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Riccardo Monachesi – Superfici Profonde
Sette grandi formelle inedite ed una serie limitata di opere rieditate in un nuovo allestimento, sono il nucleo di partenza della mostra evento Superfici Profonde, dedicata a Riccardo Monachesi negli spazi della Libreria della Casa dell’Architettura e di Caffè Progetto.
Comunicato stampa
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Sette grandi formelle inedite ed una serie limitata di opere rieditate in un nuovo allestimento, sono il nucleo di partenza della mostra evento Superfici Profonde, dedicata a Riccardo Monachesi negli spazi della Libreria della Casa dell’Architettura e di Caffè Progetto. Si tratta di grandi lastre, quadrate o tonde come scudi, realizzate in creta con la tecnica del calco, e di una doppia serie di altre opere realizzate in anni precedenti: i vasi libro (1991) antropomorfi nella sagoma a forma di busto, e la serie dei titoli, tavolette in creta refrattaria in piccolo formato segnate con ossidi. In tutti e tre i casi si tratta di opere composite. Non frutto di un gesto assoluto risolto in un tempo unico, piuttosto il risultato di azioni successive che stratificano superfici, modellandone la materia. Le tecniche sono diverse: assemblaggio, intarsio, sovrapposizione, stratificazione e colore. Ciascun frammento è contenuto nell’altro in una sequenza circolare di rimandi. Contenuto e contenitore allo stesso tempo. Le dimensioni privilegiate sono quelle piane della lastra, ma la tecnica del calco imprime a queste superfici uno spessore che è anche lo spazio compresso dell’evento materico. Si prenda ad esempio la serie dei vasi-libro. L’imboccatura stretta del collo si amplia subito in larghe spalle per restringersi di nuovo alla base, delineando la forma del busto. Accentua questo effetto la compressione delle due lastre frontali del vaso, quasi schiacciate una sull’altra, distanziate da una stratificazione di ulteriori fogli che le separa ed al tempo stesso le unisce. La creta contiene frantumi di materiale semirefrattario che la rende più resistente e che per questo consente di forzare le dimensioni delle sue parti. Il colore, ottenuto per ossidi minerali, cobaltorame–ferro, non nasconde semmai esalta la materia delimitandone campi o evidenziandone i segni. La ricorrenza delle stesse variazioni cromatiche, nella gamma dei blu, verdi, rossi, accentua il principio di astrazione cancellando quello della decorazione, del resto sempre in agguato trattandosi di terrecotte. Monocromatiche o bicromatiche, come alcune delle grandi lastre 50x50, queste opere esibiscono una matericità pesante ma non inerte, espressiva quanto più irregolare ed imperfetta.
Corpo e concetto: ogni opera è un corpo, spesso poggiato a terra, come in alcuni significativi allestimenti. Sabbia, terra, acqua: radici di una cultura materiale, per certi versi appartenente al mediterraneo nei rossi delle terre come nei bruni delle rocce.
Non v’è dubbio che la materia sia “l’elemento primo di costruzione sensibile delle strutture di linguaggio”, ma anche la prima a dissolversi nell’acqua -combinazione alchemica- come nella installazione video del 1996. Ogni opera appartiene anche ad una serie. La serialità significa superamento dell’oggetto in quanto tale, significa imprimere alla figura un procedimento di astrazione, essiccarla in un segno, costruire famiglie di segni, di ‘titoli’ , di ‘alfabeti’ appunto. Nella ripetizione ogni volta variata dello stesso registro, l’identità originaria di ‘persona’ va sfumando, la matericità si diluisce nel concetto che la sottende e che dovrebbe guidare il delicato passaggio da artigianato ad arte. Formazione allo studio di Nino Caruso, nella seconda metà degli anni settanta, studi da architetto, propensione nell’ambito dell’informale per l’opera di Fontana, Leoncillo, Motherwell e Serra, Riccardo Monachesi realizza nel proprio fare la sua personale condizione di libertà e di consapevolezza. Le sue opere, seppure in un percorso di trasformazione continua, sono riconducibili ad un’unica ossessiva poetica: dare forma alla materia con un progetto ‘fatto a mano’ e con essa investire lo spazio e dargli un nuovo senso.
Carmen Andriani
Dialogo incrociato fra Carmen Andriani e Riccardo Monachesi in occasione della inaugurazione della mostra.
Corpo e concetto: ogni opera è un corpo, spesso poggiato a terra, come in alcuni significativi allestimenti. Sabbia, terra, acqua: radici di una cultura materiale, per certi versi appartenente al mediterraneo nei rossi delle terre come nei bruni delle rocce.
Non v’è dubbio che la materia sia “l’elemento primo di costruzione sensibile delle strutture di linguaggio”, ma anche la prima a dissolversi nell’acqua -combinazione alchemica- come nella installazione video del 1996. Ogni opera appartiene anche ad una serie. La serialità significa superamento dell’oggetto in quanto tale, significa imprimere alla figura un procedimento di astrazione, essiccarla in un segno, costruire famiglie di segni, di ‘titoli’ , di ‘alfabeti’ appunto. Nella ripetizione ogni volta variata dello stesso registro, l’identità originaria di ‘persona’ va sfumando, la matericità si diluisce nel concetto che la sottende e che dovrebbe guidare il delicato passaggio da artigianato ad arte. Formazione allo studio di Nino Caruso, nella seconda metà degli anni settanta, studi da architetto, propensione nell’ambito dell’informale per l’opera di Fontana, Leoncillo, Motherwell e Serra, Riccardo Monachesi realizza nel proprio fare la sua personale condizione di libertà e di consapevolezza. Le sue opere, seppure in un percorso di trasformazione continua, sono riconducibili ad un’unica ossessiva poetica: dare forma alla materia con un progetto ‘fatto a mano’ e con essa investire lo spazio e dargli un nuovo senso.
Carmen Andriani
Dialogo incrociato fra Carmen Andriani e Riccardo Monachesi in occasione della inaugurazione della mostra.
04
novembre 2010
Riccardo Monachesi – Superfici Profonde
Dal 04 novembre al 03 dicembre 2010
arte contemporanea
Location
CASA DELL’ARCHITETTURA – ACQUARIO ROMANO
Roma, Piazza Manfredo Fanti, 47, (Roma)
Roma, Piazza Manfredo Fanti, 47, (Roma)
Orario di apertura
lun-ven 10.00-18.00
Vernissage
4 Novembre 2010, ore 17.30
Autore
Curatore