per arrestare gli Alleati - tagliava in due la penisola italiana come una simbolica cicatrice nella storia del nostro paese.
Le tre parole del titolo simboleggiano appieno la strategia militare tedesca applicata dal settembre 1944 fino alla primavera del 1945: la Linea Gotica era infatti l’ultimo fronte disposto dall’esercito nazista in risposta all'avanzata delle forze alleate per la conquista dell’Italia, una serie di presidi e fortificazioni che dovevano impedire o almeno ritardare l'arrivo nella Pianura Padana delle truppe inglesi e americane, uno sbarramento lungo 300 chilometri, da Massa a Rimini, eretto seguendo il crinale degli Appennini.
Parlare di Linea Gotica mi è sembrato all’inizio quasi come violare un silenzio ancora necessario,- dice Riccardo Mazzoni- poche sono le tracce visibili rimaste e per lo più in condizioni tali da essere mal riconoscibili, pochi rimangono ormai i testimoni di quello che in Italia è stato tra i periodi più sanguinosi e devastanti della seconda guerra mondiale. Per questo la mia ricerca fotografica è partita dal cimitero monumentale della Futa dove sono sepolti 31000 soldati tedeschi, l’unico luogo che fosse capace di parlare ad alta voce delle reali dimensioni di questo evento.
Ho fotografato poi alcuni interessanti reperti all’interno di un museo storico-etnografico ma sentivo che comunque la mia attenzione doveva essere rivolta all’esterno, più vicina alla terra e alle montagne. Sono state le successive visite nella zona centrale degli Appennini e il contatto con persone che stanno cercando di rendere visibile la memoria a darmi la capacità di saper osservare e leggere un suolo che riporta ancora profonde ferite.
Riccardo Mazzoni (1975), si è diplomato presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze nel 2002 con "Nenia", un lavoro di analisi del proprio rapporto con il figlio. Nel 2004 realizza un reportage legato all'impatto ambientale della linea ferroviaria ad alta velocità Bologna-Firenze. Recentemente ha esposto ai Rencontres de la Photographie, di Arles in Francia e al Festival Backlight, di Tampere in Finlandia.
Le tre parole del titolo simboleggiano appieno la strategia militare tedesca applicata dal settembre 1944 fino alla primavera del 1945: la Linea Gotica era infatti l’ultimo fronte disposto dall’esercito nazista in risposta all'avanzata delle forze alleate per la conquista dell’Italia, una serie di presidi e fortificazioni che dovevano impedire o almeno ritardare l'arrivo nella Pianura Padana delle truppe inglesi e americane, uno sbarramento lungo 300 chilometri, da Massa a Rimini, eretto seguendo il crinale degli Appennini.
Parlare di Linea Gotica mi è sembrato all’inizio quasi come violare un silenzio ancora necessario,- dice Riccardo Mazzoni- poche sono le tracce visibili rimaste e per lo più in condizioni tali da essere mal riconoscibili, pochi rimangono ormai i testimoni di quello che in Italia è stato tra i periodi più sanguinosi e devastanti della seconda guerra mondiale. Per questo la mia ricerca fotografica è partita dal cimitero monumentale della Futa dove sono sepolti 31000 soldati tedeschi, l’unico luogo che fosse capace di parlare ad alta voce delle reali dimensioni di questo evento.
Ho fotografato poi alcuni interessanti reperti all’interno di un museo storico-etnografico ma sentivo che comunque la mia attenzione doveva essere rivolta all’esterno, più vicina alla terra e alle montagne. Sono state le successive visite nella zona centrale degli Appennini e il contatto con persone che stanno cercando di rendere visibile la memoria a darmi la capacità di saper osservare e leggere un suolo che riporta ancora profonde ferite.
Riccardo Mazzoni (1975), si è diplomato presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze nel 2002 con "Nenia", un lavoro di analisi del proprio rapporto con il figlio. Nel 2004 realizza un reportage legato all'impatto ambientale della linea ferroviaria ad alta velocità Bologna-Firenze. Recentemente ha esposto ai Rencontres de la Photographie, di Arles in Francia e al Festival Backlight, di Tampere in Finlandia.
06
aprile 2006
Riccardo Mazzoni – Minima porzione possibile
Dal 06 al 30 aprile 2006
fotografia
Location
MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE
Roma, Piazza Di Sant'egidio, 1B, (Roma)
Roma, Piazza Di Sant'egidio, 1B, (Roma)
Biglietti
Mostre + Museo:Intero: € 5,50 -Ridotto: € 4.00
Orario di apertura
martedì – domenica 10.00 – 20.00 (la biglietteria chiude un'ora prima).Chiuso il lunedì
Vernissage
6 Aprile 2006, ore 18
Autore